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view post Posted: 5/7/2013, 10:09 Almanacco di luglio - Almanacco

~ Almanacco di Avalon ~

Luglio 2013


Luna di Luglio


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Luna nuova 8 luglio 2013 09:16:06
Primo quarto 16 luglio 2013 05:19:57
Luna piena 22 luglio 2013 20:16:32
Ultimo quarto 29 luglio 2013 19:44:43


La luna Madre, luna del Fieno


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La stagione dell’abbondanza è al culmine, la vegetazione è lussureggiante, il raggi del sole intensi e l’aria corposa, profumata, aromatica.
L’erba alta nei prati è pronta per essere falciata ed anche i cereali sono vicini alla maturazione.
Questa è la luna del fieno, quando la Terra nutriente e rigogliosa ha già dato buona parte dei suoi frutti, e può permettersi di assumere al meglio quel carattere ricettivo e accogliente di Grande Madre, che corrisponde all’energia del segno zodiacale di questo mese, il Cancro.
Cancro, dominato dalla Luna, è il segno femminile per eccellenza, legato al concetto di materno, radici, nido, famiglia.
Un tempo, quando anche la Terra era chiamata Madre, era naturale per gli esseri umani sentire il profondo legame che ad Essa ci univa e il rapporto con la Essa, considerata divina, era intriso di gratitudine e rispetto da un lato, e di timore dall’altro. Come ogni madre, la Terra era fonte di nutrimento, vita e piacere, ma era anche spaventosa nella sua ira e nella furia dei suoi elementi.
Il processo di “emancipazione” dell’uomo ha spezzato questo legame e noi, come adolescenti ribelli, abbiamo sempre più rinnegato le nostre radici. Ma la nostalgia per ciò che si è perso è un forte richiamo, e i tempi sono più che maturi per rivisitare il nostro rapporto con la prima fonte di vita.
Approfittiamo di questo tempo dell’anno, che per molti coincide con le vacanze, per fare un passo avanti nel nostro legame con Madre Terra.
A qualsiasi stadio del rapporto ci troviamo, possiamo decidere di progredire dalla capricciosa dipendenza infantile, verso una matura assunzione di responsabilità, fino a scegliere consapevolmente di collaborare con Lei, con la Madre Terra, come esseri alla pari, individui finalmente adulti in grado di contribuire al benessere e alla tutela del nostro pianeta.
Il tempo delle vacanze è una condizione ideale anche per entrare in contatto con la propria interiorità, il mondo della emozioni.
Nella momentanea assenza di attività frenetiche possiamo concederci il piacere di meditare, e rielaborare le esperienze delle scorse stagioni, esercitando una delle più belle funzioni dell’’elemento acqua: trattenere ciò che è utile, metabolizzandolo, ed espellere ciò che non ci serve più, lasciandolo veramente andare come una vela sul mare.
Spiriti di Natura: hobgoblins (piccole, bizzarre, ma amichevoli creature simili ai folletti), fate delle messi raccolte
Piante:agrimonia, caprifoglio, balsamo di limone, issopo.
Colori: argento, blu-grigio
Fiori: loto, ninfea, gelsomino
Profumi: iris, incenso
Pietre: perla, agata bianca
Alberi: quercia, acacia, frassino
Animali: granchio, tartaruga, delfino, balena, ibis
Divinità: Khepera, Atena, Giunone, Hel, Holda, Cerridwen, Nephthys, Venere

fonte: www.ilcerchiodellaluna.it/central_Luna_Lug.htm

Festività di luglio



8 Luglio: giornata dell'agrifoglio

“Ed ecco l’agrifoglio che è così generoso:
compiacere tutti è il suo intento
ad eccezione di lords e ladies, distaccati da tutto questo,
chiunque inveisca contro l’agrifoglio
d’un balzo sarà appeso su in alto. Alleluia.
Chiunque canti contro l’agrifoglio
Può piangere e torcersi le mani”




Come in ogni inizio di periodo nel calendario delle festività pagane è dedicato ad un albero, l'8 Luglio giorno in cui inizia Tinne è dedicato all'Agrifoglio.

