| La danza lunare
Per quanto riguarda la danza lunare vi sono diversi esercizi preparatori: Il primo, che mette in comunicazione molteplici e diversi aspetti di identità femminile, è l’allestimento di una spirale fatta da immagini di donne differenti (dee, zingare, amazzoni, attrici, streghe, regine, danzatrici, figure mitiche, fate, elfe, ecc.); una volta composta la spirale, ognuna delle donne del gruppo entra nella spirale, guarda le immagini, resta per un po’ all’interno per riflettere e nell’uscirne sceglie l’immagine di una donna che le piace in modo particolare. Poi parliamo delle donne che abbiamo scelto, e anche delle donne che non ci piacciono, che disprezziamo, delle quali abbiamo paura, che odiamo. Parliamo delle forze in noi che amiamo, e delle forze che non amiamo. La spirale delle immagini delle donne ci guida nei molti aspetti della forza femminile. Un’altra preparazione è la rinascita spirituale del corpo. Dopo un profondo rilassamento fisico, dai piedi fino alla testa, immagina che con ogni respiro nel delta di Venere, in fondo alla pancia, raccogli in te un’energia che, mentre espiri, mandi a tutte le cellule del corpo una forza che frizza e zampilla, che rinnova e lava tutte le cellule morte e nutre la tua vitalità. Si ricomincia dai piedi finendo con la testa, ci si rinnova ad ogni respirazione; frizzando, spumeggiando, mandi con ogni respiro nuova forza vitale in tutte le cellule poi esci dal rilassamento profondo, fa qualche respiro profondo, muovi le dita dei piedi, quelle delle mani, le mani, le braccia e le gambe, mettiti a sedere e infine alzati in piedi. Ora attraversa i centri di forza del tuo corpo, con le gambe larghe quanto il bacino, le piante dei piedi completamente al suolo, le ginocchia leggermente piegate, la schiena dritta, il centro di gravità tra le cosce. I centri di forza sono i seguenti: • Lo sguardo: ruota gli occhi, fissa un punto in lontananza, subito dopo un punto molto vicino, più volte e alternativamente. Oscura gli occhi con le mani, poi togli le mani e guarda nella luce. Più volte, alternativamente: scuro, chiaro, scuro, chiaro, ecc. Gli occhi vanno esercitati e mantenuti vitali per poter reggere completamente la forza dello sguardo. Impara a guardare veramente. Se non vuoi che i tuoi occhi siano costantemente controllati da estranei, porta un paio di occhiali da sole. Più sicuro diventa il tuo sguardo, più si sviluppa la naturale gelosia dei tuoi occhi. Essi saranno meno visibili, protetti da occhiali scuri. • Il gesto: muovi tutte le dita, una per una. Scuoti le mani, cattura l’energia nel pugno e lasciala di nuovo libera emettendo un sibilo. Gioca con l’energia nelle tue mani. Se hai dolori, metti le tue mani nel punto dolente, senti la forza nei palmi delle tue mani, il calore, l’energia che cura. Se fate questo esercizio in gruppo, mettetevi a vicenda le mani sul corpo e descrivete la sensazione. Siate sincere e non sopportate di mala voglia una mano che non vi fa bene. Non sentitevi offese se le vostre mani non danno ancora un beneficio. Un buon servizio – monotono, favorisce la trance – per fare allenamenti di volo spirituale, è il gioco delle dita che noi tutte abbiamo fatto tanto volentieri da bambine, chiamato girare i pollici. Si fanno correre le punta delle dita di una mano sopra le punte delle dita dell’altra mano, pollice su indice – e viceversa, pollice su medio e viceversa, ecc. Ne viene fuori un modo di incrociare avanti e indietro dai pollici fino al mignolo. Fatevelo mostrare! E quando pensi, continua sempre a massaggiare, ogni singolo dito, questo rianima i meridiani, cioè il flusso di forza che scorre dai centri delle dita attraverso l’intero corpo, e perciò attraverso tutti gli organi e gli arti del corpo. Esercita i gesti della difesa, dell’attirare, del chiamare, del rilassamento. • La schiena: non lasciare che qualcosa “ti piombi alle spalle”, che ti “mandi in pezzi”. Allena la tua “spina dorsale”: fa’ la gobba come un gatto e poi inarca la schiena all’incontrario. Puoi fare questo esercizio giacendo a terra, appoggiata al muro, oppure semplicemente stando in piedi nello spazio. Spingi alternativamente spalle, regione sacrale e sedere all’indietro e in avanti. Alla schiena e alla magia del corpo appartiene la consapevolezza della pancia, che secondo la moda della nostra epoca non dovrebbe nemmeno esistere. La pancia è un centro di forza. Dall’osso sacro questa forza si espande in avanti. Oscilla i fianchi avanti e indietro, circolarmente, come se volessi pulire una ciotola, fa’ ampie oscillazioni a forma di 8 con i fianchi, sporgi in fuori il sedere, altalena la pancia in avanti, oscillati in un