IL MITO
DELLA ROCCIA FORATA
Un mito arcaico del patrimonio
dell'antico druidismo europeo
All’inizio c’era solo l’abisso primordiale che precipitava su se stesso, come una cascata fragorosa di un fiume ribollente e urlante che si rigenerava senza fine là da dove finiva.
Dalle nebbie dell’abisso ribollente nacque la Terra.
Quando la Terra fu completa non era ancora abitata dall’uomo. C’erano le piante a coprire l’intera Terra come una grande foresta. I progenitori non erano ancora comparsi. C’erano solo i terribili signori della notte, invincibili e dominatori di tutto ciò che aveva preso a vivere sulla Terra.
Fu allora che il Drago primordiale vide le loro iniquità e decise di cancellare la loro presenza sulla Terra. Gettò al suolo un grande masso di roccia schiacciandoli e così li cancellò per sempre dalla memoria.
Il suolo tremò e il cielo si oscurò. Quando la quiete ritornò sulla Terra ammutolita il Drago si mise a creare i progenitori perchè costoro potessero partecipare alla sua forza e al suo potere.
Creò i progenitori e visse tra di loro ospitandoli nella sua Terra segreta come figli. Quando costoro furono in grado di camminare li condusse al luogo dove c’era la grande roccia. Ai piedi della pietra c’era l’albero che dava vita ai morti e faceva rinascere quelli che già erano nati.
La pietra era immensa e rotonda. Al centro c’era un grande foro, anch’esso rotondo, che l’attraversava per tutto il suo spessore.
Dentro al foro non c’era nulla. C’era solo il vento che l’attraversava con lo stesso fragore del fiume ribollente e urlante dell’abisso su cui si trovava appoggiata la Terra.
Il drago si pose al centro della roccia forata e disse ai progenitori: “Questo vuoto non è qui per caso. Esso rappresenta il riflesso opposto alla solidità della pietra che vedete adesso con i vostri occhi di sempre.
Ma se saprete guardare meglio, nel vuoto che è mostrato dalla roccia potrete leggere il segreto di tutte le cose e da dove viene e dove va il fiume primordiale su cui si sostiene la Terra. E questo sarà il segno del potere dei progenitori”.
Il Drago aggiunse ancora: “Il mio posto non è su questa Terra e sto per andare via. Prima però vi faccio dono di questa pietra che lascio per voi. Se imparerete a leggere la roccia lungo il suo bordo troverete i suoi ventidue angoli segreti che riveleranno come guardare questo vuoto e come giungere al centro che gli dà forma”.
I progenitori ascoltarono e capirono che per poter leggere i segreti angoli della roccia dovevano imparare a tacere e a guardare. Così, dopo che il Drago li lasciò seguendo il cammino dove porta il sentiero dell’arcobaleno, andarono a sedersi all’ombra del grande albero che era nato tra il cielo e la Terra per ottenere il Potere che era stato loro promesso.
Questa è la storia dei nostri progenitori.
Questa è la memoria che conserviamo dei tempi antichi.
Questa è l’inizio che fu dato alle nostre vite e a quelle che seguiranno ancora dopo di noi.
Dal Libro "Miti e Leggende dello sciamanesimo druidico"
a cura di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero
Triskel Edizioni, Torino
www.eco-spirituality.org
Un disegno di "ruota forata" realizzato da un Nativo australiano.
Un disegno di "medicine-wheel" dei Nativi nordamericani che rappresenta la "ruota forata" nel Nuovo Continente.
Un disegno di "medicine-wheel" dei Nativi dell'Isola di Pasqua che rappresenta la "ruota forata" in Oceania.
La grande "ruota forata"
d'oro custodita nella città megalitica di Rama. Il mito vuole che la
Shahqt-mar fu realizzata fondendo il carro celeste del dio Fetonte.
La "shahqt-mar", la "ruota forata" utilizzata dai Nativi europei sul Vecchio Continente.
La "shahqt-mar", la
"ruota forata", nel simbolismo esoterico medievale della "Tavola
Rotonda" secondo il ciclo arturiano del mito del Graal.
La "ruota forata" celtica rinvenuta
sul luogo dove sorgeva la fortezza di Alesia,
in Borgogna, Francia.
La ruota forata nella
versione del "Chi-ro", il simbolo adottato dai primi cristiani in cui si
evidenzia l'apporto del druidismo nella sollevazione contro l'Impero di
Roma. Il simbolo venne poi accantonato dall'Imperatore Giustiniano,
dopo l'instaurazione della nuova religione, in favore di quello della
croce. Il "Chi-ro" venne quindi relegato sui fregi delle tombe dei primi
martiri cristiani per ricordare un passato evidentemente scomodo al
nuovo ordine sociale.
La "ruota forata" di
cristallo trasparente, simbolo della presenza storica dei nativi
europei, nell'interpretazione rinascimentale di Raffaello.
Fa parte di un affresco che orna la Stanza della Segnatura nei Palazzi del Vaticano.
Per evitare l'Inquisizione del tempo, Raffaello ha fatto in modo che la
figura possa essere vista in due prospettive: come cielo, in cui
campeggia apparentemente la terra, e come ruota forata, dove le stelle
al centro stanno ad indicare che non c'è nessun astro e che si tratta
propriamente di un foro. La mano in alto si appoggia inequivocabilmente
su una shahqt-mar.
Il "marvara", il cerchio di pietre usato dai Nativi europei e dai Nativi australiani
L'antico "pi" cinese, la "ruota forata" della cultura dei Popoli naturali dell'Asia.
La "ruota forata" di origine africana.
La "ruota forata" rinvenuta nel sito preistorico
del Tassili, Nord Africa.
La "ruota forata" dell'antica civiltà
centro-italica dei Piceni.
La "ruota forata" nella rappresentazione di un graffito del megalitismo inglese.
La "ruota forata"
nell'interpretazione della tradizione celtica. Dal centro invisibile,
l'OIW, si dipartono in tre spirali i raggi solari benefici di Pace, di
Libertà e di Conoscenza.
La "ruota forata" nella versione
della "Croce celtica".
L'antica "ruota forata"
della cultura vikinga.
La "ruota forata" dell'antica cultura mixteca
del Messico.
La "ruota forata" dei Maya dello Yucatan, in Messico.
La "ruota forata" dei Toltechi del Messico.
La "ruota forata" nell'interpretazione dei Nativi precolombiani del sudamerica
La "ruota forata" nell'interpretazione dei Nativi nordamericani Lakota.
La "ruota forata"
della cultura dei popoli delle steppe dell'Asia.
La "ruota forata" della tradizione dei Sufi.
L'antica "ruota forata" della cultura indiana nella rappresentazione del "Sole cosmico".