L'agrifoglio

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Le prime tracce del Re Agrifoglio risalgono al XII Secolo. Era la trasposizione dell'antica entità chiamata Uomo Verde. Ho sempre percepito l'agrifoglio come qualcosa che proietta uno straordinario senso di forza e chiarezza, una forma dignitosa di fermezza, prodotta dall'equilibrio fra testa e cuore. Grazie a quest'equilibrio, non solo si vedono chiaramente tutti gli aspetti di una decisione, ma si prova anche una sincera compassione per tutte le persone coinvolte. Una volta che mi sentivo giù, mi ritrovai a stringere fra le mani una foglia d'agrifoglio. Le spine non penetravano nella pelle, ma producevano un leggero dolore, era come se qualcuno mi dicesse: "Fatti coraggio! sei in grado di affrontare tutto quello che ti succede!".

Tre frammenti andavano mangiati di mattina e tre di sera dopo i pasti (il numero tre ricorre spesso, in quanto numero sacro per il Piccolo Popolo).

L 'agrifoglio è l'unico albero sempreverde dell'Europa Nord occidentale. È presente anche nell' Europa Centrale, dove tuttavia, rimane delle dimensioni
di un arbusto. Le foglie lucide, cerose, spesse, con spine ai bordi, sono sorprendenti. Le spine delle foglie sono aguzze, ma si ammorbidiscono verso la parte superiore della chioma (quella che gli animali non possono raggiungere).
Spesso l'agrifoglio tende a socializzare con la quercia e la sua distribuzione è simile. L'agrifoglio non resiste alle gelate dei duri inverni, e non si trova perciò in Europa Orientale. Ha bisogno di un'alta foresta che protegga dal freddo. Cresce in pascoli boschivi e in boschi decidui aperti, preferibilmente di querce. È anche l'unico albero che può vivere all'ombra del faggio. Cresce con pazienza e lentezza, di conseguenza il suo legno è di altissima qualità, duro, resistente e pesante. L 'agrifoglio non chiede molto al suolo, cresce su terreni sabbiosi, leggermente acidi e calcarei. Gli alberi di agrifoglio possono raggiungere i 250-300 anni di età.

Ci sono alberi maschi e alberi femmina. L 'agrifoglio inizia a fiorire quando raggiunge i 20 anni circa: i fiori sono piccoli, bianchi e leggermente profumati, e appaiono in maggio e in giugno sui nodi delle foglie. In genere l' albero è dioico (maschio e femmina), ma dove la distribuzione è troppo sparsa per la fertilizzazione (tramite insetti), l'agrifoglio crea degli individui che assicurano la continuazione locale della specie producendo entrambi i tipi di fiori su un solo albero. Le bacche, inizialmente verdi e poi, in autunno, di un bel rosso brillante, restano appesa all'albero per tutto l'inverno, rappresentando un'importante fonte di nutrimento per gli uccelli. I semi cominciano a germogliare solamente dopo il secondo o terzo anno.

In molte località dell'Europa è ancora usanza accendere falò di querce per celebrare il 'passaggio' di metà inverno (21 dicembre). In alcune tradizioni, la quercia è il re della metà crescente dell'anno (durante la quale il giorno si allunga), e l'agrifoglio è il re dell'altra metà. Una credenza di origine sconosciuta ancora molto diffusa nelle campagne delle isole britanniche vede nell'agrifoglio la personificazione delle forze maschili della natura e nell'edera quella delle forze femminili. Tagliando le siepi, molta gente, soprattutto nel Galles, fa attenzione a non danneggiare gli alberi di agrifoglio.

Una ballata medievale dell'Inghilterra, dove l' agrifoglio è ancora il sempreverde più utilizzato a Natale, ne difende la tradizione: "Chi parla male dell'agrifoglio", in un baleno verrà impiccato. Alleluia!" Nella tradizione pre-cristiana, l'agrifoglio non viene citato spesso, se si eccettuano quei documenti che contengono le formule magiche dei dottori sciamani-erboristi anglosassoni. Un manoscritto, ad esempio, riporta un rimedio per lo stomaco che veniva preparato bollendo frammenti di foglie nel latte fino a farli diventare teneri.

