Un Sabbath principalmente in onore di Lugh, Dio del Sole celtico. Altri nomi sono Festa della Nozze, o Prima festa del Raccolto. Primo dei tre Sabbat del raccolto, e terzo in ordine di importanza, in questa festa ringraziamo lo Spirito per l'abbondanza della terra.
Il nome gaelico di questo Sabbath è Lunata. In genere le Streghe offrono prodotti della terra o del mare sull'altare, e preparano una grande tavola accanto al luogo della celebrazione del rito. A differenza di altri Sabbat, Lammas è un evento che dura tutto il giorno, con picnic, giochi e ricche conversazioni.
L'altare viene decorato con prodotti dei campi, nastri nuziali, fiori, eccetera. Le Streghe del Nordamerica la considerano la festa del raccolto del grano, e spesso vi incorporano il rito della cottura del pane.
Lammas rappresenta il Giorno del Ringraziamento Wicca, e infatti da questa festa è nato il Giorno del Ringraziamento degli Stati Uniti. Questa festa, che venne celebrata solo due volte dai Puritani nel Nuovo Mondo, corrisponde al culto dell'Europa pagana della "Casa del Raccolto".
Lughnasadh, “Festa di Lugh” (pronuncia Lunasà o Loonasa) è l'ultimo grande Sabba di fuoco della Ruota dell'Anno. Il nome deriva da Lugh, un'antica divinità celtica incarnante la forza, la virilità, le arti e l'energia infuocata della Luce, l'etimologia del suo nome ha molte varianti che rivelano il grande influsso che ebbe nell'Antichità tanto da essere alla base del nome delle città europee Lione, Lucca, Leiden e Lugano. Il mito narra che Lugh possedeva sangue misto essendo nato da Ethniu, figlia di Balor dei Fomoriani e Cian dei Thuatha dé Dannan, nell'infanzia ricevette perciò gli insegnamenti di entrambe le tribù: dai Fomoriani apprese l'arte bellica, l'efferatezza e la violenza (questa popolazione spesso era identificata con forze caotiche e primordiali simili a demoni) mentre dai Thuatha dé Dannan (i Figli della Dea Dana) apprese i segreti della magia, l'uso delle erbe, le arti plastiche come la scultura. Successivamente fu affidato alle cure di Tailtu (o Tuiltun), Regina dei Fir Bolg, alla quale dedicò una festa, celebrata nel suo giorno e conosciuta come Aenach Tailteann che si fuse con Lughnasadh. Il motivo di tale dono da parte di Lugh va ricercato ancora nel mito, infatti secondo gli antichi racconti Tiltu dovette prosciugare tutta la pianura di Breg per impedire una catastrofe ma alla fine dell'impresa morì dalla fatica, Lugh per commemorare la tutrice l'immortalò nella sua grande celebrazione estiva caratterizzata da particolari riti funebri. Il nome Lugh, come dicevo, ha diverse spiegazioni etimologiche, alcuni studiosi lo fanno derivare dal protoceltico lu-wgus, “energia che fluisce”, altri dalla radice celtica lugios ovvero “giuramento” - quest'ultima ipotesi motiva i legami che Giulio Cesare, nel suo De Bello Gallico, dichiara associando Lugh con Mercurio, Signore dei Giuramenti e del Commercio. Un'altra teoria affianca a Lugh il Dio nordico Lugus concentrando l'etimologia sul latino lugere “piangere, lamentarsi” confermando il carattere malinconico della festività unito naturalmente a quello ludico. L'identificazione con Lugus ormai è accertata, moltissimi epiteti del Dio sono anche di Lugh sebbene le fonti su Lugus sono molto carenti. Si è discusso sulla natura di Lugh come Dio della Luce e del Sole in linea con l'Estate, tuttavia analizzato i titoli si deduce che la divinità poteva presiedere non tanto alla luce solare quanto a quella delle Tempeste, dei Lampi – Ionnbeimnech “Feroce Percussore”, è un epiteto ricorrente che ricorda la forza luminosa scaturita sia dal lampo che dai temporali estivi. Lugh era anche conosciuto come Lugad Mal Trigòn “Figlio dei Tre Bracchi” sottolineando la natura triplice del Dio[1], veniva infatti rappresentato con tre volti o tre falli. Quale sia la natura di Lugh è certo che durante la celebrazione di Lughnasadh si festeggiava l'opulenza del Raccolto, la commemorazione degli Spiriti Benigni, la felicità e Serenità estiva. I popoli nordici in questo periodo interrompevano le guerre aprendo un periodo di pace, consacravano il pane e le primizie della Terra, celebravano i matrimoni e le unioni, organizzavano gare di forza e coraggio ripercorrendo la vita del Dio. Una tradizione scozzese e inglese prevedeva di lanciare una grande ruota infuocata dal più alto monte ad indicare il Sole al massimo della sua forza mentre percorre velocemente il Cielo avviandosi alla Caduta autunnale; in Gallia si confezionavano delle piccole bamboline intrecciando steli di grano privati della parte superiore, le quali venivano consacrate dal Sacerdote e tenute come talismano per tutto l'anno. Una variante di Lughnasadh era Carmun, divinità celtica simile a Tailtu che dava il nome alla località omonima dove era venerata. Nell'ambiente neopagano, Lughnasadh è conosciuta anche come Lammas da loaf-mass “Festa dei Pani”, un'antica festività medievale nella quale il sacerdote cristiano consacrava i Pani in una ritualità assolutamente pagana. In questa versione era anche conosciuta come Gale of August come sottolinea R. Hutton facendo derivare la celebrazione dal gallese gwyl aust, “Festa di Agosto” richiamando quindi il sincretismo della precedente facies politeista. In Scandinavia veniva celebrata l'unione matrimoniale tra Frigga e Odino nel Walhalla.
