Almanacco di dicembre

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 30/11/2012, 18:03
Avatar


★★★★★★★★★

Group:
Moderatori
Posts:
2,934
Location:

Status:


~ Almanacco di Avalon ~

Dicembre 2012


Luna di Dicembre


fasi-lunari


05/12/2012: Massima librazione
06/12/2012: Massima librazione
06/12/2012: Ultimo Quarto
13/12/2012: Novilunio
17/12/2012: Massima librazione
19/12/2012: Massima librazione
20/12/2012: Primo Quarto
28/12/2012: Plenilunio



Luna del fuoco della conoscenza, luna della neve



snmoonl
La mitezza dell’autunno ha ceduto lentamente il passo alla stagione del grande freddo, che rapidamente si avvicina.
Il vento autunnale ha staccato dai rami anche le ultime foglie, che ora ricoprono la terra spoglia nel momento del suo riposo.
In molti luoghi, questo è il tempo della prima neve.
Come Madre Terra ha lasciato cadere tutti i suoi ornamenti, per concentrarsi sull'essenza delle cose, anche la nostra attenzione può rivolgersi verso il nucleo interiore della nostra spiritualità.
Durante la fase di trasformazione scorpionica abbiamo potuto lasciare andare tutto quanto è superfluo ed incontrare l'ombra dentro di noi, ma ora il tempo del buio sta per terminare e anche noi possiamo prepararci ad una rinascita spirituale; è infatti nel sonno invernale della natura che nascono i semi dei progetti futuri.
In natura come dentro di noi, siamo infatti nel tempo del Sagittario, terzo della triade del fuoco.
Questo non è il fuoco iniziatore dell’ariete, né il fuoco del cuore leonino. Questo è il segno che apre le porte allo spirituale, insegnandoci che la natura umana per essere completa ha anche bisogno di credere in qualcosa, ha bisogno di una fede.
E così il fuoco del Sagittario, domicilio del grande Giove, è una freccia che punta verso l’alto e vibra nella ricerca di verità, di conoscenza, di significato.
La fase buia dell'anno sta giungendo al suo apice, ma proprio allora un nuovo dio sole nascerà, dando inizio ad un nuovo ciclo, ad un rinnovamento.
E' questo il solstizio d'Inverno, Yule, o ritorno della luce, che ha luogo il 21 dicembre, e il cui significato etimologico è ruota, a indicare che un altro giro è stato dato, negli eterni cerchi della ruota della vita.
In questa magica notte un vecchio Sole si sacrifica spegnendosi, mentre dal grembo notturno di Madre Terra nasce un nuovo Sole Bambino, il “figlio della promessa”, che rinasce dall’utero della grande madre all’alba, e si prepara a fecondarla con nuovi raccolti, garantendo la continuità della vita.
Molti furono i miti con cui gli uomini celebrarono questo importante momento di passaggio in ogni tempo.
Le popolazioni nordiche mettevano in scena la battaglia tra il Re Agrifoglio (che rappresenta l’anno trascorso) e il Re Quercia (che rappresenta il nuovo anno), che vince sul precedente. Oppure le nozze fatali tra la notte più lunga ed il giorno più breve, rappresentati dal sole e la luna, il Dio e la Dea.
Le popolazioni agrestri si riunivano, accendevano fuochi propiziatori e seguivano tradizioni le cui tracce troviamo ancora nelle moderne feste di Natale e Capodanno.
Nell’antica Roma si celebrava il “Dies Natali Solis Invicti”, il giorno della nascita del Sole Invincibile, in seguito assorbita dal Natale cristiano.
Anche la stessa festa di Santa Lucia, che si celebra il 13 dicembre, è un evidente richiamo al ritorno della Luce.
Yule è da sempre un momento propizio per tutti, in cui contattare la propria luce interiore, ed esprimere nuovi propositi e nuovi desideri.
Accogliamo anche noi il ritorno della Luce con la sacralità che è dovuta a questo evento, e nella profondità del nostro essere contattiamo la scintilla del nuovo Sole nascente, e il messaggio di speranza e di rinnovata fiducia che sempre accompagnano ogni rinnovamento.
Spiriti di Natura: fate della neve, fate delle tempeste, fate dei pini
Piante: agrifoglio, edera, abete, vischio
Colori: rosso, bianco e nero
Fiori: agrifoglio, cactus
Profumi: violetta, patchouli, geranio, incenso, mirra, lillà
Pietre: serpentina, giacinto, crisolito
Alberi: pino, abete, agrifoglio
Animali: topo, cervo, cavallo, orso, cornacchia, pettirosso
Divinità: Hathor, Ecate, Neith, Atena, Minerva, Ixchel, Osiride, Norns, le Parche
Energia: resistenza, morte, rinascita; giro delle maree sulla Terra. Oscurità. Tenebre. Piccoli artifici personali. Sentieri spirituali. Incontro con amici e famiglia, i solitari e i poveri.


Il cielo di dicembre 2012



Il ritorno della Luce, viene celebrato da ogni tradizione a partire dal solstizio d'inverno (Yule) fino alle gioie del Natale, con il significato che ognuno può scegliere di dare a questi sacri momenti di passaggio e nuovo inizio.
Sul piano astrologico il mese di dicembre vede il sole transitare nel segno del Sagittario fino al giorno del solstizio, 21 dicembre alle ore 12:11 locali, quando l'astro dorato entra in capricorno e dà così inizio alla stagione invernale.
Tuttavia per la prima del mese i pianeti veloci si trovano ancora nell'elemento acqua, che continua a godere dei frutti di tale passaggio.
Più precisamente troviamo Mercurio che, ripreso il moto diretto in scorpione il 27 novembre, entra in sagittario a partire dall'11 di questo mese. Anche Venere, ancora in scorpione fino a metà mese, passa nel fuoco del sagittario a partire dal 16.
Per quanto riguarda Marte, entrato in capricorno da metà novembre, lascerà il segno il 26 dicembre, non prima di aver formato aspetto di quadratura con Urano e di congiunzione con Plutone.
In parole povere il guerriero dello zodiaco, con la forza determinata che attinge dal passaggio in Capricorno, va a stimolare una tensione che già è in corso da tempo, legata all'aspetto disarmonico tra Urano e Plutone, evidente nel continuo intensificarsi dei conflitti politici e sociali degli ultimi tempi.
Su un piano individuale tale tensione sarà maggiormente avvertita dai segni cardinali: Ariete e Bilancia (che però sono ben sostenuti dal passaggio di venere e mercurio in sagittario) e Cancro (che per la prima metà del mese gode del passaggio dei suddetti pianeti veloci, mentre dovrà armarsi di tanta pazienza nella seconda metà).
Altro evento particolarmente significativo di questo mese è la ripresa, a partire dal giorno 14, del moto diretto di Urano, il grande signore del cambiamento e del rinnovamento, che dopo una retrogradazione durata 5 mesi, mette il turbo e promette ancora grandi e importanti trasformazioni per ognuno di noi e in particolare per i segni cardinali della prima decade, a partire dagli Arieti.
La controparte saggia e prudente, Saturno, avanza di due passi nel segno dello Scorpione e continua a donare la sua energia costruttiva e laboriosa ai segni d'acqua.
Per ovvie ragioni, giacchè la ruota gira, sono i restanti segni fissi della prima decade (leone, acquario e toro) a dover fare i conti con le prove che il vecchio saggio sempre chiede di affrontare.
Il caro Giove dal canto suo continua con il moto retrogrado in Gemelli, dove indietreggia fino agli 8°, mentre Nettuno avanza di un passo a 1° dei Pesci e Plutone di un passo fino a 9° di capricorno.
Il novilunio questo mese si compie il 13 dicembre alle 9:41 locali, mentre la luna piena ha luogo il 28 dicembre.

Festività pagane di dicembre



3 Dicembre - Festa di Myrddyn (Merlino)

merlino
Alla nascita gli era stato dato, secondo l'Historia Brittonum il nome di Emrys (o Ambrosius), ed era avvenuta a Caer-Fyrddin (l'attuale Carmarthen, nel sud del Galles).
Nella Historia Brittonum, attribuita al monaco Nennius (anche se la critica più recente tende a considerare l'opera il prodotto di più mani), si parla di Re Vortigern, e del giovane ragazzo profeta Ambrosius (donde il Merlino Ambrosius di Geoffrey di Monmounth), che vede i due draghi sotto la torre del re, che crollava sistematicamente.
Il primo riferimento a Merlino è dunque in questa Historia Brittonum, attribuita a Nennius, un testo latino del 796 d.C., basato su precedenti scritti del monaco gallese Gildas.
Myrddin appare poi in alcuni resoconti gallesi (Armes Prydein, Y Gododdin) dell’inizio del X secolo come un profeta, ma il suo ruolo diviene presto quello di mago, profeta e consigliere, incantatore, attivo in tutte le fasi del regno di Re Artù.
La denominazione Merlinus venne utilizzata per la prima volta da Geoffrey di Monmouth nell'Historia Regum Britanniae, nelle Prophetiae Merlini e nella Vita Merlini, e dunque solo più tardi viene conosciuto come Merlino (Merlin), una versione latinizzata del suo nome originale in gallese, Myrddin, derivante dal suo luogo di nascita, la città di Caermyrddyn dove era nato.
Quando il ragazzo che era stato condotto da Re Vortigern , a Dinas Emrys dove voleva innalzare la sua inespugnabile fortezza, cambiò nome: da An ap y lleian a Myrddin, perchè trovato a Caer Fyrddyn. Secondo l'antico racconto gallese Il sogno di Macsen Wledig, Caer Fyrddyn aveva questo nome perchè costruita da una miriade di uomini, e la parola gallese myrddyn significa miriade. Da cui CAer Fyrddyb, La città della MIriade, con la m rimpiazzata in gallese dalla f, mentre appunto Myrddin viene tradotto in latino con Merlinus, Merlino in italiano.
Nella latinizzazione, Geoffrey sostituì la /d/ con una/l/, altrimenti ne sarebbe uscito un irriguardoso appellativo scatologico.
Nel mondo secondario disegnato da J. R. R. Tolkien nell'imponente trilogia Il Signore degli anelli, il mago Gandalf è chiamato anche dagli elfi Mithrandir ('Il Grigio Pellegrino'), prima che diventi il capo del 'Bianco Consiglio', e il nome di Myrradim (Merlin, in inglese) è il nome dello smeriglio, un piccolo 'falco grigio'.
Merlino era il figlio illegittimo di una Principessa reale del Dyfed, poi monaca.
Il padre della dama, Re Meurig ap Maredydd ap Rhain, non è stato trovato negli annali di questo regno, e probabilmente era un sovrano minore della regione al confine di Ceredigion. Il padre, è detto, era un angelo che visitò la ragazza e la lasciò incinta. I nemici di Merlino dissero il padre che era realmente un demone incubo, uno spirito del male che aveva agito mentre la donna dormiva. Il figlio del male si supponeva fosse un contrappeso all’influenza di Gesù Cristo sulla terra. Myrddin, per fortuna, raccontano, fu subito battezzato, un evento che aveva annullato la sua natura maligna, ma lasciato intatti i suoi poteri.
Questa storia era chiaramente inventata per salvare la madre dallo scandalo pubblico di avere avuto un rapporto .con un Morfyn Frych (“the Freckled”), un principe minore della casata di Coel.
Secondo la versione gallese del Brut di Wace, afferma invece che il nome originale del mago era An ap y lleian, che può tradurzi "la disdetta di una monaca" o "Ap, il figlio della monaca" (P. Sims-Williams, The Bullettin of the board of Celtic Studies, vol. XXXVIII, 1978, pp. 90-93).

