Epona

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view post Posted on 1/12/2010, 15:09

~WARHEART ~

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Epona potrebbe essere la personificazione di un antico culto reso ai cavalli, un culto comune ai popoli venuti dalle praterie dell'Asia centrale: popolazioni tribali venute dall’oriente, che si espansero lungo la valle del Danubio in Europa centrale ed occidentale, popolazioni tra le quali non sorprenderebbe la venerazione di una divinità legata ai cavalli, perché gli equini erano vitali per un popolo errante (finché non emergono reperti precedenti, si può ipotizzare circa 4.500 anni fa in Europa l’addomesticamento più antico del cavallo, ad opera dei pastori che abitavano l’attuale Ucraina, fra Polonia e Romania. A rivelare la data approssimativa sono stati resti ossei di cavalli datati con il carbonio, rinvenuti sepolti insieme a manufatti per equini, come - per esempio - un morso in corno di cervo).

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Le popolazioni tribali associavano le energie maschili della natura con gli animali cornuti: da qui le divinità maschili taurine e caprine. Gli equini venivano invece collegati con le funzioni femminili di consolidazione e di fertilità.

Epona è per antonomasia la divinità femminile protettrice dei cavalli. Il suo nome deriva infatti dalla parola celtica "epos" che significa appunto "cavallo" - “epa” al femminile, cavalla.

Per i celti il cavallo era molto importante, al punto tale che essi non ne mangiavano per alcun motivo le carni.
Epona era una delle divinità più venerate e, tra le sue altre funzioni, conferiva la sovranità.
La "Dea dei cavalli" celtica racconta di un popolo dalla mentalità profonda, legato ad una concezione magica del creato e alla tradizione dei rituali druidici.

Il culto di Epona era diffuso soprattutto in Gallia e in Renania tra le tribù degli Edui, dei Lingoni e dei Treveri, ma comparve anche in aree più remote come la Britannia e l'Iberia. Anche in Romania ed in Iugoslavia si sono trovate delle iscrizioni che la citano come divinità.
I re irlandesi celebravano una cerimonia della “nascita simbolica” da Epona sotto forma di un puledro bianco, durante le cerimonie di proclamazione della loro regalità. In altre cerimonie, gli stessi re si “coniugavano ritualmente” con la dea Epona nel matrimonio sacro, per legittimare il proprio potere.
Epona è l’unica dea celtica adottata dai romani.

È possibile che la sua comparsa in Britannia sia collegata alla presenza delle truppe legionarie romane ma è, senza dubbio, una divinità celtica e si presuppone che le varie tribù celtiche della Britannia venerassero già da tempo una divinità femminile benigna, connessa con i cavalli ed il possesso di beni materiali, che era portatrice di salute e fecondità alle cavalle e donatrice di benessere ai semplici.
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La dea poteva assumere l'aspetto di una donna, di una cavalla, oppure quello di un fiume in piena; le sue immagini compaiono in molti contesti celtici, ma ci sono molte variazione e localizzazioni. Infatti, se è vero che la sua adozione come dea romana ha contribuito a spargere il suo culto in tutto il territorio dell’Impero, il fatto stesso rappresenta un importante esempio dell’influenza celtica sulla civilizzazione romana: Epona era l'unica dea celtica importata ufficialmente a Roma dove ha avuto anche in suo onore un festival.
Alcune epigrafi indicano che molti suoi devoti erano membri delle unità di cavalleria (nonostante normalmente fossero le divinità romane maschili ad essere associate ai cavalli e la cavalleria fosse certamente un dominio maschile a Roma). Infatti più che una “dea della cavalleria romana” era la protettrice di chiunque lavorasse o avesse rapporti d'affari concernenti i cavalli.

La dea comunque presiedeva soprattutto la salute e la fertilità degli animali. Montava lateralmente, alla maniera antica femminile e niente, nel linguaggio figurato, consente di definirla una divinità di guerra. Epona reggeva spesso oggetti di fertilità e nutrimento, piuttosto che armi: un piatto da cui un puledro si alimenta, della frutta o una cornucopia. Veniva rappresentata sempre in compagnia di uno o più cavalli, con ceste di grano o frutta ai suoi piedi, in alcune raffigurazioni portava appesa alla cintura una chiave come simbolo della sua capacità di aprire le porte dell'oltretomba e di favorire così la "rinascita".
Epona era associata anche all'acqua dei fiumi e al latte, nutrimento essenziale per i Celti ed - oltre che ai cavalli - agli asini, ai muli e ai buoi.