L'agrifoglio nel Folklore
L’agrifoglio è comunemente usato in tutto il mondo come una decorazione natalizia, una consuetudine derivata da antichi romani che inviavano rami di agrifoglio e altri regali ai propri amici durante i Saturnali, la festa romana di Saturno, che si teneva intorno al 17 dicembre, per celebrare il solstizio d’inverno. Nel folklore pagano, l’agrifoglio è associato allo spirito della vegetazione e le forze calanti della natura, antropomorfizzata in una figura mitica chiamata “il Re Agrifoglio”, che regola la natura durante il suo declino, a partire dalla metà del solstizio d'estate (Litha - 21 giugno) fino alla metà del solstizio d'inverno (Yule - 21 dicembre). Ad ogni solstizio del Sabbat, il Re Agrifoglio e suo fratello, il Re Quercia, si impegnano in combattimento rituale per attirare le attenzioni della Dea, con la quale il vincitore presiederà la natura nella seconda parte dello stesso anno.

Nella sua personificazione, il Re Agrifoglio è spesso raffigurato come un vecchio vestito con abbigliamento invernale, con una ghirlanda di agrifoglio sulla sua testa. A Yule, dopo la sua battaglia con il Re Quercia, la nuova luce del dio – sole riemerge per incoraggiare la crescita della pianta in occasione del nuovo anno. Dopo l'avvento del cristianesimo, durante il Natale e il Capodanno, la tradizione celtica afferma che un uomo molto vecchio, completamente vestito e ricoperto di rami di agrifoglio e foglie, cammini insieme ad una donna era anche vestita di edera (Ivy – la controparte femminile di Holly) e insieme sfilino per le strade, in silenzio, verso il nuovo anno.

Qualche nozione in piu:

L'Agrifoglio è uno degli alberi sacri della tradizione Wicca, ed è sempre stato considerato l’albero favorito del antichi druidi. In Inghilterra, durante l'inverno, contro il bianco sterile di neve e gelo, l'albero di agrifoglio è un sempreverde importante. Le sue foglie verdi lucide e i suoi grappoli di bacche rosse aggiungono un po’ di colore tra gli alberi senza foglie.

Secondo il calendario celtico, l’agrifoglio rappresenta l'ottavo mese dell'anno (8 Luglio - 4 Agosto), che comprende la festa celtica di Lughnassadh (Lammas) celebrata il 1° agosto. Nella tradizione, l’agrifoglio è conosciuto con molti nomi diversi, tra i quali ricordiamo: Hulver, Marruca, Albero degli Spiriti …
In Italia e nei boschi della Bretagna, in Francia, l’agrifoglio arriva a raggiungere dimensioni molto più grandi rispetto ad altri Paesi. Esso crescerà in quasi tutti i terreni, purché non siano troppo bagnati, ma ottiene i migliori risultati quando viene piantato in un suolo sabbioso, molto ben drenato, e con un’adeguata quantità di umidità alle radici. In località molto secche la sua crescita è di solito molto difficile. L’agrifoglio cresce spesso in modo selvatico e sparpagliato, tra boschi di querce e alberi di faggio, e sembra essere immune da qualsiasi infestazione da parte degli insetti. Raramente è influenzato anche dal più rigido degli inverni, durante i quali gli uccelli tempo amano nutrirsi delle sue bacche. I semi sono propagati dagli uccelli durante il volo e ci impiegano circa due anni per germinare. Inizialmente la crescita è lenta, ma poi esplode di colpo e diventa più rapida dopo i primi quattro o cinque anni.

L'agrifoglio che uccise Baldur

Questo giorno risulta sacro al Dio della Guerra,mentre l'origine dell'agrifoglio si ritrova in una leggenda dei paesi nordici nella quale si narra che quando Baldur morì trafitto da una freccia,cadde proprio su un cespuglio di agrifoglio;allora suo Padre, il dio Odino, decise di ricompensare la pianta che aveva ospitato il figlio al momento della morte trasformandola in sempreverde e rienpendola di bacche rosse, in ricordo del sangue versato dal figlio. L'agrifoglio è simbolo di previdenza.
Per Saperne di piu clicca qui : Morte di Baldur

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Utilizzi Magici dell'Agrifoglio

Considerata dalla tradizione magica pianta di genere maschile perché collegata all'elemento fuoco e al pianeta Marte. Per questo motivo, se era portata addosso, la pianta avrebbe donato fortuna soprattutto agli uomini (il corrispondente femminile è l'Edera). Le si attribuivano protezione, sogni magici e il potere contro il fulmine. Era considerata la pianta protettiva per eccellenza, capace di difendere e proteggere dai fulmini, dai veleni, dagli spiriti cattivi e dagli stregoni malvagi se veniva piantato intorno alla casa. Se invece si lanciava l'Agrifoglio contro una bestia feroce, questo aveva la facoltà di calmarla immediatamente, anche se l'animale non veniva colpito. L'acqua di Agrifoglio (infuso o distillato) era spruzzata sui neonati in segno di protezione.