6 dicembre - Giorno di San Niccolò
San Niccolò è Santa Claus, che oggi viene più comunemente associato al periodo dello Yule. Santa Claus, anche identificato come Babbo Natale, è un aspetto del Dio Thor che viene tradizionalmente rappresentato mentre, a cavallo di una capra, porta con se una coppa di Wassail. Alla vigilia di San Niccolò i bambini mettono fuori dalla porta paglia, fieno e carote, che si supporre servano al suo destriero affinchè egli le cambi, durante la notte, con dei regali.

8 Dicembre - Festa d'Inverno dei 4 Elementi
the_four_astrological_elements_in_relationships_1
Le streghe moderne vivono in questo giorno una delle festività minori del calendario pagano, la seconda dell’anno collegata agli elementi ed al loro importante ruolo nella vita e nella filosofia magica.
Abituati a darli per scontati spesso ci dimentichiamo di riconoscere la loro presenza in ogni cosa che ci circonda. Questo giorno ci viene quindi in aiuto per rinfrescare nuovamente la nostra consapevolezza ed intensificare il nostro legame con le loro energie. 
Non servono grandi rituali o elaborate cerimonie; prendetevi un momento per riflettere e una pausa per meditare.
Potreste preparare un piccolo altare all’aperto (freddo, pioggia, neve o gelo permettendo) ed allestirlo solamente con simboli ed oggetti legati ad ogni direzione.
Usate doni della natura (piante, fiori, conchiglie etc) o create voi i simboli da utilizzare (gnomi intagliati nel legno o trecce di paglia per il nord, una piccola fontanella con pietre di fiume per l’ovest, create composizioni di girandole, piume, sinfonie musicali per l’est, un falò o nuove candele per il sud). Servitevi dei colori tradizionali delle direzioni.
Chiudete il cerchio e soffermatevi al suo interno per meditare sul ruolo degli elementali nella vostra vita, riconoscete la loro presenza in voi e attorno a voi. Invitateli a raggiungervi attorno al cerchio e chiedete loro consigli ed aiuto nel comprendere i misteri che custodiscono, fate loro un offerta o mostrate loro ciò che avete creato perché lo infondano di energia.
E’ un ottimo momento per chiedere la benedizione dei vostri strumenti a seconda dell’elemento a cui sono collegati. Congedate poi i Guardiani ed aprite il cerchio.
Un altro bellissimo modo per festeggiare è preparando un piatto speciale (o il vostro preferito) per onorare questo giorno. Niente meglio del cibo svela il mistero della loro fondamentale e universale presenza all’interno della nostra vita.
In alternativa preparatevi un bel bagno caldo con un pugnetto di sale (o erbe profumate) ed allestite il bagno con qualche candela ed un cono di incenso. Durante il bagno cercate di visualizzare gli elementi raccolti intorno a voi ed utilizzatene le energie per purificarvi.

12 Dicembre - Festa degli Gnomi

13 Dicembre - Festa di Santa Lucia

E' la festa delle luci. Era tradizione, in Danimarca la notte di Santa Lucia indovinare le identità dei futuri mariti.

20 Dicembre - Festa di Cernunnos

cernunnos
Uno strano personaggio attraversa la storia mitica d'Europa. Una creatura virile, dalle braccia muscolose e il viso altero, la testa ornata di alte corna di cervo. Confuso con il Diavolo in epoca più tarda, era invocato dalle streghe nei sabba, e non di rado lo vediamo raffigurato al centro di danze demoniache in molti quadri e raffigurazioni.
Ma chi è questo essere dalle corna da cervo? Un dio o un diavolo? E da quanto tempo accompagna la storia spirituale dell'uomo in Europa?
Vi era in effetti un antico dio celtico dalle corna di cervo, conosciuto in Gallia, in Italia settentrionale, lungo il Danubio, in Celtiberia. Il centro del suo culto si stendeva probabilmente nella Gallia orientale a nord del Giura, in un'ampia fascia compresa tra la Senna e il Reno, fino ai confini della Gallia Belgica. Troviamo, in tutta quest'area, molte figurazioni monumentali di questo Dio Cervo: in sculture, incisioni e bassorilievi provenienti da tutta la Gallia. Importanti sono i monumenti di Autun e Sommérécourt, la stele di Reims, gli altari di Saintes e di Vendeuvres, la figurazione di Nuits-Saint-Georges e il Pilastro dei Naviganti di Parigi. Nelle immagini, il Dio Cervo è spesso accompagnato da altre divinità gallo-romane, oppure da curiosi serpenti dalla testa d'ariete.
La figurazione più raffinata si trova sul meraviglioso Calderone di Gundestrup (I secolo a.C.), oggi custodito al Nationalmuseet di Copenhagen. Qui, in uno dei riquadri interni, il Dio Cervo appare a gambe incrociate. Indossa un vestito e delle brache a strisce verticali, con una cintura in vita. Porta un torques al collo e ne tiene un secondo nella mano destra. Nella sinistra tiene stretto un serpente. Alla sua destra si stagliano un grande cervo e un toro, a sinistra un leone e un lupo; poco lontano sta un piccolo uomo a cavallo di un delfino [vedi immagine].
Come si chiamava questo personaggio? Tutti i monumenti sono anonimi, tranne uno. Esiste una sola figurazione del Dio Cervo che sia accompagnata da un'iscrizione. È il Pilastro dei Naviganti di Parigi, trovato sotto il coro della cattedrale di Nôtre-Dame nel 1711. Qui, in uno dei riquadri ritroviamo il Dio Cervo vestito con una tunica senza maniche che lascia nuda la spalla destra e un torques al collo; la testa, calva e con la fronte corrucciata, ha orecchie e corna di cervo oltre alle normali orecchie umane. Ad ogni corno è appeso un torques [vedi immagine].
Il nome, scritto in cima alla figura, è mutilo nella parte iniziale. Si legge soltanto:
...ERNVNNOS
Nella frattura manca una sola lettera, e fin dall'anno della scoperta fu proposta la lettura Cernunnos. Questa parola richiamava il latino cornu ["corno"] e l'aspetto del dio suggeriva l'accostamento.
Da allora la maggior parte degli studiosi si è pronunciata a favore di questa interpretazione, anche se non sono mancati alcuni dissensi. Si è fatto notare che "corno" in gallico non si diceva cernos, ma carnos. Altri hanno invece pensato pensato alla radice gaelica cern- (da cui l'irlandese moderno cearn ["angolo"] e cearnach ["quadrato"]), chiedendosi se il nome del dio non significhi pressappoco "quattro punte", nel senso de "l'aguzzo", con riferimento alle sue corna. Tale accostamento è giustificata dal fatto che la radice cern- designa anche la fronte dei giovani bovidi rigonfiata dallo sviluppo delle corna. Ma si tratta di voci isolate: fino ad oggi non è stata proposta alcuna teoria che possa opporsi con successo con quella tradizionale.
Dunque, per quanto non si possano escludere etimologie alternative, Cernunnos significa probabilmente "cornuto".
Quale fosse la personalità di questo dio non si sa con precisione. Si pensa che Cernunnos sia stato il sovrano di tutti gli animali, delle fiere e del bestiame. Dio dal grande fallo, signore della fertilità, Cernunnos possedeva forse la forza combattiva e la potenza sessuale del cervo, nonché il perpetuo rinnovamento simboleggiato dalle sue corna ramificate, che cadono d'inverno per rinascere di nuovo rigogliose a primavera. In certi casi Cernunnos reggeva un sacco da cui dispensava abbondanza e ricchezza... in una figurazione lo vediamo addirittura spargere monete. Al proposito, gli studiosi hanno fatto notare un rilievo a Differdange dove una testa di cervo sputa monete d'oro.
Ma Cernunnos era una divinità celtica?
cernunnos_plaque
In realtà ci sono buoni motivi per pensare che questa figura risalga a tempi anteriori l'arrivo degli stessi Celti in Europa. Ne troviamo una traccia in Val canonica, sulle Alpi italiane, in un luogo ben transitato dai Celti. Qui si può ammirare una grande incisione rupestre, databile al IV sec. a.C., che ritrae un personaggio dotato di corna e di grande fallo, accompagnato da un piccolo uomo. La figura cornuta porta un circolo intrecciato intorno al braccio destro che potrebbe anche essere un torques; con la sinistra tiene invece un oggetto allungato non ben definibile, ed è forte la tentazione di pensare ad un serpente [vedi immagine].
Dunque si può pensare che il dio Cernunnos sia l'esito celtico di una figura assai più antica. Non si può non riandare con la memoria (ma qui il paragone è piuttosto debole) allo strano uomo-bestia dalle grandi corna di cervo affrescato nella grotta di Les Trois Frères, presso Montesquieu-Aventes [vedi immagine]. Questa figura risale addirittura al neolitico e non è chiaro se si tratti di una divinità o di un antenato totemico. Si pensa a una figura associata a riti magici o sciamanici per il buon esito della caccia. In tal caso vi era già una figura dai palchi cervini a rappresentare il signore della selvaggina, di cui favoriva la moltiplicazione, assicurando al tempo stesso il rispetto del patto tra preda e cacciatore.
Se così è, i Celti avrebbero preso la figura del Dio Cervo dai popoli indigeni dell'Europa centrale, reinterpretandola secondo le proprie esigenze culturali e religiose.
L'invasione romana della Gallia, e quindi, con l'introduzione del Cristianesimo, la fine totale della cultura celtica, provocò la perdita di quasi tutto il patrimonio tradizionale dei Galli, e quindi la ristrutturazione delle antiche figure mitiche in un nuovo ordine di idee. I miti celtici scomparvero quasi del tutto, e solo poche figure sopravvissero nel folklore posteriore, ormai irrimediabilmente trasformate e travisate. Nel caso di Cernunnos, qualche reminescenza del suo personaggio può essere ancora intravista nella posteriore mitologia dei Celti insulari. Si è pensato all'eroe irlandese Conall Cernach (si noti la radice cern), ma anche al guerriero feniano Finn mac Cumaill e a suo figlio Oisín, le cui leggende sono strettamente legate a immagini di cervi. Tutto ciò, però, potrebbe solo indicare un culto del cervo da parte dei Celti e non necessariamente un esito irlandese del Dio dei Palchi Cervini.
Ma lo stesso non si può dire di una strana divinità gallese, il dio Gwynn ap Nûdd, il re cimrico delle fate, descritto nel folklore con un bel paio di palchi cervini. E non è un mistero che, almeno etimologicamente, la parola gaelica finn vuol dire "bianco splendente", ed è corradicale col gallese gwynn, che ha lo stesso significato.
Vi è poi il genio dai palchi cervini della tradizione inglese, Herne, tarda emanazione di Gwynn ap Nûdd, che Shakespeare evoca nell'ultimo atto de "Le allegre comari di Windsor", dove vediamo John Falstaff travestirsi da Herne, con un bel paio di corna da cervo in testa, per poi farsi gabbare dalle fanciulle che intendeva sedurre.
Ora, la maggior parte degli studiosi è cauta nel voler equiparare Herne a Cernunnos, e a ben ragione. Vorrei però far notare che l'etimologia classica del nome Cernunnos ["cornuto"] presenta qualche difficoltà, perché "corno" si diceva in gallico carnos e in latino cornu, e quindi bisognerebbe spiegare la transizione di [a/o] > [e]. Questo punto ha dato qualche filo da torcere ai filologi.
Ora, però, mentre la parola "corno" è in inglese horn (con il regolare passaggio tipico delle lingue germaniche [k] > [h]), il genio inglese ha appunto nome Herne (e quindi di nuovo con trasformazione in [e]). A questo punto, senza voler dare una spiegazione filologica, c'è da chiedersi perché due distinti personaggi, dotati entrambi di bei palchi cervini, portino tutti e due la medesima trasformazione vocalica in [e]. Piuttosto che ipotizzare la medesima trasformazione fonetica, è più probabile supporre che la figura di Herne sia derivata direttamente da quella di Cernunnos.
Si può anche pensare a un culto del Dio Cervo, legato probabilmente alle feste della fertilità di Beltaine (1° maggio) che sia sopravvissuto, irrimediabilmente distorto e travisato, ma sempre con corna e fallo prominente, nei sabba delle streghe medievali. Non è un caso che, procedendo nella ricerca degli esiti posteriori del Dio Cervo, si arrivi alle figurazioni medievali del diavolo. Si vedano in tal caso le corna che spuntano dalla testa del diavolo sui monumenti irlandesi (Ahenny e Clonmacnoise) e romanici (cattedrale di Parma), nonché su molti manoscritti miniati. Anche qui si può pensare a una tarda sopravvivenza del dio Cernunnos, dio di un paganesimo ormai sconfitto, e trasformato in un dèmone.
Il culto del Dio Cervo da parte delle combriccole stregonesche è ritornato in auge con il neopaganesimo moderno, che comunque si nutre di "new age" e romanzi fantasy. Robert Graves ha dato parecchio da pensare ai risorti culti druidici con il suo "La dea bianca", e Marion Zimmer Bradley reinventa i riti della fertilità di Beltaine, ipotizzando le nozze sacre tra le vergini e il Re Cervo ne "Le nebbie di Avalon". In ogni caso, ci sono molti motivi, legati alla fertilità, alla ricchezza, alla primavera, al potere fecondante del maschio, che continuano a intrecciare magiche suggestioni intorno a questa affascinante figura.