Il simbolo del cavallo con un cavaliere in groppa è uno psicopompo del viaggio finale delle anime.
Nel regno della vita e in quello della morte, Epona è un simbolo di indipendenza, di instinto e delle capacità vitali di consolidamento e di intuito.
Rappresenta anche il carattere dei cavalli: gioia di vivere, indipendenza e potenza di natura.
Epona è spesso associata alle dee Rhiannon del Galles e Macha dell’Irlanda: in tutte le leggende legate a queste due divinità sono ritratte le qualità eroiche femminili, pronte alla dedizione.
Nel medioevo cristiano la figura di Epona era ancora venerata come santa protettrice dei cavalli mentre il simbolo del cavallo bianco è stato assorbito dall’iconografia cristiana come simbolo di purezza e tuttora molti santi sono raffigurati su cavalli bianchi.
Come dea lunare, Epona tiene tra le mani una cornucopia, simbolo di abbondanza e di energia vitale. Spesso nutre i cavalli con frutta, mais o con mele ed è sempre ritratta a fianco di almeno un cavallo, oppure sulla sua groppa. Spesso è con un gruppo numeroso di cavalli. Altre volte la si vede in compagnia di un puledro che mangia tra le sue mani da una patera o che dorme vicino agli zoccoli della cavalla da lei montata.
E’ comune che compaiano dei cani o degli uccelli che la seguono. Gli uccelli spesso sono tre, si dice provenienti dall’aldilà, “dalla patria degli dei”, e che la loro canzone abbia la forza magica di far risuscitare dalla morte o di guarire dalla tristezza e dal dolore.
A volte è nuda, a volte indossa un ampio mantello.
C’era un santuario dedicato a lei in Borgogna, una regione particolarmente ricca di sue immagini.
Una statua di Epona proveniente da Alesia nell’est della Francia (uno dei suoi centri di culto originari) è un esempio del suo modo di montare lateralmente all’antica maniera femminile.
Ci sono inoltre statue che la mostrano insediata in un trono, con due puledri di lato (Epona da Schwarzenacker).
Spesso intorno alle sue immagini vi sono delle rose e sappiamo da Apuleio (L’asino d’oro) che le rose fresche venivano offerte sui suoi altari all’interno delle scuderie. L'abitudine di piantare rosai vicino alle scuderie era diffusa in Italia fino ad inizio del secolo... ma la rosa di Epona è la Rosa Canina, selvatica.
Era venerata anche sotto l’aspetto di cavalla bianca, molto probabilmente perché il bianco è stato sempre considerato un colore "puro", con connotazioni spirituali profonde, ed anche perché nei cavalli era raro.
Il culto del cavallo certamente si era sparso in Gran Bretagna dall'età del bronzo. La più famosa delle antiche raffigurazioni equine, il cavallo bianco di Uffington, è stato datata intorno 1400 a.C.

Questa figura intagliata in profondità nel gesso solido di una collina del Berkshire, descrive la sagoma stilizzata di un cavallo, unita ad elementi di uccello e di drago.

Molti ipotesi sono state fatte sulla provenienza di questa figura, alcune collegate ad una grande sconfitta dei danesi, ma soprattutto alle figure mitiche dei principi Hengist e Horsa ("stallone" e "cavalla"), tuttavia è possibile che il culto del cavallo fosse presente in questo luogo dal periodo neolitico.
Il cavallo di Uffington è abbastanza chiaramente femminile (come sono tutte le raffigurazioni antiche di cavalli bianchi in Britannia).

Era venerata anche sotto l’aspetto di cavalla bianca, molto probabilmente perché il bianco è stato sempre considerato un colore "puro", con connotazioni spirituali profonde, ed anche perché nei cavalli era raro.
Il culto del cavallo certamente si era sparso in Gran Bretagna dall'età del bronzo. La più famosa delle antiche raffigurazioni equine, il cavallo bianco di Uffington, è stato datata intorno 1400 a.C.

Questa figura intagliata in profondità nel gesso solido di una collina del Berkshire, descrive la sagoma stilizzata di un cavallo, unita ad elementi di uccello e di drago.

Molti ipotesi sono state fatte sulla provenienza di questa figura, alcune collegate ad una grande sconfitta dei danesi, ma soprattutto alle figure mitiche dei principi Hengist e Horsa ("stallone" e "cavalla"), tuttavia è possibile che il culto del cavallo fosse presente in questo luogo dal periodo neolitico.
Il cavallo di Uffington è abbastanza chiaramente femminile (come sono tutte le raffigurazioni antiche di cavalli bianchi in Britannia).