Un antico rito magico per realizzare un desiderio, consisteva nel raccogliere, dopo la mezzanotte di un venerdì, nove foglie di Agrifoglio nel più completo silenzio, scegliendo una pianta non troppo spinosa. Si dovevano poi avvolgere le foglie in un panno bianco e annodare per nove volte le due estremità del panno. Infine, si riponeva questo sacchetto sotto il cuscino, e quello che si era pensato o desiderato si sarebbe avverato.

Sotto il segno dell'Agrifoglio
Parola chiave: eroismo
Rappresenta la sopravvivenza, la speranza e la rinascita. E' simbolo natalizio di protezione e forza vitale. Appeso sopra le porte impedisce l'ingresso di persone ed energie negative.
Personalità dei nati sotto il segno dell'Agrifoglio
Tutto in questo temperamento riecheggia il sole: la vitalità, il potere, l'egocentrismo, ma anche la generosità. Nato per comandare, ha carisma, volontà e autostima da vendere. In amore da molto: eros, fedeltà e coinvolgimento, ma pretende altrettanto. Impennate di orgoglio da controllare.

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22 Luglio Festa della Grande Madre

Perché io sono colei che è prima e ultima
Io sono colei che è venerata e disprezzata,
Io sono colei che è prostituta e santa,
Io sono sposa e vergine,
Io sono madre e figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono donna sposata e nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono colei che consola dei dolori del parto.
Io sono sposa e sposo,
E il mio uomo nutrì la mia fertilità,
Io sono Madre di mio padre,
Io sono sorella di mio marito,
Ed egli è il figlio che ho respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono colei che da Scandalo e colei che Santifica.


Inno a Iside
Rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto;
risalente al III-IV secolo a.C.:


Il 22 Luglio si festeggia la Festa della grande Madre, questa festa dipende dalla tradizione che seguiamo, ognuno può adorare la sua dea definendola Grande Madre.I nomi della Grande Madre sono tanti: Inanna per i Sumeri, Ishtar per gli Accadi, Anat ad Ugarit, Atargatis in Siria, Artemide-Diana ad Efeso, Baubo a Priene, Aphrodite-Venere a Cipro, Rea o Dictinna a Creta, Demetra ad Eleusi, Orthia a Sparta, Bendis in Tracia, Cibele a Pessinunte, Ma in Cappadocia, Bellona a Roma. In Egitto il suo nome è Iside. Figlia di Nut, dea del Cielo, e di Geb. Sposa di Osiride, ucciso da Seth, dio del deserto, e risorto per opera della stessa Iside.
a Dea col bimbo in braccio è l'icona del femminile materno sacro, della pienezza del donare e del ricevere, del grembo che accoglie la vita anche dopo che è nata, la nutre, la protegge e ne è culla.

E' la Dea Madre, l'immagine a noi più 'vicina' del divino femminile, trasmessa nei secoli in occidente delle Madonne cristiane, eredi della Madre Iside col piccolo Horus. La sua figura era assente nel paleolitico e non fa parte dei principali rappresentazioni della Dea del neolitica antico - anche se ne abbiamo diversoi esempi, alcuni dei qulai potete trovare in questa pagina. La sua importanza aumenta nel corso del neolitico più recente, di pari passo con i cambiamenti sociali dell'epoca.

Col bimbo in braccio o appoggiato sul grembo, è spesso raffigurata nell'atto di allattare. Talvolta, ci appare nell'atto di mostrare, di porgere allo sguardo, all'adorazione, il bambino.
La Madre e il Figlio - o la Figlia*, perché originariamente la successione è femminile - sono il mondo completo, chiuso in se stesso e che non ha bisogno di nulla. Sono il cerchio della Vita nel suo susseguirsi, nella Vita che Genera e nella Vita che si perpetua nel Nuovo.

Il Culto della Grande Madre

Il culto della Grande Madre risale al Neolitico e forse addirittura al Paleolitico, se si leggono in questo senso le numerose figure femminili steatopigie (cosiddette "Veneri") ritrovate in tutta Europa, di cui naturalmente non conosciamo il nome.

