Le Elfe e la danza lunare
Capisci cosa dicono gli alberi? I fiori? Gli arbusti? Cosa ti dice la nebbia? Un soffio di vento? Se vuoi saperlo, cerca di incontrare le Elfe. Come le fate, esse appartengono al Piccolo Popolo, agli esseri spirituali, quali gli gnomi e il Popolo del Muschio. Mentre però gli gnomi vigilano sui tesori e il Popolo del Muschio indica i sentieri, le Elfe sono le custodi dei suoni, odori, canti. Iniziano alla magia dell’aria, dei colori, dei profumi delicati, dei sentori.
I loro messaggi arrivano più precisi nel dormiveglia, nei sogni ad occhi aperti e durante il sonno notturno. Perché le Elfe possono meglio prendere contatto con l’inconscio, mentre la coscienza che fa ostacolo tace.
Le Elfe possono iniziare ai segreti dell’aria, perché fanno parte dell’elemento aria. Si possono attirare sia con gli odori che con musica molto dolce, per esempio canticchiando a bocca chiusa. Più sei vicina al tuo rispiro, più sei ricettiva al loro linguaggio.
Il profumo di lavanda illumina spiritualmente e rende ricettivi gli esseri del mondo materiale. Rosmarino e salvia hanno un effetto salutare nell’infiammazione e nella febbre. L’aroma di rose cura gli incubi ed è particolarmente efficace contro la depressione. Il benzoino africano rafforza il potere visionario e va bene nelle sedute di oracolo. È importante usare sempre veri oli essenziali, non quelli prodotti chimicamente. L’olio di rose è molto costoso, perciò va altrettanto bene mettere semplicemente una rosa accanto al letto o sul tavolo dove lavori. I fiori di tiglio puliscono con il loro profumo i pensieri caotici e hanno un effetto calmante in caso di dolori e febbre. Puoi farne un infuso e lasciarlo evaporare nella stanza. Gli oli sviluppano al meglio i loro aromi se ne viene messa qualche goccia in un po’ d’acqua e vengono scaldati insieme all’acqua, ad esempio in una ciotola su un piccolo scaldino.
Le Elfe risvegliano nelle donne il sottile, l’immateriale, il tenue. Così come è necessario usare tutto il nostro potere, è altrettanto importante riuscire a fluire nei molti strati spirituali.
La magia dell’aria è anche quella delle parole dette. Ciò che puoi nominare si apre a te. Nell’immaginario patriarcale della magia c’è l’assunto che i nomi contengano potere: prendi possesso del nominato. L’antica magia originaria parte invece dall’assunto che bisogna diventare sapienti, non potenti su tutti.
Se sei sapiente, t’imponi sempre di meno, è sempre meno necessario dominare. Ma per comunicare con gli esseri di tutti i mondi devi conoscerli, devi poterli chiamare. Le parole possono essere taglienti, dure, offensive, distruttive. La magia del linguaggio richiede un senso raffinato dei significati e dei nomi.
Imparerai ad essere avveduta, a mettere in discussione le parole in base alla loro origine e a trasformare il tuo linguaggio in modo che diventi cosciente e chiaro.
Conversando con le Elfe, invocandole, il linguaggio diventa più melodico. Le parole sensate vengono dopo i suoni e le sillabe sonore. Questo linguaggio ha le proprie leggi e solo la fantasia può insegnartelo.
È importante anche l’incontro con il respiro: il respiro crea forme e vita. Il respiro cosciente fa parte del linguaggio della fantasia, dell’immaginazione creativa.
La
danza delle Elfe sotto questa luna è una festa di novilunio dell’aria. La preparazione per la danza si concentra tutta su respiro e voce: impari a volare sul tuo respiro. Il tema della danza è il volo delle anime.
Comincia con l’esercizio del prendere il respiro. Piedi e gambe un po’ allargate, all’incirca come il bacino, suole salde a terra. Inspirare: con le mani attingere acqua fin circa all’altezza del plesso solare. Espirare: lasciar cadere l’acqua raccolta e abbassare le mani. Poi, ad ogni inspirazione, tirare indietro le braccia come ali e ad ogni espirazione con un sibilo oscillare le braccia in avanti (questo è proprio il movimento contrario agli esercizi di respirazione da club di ginnastica, vale a dire inspirare braccia in alto, espirare braccia in basso). Il movimento qui è quello di inspirare allargando le braccia all’indietro, schiena rotonda, inarcata. Espirare, oscillare le braccia in avanti e verso l’alto.