L'Egitto consacra l'Estate con un rito molto particolare che coinvolge non soltanto i fedeli ma anche l'intero circuito templare. La piramide di Cheope era il fulcro esoterico, il 31 luglio infatti le stelle Orione (Osiride), Sirio (Iside) e Kochab (stella dell'Ascia di Horus) si allineavano nei canali della Costruzione convergendo la luce nella cosiddetta Caverna Cosmica dei Misteri sede dell'Anima divina. Il faraone approfittava di questa convergenza per acquisire l'energia stellare prolungando la sua salute, fortuna e grandezza imperiale. Accanto a questo affascinante rito si celebravano le feste in onore di Kephra, associato al sorgere della Luce e la battaglia ancestrale fra Horus e Seth che approfondirò nella sezione apposita.
Nell'antica Roma molte erano le divinità celebrate nei mesi estivi ma le più celebri erano sicuramente i Consualia, Vulcanalia e Mundus Cereris. Nella prima si festeggiava l'opulenza di Consus, dio dei raccolti e delle provviste assolutamente compatibile alla festività di Lughnasadh – si organizzavano corse di cavalli, danze e giochi. Nella seconda si osannava il dio Vulcano che possedeva un tempio all'esterno delle mura cittadine poiché considerato troppo pericoloso e la sua vicinanza alla città poteva comprometterne la sicurezza. L'altare dove si officiavano i sacrifici era di Lapis Niger (Pietra Nera) probabilmente di origine lavica, era invocato come Mulaber (“che incanta il fuoco”) e Quietus (“Tranquillo”) insieme a Stata Mater, la Madre che protegge dagli Incendi. Le offerte consistevano in pesci o piccoli esseri viventi che venivano gettati nel fuoco in sostituzione dell'uomo, il vulcano così aveva avuto la sua vittima annuale senza eruttare. La festa di Mundus Cereris ci riporta al carattere funerario di Lughnasadh diverso da Samahin essendo le anime richiamate benigne e proficue per l'uomo. I due coperchi (Lapis Manalis) che bloccavano l'Ostium Orci (la Porta degli Inferi) venivano rimossi permettendo ai Manes (gli Spiriti Ancestrali degli Antenati) di vagare sulla Terra e apportare il loro benefici annuali. Ricordo anche i Neptunalia, i Furrinalia dedicate a Furrina dea minore dei pozzi e delle fonti e le celebrazioni in onore di Maia e Ops (l'abbondanza).
In Grecia la celebrazione più grande era quella delle Panathenaia (“Tutti gli ateniesi”) ovvero la Nascita di Athena dalla Testa di Zeus. Il giorno precedente chiamato Pannukhis (“Tutte le Notti”, la Vigilia) si offrivano primizie e frutta alla Dea attendendo l'alba quando le offerte si estendevano all'Altare di Eros, Prometeo e naturalmente Athena. I sacrifici erano compiuti sul fuoco sacro per questo motivo Prometeo, che donò il fuoco agli uomini, è parte della festività. Grande importanza rivestiva la sistemazione della processione e l'ordine dei sacrifici. A capo del corteo stavano gli Ergastinai (Lavoratori) col Sacerdote che portava il nuovo peplo (vestito) intessuto durante le Plunteria da delle giovani vergini, il sacro indumento era posto su un bastone e una barca che veniva abbandonata una volta giunti in prossimità del tempio, al primo corteo potevano aggiungersi fanciulle portanti offerte, scodelle, brocche e incenso. A questo punto la processione si divideva in due capi: a Nord vi erano i Sommi Sacerdoti con quattro mucche e una pecora per Pandros (figlia di Cecopre) sacrificate al Tempio Antico di Athena Polias (“della Città”); a Sud gran parte dei fedeli conducevano all'Altare del Sacrificio nella parte esterna del Partenone quattro bovini sacrificati ad Athena Parthenos (“Vergine”), le carni venivano consumate da tutti i fedeli a differenza del primo sacrificio a Nord riservato ai Sacerdoti. A questi due capi seguono i vincitori delle Piccole Panathenaia con in mano una torcia e una hudria (brocca per le libagioni di acqua). Seguono ancora gli Hudruaphoroi (portatori di hudria), Kitharodoi (suonatori di lira), Auletes (suonatori di flauti), Skaphephoroi (portatori di vassoi contenenti oggetti di oro, bronzo oppure dolci sacrificali), Thallophoroi (portatori di ramoscelli d'olivo provenienti dal boschetto sacro di Athena - coloro che non erano greci di nascita portavano un ramoscello di quercia). Il peplo era adagiato sulle ginocchia della Dea e donato da un ragazzo o ragazza al Sacerdote officiante. La fanciulla poteva essere una Arrephore (celebrante delle Arrephoroi), il fanciullo invece poteva essere il figlio dell'Arconte/Sacerdote addobbato con un Serpente a rappresentare Erittonio. I bambini e fedeli portavano delle offerte d'incenso nei grandi thumietheria (incensieri). La prima offerta (prothuma) era dedicata a Gea (la Madre Terra) o Ge Kourotrophos, seguivano quindi i sacrifici alle divinità alleate di Atene principalmente ctonie e terrestri. Gli ultimi e più grandi sacrifici erano dedicati ad Athena Hugieia (“Salute”) e Nike (“Vittoria”). Dopo la processione e la celebrazione rituale iniziavano gli Agones, gare sportive e artistiche che avevano come premio un'Anfora Panatenaica contenente prezioso olio di oliva prelevato dal boschetto della Dea oppure una corona di ramoscelli d'ulivo e denaro. A questa grande festa che coinvolgeva tutta la Grecia si affiancavano le Aphrodisia che celebravano Afrodite Pandemos (“Comune a Tutti”) e Peitho (“Persuasione”), venerate particolarmente nel periodo arcaico come dee belliche e dell'Amore sessuale. Il Tempio e l'Altare venivano purificati e consacrati con sangue di colomba e oli profumati, le statue invece erano immerse in acque sacre dopo una processione rituale. Anche le Kronia avevano un ruolo importante, questa festività era simile ai Saturnalia romani di Dicembre – parimenti veniva ricordata la restaurazione dell'Età Aurea governata da Kronos[8] e Rhea.