ritmo lento sempre avanti e indietro, da un piede all’altro, morbida nelle ginocchia, morbida nella pancia. • La postura: per “resistere” a qualcosa, per “opporre resistenza”, per mostrare “fermezza”, devi saper “stare”. La postura comincia dalle piante dei piedi. Interamente sulla terra. Senti completamente attraverso i tuoi piedi: va’ in giro con i talloni in cerchio sul pavimento, poi con le punte delle dita dei piedi, poi con i loro bordi esterni, poi con i bordi interni. Pesta a terra con tutta la pianta del piede incurvando nello stesso tempo la schiena, poi va’ sui talloni incavando la regione sacrale. Sempre nel ritmo a quattro: quattro volte tutta la pianta del piede al suolo, passi pestati, schiena curva, braccia in avanti pendenti sulla pancia, poi quattro volte tallone battuto al suolo, regione sacrale incavata, braccia allargate verso l’esterno, testa sollevata, nuca diritta. Questo ritmo si può espandere bene in danza. Prova una sequenza di passi: prima procedi normalmente, poi sviluppa un’andatura provocante, sculettante. Da questa andatura seduttiva – provocatoria, sviluppa lentamente un rude pestare a terra, accompagnato da movimenti di difesa con le mani in avanti, brevi e precisi, i quali infine vengono accompagnati da suoni sibilanti. Trasformati da topo grigio in possente lottatrice. Da donna non appariscente in Amazzone. • La voce: infine, è importante la voce. Esercitati a cantare a bocca chiusa. La tua propria musica, la tua scala di suoni e tuoni. Dimentica che qualcuno ti ha detto che non sapevi cantare. Chi può parlare, può anche cantare. Chi ha forza, ha tono. Hai tono? Imitate insieme suoni animaleschi, sibili, fischi, cinguettii, ronzii, pigolii, ruggiti, gemiti, latrati, miagolii, ecc. particolarmente orripilanti. Andate allo zoo e osservate gli animali, imitateli, imparate i loro suoni. Imitate con la voce tempesta e vento, grandine, tuono, il sussurro delle foglie, il mormorio dell’acqua, lo scroscio della pioggia. Inventate suoni di minaccia, pericolo, gioia, piacere, paura, rabbia, violenza. Lasciate smorzare ogni esercizio di suono con un sommesso mugolio. Quando parlate o raccontate nel gruppo e ci sono donne che hanno difficoltà a esprimersi o a parlare, mandate in giro un bastone della parola, limitate il tempo di risposta di ogni partecipante del gruppo e così date a ciascuna donna, durante il tempo in cui tiene lei in mano il bastone della parola, la possibilità di parlare, o di tacere. Non sollecitate nessuna donna a parlare. Quando il cuore è pieno, passa attraverso la bocca. Ma finché il cuore deve nutrirsi, non è ancora pieno. Non imponetevi norme a vicenda e prestate attenzione al linguaggio che usate. Non date consigli!
Dopo tutti questi esercizi preparatori, che possono svolgersi in qualsiasi momento, incontratevi in un luogo tranquillo. Ogni donna è vestita in modo pieno di fantasia e inoltre ha elaborato nel suo abbigliamento sette veli, i setti veli di Salomè. Il cerchio viene delimitato da pietre, fiori, piume, legni. Il punto centrale è una raccolta di oggetti che tutte le donne hanno portato per festeggiarsi. Tutte le donne si danno la mano in cerchio, cominciano a sviluppare un ritmo con piedi, mani, voce, tamburi, strumenti. Prima ballate, girando in cerchio, una danza che vi riscalda e che vi fa prendere confidenza con le altre. Dopo qualche tempo una donna va a ballare nel centro e inizia la sua danza dei veli. Con ogni velo getta via qualcosa, come sbucciando da sé la pelle di una cipolla. Può nominarlo, cantando in suoni, o rappresentarlo con i movimenti, oppure semplicemente liberarsene in silenzio. Non vanno messi limiti alla fantasia, ma nello stesso tempo non va esercitata alcuna pressione a esibirsi. La danza dei veli dovrebbe essere ballata solo insieme a donne che si conoscono e in cui si ha fiducia. Così diventa una piacevole liberazione da ostacoli e ansie. Ogni velo può essere un evento che angustia, una persona nell’ambiente domestico che assilla. È bello aggiungere alla danza dei veli elementi della danza del ventre, oscillare la pancia, roteare le mani, scuotere seni e sedere. Una donna dopo l’altra butta via i suoi veli. È la danza di Salomè. Le donne che si conoscono bene possono dipingersi il corpo e, dopo aver gettato via i veli, ballare nude: dipende dalla fiducia e dal sentirsi bene. Con tutti i veli viene intrecciata o annodata una bambola di stoffa, che rappresenta la forza liberatrice di tutte le donne. Per poi metterla in un luogo adeguato con molti fili di lana intorno, come nella rete di un ragno.
Fonte: Le tredici lune di Luisa Francia
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