21/23 Dicembre - Yule o Yuletide

winter-solstice
La notte del solstizio invernale è la notte più lunga dell'anno. L'oscurità trionfa, e già prepara il cammino e si trasforma in luce. Il respiro della natura è sospeso. Tutto aspetta nel calderone, Il Re Oscuro si trasforma nella luce infante. Aspettiamo l'alba non lontana, quando la Grande Madre da vita al Sole Bambino, che porta con se speranza e la promessa dell'estate. Chiamiamo il Sole dal grembo della notte. La nostra Donna Benedetta lo porta nel suo giovane grembo, grembo che ha dato la vita a tutte le cose. La Donna gira la ruota ancora una volta. Poichè è una festa solare, è celebrata col fuoco e il nome di Yule. E' il tempo in cui lasciar andar via le nostre paure,i nostri dubbi,le idee logore e i progetti finiti - qualsiasi cosa della nostra vita che ci tiene lontani dai nuovi inizi che ci porteranno ad una nuova crescita. E'' il momento di lasciar andare il passato e di camminare verso la luce. Alcune streghe accendono una candela dorata nel calderone e lo saltano, il calderone della rinascita esprimendo il desiderio di essere persone migliori nell'anno che verrà. In questa lunga notte, noi rinnoviamo e diamo nuova vita ai nostri corpi e spiriti. In questo momento piantiamo i semi del cambiamento.
Yule è il solstizio invernale. E' il momento in cui le ore del giorno sono le più brevi dell'anno, e ovviamente, vi è la notte più lunga. La Dea da vita al Dio, rappresentando la rinascita della luce. E' il momento dell'anno in cui gli spiriti della Terra (e dei boschi) sono spinti a riposare, per prepararsi al lavoro che ci sarà nel ridare alla Terra i nuovi boccioli di vita, con la Primavera.
La parola Yule si crede derivi dalla parola scandinava o anglosassone "Iul", o addirittura dal norvegese "jul" che significa "ruota", quindi una data che segna il punto definitivo nella Ruota dell'Anno.
Inoltre Jolfoor (padre di Yule) e Jolnir (Yule) sono nomi di Odino. Alcuni credono che in realtà Odino fosse colui che desse i regali. Prima che Babbo Natale diventasse popolare nell'epoca vittoriana come un elfo grasso e felice, era mostrato alto e longilineo, con un lungo vestito nero, invece che rosso e bianco. Le prime legende raccontano che Babbo Natale guidasse un cavallo bianco, non una slitta piena di renne. Questo ci ricorda per l'appunto Odino e Sleipner. Il vecchio "Babbo" era anche una figura molto particolare, a tratti terrorizzante, soprattutto per le persone cattive e con intenti poco onorevoli.
Gli antichi Greci festeggiavano una celebrazione simile per assistere il Dio Cronos in battaglia contro Zeus e i Titani. I Romani invece festeggiavano il Dio Saturno. La festa difatti si chiamava Saturnalia e iniziava a metà dicembre per finire il primo di Gennaio. Si era soliti dire "Jo Saturnalia" quando ci si incontrava mascherati per le strade e si utilizzava queste giornate per fare grossi e lauti pranzi, andare a trovare gli amici e parenti e per scambiarsi dei regali di buona fortuna chiamati Strenae (da qui la tradizione delle strenne natalizie). Decoravano le loro case con ghirlande di alloro e sui sempreverdi venivano accese candele. Gli schiavi venivano resi liberi.
Celebrazioni venivano tenute in onore degli spiriti dei boschi. Gli alberi venivano portati nelle case e decorati con campanelle, candele e con nastrini dai colori brillanti per attrarre gli spiriti. Pane, frutta e noci venivano appesi sui rami per dare cibo agli stessi. Canti di gruppo erano anche un modo per guidare gli spiriti al rifugio delle case e i ceppi venivano accesi per dare calore.
Questa festa è stata adattata dalla tradizione Pagana nella celebrazione più famosa del Natale.
a+happy+yuletide
I Sassoni celebravano Modranect il 24-25 Dicembre. Significa la notte della Madre. Era la celebrazione della nascita del sole per il solstizio d'inverno. Il giorno che seguiva la notte della Madre era per festeggiare la Dea.
Yule coincide con la celebrazione del Natale. Questo Sabbat rappresenta la rinascita della luce, nella notte più lunga dell'anno, la Dea da alla luce il Sole Bambino e aspetta la nuova luce. Alcune covens celebrano un Festival della Luce per commemorare la Dea Madre. Altri celebrano la vittoria del Signore della Luce su quello dell' Oscurità.
Il solstizio invernale è stato spesso associato alla nascita del " Re Divino", molto prima della nascita del cristianesimo. Yule è la rinascita, il ritorno della speranza e della vita. Non ha mai cambiato il suo significato nel tempo. Del resto Yule e Natale non sono poi così diversi. Entrambi celebrano l'arrivo del Dio/Sole, così come Cristo è stato chiamato, la luce del mondo.
La tradizione cristiana dell'albero di Natale ha le sue origini nella celebrazione pagana di Yule. Famiglie pagane portavano un albero in casa così che gli spiriti dei boschi avrebbero avuto un posto dove restar caldi nei mesi invernali. Campanelle erano appese ai rami così che si poteva riconoscere quando uno spirito era presente. Il cibo era appeso per farli mangiare e una stella a cinque punti, il pentagramma, simbolo dei 5 elementi, era messo a capo dell'albero. I colori della stagione, rosso e verde, sono anche di origine pagana, così come l'abitudine di scambiarsi i regali.
Così come gli alberi da frutta, anche i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l'anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno. La birra e il pane venivano offerti agli alberi in Scandinavia. L'albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell'anno che sarebbe arrivato.
Come festa del sole, Yule è celebrato attraverso il fuoco e l'uso di un ceppo. Un pezzo del ceppo è salvato e tenuto durante l'anno per proteggere la casa. Questa antica tradizione di matrice inglese era fatta con un ceppo di Quercia che era tagliato, decorato con aghi di pino e pigne e quindi bruciato nel caminetto per simbolizzare il sole che ritorna.
Un tipo diverso di ceppo di Yule, sicuramente più utile per i praticanti moderni, è quello che viene usato adesso e che ha la base per tre candele. Trovate un ramo piccolo di quercia o pino, fate tre fori per tenere tre candele: rossa, verde e bianca (stagionale), verde oro nera (il dio sole) o bianca, rossa e nera (la Grande Dea). Decoratelo con del verde (io preferisco l'edera e il vischio), boccioli di rosa, chiodi di garofano, usate della farina per mimare la neve. Questo ceppo può essere bruciato dopo Yule o conservato per l'anno seguente. Fate attenzione che qualsiasi ceppo prendiate non sia preso da un albero vivo e che il permesso sia stato chiesto e sia stato ricompensato con un'offerta.
I bimbi venivano portati di casa in casa a regalare mele speziate ai chiodi di garofano e arance pieni di chiodini infilati nella buccia, che tenevano in cesti di rami di pino insieme a dei gambi di grano ricoperti di farina. Le arance e le mele rappresentavano il sole, i rami l'immortalità e il grano simboleggiava il raccolto. Infine la farina era la consapevolezza del trionfo, della luce e della vita. Il vischio, il pungitopo e l'edera non solo erano decorazioni di esterni ma anche di interni. Un rametto di agrifoglio veniva tenuto tutto l'anno per assicurare fortuna alla casa e a chi ci risiedeva.
Ricordiamo anche l'importanza della ghirlanda, in quanto simbolo di Yule, perchè rappresenta la ruota che sempre gira e il cerchio senza fine che ogni volta si compie. Insomma, la natura infinita della vita. E' tradizione fare una ghirlanda di vischio e rami di abete per simboleggiare l'antica ruota attraverso cui passavano i pagani dei tempi.
L'angioletto sopra l'albero di Natale, in realtà in molti posti della Germania, diventa una streghetta, per rappresentare la Crona, la vecchia Dea che presiede su questa fase dell'anno. Anticamente si era soliti posizionare una luce, proprio per simboleggiare la rinascita del sole.
Nei tempi antichi si diceva che le tribù germaniche sacrificassero i prigionieri al Dio della vittoria, impiccandoli agli alberi per nove giorni, così come Wodan era stato impiccato all'albero della Vita per ottenere la sacra conoscenza delle rune. Quando le guerre finirono, sostituirono gli uomini con degli uomini di marzapane, per chiedere allo stesso Wodan, aiuto per attraversare il nero inverno.
Bere Wassail a Yule è una delle tipiche tradizioni inglesi dai tempi dei tempi. La parola Wassail deriva da Wes Hal che significa "alla tua salute". Questa bevanda è a base di vino e/o sidro con frutta e spezie. Veniva inoltre offerto agli alberi di mele perchè continuassero a produrre i loro frutti.
Anche se cade nel momento più scuro dell'anno, Yule è un momento sacro e di pace. La concentrazione del singolo dovrebbe essere verso la famiglia, gli antenati, la pace e la serenità.