In Giappone ad Agosto si celebra la Festa buddista di Obon che ricorda i Defunti e la Famiglia[9]. Il mito narra che un discepolo di Budda ebbe una visione della madre tormentata dagli Spiriti Iracondi, preoccupato chiese consiglio al Maestro che gli prescrisse di sacrificare a Sangha nel quindicesimo giorno del settimo mese. Il discepolo dopo aver eseguito la pratica ebbe conferma della liberazione della madre e per la felicità cominciò a ballare istituendo la danza del Bon Odori (Danza Bon) caratteristica principale della festività. Sul giungere della sera i fedeli lasciano ai flutti dei fiumi i cosiddetti Toro Nagashi ovvero lanterne galleggianti atte a condurre i Defunti nel Regno delle Ombre. In Cina è conosciuta come la Festa dei Fantasmi e celebrata in vari parti del mondo come il Brasile, Canada, Stati Uniti e Malesia.
La teologia wiccan celebra la maturazione del Dio in Padre. E' il momento del Raccolto annuale, ciò che abbiamo seminato nei mesi precedenti adesso sarà utile per il miglioramento e la sopravvivenza, soltanto tramite le provviste di Lughnasadh possiamo affrontare la prossima Caduta autunnale, questa è l'ultima occasione che gli Dei offrono prima che il ciclo stagionale ci conduca nuovamente nell'Oscurità. Il Sole splende in cielo infuocato e ardente, ogni parte della nostra vita è illuminata dal Grande Astro, chiara e visibile, non abbiamo giustificazioni o scuse, tutto è lineare. La festività è governata dal Leone, il Re della Foresta che con la sua chioma infuocata porta alla maturazione di ogni cosa ma anche alla calura più fastidiosa. Il domicilio del Segno è naturalmente il Sole/Lugh astro che dall'Alto dei Cielo assiste gli uomini nella loro felicità e nella Raccolta delle provviste per il futuro.
Tradizioni magiche:Meditate sul Fuoco Estivo.
Preparate il Pane del Raccolto e consacratelo a Lugh.
Comprate un vestito in onore di Athena.
Danzate e visitate i Defunti.
Invocate Afrodite Pandemos nella vostra Devozione Quotidiana.
Consacrate una bottiglia di Olio d’Oliva che utilizzerete nei rituali.
Addobbate la casa con rametti di olivo e spighe.
Meditate sulla Spiaggia, ringraziando Nettuno e Furrina.
Festa di Lughnasad: la Festa del GranoGrazie alle feste celtiche oggi stiamo imparando a riappropriarci della dimensione magica del tempo, così come veniva vissuta negli antichi rituali pagani, per ritrovare le nostre lontane radici spirituali e comprendere miti, simboli, tradizioni, leggende, festività in relazione ad alcuni fondamentali momenti di passaggio dell'anno.
In Agosto ricorre la festività celtica e pagana di Lughnasad, una festa di ringraziamento per il raccolto che viene chiamata anche “Festa del Grano”.
“Lughnasad” (che troviamo scritto anche come “Lughnasadh” o “Lughnasa”, e in Irlandese moderno “Lúnasa”, il nome gaelico del mese di Agosto) è una festività che la tradizione celebra indicativamente il 1° Agosto. Questo è il periodo del raccolto dei cereali per i paesi celtici del nord Europa, dove la maturazione avveniva più tardi. Lughnasad era una delle quattro feste principali della religione celtica, l’ultima grande festività del calendario e il suo nome significa “commemorazione o assemblea di Lugh”. Secondo la tradizione dedicata a Lugh, il dio del Sole della mitologia celtica. Lugh viene chiamato con gli attributi onorifici di Lamfada, «dal Lungo Braccio» (una rappresentazione del raggio solare) e Samildánach, «dalle molte arti». Venerato poiché abile in ogni arte conosciuta, di cui è anche divino ispiratore, in questa particolare festa era celebrato come distributore di ricchezze. Per i popoli antichi queste ricchezze erano cibo per tutti, il “pane quotidiano”.