Lungo le generazioni, con gli spostamenti di popoli e la crescita di complessità delle culture, le "competenze" della Grande Madre si moltiplicarono in diverse divinità femminili. Per cui la Grande Dea, pur continuando ad esistere e ad avere culti propri, assumerà personificazioni distinte, per esempio, per sovrintendere all'amore sensuale (Ishtar-Astarte-Afrodite pandemia-Venere), alla fertilità delle donne (Ecate triforme, come 3 sono le fasi della vita), alla fertilità dei campi (Demetra / Cerere e Persefone / Proserpina), alla caccia (Kubaba, Cibele, quindi Artemide-Diana).

Inoltre, siccome il ciclo naturale delle messi implica la morte del seme, perché esso possa risorgere nella nuova stagione, la grande dea è connessa anche a culti legati al ciclo morte-rinascita e alla Luna, che da sempre lo rappresenta (i più arcaici di questi riti sono riservati alle donne, come quello di Mater Matuta o della Bona Dea).

Ad esempio, nelle feste e nei misteri in onore del gruppo Demetra / Cerere-Persefone / Proserpina, il suo culto segna il volgere delle stagioni, ma anche la domanda dell'uomo di rinascere come il seme rinasce dalla terra.

L'evoluzione teologica della figura della Grande Madre (giacché nulla va perduto, nel labirinto della mitologia) venne costantemente rappresentata da segnali di connessione tra le nuove divinità e quella arcaica.

Finché le religioni dominanti ebbero carattere politeistico, un segno certo di connessione consisteva nella parentela mitologica attestata da mitografi e poeti antichi (ad esempio, Ecate è figlia di Gea; Demetra è figlia di Rea).

Altro carattere che permette di riconoscere le tracce della Grande Dea nelle sue più tarde eredi, è poi la ripetizione di specifici attributi iconologici e simbolici che ne richiamano l'orizzonte originario.

Ad esempio:

* il dominio sugli animali, che accomuna i leoni alati che accompagnano Ishtar, la cerva di Diana e il serpente ctonio della dea cretese;
* l'ambientazione tra rupi (o in caverne, a ricordare il carattere ctonio della divinità originale) e boschi, o presso acque;
* il carattere e i culti notturni.

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Anche nel mutare delle religioni, la memoria della divinità arcaica, "signora" di luoghi o semplicemente di bisogni umani primari, si mantenne e si trasmise lungo le generazioni, dando luogo a culti forse inconsapevolmente sincretistici (le cui ultime propaggini possono essere considerate, ad esempio, le molte Madonne Nere venerate in Europa).

Nell'area mediterranea ne conosciamo i nomi e le storie, nelle diverse civilizzazioni in cui si impose, dall'epoca protostorica:

in area mesopotamica (V millennio a.C.): Ninhursag
in area anatolica (II millennio a.C.): Cibele
in area greca: Gea
in area etrusca: Mater Matuta
in area romana: Bona Dea o Magna Mater

La variante nordica della Grande Madre, portata fino alle Isole britanniche da migrazioni di popoli pre-achei verso nord ovest, è secondo Robert Graves la Dea Bianca della mitologia celtica (colei che a Samotracia si chiamava Leucotea e proteggeva i marinai nei naufragi).

I Simboli del Femminile

Tutti i simboli collegati alla Grande Madre o che si riallacciano alle proprietà del "materno" sono di fatto contraddistinti da una forte ambivalenza, una duplice natura, positiva e negativa, quella della "madre amorosa" e della "madre terribile". Secondo Jung l'archetipo della Grande Madre è

«La magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l'istinto o l'impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l'abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l'ineluttabile».

Dall'uomo primitivo, Homo sapiens, e per moltissimo tempo, dal 30.000 a.C. Fino ad almeno al 3.000 a.C., l'umanità ha fatto ricorso alla "Dea Unica", ed è solo dal 3.000 a.C. ad oggi che si è sostituita nell'immaginario collettivo la figura del Dio maschio, che ha comunque assorbito in sè qualità del tutto femminili, come quella della creazione e del dare la vita, mentre la Dea è stata relegata al ruolo di madre o sposa o sorella del Dio, o come avviene per la religione cattolica, di Madre vergine.