Con questo esercizio, in seguito potrai lentamente sviluppare suoni mentre respiri: invece di emettere un sibilo, fai vibrare un suono tra le labbra completamente rilassate. Puoi espandere questo esercizio di respirazione in un movimento in avanti e in una danza – da sola oppure con le altre in cerchio: inspirare, il piede sinistro fa un passo, schiena piegata e curva, braccia all’indietro, piede destro, piede sinistro, piede destro. Espirare, il piede sinistro comincia il passo a quattro successivo, le braccia vengono oscillate in avanti mugolando a bocca chiusa o sibilando, ora piede destro, piede sinistro, piede destro. Questo significa che il movimento della danza è inspirare, due, tre, quattro; espirare, due, tre, quattro. Ogni fase di respirazione ha quattro passi, ognuna inizia con il piede sinistro. Nell’inspirare la schiena è arcuata, nell’espirare è dritta. Nell’inspirare viene raccolta la forza, nell’espirare la forza defluisce in forma di respiro, sibilo, suono. Circondate tre volte con questa danza un punto centrale, poi fermatevi con il volto verso il centro, lasciate fluire il respiro semplicemente, senza controllarlo. Se è coinvolto un cerchio più ampio di donne, con ogni espirazione si ricomincia a mugolare e a tessere insieme una rete di suoni.
La seconda parte è un viaggio nella fantasia o una trance: tutte le partecipanti si sdraiano a terra in cerchio. Si deve essere certe che il luogo rimanga indisturbato. Nella maggior parte dei casi la trance si svolge meglio in uno spazio chiuso, perché è più protetto. Se si svolge all’aperto, il posto deve essere reso sicuro magicamente: una donna, incaricata di questo dal gruppo, rivolge il palmo della mano sinistra verso l’esterno in tutte e quattro le direzioni del cielo e dice: “Niente sentito – niente visto – niente accaduto – tutto dimenticato”. Poi traccia con un bastone o con la mano destra sulla terra o nell’aria un cerchio intorno a tutte le donne. Si dovrebbe sempre fare un cerchio protettivo, in ogni luogo. È bene anche che una parte delle donne vada nel viaggio e l’altra parte assuma il ruolo di custode. E poi ci si cambia.
Dopo un rilassamento fisico, che una delle donne può guidare con la parola, ciascuna immagina di stare seduta nel suo posto preferito e di aspettare. Da qui in poi ciascuna va per la sua strada. Il compito è: trasformati in un uccello e impara a volare. Ciò significa che devi prima incontrare l’uccello che ti accompagna in questa trance e che ti svela i suoi segreti. Devi osservarlo minuziosamente e riuscire a vedere tutti i particolari di corpo, piumaggio, abitudini di volo. Gradualmente ti trasformi. Poi l’uccello t’insegna il volo, e tu completerai molto attentamente il paesaggio dall’alto.
Ogni donna ha il proprio ritmo. Dopo un’ora al massimo la persona responsabile o una delle custodi richiama tutte le donne alla base di partenza. Tutte si mettono a sedere e si prendono per mano. Canticchiare a bocca chiusa e poi parlare del viaggio.
Solo donne che conoscono molto bene se stesse, che hanno già fatto qualche viaggio di trance, che hanno elaborato esperienze pericolose e angosciose, e soprattutto che hanno sviluppato una sensibilità di responsabilità magico-spirituale, possono/devono fare il prossimo esercizio.
Chiama i quattro venti.
Trova il tuo respiro. Diventa tu stessa aria, vento, tempesta. Trova il canto della bufera, poi alza entrambe le mani tese sopra la testa, con i palmi delle mani rivolti in avanti e verso l’alto, delicatamente, in attesa. Trova il linguaggio del vento. Chiamalo. Muoviti nel vento come un filo d’erba. Ringrazia. Abbassa le braccia.
Fonte: Le tredici lune di Luisa Francia