Una Festa del Pane chiamata LammasRitroviamo la celebrazione anche con un altro nome, “Lammas”. Questo nome è stato ripreso da una festività anglosassone che si celebrava nello stesso periodo e che dovrebbe avere origini simili. Infatti Lammas, che si fa derivare da “loaf-mass” (festa del pane), è una festa di ringraziamento e il pane simboleggia il primo frutto del raccolto.
Le celebrazioni di Lughnasad potevano durare anche un mese. Oltre ai giorni dedicati ai rituali religiosi (che indicativamente erano tre), in antichità questo era il tempo per le grandi assemblee delle tribù, in occasione delle quali si svolgevano le grandi fiere e le gare di forza e abilità fra campioni che giungevano anche da molto lontano.
Un riflesso di queste antiche assemblee si ritrova ancora oggi in Scozia con i tradizionali Highland Games che si tengono fra luglio e settembre. Ai Giochi delle Highlands, che prevedono gare di forza fra atleti e competizioni fra danzatori, intervengono campioni da ogni angolo del Paese.
La Vecchia e la Fanciulla del Grano«Uno dei più importanti eventi dell’anno agrario nell’antica Europa era ed è ancora il raccolto del grano. Risalente all’Età Neolitica, la coltivazione dei cereali ha letteralmente plasmato tutte le civiltà europee e mediterranee: la farina e il pane erano la vita per le antiche popolazioni.
La mitologia più antica narrò di due entità femminili, madre e figlia, che rappresentavano forse il raccolto maturo e il futuro raccolto da seminare, entrambe simboleggiate dall’ultimo covone mietuto, quasi a raffigurare la loro somiglianza e identità. Il folklore europeo ne parlò come la Vecchia del Grano, il vecchio spirito o la vecchia divinità che moriva al momento del raccolto per incarnarsi nella Fanciulla del Grano, raffigurata come una bambola formata con le spighe dell’ultimo covone e conservata come un talismano per tutto l’anno. In epoche precristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e Persefone, o Cerere e Proserpina.»
Una leggenda irlandese «Le origini della festa di Lughnasadh [secondo la mitologia irlandese ] sono collegate, però, non tanto a Lugh quanto alla sua madre adottiva Tailtiu, la quale si affaticò per preparare le pianure irlandesi all’agricoltura e così morì, dopo aver chiesto che la pianura diventasse la sua tomba. Lugh ordinò che gli uomini di Irlanda tenessero una festa annuale all’anniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo onore. La tradizione dei giochi funerari ha paralleli in molte culture, basti ricordare le cerimonie funebri dei guerrieri morti ricordate nell’Iliade. Il vero scopo della festa è il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra. Gli stessi raccolti sono essi stessi parte del corpo della Madre Terra.»
I rituali, ieri e oggiNelle tradizioni irlandesi, ereditate dalle antiche Leggi del Brehon (un codice medievale di legislazioni), Lughnasadh era anche il momento per celebrare i matrimoni e gli sposi eseguivano particolari danze rituali prima di essere uniti dai genitori. Nelle zone più rurali dell’isola, le Gaeltacht, alcune comunità irlandesi continuano a celebrare la festa con danze e fuochi propiziatori. Questa tradizione è diventata celebre grazie a un film, “Ballando a Lughnasa”, dove c’è una festa intorno a un falò in cima a un colle e le coppie di sposi si uniscono in matrimonio saltando il fuoco.
Le celebrazioni di Lughnasad si sono tenute anche fra i Galli continentali almeno fino al primo secolo dopo Cristo (come attesta il Calendario di Coligny, che risale a quell’epoca e ha registrato i nomi e i periodi delle feste celtiche). E il 1° Agosto in Svizzera c’è una festa nazionale, con l’accensione tradizionale di falò, che potrebbe derivare dall’antica tradizione celtica della “Festa del Grano”.
Questo momento dell’anno, dominato dal calore solare e dalla generosità della natura, vede la fine degli sforzi umani per portare a compimento il ciclo agrario con il raccolto del grano, uno degli eventi più importanti dell’antica Europa. Risalente all’Età Neolitica, la coltivazione dei cereali ha letteralmente plasmato tutte le civiltà europee e mediterranee.
La mitologia più antica narrò di due entità femminili, Madre e Figlia, che rappresentavano forse il raccolto maturo e il frutto raccolto da seminare, entrambe simboleggiate dall’ultimo covone mietuto, quasi a raffigurare la loro somiglianza e identità. Il folklore europeo ne parlò come la Vecchia del Grano, il vecchio spirito o vecchia divinità che moriva al momento del raccolto per incarnarsi nella Fanciulla del Grano raffigurata come una bambola formata con le spighe dell’ultimo covone e conservata come un talismano per tutto l’anno.
Demetra e PersefoneIn epoche Pre-Cristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e Persefone o Cerere e Proserpina.
I misteri iniziatici in onore di Demetra e Persefone, che si tenevano ogni anno nell’antica città greca di Eleusi, rivelavano che la morte è solo un passaggio verso una diversa esistenza. Il chicco di grano muore ma per rinascere come nuova spiga.