Corrispondenze:


Luna: Fredda, Quercia, Luna delle Notti Lunghe
Simboli: Ceppo, l'albero, candele, vischio, l'edera, gli abeti
Divinità: Tutte gli Dei nascenti e del Sole, tutte le Dee Madri e le Dee triplici.
Colori:Rosso, Verde, Oro e Bianco
Cibi tradizionali:Noci, frutti come le mele e le pere, Maiale, Idromele, patate, cipolle, Dolci con il cumino
Erbe:Agrifoglio, Vischio, Edera, Cedro, Alloro, Ginepro, Rosmarino, Pino, Valeriana, Mirra
Oli:Rosmarino, Mirra, Noce Moscata e Cedro
Incenso:Pino e Cannella
Animali:Cervi, scoiattoli e il pettirosso
Gemme: Quelle dal colore rosso, rubini, corniole e granato
Scopo di Yule:
E' la notte più lunga dell'anno. Portiamo in noi e analizziamo le attività che abbiamo svolto nei precedenti mesi estivi. Yule è il momento del risveglio e dei nuovi progetti, lasciando i rimorsi alle spalle.
Il lavoro magico dovrebbe essere sull'equilibrio, la bellezza, la pace e l'armonia.

24 Dicembre - Giorno della Betulla

betulla1
La Betulla, è una pianta magica chiamata anche Betulla, Betula Alba L., Betula Pendula, Vituddu, Bedollo, Bedola, Gray Birch, White birch, Bouleau blanc, Betula verrucosa Ehrh, Betula pendula Roth, Betula pubescens Ehrh.
La Betulla è della Famiglia delle betullacee, è legata al Sole, agli elementi di Fuoco e Aria, al Pianeta Giove, alle Divinità di Thor e Giove e ai Segni Zodiacali del Leone e Ariete e più in generale tutti i segni di fuoco
Nel periodo di Aprile – Maggio l’aroma è maggiormente intenso e duraturo, i principi attivi della pianta sono molti: Betulina, Quercitina, Miricetina, Olia essenziale, Estere Butilico, Saponine, Acido nicotinico, Clorogenico, Caffeico, Acido Betulinico, Flavonoidi.
Il livello di tossicità è assente e l’unica Controindicazione è per i soggetti allergici all’aspirina e più in generale ai salicati.
Se la pianta viene usata assieme a Verga D’Oro, Spirea Olmaria, Pungitopo, Vite Rossa, Frassino Comune, Tarassaco, Ortica, Ribes Nero, Sambuco, Carciofo, Lespedeza, Levistico, Ononide, Lampone.
Uso Terapeutico: Capelli, colesterolo, colorito, cure di primavera (depurativi), dermatosi, efelidi, gotta, intossicazione, litiasi, obesità, pelle, piaghe, reumatismi, sudorazione, urea.
Nella magia la pianta ha un ruolo importante nelle tradizioni magiche dell’Est Europeo e paesi scandinavi, ad essa vengono associate caratteristiche di protezione ed esorcismo. La betulla viene usata sia per la fertilità che per la protezione, essa veniva piantata nei pressi della propria dimora durante il solstizio d’inverno. Nei paesi nordici si faceva liquore ricavato dalla resina di questa pianta che veniva consacrato, bevuto per favorire esiti positivi. In magia si usano le foglie polverizzate che vanno gettate nel fuoco come purificanti e scaccia-negativita. Le foglie essiccate sono difficili da polverizzare poiché la cellulosa le rende, piuttosto robuste, quindi se ne consiglia il trattamento con strumenti affilati.
Nella betulla viene utilizzata anche la parte bianca della corteccia che tende a staccarsi in modo abbondante dal tronco, specialmente durante l’inverno ad opera degli sbalzi termici. In nord europa spesso si sentono dei scricchiolii particolari provenienti dalle cortecce, le popolazioni rurali attribuiscono a questi rumori un significato soprannaturale. La corteccia, messa in acqua a bollire per circa 30-40 minuti, diventa morbida e perde la forma arrotolata.
Lasciandola asciugare sotto pressa, potrà costituire un supporto per la scrittura di invocazioni votive o da bruciare durante un rito. Il giorno tradizionale della betulla è lo Yule (21 Dicembre) e, il 24 Dicembre era detto “Giorno della betulla”, è legata a Thor, e particolari onori le venivano attribuiti durante il 28 Luglio, la festa di questa Divinità.

25 Dicembre - Festa di Ecate - Sol Invictis -Festa di Dagda
Mitra_Sol_Invictus_Bath
Letteralmente natale significa “nascita”. La festività del Dies Natalis Solis Invicti (“Giorno di nascita del Sole Invitto”) veniva celebrata nel momento dell’anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio d’inverno: la “rinascita” del sole.
Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente “sole fermo” (da sol, “sole”, e sistere, “stare fermo”).
Infatti nell’emisfero nord della Terra tra il 22 e il 24 dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo “Natale”. Questa interpretazione “astronomica” può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro. Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, per quanto possa apparire sorprendente, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.

26 Dicembre - Giorno di Santo Stefano

Era, in molte zone della Gran Bretania, il giorno in cui si praticava la caccia allo scricciolo. La gente del villaggio usciva di casa per dare la caccia allo scricciolo, l'uccello più piccolo e se lo catturavano lo si metteva in una lanterna e lo si faceva sfilare per il paese. Spesso veniva poi ucciso, in opposizione alla proibizione di uccidere gli scriccioli negli altri periodi dell'anno. lo scricciolo veniva infine appeso ad un ramo sacro e portato in funerale dai Ragazzi Scricciolo o Droluns.

28 Dicembre – Giorno dei Santi Innocenti

In alcune tradizioni, come quella nordica, questo è il giorno più sfortunato dell'anno, in cui non si può iniziare alcun lavoro senza decretarne la rovina.

31 Dicembre - Festa di Artemide - Notte del Popolo Fatato

Artemide
Artemide , di cui tra l’altro oggi è anche festa, è la madre della Luna, satellite che influenza maree ed umanità. Signora della notte, Artemide è in ognuno di noi, è colei che ci da forza di combattere, vivere e meditare.
Artemide, divinità della caccia e della luna nuova, è figlia di Zeus e Latona (Ninfa) e sorella gemella di Apollo.
Essa è nata nell’ isola di Delo prima di Apollo, ed aiutò la madre a partorire il fratello. A soli tre anni Zeus la prese sulle ginocchia e le chiese quali doni avrebbe gradito.
Lei rispose: l’eterna verginità, l’ eterna giovinezza, tanti nomi quanti ne ha mio fratello Apollo, un arco e delle freccie come i suoi, il compito di portare la luce, una tunica da caccia color zafferano con un bordo rosso che mi giunga fino alle ginocchia, sessanta giovani Ninfe oceanine, tutte della stessa età, come mie damigelle di onore, venti Ninfe dei fiumi, perchè queste si curino dei miei calzari e nutrano i miei cani quando io non sono impegnata nella caccia. Artemide allungò la mano per accarezzare la barba del padre, lo ringraziò, e poi scelse molte Ninfe di nove anni come Sue ancelle.
Artemide è una delle dodici grandi divinità del Monte Olimpo, i Romani la identificavano come Diana. A volte Artemide viene confusa con altre tre divinità che sono in realtà diverse: Selene (Dea della luna piena), Ecate (Dea della luna calante) e Siria (Dea della metamorfosi).

Il calendario celtico degli alberi e le pietre degli Dei



lettera R è Ruis (Sambucus nigra) - dal 25 novembre al 22 dicembre.

sambucus_nigra_E
Il 25 Novembre si festeggia il Giorno del Sambuco, l’albero sacro alla Dea.."Sia il Sambuco l'albero eletto non lo bruciare o sarai maledetto".
Il Sambuco è considerato l’albero magico per eccellenza, perché con il suo legno si realizzava lo zufolo rituale e con le bacche si preparava la bevanda sacra dei Druidi.
Il nome scientifico è Sambucus Nigra; sambucus è una parola latina derivata dal greco sambyke (un antico strumento musicale in uso anche tra i Romani, costruito con i rami di questa pianta), nigra invece si riferisce al colore nero dei frutti.

Il Sambuco raramente prende la forma di un albero, tranne che non sia vecchissimo; normalmente ha, infatti, l'aspetto di un bellissimo cespuglio. Ha fiori piccoli e bianco-giallastri, uniti come a formare degli ombrelli profumati, che vengono raccolti da aprile a maggio (meglio se con la luna piena), recidendoli alla base e poi si lasciano essiccare all’ombra; infine si battono delicatamente per staccare i petali dai peduncoli (che vanno eliminati). Invece, per raccogliere le bacche si deve aspettare agosto…
Il sambuco cresce un po' ovunque, in luoghi abbastanza umidi. Lo si può trovare in giardini, lungo le sponde dei fiumi, in periferia di bosco, all'interno di siepi e addirittura nelle vicinanze di discariche, dove il contenuto di azoto nel suolo è alto (con lo scopo di riequilibrare il terreno). I semi vengono diffusi dagli uccelli che si nutrono delle sue bacche.
Tutta la pianta, fatta eccezione per i fiori e i frutti privati dei semi, è velenosa.

Rituali per la Festa del Sambuco
Accendere una candela e meditare su cosa abbiamo avuto dal mese appena trascorso. Chi ha la fortuna di vivere in posti dove cresce il sambuco (che si trova anche in città, lungo le strade di periferia e nei giardini pubblici) può raccogliere qualche rametto o un grappolo di bacche e porle sull'altare.