Il Serpente Cosmico, l' Uroboros
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E' uno dei più noti simboli di quella perduta unità con il tutto che è il ricordo dell'utero materno, è l'archetipo primordiale e ci conduce inevitabilmente alla prefigurazione della Grande Madre. Ci riporta alla primaria condizione umana dell'essere avvolto, nutrito e contenuto, cinto e stretto, protetto e imprigionato nell'utero materno, in un ambiente fluido e indistinto, buio e caldo, immerso nell'oblio, nella totale inconsapevolezza, nell' indifferenziazione. Il serpente e l'albero sono i simboli più antichi che si ritrovano in tutte le tradizioni dei popoli della terra. Il serpente rappresenta la terra, la dimensione materiale, l'istinto di sopravvivenza, l'albero è la sublimazione delle pulsioni, la tensione verso il cielo, verso la mente, verso lo spirito. Il Serpente Marino Nidhoggr che nella Mitologia Nordica divora le radici dell'Albero Cosmico è lo stesso serpente che si avvolge attorno all'Albero della Vita nel Paradiso Terrestre della Bibbia, tentando Adamo ed Eva con il frutto proibito.

Il Sangue e il Latte

Lo sviluppo psico-biologico del femminile, comprende poi un simbolismo molto complesso, quello del sangue: poichè attraverso il sangue della mestruazione la fanciulla diventa donna e sempre attraverso il sangue partorisce, il sangue diventa simbolo della vita e della generazione. E poiché il latte stesso che nutre il bambino è prodotto dalla donna, essa è depositaria della misteriosa capacità di trasformare il sangue in nutrimento.

In molte sepolture primitive il corpo o le ossa vengono ricomposti in posizione fetale e cosparsi di ocra rossa, quasi a ricongiungere l'anello della ciclicità vita-morte.

La Grande Madre primitiva, divinità strettamente legata al lavoro della terra e alla ciclicità del tempo, sarà sostituita nel tempo da figure maschili che rappresentano il successivo mutamento della struttura socio-economica primitiva. Dall’età dei metalli in poi si sviluppa una economia più dinamica e articolata, aumentano gli scambi tra le varie popolazioni, emergono nuove esigenze di difesa in cui la forza maschile diventa sempre più determinante per la protezione del gruppo sociale.

Inno alla Grande Madre

Latino:
En adsum tuis commota, precibus,
rerum naturae parens,
elementorum omnium domina,
saeculorum progenies initialis,
summa numinum,
regina (m)anium,
prima caeltium,
deorum dearumque facies uniformis,
quae caeli luminosa culmina, maris salubria flamina, inferum deplorata silentia nutibus meis dispenso:
cuius numen unicum multiformis specie, ritu vario, nomine multiiugo totus venerantur orbis.


Italiano:
Guarda, sono con te, commossa dalle tue preghiere,
io che sono la Madre dell'Universo,
Signora degli Elementi,
Primogenita del Tempo,
Somma tra i Numi,
Regina delle anime,
Prima tra i Celesti,
Forma che Dei e Dee in sé riunisce,
io che per mia volontà ordino i Cieli luminosi, che dispenso le brezze del mare risanatrici, e gli orridi silenzi degli Inferi:
la mia Deità sia adorata per tutto il mondo in varie forme, con riti differenti e molti nomi diversi.


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28 Luglio Festa di Thor
Il 28 Luglio cade la festa di uno dei piu conosciuti dei Scandinavi, ovvero Thor il dio del tuono.
Thor, dio del tuono, figlio maggiore di Odino, re degli dei, e di Jördr, dea della Terra.Thor era il più forte degli Asi, gli dei più importanti, che aiutò a difendersi dai giganti loro nemici.Aveva un martello magico, che lanciava con l'aiuto di guanti di ferro e che puntualmente ritornava a lui.Si riteneva che il tuono fosse il rumore delle ruote del suo carro.
Thor veniva invocato in questo giorno per portare fertilità al gregge e ai campi, nella speranza di un raccolto abbondante.


La Forza di Thor

La sua forza, già leggendaria, era aumentata da tre oggetti che non abbandonava mai e che lo rendevano quasi invincibile: una cintura che raddoppiava la forza di chi la indossava, un paio di guanti di ferro e il leggendario martello Mjöllnir, strumento usato per colpire i mostri e i nemici, dal funzionamento analogo a quello di un boomerang, che simbolicamente rappresentava il fulmine e, dunque, preannunciava le piogge. I contadini volevano indossare catenine con appesi martelletti proprio per ingraziarsi la divinità.