Più tardi, in molte mitologie, la divinità del grano assunse aspetto maschile, il Re o Dio del Grano, Figlio o Amante della Dea. Tali furono Tammuz e Adone il primo riportato in vita dalla sua sposa Ishtar, il secondo destinato a trascorrere metà dell’anno con la Regina dell’Oltretomba e l’altra metà con Afrodite, Dea dell’amore e della Fertilità. Entrambi erano giovani Dei che morivano per resuscitare a nuova vita, come il grano.
Nei paesi celtici del nord Europa, il raccolto dei cereali avveniva più tardi e prima delle dure fatiche del raccolto ci si concedeva una pausa di festa, contrassegnata il primo agosto dalla celebrazione di Lughnasadh (Luunasa), la “Commemorazione di Lugh”. L’Irlanda è una terra dove le usanze di Lughnasadh sono sopravvissute fino ai giorni nostri.
Lugh, Dio del Fuoco e della Luce, può aver derivato il suo nome dalla stessa radice del latino Lux, e pare che sia una più tarda e sofisticata versione di Bel/Beli/Balor, che regna su Beltane. Lugh infatti è legato alle popolazioni agricole, che si unirono a quelle pastorali.
Lugh è anche divinità delle Arti, chiamato “Ugualmente Abile in tutte le Arti” e “Luminoso dalla Mano Abile” per indicare le sue capacità. Era inoltre definito “dal Lungo Braccio” appellativo che lo avvicina al Dio solare egizio Aton, raffigurato con raggi dalle lunghe mani.
Nei tempi cristiani il suo corrispettivo fu l’Arcangelo Michele, oppure Lucifero che come Lugh è portatore di Luce.
LughLughnasadh era occasione di raduni e feste in cui ci si dedicava a giochi, gare e banchetti e si tenevano anche competizioni poetiche di bardi e musici sotto il patrocinio di Lugh.
Il sole aveva trionfato su venti, gelo e nebbie ed ora il raccolto era pronto. Ma la fertilità è anche un concetto legato alla sessualità umana, così nell’antica Irlanda si celebravano i cosiddetti “matrimoni di prova” che duravano un anno ed un giorno. Il contratto era rinnovabile, ma se alla scadenza del periodo la convivenza aveva avuto un cattivo esito, la coppia non doveva fare altro che ritornare al luogo della cerimonia, mettersi schiena contro schiena e allontanarsi in direzioni opposte.
Lughnasadh passò nel folklore britannico con il nome di Lammas, abbreviazione di Loaf-mass (dall’anglosassone half-maess) o “Messa della Pagnotta” poiché con il primo grano raccolto si preparava un pane propiziatorio, offerto nelle chiese come parte di riti eucaristici. La festa viene celebrata anche con fuochi rituali accesi in cima alle colline, come in Galles, nell’isola di Man e in Irlanda, dove i falò sono anche occasione di danze di licenziosità.
La festa del Sole Calante è il punto di svolta in cui l’Uomo Verde di Beltane si prepara a diventare l’Uomo Grigio della Morte in autunno.Ora infatti è il tempo in cui si arresta la crescita del mondo vegetale, per permettere al raccolto di maturare.
Nel folklore europeo, durante i rituali, dall’ultimo covone si estraggono i chicchi del futuro raccolto e si spargono le ceneri delle spighe per fertilizzare la terra.
Il tema di morte e rinascita non negava quello della fertilità espresso dalle orge rituali durante le feste del raccolto che, ricordando il mitico Caos primordiale, rinnovavano il ciclo dell’anno e la fecondità della terra: Fertilità Umana e Fertilità della Natura. Eros (amore) e Tanathos (morte) costituiscono un binomio inscindibile anche in questo periodo dell’anno.
La festa del granoUno dei più importanti eventi dell'anno agrario nell'antica Europa era ed è ancora il raccolto del grano. Risalente all'Età Neolitica, la coltivazione dei cereali ha letteralmente plasmato tutte le civiltà europee e mediterranee. La farina e il pane erano letteralmente la vita per le antiche popolazioni. La mitologia più antica narrò di due entità femminili, madre e figlia, che rappresentavano forse il raccolto maturo e il futuro raccolto da seminare, entrambe simboleggiate dall'ultimo covone mietuto quasi a raffigurare la loro somiglianza e identità. Il folklore europeo ne parlò come la Vecchia del Grano, il vecchio spirito o la vecchia divinità che moriva al momento del raccolto per incarnarsi nella Fanciulla del Grano, raffigurata come una bambola formata con le spighe dell'ultimo covone e conservata come un talismano per tutto l'anno. In epoche precristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e Persefone, o Cerere e Proserpina. Ma non era solo una storia di raccolti e di vegetazione quella che raccontavano gli antichi miti. No, era una storia di morte e resurrezione che coinvolgeva tutti i regni della natura, compreso quello umano. I misteri iniziatici in onore di Demetra e Persefone che si tenevano ogni anno nell'antica città greca di Eleusi rivelavano che la morte è solo un passaggio verso una diversa esistenza. Così come Persefone ritornava dal regno dei morti, anche gli iniziati potevano aspirare alla resurrezione. Il chicco di grano muore ma per rinascere come nuova spiga. Più tardi la divinità del grano assunse aspetto maschile, il Re o Dio del Grano, figlio o amante delle grandi dee. Tali furono Tammuz e Adone, il primo riportato in