Panteismo Moderno e Gentilitas Romana

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Trace
view post Posted on 29/8/2012, 13:35




Buonasera a tutti,

la mia domanda è questa:

Il culto romano degli Dei è affine alla definizione di Panteismo?

Grazie

Cordiali saluti
 
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view post Posted on 30/8/2012, 08:40

il censore
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Si e no.
Se per panteismo vogliamo dire venerazione del tutto (ovvero la definizione letterale) allora si, ma anche il cristianesimo lo è (essendo dio in tutte le cose).
Però quello Romano è un culto, non una religione, inoltre si venera anche ciò che è in se e non solo ciò che è all'esterno, quindi no.

Spero di aver capito bene la tua domanda.

Vale!
Marzio
 
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lord taliesin
view post Posted on 30/8/2012, 16:45




Quando dici che quello romano è un culto e non una religione cosa intendi? :huh:
 
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Trace
view post Posted on 8/9/2012, 15:41




Ciao Marzio,

io intendo questo per panteismo (da wikipedia):
CITAZIONE
Il panteismo (πάν ( 'pan' ) = tutto e θεός ('theos' ) = Dio, vuol dire letteralmente "Dio è Tutto" e "Tutto è Dio") è una visione per cui ogni cosa è permeata da un Dio immanente o per cui l'Universo, o la natura sono equivalenti a Dio. Definizioni più dettagliate tendono ad enfatizzare l'idea che la legge naturale, l'esistenza e l'universo (la somma di tutto ciò che è e che sarà) è rappresentato nel principio teologico di un 'dio' astratto piuttosto che una o più divinità personificate di qualsiasi tipo.

ed inoltre c'è questa variante:
CITAZIONE
Per l'esattezza il concetto di Dio-Uno-Tutto si presenta in due versioni: quella "cosmistica" che afferma "Dio è nel Tutto" e quella "acosmistica" (il termine è di Hegel) che afferma "Il Tutto è in Dio". Nel primo caso, come nello stoicismo, Dio impregna e pervade l'universo in ogni sua parte. Nel secondo caso, come nello spinozismo, l'universo in ogni sua parte rifluisce e si scioglie in Dio quale Uno-Tutto.

I moderni danno un'altra posizione chiamate Paneteismo:
CITAZIONE
Il panenteismo (dal greco πᾶν "tutto", ἐν "in", θεός "Dio") è la posizione teologica che sostiene che Dio sia immanente nell'universo, ma che allo stesso tempo lo trascenda. Si distingue dal panteismo, che sostiene che Dio coincida con l'universo materiale. Nel panenteismo Dio è visto come il creatore e/o la forza animatrice dell'universo, che pervade il cosmo e di cui tutte le cose sono costituite. Questo concetto di Dio è strettamente associato con quello del Logos proposto dal filosofo greco Eraclito nel V secolo a.C.

Sembrano piccole differenze ma in realtà sono sostanziali, quale sarebbe la concezione più vicina alla romanitas?

Grazie

Cordiali saluti

Edited by Trace - 8/9/2012, 17:52
 
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Trace
view post Posted on 8/9/2012, 16:51




CITAZIONE (lord taliesin @ 30/8/2012, 17:45) 
Quando dici che quello romano è un culto e non una religione cosa intendi? :huh:

Personalmente credo che bisogna capire cosa vuol dire religione oggi e cosa voleva dire ieri.
Un esempio può essere la Pietas il significato e valore originale del termine è totalente diverso da quello moderno(cristiano).

Nei tempi odierni, credo che la religione sia un sistema dottrinale omniclusivo che regola ogni aspetto della vita e del pensiero umano imponendo la sua visione del mondo.

Con il significato attuale, la religione è sinonimo di monoteismo,quindi è un controsenso parlare di "religione politeista" con la concezione odierna.