Proprietà ed usi del Sambuco
Il Sambuco protegge durante i lunghi viaggi ed era d'uso inchinarsi sette volte, quando lo si incontrava lungo il cammino..sette volte come sette sono i doni che il Sambuco elargisce: la resina, la radice, la corteccia, le foglie, i frutti, i fiori ed i germogli.
L'infuso ottenuto con i fiori di sambuco si utilizza per curare raffreddore (per le proprietà sudorifere, febbrifughe e rilassanti), tosse, asma ed anche i reumatismi; grazie alla presenza di flavoni nei fiori, la tisana produce benefici anche alle vene e all'apparato circolatorio in generale.
Le bacche di sambuco, invece, hanno proprietà principalmente lassative e purgative, mentre la corteccia è essenzialmente impiegata a scopo diuretico e nella cura delle nevralgie e delle cisti.
Il decotto ottenuto con fiori e bacche di sambuco insieme ha proprietà curative e preventive nei confronti dell'arteriosclerosi. Per la preparazione fare bollire 100 gr. di fiori e bacche in due litri d'acqua per 20 minuti circa. Una volta raffreddato e filtrato, berne per tre volte al giorno, un bicchiere per tre settimane.
In caso di ascesso ai denti pestare in un mortaio una manciata di foglie fresche in unione con un cucchiaio di aceto ed un pizzico di sale e, tramite una garza, applicare il tutto sull'ascesso per un paio di ore.
In caso di tachicardia, procurarsi 200 grammi di seconda corteccia secca (quella che si trova sotto la parte grigia esterna del fusto) di sambuco e metterla a macerare per un paio di giorni in un litro di vino rosso di buona qualità; dopo aver filtrato il tutto, lasciare a riposo per altri due giorni. Berne poi due/tre bicchieri al giorno per regolarizzare il battito cardiaco.
Un decotto di sambuco, ottenuto con la seconda corteccia, è invece indicato nella cura della gotta, nella misura di due bicchieri al giorno.
Per le emorroidi è sufficiente tritare delle foglie fresche ed applicarle nella parte interessata per almeno 15 minuti.
L'estratto delle radici è usato come purgante.
Tinture vengono ricavate da parti diverse dell’albero: nera dalla corteccia, verde dalle foglie, blu o lilla dai fiori.
Dissetante e semplice da preparare è lo sciroppo di sambuco: mettere in un contenitore 10 fiori, 4 limoni (sia il succo che la buccia poiché hanno funzioni diverse), 1 litro d’acqua. Lasciare macerare il tutto per 3 giorni (al sole) poi filtrare il composto accuratamente. Aggiungere al liquido dorato così ottenuto 700 g. di zucchero di canna e far bollire un po’ lo sciroppo finché non si ritira ed addensa leggermente. Lasciar freddare quest’acqua profumata e versarla in bottiglia. Infine si può sterilizzare la bottiglia nel forno a vapore. Conservare in ambiente fresco (come la cantina). Diluire in acqua e berlo.
Al primo raffreddore: una tazza bollente di infuso con sambuco e fiori di tiglio bevuta prima di andare a letto provoca un’abbondante sudorazione, migliorando lo stato di congestione. Al risveglio ci sentiremo rinati; stessa formula per curare anche la fastidiosa influenza o una tosse persistente.
Le bacche del sambuco sono ricche di vitamine e rinforzano il sistema immunitario; possono essere conservate sotto forma di succo (ottimo antisettico), sciroppo o marmellata. Per preparare il succo, le bacche vengono cotte per pochi minuti, poi schiacciate e filtrate. La bevanda calda si può addolcire con del miele.
Dai frutti e dai fiori si ottengono distillati e marmellate eccellenti, ricche di vitamina C.I fiori vengono anche consumati in frittate o frittelle.
Le frittelle di sambuco (un piatto tradizionale del solstizio d'estate) si preparano aggiungendo al normale impasto, prima di metterlo in padella, la testa di un fiore; friggere lentamente.
Il legno, che è tenero e bianco-giallastro, può essere usato per realizzare piccoli oggetti, quali giocattoli, pettini e cucchiai di legno. Generazioni di bambini hanno svuotato i fusti di questa pianta per farne fischietti e cerbottane.

Mitologia
tree+goddess
Il sambuco è l'albero rappresentativo della Grande Madre. I suoi colori mostrano la Dea nel suo triplice volto: i fiorellini delicati, profumati e bianchi sono la Dèa Fanciulla (associata alla luna crescente), il verde dei rami e delle foglie sono la Dèa Madre rigogliosa (associata alla luna piena) e le bacche nero violacee sono la Dèa Anziana (associata alla luna calante).

Il sambuco rappresenta il tredicesimo mese lunare perché conserva i suoi frutti fino a dicembre. Il tredicesimo mese si conclude nei giorni del solstizio invernale, cui corrisponde il buio, la sterilità ed il freddo. Lo stesso numero tredici simboleggia la fine di un ciclo, ma anche il passaggio, il rinnovamento ciclico, la rigenerazione che comporta anche la "morte" nel perenne ciclo di trasformazione e rinnovamento.
Il sambuco era considerato, quindi, una Porta di Morte, ma anche di rigenerazione e nutrimento, dato che ogni sua parte recava aiuto all’uomo contro malesseri e malattie, e le sue bacche erano fonte di cibo.

I nomi con cui veniva chiamato rispecchiano tutti l’amore e il rispetto reverenziale nutrito nei confronti di questo splendido essere vegetale. Per i celti il Sambuco è detto “Nostra Signora” o "Madre Sambuco" (Hollemoer) e per i germani è l'“Albero di Holle” (holun tar).
"Frau Holle" è una fiaba germanica contenuta nella raccolta "Fiabe" (1812) dei fratelli Grimm, in cui Frau Holle è una vecchia dai denti lunghi e affilati che vive in un luogo bellissimo, paradisiaco.
Il personaggio di Holle affonda le proprie radici nella mitologia norrena ed è associato a numerose divinità. C'è un'assonanza e forse anche un legame etimologico tra il nome Holle, il nome Hel e la dimora dei morti (in tedesco Hölle, uno dei nove mondi della cosmologia scandinava). Hel, infatti, è la regina dei morti ed ha un aspetto raccapriciante, con metà viso cadaverico e l'altra metà normale.
Hel fu in origine la grande madre dea terra, che sfama gli affamati e dà loro ristoro, ma successivamente divenne molto simile ad un Plutone femminile e il suo regno divenne paragonabile all'Ade greco..Sotto questo suo aspetto originario, Holle si lega a Hertha, dea della pace e della fertilità, conosciuta anche come Hlodyn nell'Edda. La stessa Hlodyn era più comunemente chiamata Jord, personificazione della Terra primitiva, non popolata e non coltivata.
Holle è anche associata alla figura germanica di Perchta (o Berchta, o Bertha) che ha due forme: può apparire bella e bianca come la neve oppure vecchia ed anziana. Perchta è la benefica protettrice dell’agricoltura, delle semine e dei raccolti; conduce un carro e insegna l'arte della filatura.
La filatura è l'arte più amata anche da Frigg, celeste sposa di Odino e Grande Madre divina che ha generato tutte le divinità e tutti gli spiriti e le creature naturali, e che per questo è chiamata “Colei che viene prima di tutti gli altri”.
Come a Frigg, anche a Berchta ed a Holla è sacro il periodo invernale e i dodici giorni e le dodici notti che seguono il solstizio d’inverno, durante i quali le giovani non devono filare per alcun motivo, poiché le Dèe si offenderebbero se in tali giorni il fuso non venisse lasciato riposare. In queste dodici notti – oppure in quelle che intercorrono fra Natale e la Befana – sia Frigg che Holla e Berchta, si recano a far visita alle case, compiacendosi se le trovano ben pulite e ordinate, ed irritandosi se sono poco curate e sudice, perchè mal sopportano la pigrizia; proteggono i bimbi, vivi e morti, e hanno molto a cuore le filatrici.
Infatti, le filatrici che lavorano bene, con amore e attenzione, sono da loro ricompensate, mentre quelle che lavorano in malo modo vengono severamente punite.
A Frigg sono sacri i gatti, che trainano il suo magnifico carro (altro aspetto in comune con Berchta) nelle notti in cui corre per il cielo; e poi le rondini, il cucù dallo spirito profetico e la cicogna, che vola in aiuto dei bambini che cadono nelle paludi o nei corsi d’acqua, salvandoli dalla morte e restituendoli alle loro mamme.
Pertanto, Holla, Berchta e Frigg si somigliano e coincidono fra loro in modo sorprendente e si possono considerare divinità dai diversi nomi ma un'unica essenza.

Il Sambuco (come il Biancospino) è molto amato dalle fate che abitano al suo interno e dalle luminose entità che popolano il Sidhe (un mondo parallelo felice in cui vive il "Piccolo Popolo").
Durante la festa di Mezz’Estate, è d'uso danzare intorno al Sambuco con tra i capelli delle coroncine fatte con i suoi fiori e, si pensa, che anche le fate si uniscano alle danze, mentre il Re degli Elfi e la sua corte sfilano gioiosamente.
Posizionare il Sambuco sotto al più vecchio albero durante la festa del solstizio d’estate, oppure porlo vicino al cerchio di funghi delle Fate, può aiutare a vedere il “Piccolo Popolo”.
Le fate mostrano benevolenza nei confronti di chi coccola con amore e cure costanti il Sambuco. Tra i celti vi era spesso l'usanza di incaricare un membro della famiglia per ogni generazione alla cura del Sambuco. Molti doni venivano posti ai suoi piedi; in Scozia venivano lasciati biscotti e latte, in Svezia del latte, i tedeschi offrivano pane e birra. Tra i celti il sambuco veniva piantato vicino a case, stalle e castelli, perché avrebbe protetto la famiglia da malefici e serpenti velenosi. Naturalmente era vietato sradicare o tagliare la pianta, e bruciarla avrebbe recato una grave offesa alla Dea.
Si riteneva che l'odore eccelso dei suoi fiori avesse un effetto soporifero e che conducesse negli inferi l'anima di chiunque si fosse addormentato alle sue radici, perchè rapita dalle creature fatate non sarebbe più riuscita a tornare ad abitare il corpo, abbandonato al sonno eterno.
Si evitava di far dormire i bimbi piccoli in culle fatte con il suo legno per non fargli patire i dispetti delle fate.
Il succo verde (linfa) interno alla corteccia di Sambuco è una magica sostanza che, passata sulla fronte, dona la Vista (o seconda vista), cioè mostra la verità oltre il visibile..
Il sambuco cela tra le sue venature e i solchi della sua ruvida corteccia gli Occhi Nascosti, quelli in grado di vedere oltre il velo della materia. Il suo Dono è la Visione Divina, la magia che fa scostare i veli della nebbia e fa intravedere il Mondo al di là di essi e le eteree creature che lo abitano.
Ma per mostrare l’Incanto, esso mette alla prova il corpo e lo spirito di coloro che intraprendono il Cammino, anche con malattie e dolore, al di là dei quali, però, si cela la chiave della Vita e della Guarigione.
Il sambuco ha proprietà divinatorie che venivano così interpretate: se in estate i suoi fiori erano di un bel colore giallo, o meglio ancora, ruggine, era in arrivo un bimbo; se aveva, invece, fiori piccoli e sottili, il raccolto sarebbe stato povero, ma se i fiori erano corposi e forti il raccolto sarebbe stato ottimo.
Con i ramoscelli svuotati dal midollo si costruivano i famosi flauti magici, al cui suono, che probabilmente richiamava l’attenzione degli spiriti silvestri, tutte le malie sarebbero scomparse, insieme alla sfortuna, alle negatività e alla tristezza.