vita dalla sua sposa Ishtar, il secondo destinato a trascorrere metà dell'anno con la Regina dell'Oltretomba e l'altra metà con Afrodite, dea dell'amore e della fertilità. Entrambi erano giovani dei che morivano per risuscitare a nuova vita, come il grano. Suggerisce nulla tutto ciò? C'era un bosco sacro dedicato ad Adone nei pressi di Betlehem ("Casa del Pane")... In molti templi neolitici dell'Europa orientale sono state rinvenute statuette di donne-uccello (la Dea Uccello) e statuette umane che preparano il pane. Ciò richiama i motivi del tempio di Afrodite a Pafo, nell'isola di Cipro dove Afrodite e Adone furono amanti. Nei paesi celtici del Nord Europa il raccolto dei cereali avveniva più tardi e prima delle dure fatiche del raccolto ci si concedeva una pausa di festa, contrassegnata il 1° agosto dalla celebrazione di Lughnasadh (pron. Luunasa), la "commemorazione di Lugh" (nasadh = commemorazione o assemblea). In gaelico irlandese Lunasa indica il mese di agosto, in gaelico scozzese la ricorrenza è chiamata Lunasda. L'Irlanda è una terra dove le usanze di Lughnasadh sono sopravvissute fino ai nostri giorni. Nei secoli in cui la religione cattolica era perseguitata dai Protestanti, le masse rurali si radunavano su cime di colline o vicino a sorgenti per celebrare i momenti di passaggio dell'anno, obbedendo a tradizioni molto più antiche del Cristianesimo. L'Irlanda ha ancora un cuore pagano, basti pensare al film "Ballando a Lughnasa" dove tra l'altro è mostrato anche un festino intorno a un falò in cima ad un colle... Lugh, dio del fuoco e della luce, può avere derivato il suo nome dalla stessa radice del latino lux, e pare sia una più tarda e più sofisticata versione di Bel/Beli/Balor che regna su Beltaine. Lugh è legato alle popolazioni agricole che si unirono a quelle pastorali: Beltane è una festa pastorale, Lughnasadh è una festa più agraria. Lugh nelle leggende irlandesi era un capo dei Tuatha de Danann, il "Popolo della Dea Dana". Nella guerra contro i precedenti abitatori dell'lrlanda, i Fomori, egli scambiò la vita di Bres, capo nemico, con i segreti dell'agricoltura: aratura, semina, raccolto. Il re dei Fomori era Balor (l'antico Bel), ritenuto nonno o padre di Lugh; ciò non deve sorprendere poiché nelle mitologie di tutto il mondo un dio che rimpiazza una divinità più antica, viene sempre collegata ad essa da legami di parentela per poterne ereditare anche violentemente le funzioni. I Tuatha de Danann furono i penultimi invasori dell'lrlanda (gli ultimi furono i Milesiani, cioè i popoli gaelici) e si imposero ai più antichi Fomori. Lugh appare così un Balor rigenerato. Lugh è anche divinità delle arti, chiamato "ugualmente abile in tutte le arti" e "luminoso dalla mano abile" per indicare le sue capacità. Nel grande racconto mitologico "La battaglia di Mag Tured" si descrive l'arrivo di Lugh a Tara, capitale sacra dove possono essere accolti solo coloro che possiedono un'arte. I due portinai di Tara interrogano Lugh il quale elenca a una a una tutte le sue specializzazioni ed essi cercano di rifiutargli l'ingresso dicendo che a Tara esistono già persone maestre in ciascuna delle arti nominate. AI che Lugh ribatte dicendo che non sarebbe entrato a Tara solo se il re avesse avuto al suo servizio un uomo abile in tutte le arti. Poichè nessuno possedeva contemporaneamente tutte le capacità di Lugh, egli entrò trionfalmente nella capitale. Lugh era patrono di molte città, come Lione in Francia, l'antica Lugdunum, per l'appunto e ciò può essere spiegato col fatto che le città dei Celti nacquero quasi tutte come fiere di artigiani e costoro trovavano naturale consacrare i nuovi insediamenti alloro patrono. Lugh era detto anche Lamfhada "dal lungo braccio", appellativo che lo avvicina al dio solare egizio Aton, raffigurato con raggi dalle lunghe mani. In alcune leggende egli appare nato da un parto trigemino (cioè possedendo una triplice forma), in altre egli sposa tre dee. Questo aspetto trino lo avvicina molto a Brigit, anche essa divinità della luce e delle arti, di cui forse era la controparte maschile. Lugh è il padre spirituale del grande eroe irlandese Cu Chulainn, e divenne Llew Llaw Gyffes ("leone dalla mano veloce") in Galles e Lud in Inghilterra, figure mitiche i cui miti passarono in quello arturiano di Lancillotto. Nei tempi cristiani il suo posto fu preso dall'arcangelo Michele, una più tarda forma di Lucifero che come Lugh è portatore di luce. Le origini della festa di Lammas sono collegate però non tanto a Lugh quanto alla sua madre adottiva Tailtiu, la quale si affaticò per preparare le pianure irlandesi all'agricoltura e così morì, dopo aver chiesto che la pianura diventasse la sua tomba. Lugh ordinò che gli uomini di Irlanda tenessero una festa annuale all'anniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo onore. La tradizione di giochi funerari ha paralleli in molte culture, basti ricordare le cerimonie funebri dei guerrieri morti ricordate nell'Iliade. Il vero scopo della festa è il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra. Gli stessi raccolti