| Dunque... ho qualche informazione frammentaria in cui mi sono imbattuta in alcuni studi e riflessioni, ma premetto che, per quanto connesse al tema in questione, non ho idea di che riti effettivamente abbia operato la ragazza in questione, né se le info che vi sto per dare c'entrino realmente con la pratica specifica da lei seguita.
Lo sposalizio sacro è presente nel primo testo letterario che la storia ci abbia consegnato: sto parlando degli inni della Sacerdotessa Enheduanna di Ur, figlia del re Sargon il Grande, che nel 2500 a.C. circa fondò il primo grande impero della storia. Sua figlia, che venne spodestata dal suo seggio sacerdotale da un tiranno (che approfittò della morte di Sargon per invadere Ur), portava l'epiteto di "sposa del dio Nanna". Questa carica, di sposa del dio lunare, pare non fosse solamente onorifica: negli inni si parla espressamente di cerimonie in cui la sacerdotessa impersonava la Dea, si vestiva di veli cremisi e si stendeva sul talamo nuziale: tutto questo, però, avveniva nel Tempio femminile, al quale gli uomini non avevano accesso; rimane quindi "oscuro", per gli studiosi, con "chi" potesse unirsi.
Ma facciamo un salto in avanti nella storia: siamo ad Ebla, ubicata sulla costa, la grande città che commerciava con l'Egitto e che è stata scoperta da una missione italiana in Siria qualche anno fa. A una conferenza tenuta dalla prof.ssa Pinnock ho avuto modo di vedere nei suoi occhi l'entusiasmo per alcuni ritrovamenti: a Ebla, nel 2300 a.C., era presente una cerimonia della regalità, così come a Babilonia qualche secolo dopo, in cui il re si univa alla dea Istar, custode dei "me" (poteri), che passavano al sovrano in virtù dell'unione sacra. I bassoorilievi parlano la lingua del simbolo, e nei giorni seguenti, in uno scambio d'opinioni abbastanza breve con la professoressa, abbiamo notato che gli animali in questione non solo erano gli stessi della visione di Ezechiele biblica, ma la sequenza la ritroviamo anche in Italia nel simbolismo alchemico che è stato tramandato fino al 1800. In una sequenza particolare, rinvenuta nel tempio della Dea, vediamo infatti il re che uccide un leone; nella seguente, un leone dalle fauci spalancate, dalle quali esce dell'acqua che mette in moto un meccanismo di una ruota che gira. Nell'immagine seguente, se non ricordo male, il leone, risorto, è alato.
Anche in Egitto, precisamente a Tebe, era presente un clero simile, formato dalle sorelle e dalle figlie dei faraoni: questo clero era quello delle "divine adorattrici di Atum", dette "la mano del dio": l'allusione è particolarmente strana, perché proprio masturbandosi Atum creò i primi due dèi (Shu e Tefnut) e, d'altra parte, possiamo immaginare che, forse, non era usanza che i Faraoni si unissero con sorelle e figlie... anche se qualcuno ha ipotizzato di sì, quindi il punto, anche qui, rimane oscuro.
Nella Santeria cubana, esistono riti molto particolari di consacrazione a divinità specifiche, dalle quali si viene "scelti", ma lì in realtà non c'è alcuna traccia di "matrimonio": si tratta solamente di un legame molto stretto tra l'iniziando e il suo dio protettore.
Se ci pensiamo bene, anche nella Genesi e nel Libro di Enoch si parla di unione tra i figli di dio e le figlie degli uomini, alle quali i primi insegnano le arti, la magia e recano in dono la divinazione, i sogni, i presagi e l'uso delle erbe.
Nella stregoneria popolare del sud Italia, invece, a quanto mi hanno detto esiste ancora traccia di quelle che si chiamano "rivendicazioni": una donna, nel corso della sua vita, può essere rivendicata da un dio (più raramente, da una dea): ciò può avvenire in vari modi, il più frequente è quello del sogno o del presagio prepotente, di una presenza che erompe e non le dà pace finché lei non gli dà ascolto e decide di seguirla, di conoscerla e infine di stabilire un legame. Attraverso il tempo, il dio che rivendica la donna si svela a lei.
Ma anche in Oriente, ad esempio in alcune scuole di tantrismo, il devoto può scegliere se legarsi alla sua divinità come figlio o come sposo.
Da queste frammentarie informazioni, mi pare che lo sposalizio tra dèi e uomini sia sempre esistito; allo stesso tempo, però, le iscrizioni nel tempio di Ishtar e le pratiche seguite dalle divine adoratrici rimangono oscure. Quello che è certo, è che c'è un legame tra questi sposalizi e l'energia più sacra che possediamo, che è quella sessuale, ma non credo che si tratti di un atto sessuale vero e proprio con un uomo che impersona il dio, né di autoerotismo. Forse, la verità è che la chiave dell'uso di questa energia è destinata a rimanere un mistero per la maggior parte di noi, e solo in presenza di una "rivelazione" possiamo avere accesso alla vera lettura di quelle immagini custodite dalla pietra e di quelle allusioni nei testi di Enheduanna.
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