Come afferma Lattanzio: Religione da religàre, cioè "legare, vincolare", nel significato di legare l'uomo alla divinità
CITAZIONE
Con questo vincolo di pietà siamo stretti e legati (religati) a Dio: da ciò prese nome religio

Come si può evincere dalla frase citata, la pietas quindi il culto "religa" ossia unisce,avvicina a dio.C'è la volontà dell'uomo a praticare la virtus e la pietas (ad inclusione del rito) per essere quindi "religati" al divino.

La religione oggi ti vincola, ti ordina di comportarti in un certo modo e se non lo fai ti punisce (vedi alla voce Inferno).Dio è il Dominus e l'uomo è il servo.

Nel Culto Romano l'uomo è il figlio di Dio che con un atto di Amore sceglie di perseguire volonariamente il bene.
La volontà sta nel patto con gli dei di perseguire virtus e pietas in cambio del favore degli stessi.
Gli Dei hanno a cuore solo il bene dell'uomo perchè se ci pensi se segui la virtus e la pietas fa bene all'uomo (che si perfeziona) ed in più ricevi il favore degli dei.

Nella religione l'uomo è vincolato non per sua volontà, lui non decide, l'uomo è costretto.

Nel Culto Romano la preghiera è un atto volontario per ottenere favore in più dagli dei.

Nella religione che sia Cristiana o altro la preghiera è obbligatoria punto e basta. è un atto di sottomissione e servilismo perchè si è nati peccatori,siamo tutti melma etc.

Infine il Culto credo sia questo:
CITAZIONE
Un insieme di tradizioni, di riti, di racconti, di abitudini e di cerimonie che vengono coltivati da un certo gruppo di persone e che vengono trasmessi di generazione in generazione

dal sito riflessioni.it

Potrebbe essere più semplice definendole così:

Religione e Culto Religioso



Se sbaglio correggetemi




 
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view post Posted on 9/9/2012, 02:32

il censore
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@Trace:
Bè la differenza tra dire che "dio" immane alla materia, e dire che dio è nella materia m sembra una differenza al limite dell'inesistente.
Infatti tutti i filosofi moderni convinti di dire chissà quale nuova verità, altro non fanno che ritirare fuori le teorie antiche.
Tra Eraclito, Platone, Aristotele, Pitagora e Seneca, ci sono differenzi e nella forma e molto poco nei contenuti, il concetto fondamentale che il metafisico immane al fisico, e che ci sono strette analogie tra i due, è presente in tutti gli autori.
Poi la storia del culto romano è lunga, e i filosofi molti. Io personalmente mi considero un misto tra il Pitagorismo e lo Storicismo, ma così è oggi come 2000 anni fa, non esiste un canone unico.
Del resto le terre non sono tutte uguali, ce ne sono di più argillose, di più sabbiose, o di vulcaniche, e non ovunque la stessa pianta cresce allo stesso modo! (vedi sotto :) )
Quindi ecco la tua risposta ;)

@Taliesim:
ti ha risposto in modo perfetto Trace.
E nello specifico quando cita:
<un insieme di tradizioni, di riti, di racconti, di abitudini e di cerimonie che vengono coltivati da un certo gruppo di persone e che vengono trasmessi di generazione in generazione>

Qual'è il prototipo a cui aspirano i romani?
L'agricoltore, ovvero colui che coltiva la terra, e analogicamente che coltiva il rapporto con gli Dei, dare-avere. E altra cosa improtante la comunità. Tu pratichi per te stesso perché coltivi, e pratichi invece come dovere per la comunità.

Il prototipo del romano chi è?
Furio Camillo.
Ingiuriato a Roma, viene cacciato via, si mette a coltivare il suo campo, poi viene richiamato quando nel 390 Roma viene invasa dai celti, questo libera Roma, convince i romani a non abbandonare <la città dei padri> (ecco che torna il senso generazionale), e dop aver fatto tutto questo prende e se ne torna a zappare la terra.
Infatti non c'è nessun autore latino che non esalti l'uomo di campagna, e che aspira a zappare la terra!
Catone ne ha fatto un intero libro a riguardo!
 
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