sono anche essi parte del corpo della Madre Terra. In questo periodo dell'estate avanzata, si erano lasciate alle spalle le fatiche e le preoccupazioni del raccolto del fieno e ci si preparava al raccolto di grano e orzo, le messi che il calore del sole ha fatto maturare. Lammas era occasione di raduni e feste per le tribù celtiche, in cui ci si dedicava a giochi, gare e banchetti. Era tempo di mostrare la velocità dei propri cavalli e di competere in gare di abilità e forza: ciò era anche un allenamento alle fatiche del raccolto, in cui la velocità e la resistenza erano doti essenziali in epoche prive di macchine. Spesso bisognava fare i conti col cattivo tempo che poteva rovinare il lavoro di un intero anno! Così i giovani partecipavano a gare di lotta, lancio di aste, tiro con l'arco e corse di cavalli, giochi tenuti in grande conto in società guerriere come quella celtica; molte di queste usanze sono state conservate nei Giochi Gaelici che si tengono ancora in Scozia nel mese di agosto. Ma anche le arti erano sotto il patrocinio di Lugh e si tenevano quindi anche competizioni poetiche di Bardi e di musici. I raduni erano occasioni per tenere fiere in cui venivano ingaggiati braccianti e venduti animali. La festa durava due settimane e si diceva che finche sarebbe durata questa tradizione, ci sarebbe stato "grano e latte in ogni casa, pace e bel tempo per la festa e il raccolto". Era tempo di baldorie propiziate dal calore estivo e si celebrava l'inizio del raccolto e l'offerta dei primi frutti agli dei (la festa era detta "del primo raccolto"), così come pure la potenza della luce solare e l'abbondanza generosa della natura. Il sole aveva trionfato su venti, gelo e nebbie e ora il raccolto era pronto. Ma la fertilità è anche un concetto legato alla sessualità umana, così nell'antica Irlanda si celebravano i cosiddetti matrimoni di prova che duravano un anno e un giorno. La località principale dove si celebravano questi matrimoni era in Irlanda a Teltown, località che ha preso il nome dalla Dea Tailtiu. Vicino a una fossa dove sgorgava una sorgente era eretto un muro con un foro: uomini e donne stavano sugli opposti lati del muro, senza potersi vedere ma spingendo insieme le mani attraverso il foro le loro mani. Se agli uomini piaceva l'aspetto delle mani delle donne le afferravano e ciò sigillava il patto matrimoniale. Il contratto era rinnovabile, ma se alla scadenza del periodo la convivenza aveva avuto cattivo esito, la coppia non doveva fare altro che ritornare al luogo della cerimonia, mettersi schiena scontro schiena e allontanarsi in direzione opposte. Una separazione consensuale e tranquilla, senza spese per il divorzio! Questa usanza in realtà è il ricordo di un'antica pratica rituale. La ragione di dare il nome di Lugh alla festa era dovuta alla sua associazione con la Dea Erin alla quale si unì in matrimonio con "nozze di sovranità" (banais rigi in gaelico) in occasione del suo accesso alla sovranità dei Tuatha De Danann. Allo stesso modo tutti ire d'lrlanda si univano ritualmente alla Dea della Terra, la sola che concedeva loro la sovranità sul paese. A Lughnasadh troviamo il parallelo dell'accoppiamento rituale di Beltaine, dove il Dio dell'anno crescente sposava la Dea della Terra. Allo stesso modo i "matrimoni nei boschi" di maggio hanno un corrispondente nei matrimoni di Teltown e degli amori nei campi di grano a Lammas. Ma occorre tener presente che. le nozze rituali di Lugh rappresentano un accoppiamento sacrificale, in armonia del resto col sentimento di morte che aleggia su questa prima festa di autunno. Secondo lo studioso James Frazer, questo era il tempo in cui il re sacro era ritualmente ucciso e il nuovo re sposava la Dea Madre. Così Lugh moriva e rinasceva in accoppiamento con la Dea, unendo in un unico tema di sacrificio la fertilità umana e quella della terra. A noi tutto ciò può sembrare paradossale, come pure il collegamento dei giochi funerari in onore di Tailtiu con le feste nuziali di Lugh. Per comprendere il paradosso delle nozze di Lugh dobbiamo comprendere che le più tarde aggiunte alla leggenda hanno deformato il ruolo della Dea: infatti, pare che in origine i funerali fossero tenuti in onore del Dio che moriva in quanto Dio del Grano e dell'anno crescente. Le nozze erano quindi quelle del Dio dell'anno calante, suo gemello e sostituto. Troviamo questi aspetti nella leggenda gallese di Llew (figura che come si è detto ripete quella di Lugh). Egli visitò il castello di sua madre Arianrhod recandosi là con un coracle, antica e tipica imbarcazione irlandese che simboleggia forse il cesto del raccolto con cui le divinità solari viaggiavano per recarsi dove li attende la Grande Dea. Caer Arianrhod, il castello della Ruota d'Argento era un altro nome della costellazione della Corona Borealis, costellazione circumpolare che non tramonta e quindi ritenuta dimora ultraterrena di divinità e di eroi defunti. Il viaggio di Llew altro non è che il viaggio compiuto in qualità di re dell'anno crescente dopo il proprio sacrificio e in attesa di rinascita. Llew nelle