La devozione
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La protezione degli equini non è il solo campo di azione di Epona. Come dea dei cavalli Epona aveva speciale forza e significato, era simbolo di regalità, d’importanza e valore materiale. Molte immagini la descrivono come dispensatrice di nutrimento e la cornucopia dell’abbondanza, che ricorre nella sua iconografia, estende il suo potere in tutti i campi della prosperità.

Inoltre ha grandi poteri terapeutici connessi con la sofferenza degli animali di cui è protettrice, ma anche con la protezione degli esseri umani che con gli stessi animali hanno frequentazioni.

Epona è sicuramente stata in origine una dea dei cavalli, ma la sua funzione, oggi, include i poteri delle acque risanatrici, il nutrimento delle creature, e la custodia del riposo delle anime dei morti. Per analogia, inoltre è protettrice di tutte le creature forti e amanti della vita selvaggia, sportiva, dell’immersione nella natura, di chi ama correre e saltare, viaggiare o intraprendere un cammino (anche spirituale), di chi è forte e indipendente, di chi possiede uno spirito indomito.

Purtroppo non è rimasto niente degli antichi miti a lei connessi, tanto che addirittura sembra che il suo culto non avesse misteri speciali (pur essendo molto popolare), ma anche se le fonti storiche del suo culto passato sono perdute, non è difficile capire QUANDO ci può essere vicina: in tutte le donne esiste una creatura selvaggia e forte, molto potente anche se sommersa, che aspira a correre nel vento libera, annusando i profumi dei fiori. E in tutti gli uomini c’è una potenza serena e costante, una forza pacifica, tranquilla e invincibile nascosta sotto gli strati culturali.
Queste creature, piene di energia senza stress, che vivono profondamente sotto la nostra pelle di tutti i giorni, devono molto a Epona e da lei sono nutrite: a lei il potere di farle emergere!
epona

Con la rinascita di interesse nella “Vecchia Religione”, le basi per la nuova religione Wicca poste da Gardner nello scorso secolo e la relativa rivalutazione del divino al femminile, Epona potrebbe cominciare a riemergere dalle ombre riprendendo il suo legittimo posto nella nostra spiritualità, dopo gli anni di esilio che sono stati riservati a tutte le divinità più antiche.

La Meditazione
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Per avvicinarsi a Epona il modo più efficace è di cercare un maneggio; ormai ce ne sono quasi dappertutto (ma cercatene uno dove i cavalli siano amati e bentrattati!).

Generalmente i visitatori sono ben accetti, se educati. Dopo qualche visita non vi sarà difficile accarezzarli mentre sono nei box, a riposo e sporgono la testa curiosi di voi: il probabile vostro senso iniziale di timore sarà superato dall’attrazione per la loro quieta bellezza.

Offrite loro delle mele. Abbracciatene uno, meglio se femmina, sentite la flessibilità del suo collo, la forza immensa e dolce dei muscoli. State in ascolto. Guardate i suoi occhi dolcissimi e profondi, invocate su di voi il suo spirito: la potenza di Epona.
Magari continuerete così per altre visite, magari vi verrà voglia di concedervi una lezione e di montarlo…

In alternativa, se non c’è maneggio o avete timore insuperabile dei grandi animali, concedetevi una bella corsa a piedi in un prato, saltellando come quando eravate piccoli, nitrite, sbuffate, saltate, scalciate, mettetevi al trotto e al galoppo… sentitevi liberi e selvaggi, forti, sudati e felici!

Neanche questo vi convince?
Allora provate con una poesia:

Dove nel vasto mondo c’è aristocrazia senza arroganza?
Dove l’amicizia senza l’invidia?
Dove la bellezza senza vanità?
Qui dove la grazia si accoppia con la forza,
e la violenza viene domata dalla dolcezza.
Il regno del cavallo.




Il mito

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Nessun mito vero e proprio di Epona è sopraggiunto a noi. Secondo una leggenda pare che fosse la figlia di una cavalla e di un uomo e che, diventata dea, poteva ammettere la forma umana o quella equina indifferentemente.
Il suo cavallo era magico poiché, per quanto il suo passo apparisse lento e regolare, i cavalli più veloci non erano mai in grado di raggiungerlo e magica era pure la sua cornucopia, simbolo di fertilità e prosperità, che elargiva nutrimento senza mai svuotarsi.


www.ilcalderonemagico.it

Edited by ~» Skayler «~ - 1/12/2010, 15:49
 
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