Artemisia absinthium
“Un bicchiere d’assenzio, non c’è niente di più poetico al mondo. Che differenza c’è tra un bicchiere di assenzio e un tramonto? Il primo stadio è quello del bevitore normale, il secondo quello in cui cominciate a vedere cose mostruose e crudeli ma, se perseverate, arriverete al terzo livello, quello in cui vedete le cose che volete, cose strane e meravigliose.”
Oscar Wilde
L'assenzio maggiore (Artemisia absinthium, L. 1758) è una pianta dicotiledone appartenente alla famiglia delle Asteracee.
È una pianta medicinale nota soprattutto per il suo impiego nella preparazione del distillato d'assenzio, aromatico e molto amaro che si beve diluito o zuccherato. È la base aromatica principale nella preparazione del vermouth.
Descrizione:una pianta erbacea perenne decidua (perde la parte aerea durante l'inverno) che ha origine nell'Europa centro-meridionale. Il suo rizoma è carnoso e da questo si dipartono fusti semilegnosi che possono raggiungere anche i 100 cm, ramificati leggermente nella parte superiore e quasi per nulla in quella inferiore. Questi ramoscelli sono dotati di foglie pennate dal colore verde reso però grigiastro dalla presenza di una peluria bianca che le ricopre; emanano un profumo piuttosto forte e il sapore è amaro.
Durante il periodo estivo produce piccoli pallini color oro disposti a spiga.
È fortemente allergenica per contatto.
Usi:Per quanto riguarda le proprietà medicamentose di questa pianta si hanno notizie che risalgono dall'antichità, ve ne sono cenni anche nella Bibbia. Le funzioni associate all'assenzio sono di tonico, digestivo e antinfiammatorio, oltre che di principale ingrediente nella preparazione del distillato che veniva usato in particolare da artisti europei ed americani e che fu poi bandito nel XIX secolo a causa dei gravi problemi d'assuefazione che causava questa bevanda; in realtà l'assuefazione era semplicemente dovuta all'elevato tasso alcolico del liquore, più che ai tujoni (monoterpeni). L'assenzio viene prodotto ancora oggi ma con minori quantità di tujone.
Fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Artemisia_absinthiumIl distillato d'assenzioL'assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica all'aroma di anice derivato da erbe quali i fiori e le foglie dell'assenzio maggiore (Artemisia absinthium), dal quale prende il nome.
È classificato come distillato.[1] I liquori invece sono, generalmente, una soluzione alcolica zuccherina a base di componenti vegetali.
Caratteristiche:Essendo generalmente di colore verde (naturalmente o mediante l'uso di coloranti), l'assenzio si è affermato anche con l'epiteto Fée Verte (Fata Verde). Viene generalmente bevuto aggiungendo dell'acqua ghiacciata e/o dello zucchero. Questo tipo di preparazione rende il distillato più torbido per consistenza e più leggero per gradazione alcolica, cosa che consente di degustarne meglio il sapore. Per questo motivo tale era il modo più comune di gustarlo nell'800, secolo di massima diffusione dell'assenzio.
L'assenzio è noto, specialmente a causa dell'associazione con gli scrittori ed artisti parigini del Decadentismo per la popolarità che ebbe in Francia alla fine di quel secolo e all'inizio del successivo, fino alla sua proibizione nel 1915. La marca di assenzio più conosciuta nel mondo era la Pernod Fils.
L'assenzio appare incolore o di tutte le sfumature della clorofilla, dal giallo tenue al verde smeraldo e ha un sapore complesso dovuto agli aromi delle varie erbe con il quale viene prodotto. In aggiunta alle foglie di assenzio, esso contiene semi di anice verde (l'anice stellato, frequente invece nei suoi surrogati, raramente era utilizzato e solo in modeste quantità), semi di finocchio, issopo, melissa, artemisia pontica e diversi altri ingredienti che cambiavano da distilleria a distilleria quali angelica, menta, genepì, camomilla, coriandolo.
Sembrerebbe una tesi priva di fondamento, sorta con l'intenzione di attribuire all'assenzio ottocentesco proprietà proprie delle droghe, quella secondo cui l'assenzio venisse in alcuni casi adulterato con oppio: non esiste infatti alcun documento storico che lo confermi e nessuna ricetta storica che ne parli.
L'assenzio è prodotto per macerazione e diretta distillazione degli ingredienti. Successivamente, qualora opportuno, lo si colora con un'ulteriore macerazione di erbe tra cui l'artemisia pontica, l'issopo e la melissa.
Varietà meno pregiate di questa bevanda sono fatte per mezzo di essenze o olii mischiati a freddo nell'alcool.
Il contenuto alcolico è estremamente elevato per permettere alla clorofilla di restare stabile il più a lungo possibile (tra il 45% ed il 75%).
La verità sul tujone La leggenda dell'assenzio è ancora oggi resa intrigante proprio da quanto si narra circa il tujone, peraltro uno dei tantissimi oli essenziali presenti.
Sono pochi gli studi scientifici inerenti questo olio essenziale e molti di questi non sono oggettivi poiché finanziati all'inizio del XX secolo proprio dai governi che volevano mettere l'assenzio al bando.
Studi condotti negli anni '70 hanno portato (probabilmente in modo erroneo) a considerare il tujone (e i suoi effetti) simili a quelli del THC della cannabis solo perché le due molecole avevano una disposizione spaziale molto simile.
