Quando si pensa al fattore “tempo” si è soliti immaginarlo come una linea infinita retta sulla quale, preso un punto che rappresenti il presente, tutto ciò che sta dietro al punto è considerato il passato e tutto ciò che vi è davanti, il futuro. Questa concezione del tempo deriva dalla tradizione giudaico-cristiana: il tempo è legato alla creazione e come punto di partenza della discussione viene preso il primo versetto del Genesi: "In principio Dio creò il cielo e la terra ". Il tempo è creato con il mondo e, da questo punto iniziale, si sviluppa unilateralmente in avanti progredendo verso un futuro che avrà un limite. Il tempo così è una realtà che ha un inizio e che avrà una fine,è compreso fra due punti ed è rappresentato perciò da una linea. Da ciò deriva la relatività e la contingenza degli eventi umani che si svolgono nel flusso apparentemente casuale del divenire storico e per il quale l'uomo non può più nulla del proprio passato; e anche una visione provvidenziale del tempo in cui Dio agisce a favore dell'uomo.
Ma precedente a questa visione (che ormai è universalmente accettata da tutti) ne esiste un'altra, legata al pensiero pagano: la concezione ciclica del tempo. Il pensiero classico pagano, sin dalla sua preistoria, si è rappresentato il tempo secondo l'immagine di una ruota o di un cerchio che ritorna su se stesso da sempre e per sempre sotto l'azione del movimento degli astri che ne regolano il corso.
Di qui il tempo ciclico è detto anche cosmico, esso è determinato e misurato dalla rivoluzione delle sfere celesti e, per il suo svolgersi ordinato e puntuale secondo la figura appunto del cerchio, è l'immagine mobile dell'eternità immobile e sua imitazione come dice Platone nel Timeo.
Per gli antichi pagani - e per i pagani esistenti tutt'oggi – ogni movimento naturale terrestre era inserito all'interno di un ciclo, partendo da quello annuale fino ad arrivare, nello specifico, a quello stagionale o addirittura lunare. Tramite questa prospettiva i pagani considerano il termine di ogni ciclo non una fine assoluta ma momentanea, poiché ogni essere vivente - dagli animali alle piante - riesce a generare per mezzo della sua nascita, la sua morte e la sua rinascita, una sorta di rianimazione cosmica che produrrà inevitabilmente un nuovo ciclo, analogo a quello precedente, seppure differente.
Per meglio renderci conto di come possa essere inconfutabile questa teoria potremmo cominciare ad osservare attentamente ciò che da millenni esiste intorno a noi. La Natura tutta detta i propri cicli continuamente, così che ad ogni estate segua un nuovo inverno e ad ogni plenilunio sussegua un novilunio. Basta guardarsi attorno per comprendere come funziona. Per noi streghe tutto ciò non ha nulla a che vedere con princìpi fideistici o astruse teorie astro-scientifiche, bensì reputiamo reale e concreto ciò che la Natura da sempre ci mostra, e tutto ciò sotto i nostri occhi, tutto alla luce del sole e soprattutto della luna.
Questa concezione ciclica del tempo la possiamo sintetizzare graficamente in otto punti, ciascuno dei quali corrisponde ad un determinato lasso di tempo o di passaggio sacro: i cosiddetti Sabba (parola ebraica “shabbath”, nell'inglese arcaico "sabat", francese arcaico "sabbat", dal latino "sabbatum", e il greco "sabbaton", con il significato di cessare inteso come smettere di compiere determinate azioni), suddivisi in maggiori e minori. Ogni Sabba porta con sé un bagaglio storico-mitologico non indifferente ed è in analogia con l'evoluzione del sole e della luna secondo il ciclo annuale dell'esistenza terrestre. Gli otto Sabba annuali prevedono la divisione di due cicli ben definiti: il primo è determinato dall'evoluzione solare, attraverso i due solstizi e i due equinozi; il secondo si può ulteriormente suddividere in quattro fasi che per comodità chiameremo "agrarie", e cioè semina, fioritura, maturazione e raccolto.
Dunque due grandi cicli che viaggiano su corsie differenti ma equidistanti e su un'unica carreggiata, con un sincronismo ed una sinergia tale da far sì che l'intera vita sulla Terra ne subisca l'influenza. Queste otto grandi feste quindi per noi streghe fungono da veicolo di riconnessione corporale e spirituale con la Natura e sono, sin da tempi antichissimi, un valido calendario utilizzato anche da tutte le altre correnti spirituali naturalistiche perlopiù legate al paganesimo.
Le feste tradizionali della Ruota dell’Anno, che oggi portano quasi sempre nomi celtici (poiché quelli mediterranei sono andati perduti o sono stati cambiati dal sovrapposto significato cristiano), si susseguono in una danza mitologica in cui i due Principi Divini - il Femminile e il Maschile, la Dea e il Dio – intrecciano e manifestano le loro energie imprimendo alla Ruota il movimento.
Queste festività raccontano la vita del Dio e della Dea, attraverso miti che possono differire da una tradizione all’altra: gli otto sabba segnano otto tappe lungo il percorso dell'anno e simbolizzano altrettante tappe nella vita del Dio, che nasce dalla Dea a Yule, cresce fino a diventare adulto, si accoppia con lei a Beltane, regna come re durante l'estate per poi indebolirsi e morire a Samhain, dando inizio al nuovo anno.