Con l’avvento del cristianesimo, poi, il sambuco seguì un triste destino, insieme alle creature ed alle donne che lo adoravano.
Se prima queste erano considerate guaritrici e conoscitrici di erbe e cure mediche, e il sambuco era rispettato come Madre di vita e di morte, con il sopraggiungere della nuova religione furono privati di potere e sacralità, e la conoscenza delle erbe fu condannata.
Il sambuco divenne un albero legato solamente alla morte in senso fisico, al dolore e alla malattia, e si iniziò ad usarlo nei riti di sepoltura.
Il becchino poneva, infatti, una corona di foglie e corteccia sul capo del defunto, perché così, si diceva, sarebbe stato aiutato nel suo viaggio verso l’aldilà.
In Tirolo si portava invece una croce di sambuco davanti alla bara fino al luogo di sepoltura e poi la si conficcava sulla terra, laddove il corpo era stato interrato.
Molte tradizioni e leggende furono (com’è risaputo) rigirate e rivisitate dai primi cristiani che, non riuscendo ad estirparle, non potevano far altro che appropriarsene, manipolandole a proprio vantaggio.
Così, se prima il succo del sambuco aiutava ad acquisire la Vista dei popoli fatati, ora si diceva che spalmandolo sugli occhi (o usandolo come collirio) si sarebbero potute vedere le streghe, per scovarle ed ucciderle; se prima bruciarne il legno avrebbe offeso la Dea, ora bruciarlo avrebbe portato il Diavolo in casa.
Chiare manipolazioni delle antiche leggende per sostituire i vecchi “idoli” con quelli nuovi, almeno laddove era possibile.
Ma dove non era possibile i cristiani cercavano in tutti i modi di vietare e proibire, anche con la forza, il persistere delle antiche memorie.
Così, ancora nel XIII secolo, in Francia, un monaco lamentava il perdurare, nonostante i divieti, dell’usanza secondo cui le donne portavano i loro bambini ai piedi del magico sambuco per recarvi doni e offerte, mentre le fanciulle incinte continuavano a baciarne la corteccia per ottenere un parto facile.
E nonostante tutti i tentativi, ciò che si voleva eliminare continuò a vivere, giungendo fino a noi.

Il legno di Sambuco è il più antico utilizzato per costruire le bacchette magiche, da queste il sambuco prende anche il nome volgare inglese di "Lady Elder". Le bacchette magiche di Sambuco possono essere utilizzate per allontanare gli spiriti maligni o qualsiasi pensiero malvagio. I rami di questo arbusto venivano anche utilizzati come flauto e la sua musica aveva lo stesso potere di una bacchetta magica. Il pifferaio di Hamelin pare avesse appunto un piffero fatto di sambuco.

Usi Magici:
Attenzione! E' una pianta tossica e foglie, semi e corteccia non vanno mai ingeriti. Maneggiare con cautela!
In magia il sambuco è utilizzato prevalentemente per la divinazione, la protezione e la propiziazione. Veniva usato, ad esempio, per profetizzare il sesso dei nascituri.
Coltivata in giardino dona prosperità e protegge la casa contro le stregonerie e dai fulmini; se non ci è possibile piantare un albero di sambuco nei pressi della casa, si può appenderne dei rametti al di fuori a protezione dai ladri e dai serpenti.
Indossato, protegge da ogni genere di attacchi, mentre appeso sull’uscio di casa (non tenere mai in cucina) o alle finestre allontana le negatività, e le bacche portate addosso proteggono dal male e dalle energie negative.
Il Sambuco viene regalato agli sposi come portafortuna ed è baciato dalle donne incinte affinché il nascituro sia fortunato.
Per benedire una persona, un oggetto o un luogo, è sufficiente spargere alle quattro direzioni foglie e bacche di Sambuco, pronunciare il nome della persona, dell’oggetto o del luogo da benedire, e spargervi sopra ancora un po’ di foglie e bacche.
Qualche bacca posta sotto il cuscino allontana l’insonnia, mentre portata con sé allontana la tentazione di commettere adulterio ed ha il potere di annullare le maledizioni.
Con i rami si possono intagliare dei pifferi da usare per chiamare gli spiriti e le creature fatate, in particolare a mezzanotte in un luogo deserto.
Il suo legno può essere inoltre impiegato per creare il pennino con cui scrivere il nostro grimorio, ammesso che si desideri usare la china.
Ha il potere di costringere i maghi neri ad annullare possibili incantesimi o maledizioni che siano stati fatto contro di noi.
La corteccia è utile per creare un incenso protettivo e propiziatorio, con base in mirra. L'incenso prodotto con i fiori essiccati, invece, è utile nella divinazione se fatto con base di benzoino.
La Luna presiede al potere del sambuco, a livello astrologico e, come molte altre piante, è utilizzato sia per proteggere che per ferire, anche se la sua natura sacra predilige i rituali di protezione alle fatture. Si ritiene inoltre che se cresciuto all'ombra di un salice, un sambuco acquisisca poteri incredibili. Il legno di questo albero cresciuto in questa particolare condizione, tagliato nei giorni e le ore legati alla Luna, sembra sia utile alla creazione di talismani di enorme potere che proteggono nei viaggi, procurano visioni profetiche a livello onirico e favoriscano i poteri psichici.

Personalità dei nati sotto il segno del Sambuco
Colui che nasce sotto il segno del sambuco ha un carattere indipendente, adattabile ma incostante. E' capace di navigare indenne tra le peggiori difficoltà, ma è spesso schiavo delle emozioni, alternando momenti di euforia a cupe depressioni. E' vittima di desideri inconsueti in amore: ha pretese infantili che condisce con simpatia e tanta dolcezza.

Pietre Magiche. - CORALLO

corallo
Il Corallo è un organismo di origine marina che cresce soltanto in acque limpide, non inquinate e non soggette a fenomeni di marea. È lo scheletro prodotto da minuscoli organismi (Cnidaria Gorgonacea Corallium) che secernono un carbonato di calcio che permette loro di vivere aggregati in vaste colonie che con il tempo formano atolli e scogliere.
Il Corallo è una delle pietre sacre alla Grande Madre che, tra le sue diverse personificazioni, è anche l'amorevole Dèa Frigg, Signora delle acque che scorrono lungo le venature terrestri (le fonti, i fiumi, i laghi, le infinite distese blu dei mari) e delle nuvole e della pioggia che disseta la vegetazione...

Energia: Ricettiva
Pianeta: Venere
Elementi: Acqua (riguarda la sfera delle emozioni e della femminilità (amore, guarigione, compassione, riconciliazione, intuizione))
Divinita': Iside, Venere, La Grande Madre.
Metalli associati: Argento, rame
Poteri: Guarigione, regolatore delle mestruazioni, agricoltura, protezione, pace, saggezza.
Chakra: Primo chakra Muladhara (“Radice”) e Quarto chakra Anahata (“Cuore”)


Il corallo è l'"albero", la dimora oceanica della Dea Madre e, quindi, contiene "la sua essenza di vita" e x questo magicamente potente se non lavorato dalle mani dell'uomo, cioe' non smerigliato, tagliato o scolpito, xchè qualunque operazione compiuta sul corallo ne "uccide" le magiche energie interne.
Secondo Ovidio il corallo rosso nacque dal sangue di Medusa, una delle Gorgoni, quando Perseo la decapitò. Le Gorgoni avevano la capacità di pietrificare lo sguardo e il sangue di Medusa, al contatto con la schiuma delle onde, pietrificò alcune alghe che col sangue divennero rosse.

Per la natura, la forma e il colore, il corallo sembra ricongiungere prodigiosamente i tre regni animale, vegetale, e minerale.
Ne esistono diversi tipi e di varie tonalità di colore, dal rosso al bianco, blu, marrone e nero. Il 90% del corallo rosso proviene dal Mediterraneo e le tipologie più valutate sono il rosso cupo, detto "moro", e il rosa pallido delicato e uniforme detto "pelle d’angelo"; poi ci sono il corallo di Sciacca, arancione, anche detto “fossile”, e i coralli asiatici, che hanno diverse colorazioni soprattutto con macchie bianche.

Poiche' il corallo non è una pietra nè una pianta, pescarlo per uso magico equivale a sacrificare una creatura vivente..nulla di male invece se si raccoglie un pezzo di corallo portato a riva dal mare.
Il corallo ha avuto un ruolo importante nei riti religiosi e magici.
In un'antica credenza indù, l'oceano era considerato la dimora delle anime dei morti e, perciò, il corallo era ritenuto un potente amuleto di lunga vita. Veniva anche posto sui corpi dei defunti per impedire che venissero occupati dagli "spiriti maligni" e veniva usato per la costruzione dei templi insieme alla pietra lavica.

Un uso speciale del corallo era popolare nell'antico Egitto e in Grecia: il corallo in polvere veniva mescolato con le sementi e sparso sui campi appena seminati per proteggere, dai temporali e dagli insetti, il raccolto durante la sua crescita . Il corallo veniva anche appeso agli alberi da frutto per aumentarne la fruttificazione.
In Oriente, il corallo viene sfruttato moltissimo perchè dona sicurezza, fiducia e allegria. Nei tempi passati preservava dalle epidemie e la tradizione vuole che il corallo impallidisca quando muore una persona amata.
Le donne dell'antica Roma portavano orecchini di corallo per attirare gli uomini; polveri di corallo erano usate come incensi di Venere nel XVI secolo e candele rosse o rosa circondate da pezzi di corallo venivano accese per attirare l'amore.
Indossato in modo da essere pienamente visibile, il corallo è un amuleto protettivo. E' usato contro il malocchio, previene gli incidenti, protegge dagli atti di violenza, dai veleni, dai ladri, dalle possessioni demoniache e dalla sterilità (specialmente nelle donne). Esprime la sua forza contro ogni tipo di incantesimo se, indossandolo, spicca al massimo il suo colore rosso fuoco.
Per le sue associazioni con il mare, il corallo è anche portato come talismano protettivo durante la navigazione o il viaggio per mare e protegge le navi dal naufragio. A volte viene portato anche come protezione dagli attacchi degli squali.
Il corallo è l'amuleto ideale per le donne che aspettano un bimbo.
E' usato nelle magie relative ai bambini: se donato a un bambino, ne garantisce la salute futura; una collana di corallo o un pendente allevia i dolori a un bambino che sta mettendo i denti e un sonaglio di corallo lo protegge; mettere un pezzo di corallo nella stanza di un bambino o di una bambina per proteggerli magicamente.
Il corallo è indossato anche per favorire i cambiamenti interni. Scaccia via la follia, il nervosismo, la paura, la depressione, i pensieri criminali, il panico e gli incubi notturni. Conferisce ragione, prudenza, calma, pace, coraggio e saggezza. Messo sotto il cuscino procura un sonno tranquillo, allontanando gli incubi.
Tutti i coralli hanno proprietà guaritorie e svolgono un’azione purificante e rafforzante dell'organismo. Il corallo rosso ha il potere di segnalare a chi lo porta le malattie e gli avvelenamenti, perdendo il suo colore. La varietà bianca è un calmante del cuore e un antidepressivo; quella rosa combatte la debolezza del fegato; quella rossa, invece, aiuta la circolazione linfatica e del sangue ed è particolarmente indicata per chi soffre di anemia, è l'ideale per rafforzare la colonna vertebrale, per favorire la solidità delle ossa e per sciogliere i blocchi articolari. Inoltre, il corallo rosso veniva usato per curare l'indigestione, tutti i malanni dell'intestino, le malattie degli occhi e bloccare le emorragie.
Il corallo e' usato come portafortuna per la casa. Prendere un pezzo di corallo e toccare con esso ogni porta e finestra muovendoci in senso orario, poi mettetelo in un luogo dove sia in piena vista e lasciare che compia la sua magia.
Se un corallo usato in magia si rompe per qualunque ragione, significa che ha perduto il suo potere e bisogna cercarne un altro, restituendo il pezzo rotto all'oceano.