Il tujone in verità è un terpene presente in diverse piante come le artemisie (tra cui l'artemisia absinthium, ma anche il genepì, ovvero l'artemisia glacialis) e le salvie (anche la salvia officinalis usata in cucina). Il suo profumo è molto simile a quello del mentolo e lo troviamo tra gli eccipienti del farmaco da banco Vicks Vaporub. Ad alti dosaggi, il tujone ha effetti devastanti sul sistema nervoso: difficile è definire quali siano questi "alti dosaggi". Gli esperimenti scientifici descrivevano che bastava un grammo di tujone iniettato in vena ad una cavia di laboratorio per portare l'animale al delirium tremens; talvolta, la cavia moriva.
Nell'uomo, il cui peso è notevolmente più grande di quello di una cavia, la forza di resistenza è decisamente superiore: un grammo di tujone iniettato in un porcellino d'India equivarrebbe a 100 grammi per un uomo; non ci sarebbe da meravigliarsi se l'iniezione improvvisa di 100 grammi di tujone in un corpo umano potesse avere come conseguenza disturbi seri o addirittura la morte.
Inoltre stando ai dati sopra riportati gli assenzi hanno sempre avuto quantità tali di tujone che una persona, per assumerne tali quantità dovrebbe bere un centinaio di litri di assenzio. Va da sé che l'alcool porterebbe a danni gravi ben prima.
Stesso discorso vale per gli altri due oli essenziali condannati a suo tempo: l'anetolo, ricavato dall'anice e il fenitolo, ricavato dal finocchio.
Da rilevare che non sono mai stati considerati come allucinogeni il vermouth, il genepì e i liquori di salvia che contengo tujone o un anice, un mistrà, un anisette che contengo anetolo.
È vero che la pianta artemisia absinthium contiene moltissimo tujone, ma questo viene perso quasi tutto per evaporazione durante l'essiccazione, e altro tujone ancora si perde nella testa della distillazione. È quindi incorretto stimare, come fece nel 1989 Wilfred Arnold, che gli assenzi storici avessero 250 mg/kg di tujone. Arnold fece questa stima considerando la pianta fresca, senza calcolare né l'essiccazione né la distillazione.
Un noto chimico e biologo americano, Ted Breaux, ha passato gli ultimi 11 anni a studiare l'assenzio per capire se veramente fosse quel veleno che le leggende narrano. Egli estrasse con una siringa l'assenzio da antiche bottiglie del XIX secolo arrivate intatte fino ai nostri giorni e le analizzò. I risultati furono stupefacenti: gran parte degli assenzi d'epoca avevano tujone che andava dai 5 ai 9 mg/kg, e solo qualcuno sfiorava i 20–30 mg/kg. Considerando che le normative CEE permettono un limite massimo di 35 mg/kg di tujone, gran parte degli assenzi storici sarebbe tuttora legale da questo punto di vista.
Fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/AssenzioL'assenzio dal punto di vista magico:
Come l’artemisia appartiene alla famiglia delle composite,della pianta si utilizzano le foglie da raccogliere in primavera.
ATTENZIONE PERCHE’ L’ASSEZIO SE INGERITO IN DOSI ELEVATE PUO’ ESSERE TOSSICO E CAUSARE CONVULSIONI, VOMITO E DELIRIO.
Usi magici: nel giorno di S. Giovanni si raccoglie l’assenzio per farne delle corone che vanno bruciate l’anno dopo per purificare la casa e chi ci abita.
http://www.lacollinadellestreghe.it/pagine...odGlossario=343USO MAGICO
Questa pianta, ed in particolare la sua radice, che gli Arabi chiamano "Tarkhom", ha straordinari poteri afrodisiaci e di richiamo magico-sessuale. Gli Amerindi infatti, per rendersi irresistibili, sfregano il corpo e le vesti con questa radice. Essa è posta sotto l'influenza di Venere e di Marte.
INCHIOSTRO DI ARTEMISIA PER INTENZIONI RITUALI
Prendere un rametto di alloro , accendere una candela bianca munirsi di una teglietta di alluminio (usa e getta è l'ideale... 15x20cm è più che sufficente), bruciare poco alla volta il rametto facendo raccogliere il fumo nella teglietta che verrà tenuta sopra la fiamma e l'alloro... una volta bruciato troverete raccolto, sul fondo dellateglietta del nero fumo, che raschierete accuratamente.
Mettete a bollitura per 10 minuti un pugno di artemisia in una tazza d'acqua, lasciare in infusione per una notte, filtrate e fate restringere il decotto di almeno 3/5, aggiungete la polvere di nero fumo e 1-3 cucchiaini di gomma arabica a seconda della fluidità che volete ottenere, potete aumentare l'intensità del colore agendo sulle quantità, scaldate per 5 minuti a fuoco basso per amalgamare il tutto. E' possibile aggiungere a freddo un cucchiaino d'alcool denaturato ogni 4 cucchiaini d'inchiostro per aumentare la penetrazione del colore. (il colore ottenuto può variare dal verde pallido al verde marcio). Per caricare l'inchiostro, sarà ovviamente da scegliere il periodo più opportuno a seconda del tipo di incanti al quale lo destinerete.
fonte:
http://eyeclipse.forumcommunity.net/?t=29298154ASSENZIO: Riduce la carica aggressiva, sviluppa la calma, fortifica corpo e mente.
http://pochaontas.jimdo.com/erbe-magiche/