leggende sposò Blodeuwedd, donna creata con i fiori e quindi figura rappresentativa della Giovane Dea della Vegetazione. In seguito Blodeuwedd tradì Llew con Grown il Forte e lo uccise sacrificandolo e sposando il suo sostituto, il re dell'anno calante. Anche in Irlanda gli aspetti sacrificali sono adombrati dalle leggende su Crom, dio sacrificale associato a Lughnasadh e chiamato anche Crom Cruach ("il piegato del tumulo") o Crom Dubh ("il piegato dal nero colore). L'ultima Domenica di luglio in Irlanda è la Domenica di Crom Dubh, in cui ha luogo un grande pellegrinaggio sul monte Croagh Patrick dove si dice che San Patrizio sconfisse una schiera di demoni. Il sacrificio di Crom era compiuto anticamente sacrificando un suo rappresentante umano presso una pietra fallica circondata da altre dodici pietre, essendo questo il tradizionale numero dei compagni del re-eroe sacrificale. Il Libro di Leinster cita dodici idoli di pietra e la statua d'oro di Crom. Più tardi i sacrifici umani furono rimpiazzati da quelli di un toro. Crom, come pure Balor o Bres, è una forma antica del dio luminoso che produce raccolti, rimpiazzata da Lugh in qualità di nuovo Dio che gli sottrae i frutti del suo potere. Nelle leggende Crom Dubh era sepolto nel terreno fino al collo per tre giorni e poi liberato una volta che i frutti del raccolto erano stati garantiti: un segno del successo del rituale era l'abbondanza di mirtilli, presagio di raccolti abbondanti. Ciò rimase nel folklore col nome di Domenica del Mirtillo dato alla Domenica di Crom Dubh, con i giovani che vanno a raccogliere questo frutto. La sepoltura di Crom e la sua liberazione ci rinviano dunque al tema di sacrificio e di rinascita di Lammas. Lughnasadh passò nel folklore britannico con il nome di Lammas, abbreviazione di Loaf-mass (dall'Anglo-Sassone "Hlaj-maess") o "messa della pagnotta" poi che con il primo grano raccolto si preparava un pane propiziatorio, offerto nelle chiese come parte di riti eucaristici. L'antica divinità divenne John Barleycorn, lo spirito del grano o dell'orzo che muore stritolato nella macina per donare farina agli uomini o annegato nella distillazione per produrre whisky. Non a caso nel mito celtico la dimora funebre di re ed eroi era rappresentata come una costruzione circolare e rotante, il Castello della Ruota d'Argento: non è forse questa una raffigurazione poetica del mulino con la sua macina sacrificale? Ma lo stesso simbolo viene raffigurato dalla ruota che viene accesa e fatta rotolare giù per il pendio di una collina, usanza ancora oggi celebrata in Scozia, Germania e Svizzera. A volte la ruota finisce in un fiume, così come la ruota delle stagioni inizia il suo declino. Questa ruota è nuovamente la ruota solare che abbiamo già visto nelle feste del Solstizio estivo. Lammas ripete in un certo senso alcuni simboli solstiziali, essendo il culmine e l'inizio del declino nel ciclo delle feste celtiche allo stesso modo in cui il Solstizio estivo è culmine e inizio di declino nelle feste astronomico-solari. La festa viene celebrata anche con fuochi rituali accesi in cima alle colline, come in Galles, nell'isola di Man e in Irlanda, dove i falò sono anche occasione di danze di licenziosità. La pianta sacra di Lammas è la spiga di grano o di orzo. Lugh e Llew sono divinità del grano, di morte e di rinascita, perché il grano tagliato rinasce come farina e pane. Durante i raccolti si credeva anticamente che una forza sacra (chiamata dai Russi “il Vecchio” , da altri popoli slavi “la Vecchia”, e nei paesi germanici “la Madonna del Grano”) si incarnasse nell'ultimo covone mietuto. Questo spirito del grano era identificato spesso nell'ultimo mietitore che raccoglieva l'ultimo covone. In tempi antichi egli era sacrificato e le sue ceneri sparse nei campi. Poi si passò a sacrificare animali e bruciare fantocci, ma il significato era sempre quello: il sacrificio della divinità primordiale, che moriva come Re del Grano e il cui sangue benediceva la terra, garanzia di futuri e abbondanti raccolti. La festa del sole calante è il punto di svolta in cui l'Uomo Verde di Beltaine si prepara a diventare l'Uomo Grigio della morte in autunno, quando inizia il suo viaggio verso l'Altro Mondo. Ora, infatti, è il tempo in cui si arresta la crescita nel mondo vegetale per permettere al raccolto di maturare. Nel folklore europeo, durante i rituali dell'ultimo covone, si estraggono i chicchi del futuro raccolto e si spargono le ceneri delle spighe per fertilizzare la terra. II tema di morte e rinascita non negava quello della fertilità, espresso dalle orge rituali durante le feste del raccolto che, riattualizzando il mitico caos primordiale, rinnovavano il ciclo dell'anno e la fecondità della terra: fertilità umana e fertilità della Natura. Eros (amore) e Tanathos (morte) costituiscono un binomio inscindibile anche in questo periodo dell'anno.
FONTI:
Da Giovani Streghe di Silven Raven Wolf, Macro Edizioni, 2000
http://ilgiardinodelleesperidi.itwww.cervobianco.itwww.trigallia.comhttp://arcanae.splinder.com“Feste Pagane” di Roberto Fattore, Macro Edizioni