Note
ARGENTO - L’Argento è associato alla Luna (quindi alla Grande Madre) e all’elemento Acqua. E’ un metallo bianco, malleabile e grande conduttore di calore ed elettricità. In natura si trova sotto forma di agglomerati e filamenti e, siccome veniva ritrovato nella sua forma pura, è stato uno dei primi metalli ad essere usato dagli uomini.
L’energia dell’Argento è ricettiva. Durante i rituali del plenilunio si usa mettere oggetti d’argento sull’altare e si suonano campanelle d’argento durante i riti per invocare la presenza della Dèa.
L’Argento è anche considerato un amuleto protettivo (poiché come la Luna riflette la luce del Sole così il suo metallo riflette le forze negative lontano da chi lo porta) ed è il metallo delle emozioni, dell’inconscio, dell’amore e della buona salute.
Gioielli d’argento o pietre ricche di potere quali smeraldi, perle, giade e lapislazzuli montati su anelli d’argento sono indossati per attrarre l’amore.
Talvolta, indossare monili d’argento durante il plenilunio rende esausti o emozionalmente oppressi. In tal caso, ci si può semplicemente togliere di dosso tutto l’argento oppure indossare contemporaneamente dell’oro per ritrovare l’equilibrio.
L’argento indossato stimola la consapevolezza psichica "addormentando" la mente cosciente, per un miglior contatto con l’inconscio.
Indossare gioielli d’argento quando si dorme aiuta ad avere sogni e visioni. L'effetto è ancora più potente se i gioielli hanno incastonata una Pietra di Luna o Ametista o Acquamarina o Giada.
Viene usato negli incanti e nei rituali per ottenere denaro.

RAME - Il Rame è associato al pianeta Venere, all'elemento Acqua, a pietre quali Cristallo di Quarzo e Smeraldo, alla pianta della Mimosa e, come Divinità, ad Afrodite, Astarte ed Ishtar (ed in genere a tutte le Dee dell'Amore dei vari pantheon). E' un metallo rosso chiaro, diffuso in natura sia allo stato nativo sia sotto forma di sali. L'energia del Rame è ricettiva.
Il Rame è utile per direzionare l'energia (indossato durante i riti dirige l'energia verso un determinato obiettivo), per la guarigione, come portafortuna, per attrarre l'amore (montare in rame degli smeraldi), per la protezione da mali e infortuni e come amuleto per attrarre denaro.
Lo si porta addosso per alleviare i reumatismi, l'artrite ed i dolori in genere, si dice che un filo attorcigliato alle gambe ed alle braccia guarisca dai crampi, secondo alcune usanze ponendone una moneta sull'ombelico prima di intraprendere un viaggio se ne evitano i disturbi. In ogni caso, in moltissime culture il rame puro in qualsiasi forma viene spesso portato addosso per preservare la salute in generale e prevenire l'insorgere di malattie. Per essere più efficace, viene portato in genere a sinistra dai destrorsi e sulla destra dai mancini.

Fasi della Luna
Ultimo quarto 6 dicembre 2012 16:32:49
Luna nuova 13 dicembre 2012 09:42:24
Primo quarto 20 dicembre 2012 06:19:53
Luna piena 28 dicembre 2012 11:22:40

Curiosità
30 nov Festa di Diana.
03 dic Festa di Myrddin ( Merlino ).
08 dic Festa d’Inverno dei Quattro Elementi.
12 dic Festa degli Gnomi.
20 dic Festa di Cernunnos.
21/23 dic Solstizio d’Inverno. Grande Sabba d’Inverno.

Festa di Diana
Collezioni+Comunali+d%2527Arte_Diana+%2528Michele+Desubleo%2529
Diana è una dea italica, latina e romana, signora dei boschi e delle selve, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice della fertilità della natura e protettrice delle donne (da cui era venerata come dea della fecondità che assicurava parti non dolorosi) e dispensatrice della sovranità.
Diana è identificata con la dea greca Artemide (figlia di Zeus e di Leto, gemella di Apollo e nata nell'isola di Delo) protettrice delle Amazzoni, come lei guerriere e cacciatrici, e come lei indipendenti dal giogo dell’uomo. Come Apollo è il dio del sole, così Artemide è la dea della caccia, armata di arco e di frecce e seguita dal suo corteo di venti Ninfe dei fiumi, provenienti da Amniso in Creta.
Artemide/Diana è anche Dèa della Luna, insieme a Selene/Luna ed Ecate...una triade lunare in cui Selene è la personificazione della Luna piena, Artemide della Luna crescente (alla quale è a volte assimilata) ed Ecate della Luna nuova.
Artemide era rappresentata come una giovane dal viso delicato e bellissimo, con l'arco e la faretra e con la veste corta; per la sua qualità di dea della Luna aveva sul capo una corona di stelle o, più spesso, una falce di luna. Le erano sacri (tra gli animali) l’aquila, il cane, il lupo, l’orso, il cervo, il daino, il cavallo selvatico, l’alce, la lepre e il cinghiale; (tra le piante), l'alloro, l’artemisia,il vischio, il melo, la rosa, il cedro e l'olivo.
Il 30 nov è un giorno particolarmente adatto per consacrare il proprio Athame.

Il merlo
Druid dhubh, Lon Dubh


blackbird



Caratteristiche chiave: comprensione dell'energia di Madre Natura

Ciclo di potere: estate



Il merlo è da dal caratteristico colore nero viene sempre associato con i presagi ed il misticismo. Il suo colore da solo, ha evocato sia la paura che la promessa. Sebbene sia conosciuto come un uccello tutto nero, solo i maschi hanno questo colore.
Le femmine sono a strisce e hanno un piumaggio marrone.
E neanche tutti i merli sono neri. Una varietà ha la testa gialla fino al collo e si nota bene la diversità tra il nero ed il giallo. Questo tipo di merli di colore giallo e nero sono spesso associati all'arcangelo Auriel.
Auriel è considerato il più alto degli angeli, ed ha occhi che possono vedere attraverso l'eternità. Questa vista è superiore e controlla tutta la natura e tutte le creature spirituali.
Un altra varietà di merlo ha le ali rosse e delle strice gialle.
Questo colore viene collegato con l' Albero della Vita Binah presente nella Cabala.
Questo è anche il livello di associazione con la Madre Oscura, che rappresenta le energie femminili primordiali. Questo uccello è collegato anche con le forze primordiali della Natura.
Nell' Albero della Vita il nero ed il rosso sono i colori di Geburah (energia guerriera come quella di Marte).

Druid_Animal_2
Il giallo o l'ambra sono il colore di collegamento tra il rosso ed il nero,ed è rappresentato dal Cancro, il segno madre dello zodiaco.
I maschi di merlo dalle ali rosse, perderanno la lucentezza delle loro piume durante l'inverno. Questo dimostra come sia l'estate il periodo della vibrazione e della vitalità per questi animali totemici.
Indica il bisogno di utilizzare l'inverno come riposo della vita in modo da poter prendere della nuova energia ed espressioni d'energia per la nuova estate.
I merli nidificano nelle paludi con canne basse, a pochi piedi dall'acqua.
In questo caso così si forma un legame con l'acqua e con gli antichi simboli della forza femminile della Natura.
I merli spesso utilizzano le tife (canne di palude) , come posatoio.
Un approfondito studio sulle caratteristiche delle tife e delle erbe di palude, aiuterà ad avere una visione più completa della vita del merlo.
I merli sono noti per essere dei feroci difensori del loro territorio, dove picchiettano e scacciano qualsiasi altro animale del loro genere ci sia nelle vicinanze.
A causa di questo la vista di due merli seduti insieme è considerata un buon auspicio, in Europa i merli sono associati a San Kevin e una storia racconta di come i merli fecero un nido nella sua mano. Sempre per quest'associazione, avere un nido di merlo sul proprio tetto è una qualcosa di positivo. San Kevin era conosciuto come una persona con molta dolcezza ed amore.
Gli antichi Europei tradizionalmente mangiavano una torta di merli, ma molte volte i merli vivi venivano nascosti nelle tortiere: per fornire divertimento durante le riunioni serali.
Se il merlo vi si è manifestato come animale totemico sarete aperti verso nuove cose e aumenterà la vostra comprensione delle forze della natura che verranno nella vostra vita.
La leggenda celtica dice che gli uccelli di Rhiannon sono tre merli, che sono appollaiati e cantano sull’albero della vita ai confini con i mondi ultraterreni. Il loro canto, mette l’ascoltatore in uno stato di trance, che gli consente di recarsi nei mondi paralleli. Il merlo è anche il detentore dei segreti della magia.

rune2


Le rune di Novembre sono Isa, Jera e Eihwaz.
Isa nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 28 novembre al 12 dicembre
Jera nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 13 al 27 dicembre
Eihwaz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 28 dicembre al 12 gennaio

Isa

isa


Isa è la prima runa di Dicembre.
Isa è una Runa legata al concetto di morte, di vuoto, di separazione.
Se con le rune precedenti abbiamo imparato ad affrontare il dolore e le difficoltà, Isa ci insegna ad accettare quel senso di vuoto dettato da una separazione. Ci aiuta ad ascoltare il silenzio, a convivere con la solitudine. La morte è solo un’altra fase della vita, fa parte del ciclo naturale e capendo ciò possiamo imparare ad accettarla anche nella vita.
Isa può indicarci un momenti di stallo, di riflessione che precede però un nuovo progetto, qualcosa di nuovo che sta nascendo in noi.

Possiamo lavorare con Isa per allontanare le preoccupazioni per il futuro e i rimpianti del passato, ci aiuta a rilassarci e ad aumentare la concentrazione. Tiene a bada le emozioni forti e le reazioni impulsive, donando fermezza, forza interiore e calma.

Jera

jera


Jera è la seconda runa di Dicembre.
Il significato del nome Jera è “stagione” o “anno”. Questa runa simboleggia il cerchio della vita, l’anno, composto da tutte le sue stagioni che si susseguono.
Jera aiuta a raccogliere i frutti di quel che è stato seminato nei mesi precedenti, a tirare le somme di quello che abbiamo ottenuto.
Jera è perfezione, intesa come completamento del ciclo vitale. Jera è il concetto del tempo, che scorre e non può essere fermato ma che porta i suoi frutti sempre, se si ha la pazienza di aspettare.
Jera è conclusione e rinascita, sia nel mondo materiale – inteso come conclusione di affari, di situazioni, raccolta di guadagno percepito dal lavoro svolto, ma anche rafforzamento dei rapporti sociali, oppure nuove conoscenze, nuovi rapporti – sia nel mondo spirituale, inteso come fine di un periodo buio, dove poi si può ancora credere nella rinascita, nella luce che ritorna, splendente.