Ma ovunque - poiché le polarità opposte maschile e femminile sono irresistibilmente attratte e si cercano l'un l'altra - il loro movimento è un ciclo di cambiamento e trasformazione: nascita, crescita, maturità, morte, riposo e rinascita rivelano i misteri dello spirito che cambia forma incessantemente lungo lo scorrere del tempo terreno.
I pagani moderni suddividono dunque le ricorrenze in sabba e feste minori. Al primo gruppo appartengono gli otto Sabba della Ruota delle streghe, a partire da Saturnalia o Samhain, dalla quale comincia l'anno stregonesco, al secondo gruppo tutti i Pleniluni. Nella tabella sottostante possiamo confrontare le denominazioni celtiche delle otto ricorrenze della Ruota delle streghe con il loro relativo periodo di decorso ed il loro nome in gergo stregonesco italiano, tenendo presente che alcune di esse possiedono una data "culmine" ben precisa in cui la forza della ricorrenza Sacra raggiunge il suo apice di energia cosmica. Tradizionalmente i festeggiamenti per i sabba duravano tre giorni a partire dal tramonto del giorno precedente (nella cultura celtica il giorno cominciava al tramonto).
Sabba o TregendePeriodo Nome Wicca Nome Stregheria Descrizione
31 ottobre/1 novembre Samhain Calenda Capodanno magico
20/21 dicembre Yule Saturnalia Solstizio d'inverno
1/2 febbraio Imbolc Candelora Primavera magica
20/21 marzo Ostara Primiera Equinozio di primavera
30 aprile/1 maggio Beltane Calendimaggio Estate magica
20/21 giugno Litha Le Erbe Solstizio d'estate
31 luglio/1 agosto Lughnasadh Il Raccolto Festa del raccolto
20/23 settembre Mabon Secunda Equinozio d'autunno
Da aggiungere è la festività del 23/24 giugno detta San Giovanni – Festa della Rugiada.
Feste minori7 gennaio - Mascherata – Carnevale
15 agosto - Mezzestate - Ferragosto
ogni 28 giorni circa – Esbat - Pallas o Plenilunio - Luna piena
A loro volta i Sabba si dividono in maggiori e minori.
Ai
Sabba Maggiori appartengono le quattro feste principali del calendario stregonesco quali: Samhain, Beltane, Imbolc e Mabon.
Ai
Sabba Minori appartengono: Yule, Ostara, Litha e Mabon.
Samhain e Beltane in particolare contribuiscono all'equilibrio esoterico della Ruota delle streghe, in quanto fungono da portali magici tra il mondo delle Ombre ed il nostro. Infatti nella mezzanotte di questi giorni i veli tra i due mondi sono più sottili ed è facile che entrino in contatto tra loro.
Non è difficile notare come tutte le feste sopra citate coincidano più o meno con le feste della tradizione cristiana. Il motivo è molto semplice e va ricercato nel periodo in cui il Cristianesimo volle affermarsi come unica religione. Trovatosi però davanti un antichissimo culto pagano e agrario, con le proprie festività e coi i propri riti, il Cristianesimo si accorse di non poter estirpare totalmente dalle persone quello che per millenni era stato il loro modo di vivere. Dunque risultò più facile trasformare le antiche feste pagane in feste cristiane, sovrapponendo non solo i giorni o i periodi ma le stesse tradizioni e gli stessi dei. Così, per esempio, Imbolc, festa legata alla dea Brigid e al fuoco, diviene la festa della Candelora, festa della consacrazione dei ceri cristiani e la dea si trasforma in Santa Brigida.
EsbatGli Esbat sono feste dedicate alla Luna e alle sue fasi. Alcune streghe celebrano tutte le fasi lunari, altre (la maggior parte) solo la Luna piena ogni mese. Benchè in un anno civile ci siano solo dodici mesi, in un anno lunare vi sono tredici lune. Questo significa che ogni anno vi sono due Lune piene in un mese. La seconda apparizione è comunemente nota come Blue Moon (Luna Blu) ed è una luna estremamente potente.
Quando noi festeggiamo le varie fasi della lunazione, riconosciamo i quattro volti della Dea: in luna crescente onoriamo la Dea nella forma della vergine, in luna piena onoriamo la Grande Madre, in luna calante onoriamo la Vecchia e quando la luna è scura onoriamo il volte segreto e oscuro della Morte.
Pur essendo considerati feste minori, gli Esbat sono molto importanti per coloro che venerano alla stessa maniera il principio maschile e quello femminile: questi sono i giorni dedicati alla Dea e al suo potere.
In particolare nella tradizione Wicca. Ogni luna piena del mese ha un proprio nome e un preciso significato:
Luna di Gennaio: Luna del lupo o del ghiaccio,
Luna di Febbraio: Luna immacolata o del seme,
Luna di Marzo: Luna della semina o delle gemme,
Luna di Aprile: Luna della lepre o del fiore,
Luna di Maggio: Luna della coppia o del miele,
Luna di Giugno: Luna dell'idromele o del raccolto,
Luna di Luglio: Luna delle erbe o del grano,
Luna di Agosto: Luna delle granaglie,
Luna di Settembre: Luna delle vendemmia o delle foglie,
Luna di Ottobre: Luna rossa,
Luna di Novembre: Luna della neve o fredda,
Luna di Dicembre: Luna della quercia o blu,
La tredicesima luna, detta "Luna blu"