Sfruttiamo l’influenza di Jera per lavorare su alcuni punti in questo periodo dell’anno;
Sviluppare la pazienza, evitare invece l’ansia e lo stress,
Imparare ad attendere, perché solo così potremo raccogliere il frutto del tempo,
Entrare in armonia con i cicli naturali, i nostri cicli personali e migliorarci nel rapporto con i tempi delle altre persone.

Eihwaz

eihwaz


Eihwaz è l’ultima runa del mese di Dicembre.
E’ una runa di consapevolezza, ci invita ad accettare e riconoscere il processo di vita, con tutti i suoi passaggi.
Per poter amare maggiormente la vita occorre accettarne ogni passaggio, anche la morte.
E’ anche la runa del viaggio sciamanico, del viaggio fra i mondi, dei misteri della vita.

Il periodo influenzato dalla runa Eihwaz ci può essere utile per risolvere i problemi, accettarli, affrontarli come nuove possibilità; ripartire, trovare nuovi inizi o cambiamenti alle cose che non ci vanno bene della nostra vita.
Possiamo provare a superare i conflitti che abbiamo, sia con noi stessi che con il mondo circostante.
Questo periodo è poi sicuramente adatto per lavorare con le meditazioni, i viaggi sciamanici, i viaggi fra i mondi, sfruttiamo questa influenza positiva data da Eihwaz .

Se abbiamo problemi nella sfera sentimentale, Eihwaz ci insegna ad essere più spontanei, più naturali, a dedicar maggior tempo alle persone che ci stanno a cuore.
Se i problemi sono nel campo lavorativo, invece, possiamo pensare di trovare nuovi schemi, una nuova organizzazione per affrontare al meglio la nostra attività.
Infine Eiwhaz aiuta anche la nostra salute; è utile per alleviare i problemi causati dallo stress, e per far ciò è necessario ridurre al minimo le situazioni che ci provocano questo tipo di problema.

Calendario degli Animali Totem


oroscopo%20pellerossa


Dicembre si divide in due diversi animali totem:

Gufo > 22 Novembre - 21 Dicembre
Oca > 22 Dicembre - 19 Gennaio

Gufo
Le persone nate in questo periodo dell'anno rispecchiano l'aria fresca e limpida caratteristica di questo momento, sono quindi persone che hanno le idee chiare dei propri bisogni e dei propri obiettivi.
Come il gufo, le persone nate in questo periodo sanno analizzare bene i dettagli e si distinguono per una natura curiosa.
Sono in grado di districarsi velocemente nelle situazioni pesanti, sono ricchi di risorse, hanno molta fiducia in loro stessi e sono in grado di adattarsi ad ambienti estranei e a nuove sensazioni.
Molto importanti per loro sono i rapporti con le altre persone; i nati sotto il segno del gufo sono infatti inclini ad appoggiarsi su coloro che si dimostrano comprensivi e che offrono il proprio sostegno.
Sono spesso persone ricche di energia positiva, ma devono imparare ad incanalarla in modo costruttivo per non rischiare di sprecarne inutilmente.

Oca
Le persone Oca sono nate nel periodo più desolato dell'anno e, allo stesso tempo, con l'inizio di un nuovo ciclo che si sta avvicinando.
Come l'animale che li contraddistingue, le persone Oca sono lungimiranti e disposti ad esplorare territori non ancora familiari. Prediligono il fare e l'agire e sanno affrontare ogni impegno con entusiasmo. Il loro stimolo interno al perfezionismo gli permette di raggiungere ottimi risultati in qualsiasi campo. Le persone Oca si irritano facilmente in compagnia di persone di livello inferiore o con attività prettamente diverse, che non suscitano in loro interesse.
Sono persone prudenti di natura e possiedono un acuto senso dei valori.
Le persone Oca devono però maggiormente imparare ad avere fiducia in loro stesse e ad essere autonomi, così da poter sviluppare al meglio la loro identità.

Fonte: La Via degli Sciamani - Kenneth Meadows

Burro di Karitè


trattamento_burro_karite


Il Karité è un albero ad alto fusto che può raggiungere i quindici metri di altezza e un metro di diametro. Presente nella vasta zona dell'Africa centrale, tra il Senegal e il Nilo, il suo aspetto ricorda un po' la nostra quercia, con una chioma verde scuro e le foglie raggruppate alle estremità dei rami. Ha fiori profumati e il suo frutto carnoso, simile a una prugna, racchiude al suo interno un nocciolo da cui si ricava il prezioso burro dalle proprietà rigeneranti straordinarie.

I Benefici e utilizzo in cosmetica
Il burro di Karitè è ricco di vitamine ( A, D, E, F, K) . Oltre ad essere usato nel campo alimentare come condimento dalle popolazioni africane, ha funzione di balsamo per massaggi contro i reumatismi, gli indolenzimenti, le bruciature, gli eritemi solari, le ulcerazioni e le irritazioni della pelle. Le donne africane lo utilizzano come protettivo contro l'azione del sole, del vento e della salsedine.

Nella moderna dermatologia gli sono riconosciute proprietà cicatrizzanti, emollienti, antismagliature, antirughe, elasticizzanti, idratanti, antiossidanti, lenitive e riepitelizzanti, filmanti e protettive; ma la caratteristica esclusiva del burro di Karitè, il segreto che lo rende davvero unico, è l'altissimo contenuto di insaponificabili (dal 12 per cento al 18 per cento), sostanze indispensabili e fondamentali per il mantenimento della naturale elasticità della pelle.

Il burro di Karitè è un cosmetico con proprietà:
-filtranti nei confronti dei raggi solari UV
-idratanti
-lenitive
-filmanti e protettive
-emollienti
-eudermiche grazie alle quali mantiene la pelle giovane, levigata, di un bel colorito.
E' indicato nei seguenti casi:
●pelle matura
●pelle molto secca
●mani affaticate dal lavoro
●smagliature da gravidanza
●prima e dopo i bagni solari (molto consigliabile!)
●eritema da pannolino nei bambini neonati
●mescolandolo con un olio di base per i massaggi

Oltre alle sue proprietà idratanti, il burro di karitè aiuta a curare la pelle, dunque può essere usato su piccole ferite ed escoriazioni, e su labbra, mani e piedi quando la pelle è screpolata o fissurata.

Ricette


Crema fluida Protettiva all'Olio di Mandorle Dolci e Burro di Karité
Ingredienti:
50 gr di Olio di Mandorle Dolci Bio;
20 gr di Burro di Karitè puro;
3 gocce di O.E. di Ylang Ylang (facoltativo, oppure altro O.E. a vostra scelta)

Preparazione:
Sciogliere il Burro di Karité a bagnomaria e mescolate con l'olio di Mandorle Dolci. Aggiugere l'O.E. a scelta (non più di 3 gocce), amalgamate bene e travasate subito. Se volete rendere la crema un po' più solida potete tenerla qualche ora in un luogo fresco (anche in frigo!).

Indicazioni:
Questa ricetta ci fa ottenere una crema molto fluida, di facile applicazione. Utilizzarla per proteggere la pelle nei giorni di forte vento, di grande freddo, oppure per proteggerla dagli ambienti molto secca (con aria condizionata).

Crema Antirughe all'Olio di Jojoba e Burro di Karité
Ingredienti:
50 gr di Burro di Karité puro;
40 gr di Olio di Jojoba bio;
10 gr di Olio Extra vergine di oliva.

Preparazione:
Sciogliere il Burro di Karité a bagnomaria. Toglierlo dal fuoco ed aggiungere sia l'olio di Jojoba che quello di Oliva. Travasate immediatamente nel vasetto (o flacone).

Indicazioni & Effetti sulla pelle
Questa crema nutre e idrata la pelle alleviando le rughe. Si può utilizzare benissimo sia sul contorno occhi che sul contorno labbra. Con la sua protezione vegetale, scherma molto bene la pelle dall'azione del freddo (quindi utilissima ora che arriva l'inverno). Non lascia assolutamente la pelle unta, anzi, è di facile assorbimento ed ha anche azione riducente delle smagliature idratando profondamente la pelle e rendendola elastica. Si possono aggiungere anche degli oli essenziali, ma data la delicatezza della parte del corpo che andiamo a trattare (viso e contorno occhi e labbra) è sempre bene chiedere consigli a qualche esperto (erborista, medico naturopata).

:new: News dal forum :new:


:new: Nuove discussioni su Sacerdotesse di avalon
:green: dio scelgo te! (ovvero per quale motivo avete scelto quella divinità) By zufu

:wiz: Nuovi utenti approdati sull'isola di Avalon :wiz:




:rosa: Bat_Cat
:rosa: )O(Claudia)O(
:rosa: Cenereblu
:rosa: blue soul
:rosa: Sara.Dàireen
:rosa: Strega delle erbe
:rosa: Crystal Lily
:rosa: MorganaDiaz
:rosa: Banshee89




:bluu: john PenDragon
:bluu: Davon88
:bluu: Yellowsky
:bluu: vinr27
:bluu: Ryuzaki23
:bluu: ThorMortus
:bluu: edoworld90
:bluu: umbip
:bluu: Willowsland
:bluu: kikko93_madonna
:bluu: raumroma
 
Top
view post Posted on 1/12/2016, 15:36
Avatar

Strega della Terra
★★★★★★★★★

Group:
Sacerdotessa Admin
Posts:
2,687
Location:
Torino

Status:


Dicembre 2016

Luna di Dicembre


fasi-lunari



Primo quarto 7 dicembre 2016 10:03:58 in Pesci
Luna piena 14 dicembre 2016 01:06:55 in Gemelli
Ultimo quarto 21 dicembre 2016 02:56:45 in Vergine
Luna nuova 29 dicembre 2016 07:54:18 in Capricorno



ALBA E TRAMONTO
1 dicembre: sorge alle 07:43, tramonta alle 16:41
15 dicembre: tramonta alle 07:57, sorge alle 16:41
31 dicembre: sorge alle 08:03, tramonta alle 16:50

PIANETI
SOLE in Sagittario fino al 21 dicembre alle ore 10.45 poi entra in Capricorno
MERCURIO da Sagittario in Capricorno il 2 alle 21.19, e’ in moto diretto fino al 19 poi diventa retrogado alle ore 10.56
VENERE da Capricorno in Acquario il 7 alle ore 14.52
MARTE passa da Acquario in Pesci il 19 alle ore 09.24
GIOVE resta in Bilancia
SATURNO resta in Sagittario
URANO è retrogado in Ariete fino al 29 , poi torna in moto diretto alle ore 09.30
NETTUNO resta in Pesci
PLUTONE resta in Capricorno
IL NODO LUNARE NORD resta in Vergine
LILITH rimane in Scorpione

NOVITA'
Progetto - Avvicinarsi alla Dea
Introduzione al pendolo
La sottomissione della donna nelle religioni antiche
Il colore viola
Il colore blu
Come creare un oggetto di protezione?
Chiccaherbana art's and hepls



:bluu: Fauno92



:rosa: Laowyn
:rosa: Adara1
:rosa: Lyndiwi
:rosa: morwenja
:rosa: Mórrigán
:rosa: freya73
 
Top
1 replies since 30/11/2012, 18:03   1040 views
  Share