Il suo mezzo di spostamento era un carro trainato da due capre (Tanngnjóstr e Tanngrisnir). Anche questi animali avevano proprietà portentose: per Thor, durante i suoi viaggi, era consuetudine cibarsene considerando che, conservando le pelli e le ossa, il mattino seguente sarebbero rinati.

Nelle sue soventi scorrerie era spesso accompagnato da Loki. Nelle sue epiche gigantomachie, traspare il senso di una mitica iniziazione che gli consentirà, dopo aver dimostrato tutto il suo valore, di ottenere i meritati "gradi".

Nel corso del Ragnarök, Thor ucciderà e sarà ucciso da Miðgarðsormr (o anche Jörmungandr), il serpente di Miðgarðr (la Terra): Thor ucciderà il serpente e, ammorbato dal suo soffio velenoso, farà solo nove passi prima di cadere a sua volta a terra morto, quasi a voler simboleggiare l'eterna lotta fra il bene e il male.

La figura del Dio Thor
[IMG]http://fc07.deviantart.net/fs25/i/2008/141/e/7/The_Mighty_Thor_God_of_Thunder_by_EmegE.jpg[/IMG
]In tutte le culture è spesso il dio "tonante" ad essere il maggiore: alcuni esempi sono Zeus, Giove, il dio finnico Ukko - padre degli dèi finnici e dio del tuono.
Alcuni studiosi sono pronti ad affermare che il ruolo reale di Thor fosse di gran lunga maggiore di quel che si crede. Molti cronisti cristiani affermano che Thor fosse il dio più importante, che stesse al centro delle triadi lignee nei templi pagani (sull'esistenza di templi gli studiosi discutono ancora; sicuramente furono tardi, forse su ispirazione delle chiese cristiane con le quali volevano rivaleggiare) e molti lo assimilano a Giove. Olaus Magnus, un geografo svedese del XVI secolo scrive, nella sua opera Historia de gentis septentrionalis: "Svedesi e goti adoravano un tempo molte divinità [...] Odino, come lo chiamano loro, in tempo di guerra; Giove al centro, invocato per carestie o crisi, lo chiamavano Thor [...]". Osservare che Olaus non "traduce" Odino ma assimila nell'opera latina Thor a Giove Tonante (Juppiter Tonans).
Questo può essere preso come esempio dell'importanza data a Thor dalle genti nordiche, cosa che dai racconti burleschi e avventurosi di Snorri non trapela. In essi infatti Thor è spesso preso in giro, una sorta di Conan il barbaro in veste divina, un Hercules nordico (Tacito aveva già scritto che i Germani venerano Marte - Tiwaz - , Mercurio - Wotan/Odino - ed Eracle - Thor? - ).


Un'altra caratteristica di Thor è la sua forte contrapposizione con il padre, Odino. Se Odino è visto come il dio mistico e nascosto, Thor è quello presente, vicino (si manifesta nel tuono possente, nella pioggia; Odino appare sotto forme alterate magicamente oppure nelle violente bufere invernali); Odino è il dio dei capi, dei maghi e dei poeti (insomma, l'elite), Thor è il dio degli uomini liberi, i böndir (una classe sociale particolare, proprietari terrieri, guerrieri ed allevatori allo stesso tempo. Erano inoltre loro ad amministrare la giustizia inter pares durante le assemblee comuni); Odino é dio della morte, Thor della vita; Odino domina le arti magiche e l'inganno, é subdolo e volubile, mentre Thor ama lo scontro diretto, l'azione immediata e onorevole. Se Odino accoglie gli eroi, Thor accoglie un po' tutti nella sua sala personale, Bilskirnir (secondo Snorri anche gli schiavi) dove non si lotta nè si muore, ma si beve e si mangia in allegria per l'eternità.

Culto di Thor

Sacri a Thor erano il capro, animale forte e testardo; la quercia, simbolo comune di forza e robustezza; un particolare albero chiamato rönnr, "le bacche di Thor" per via delle sue bacche e fiori piccoli e rossi come ciuffi di barba: é un albero che resiste anche agli inverni piú rigidi e quindi simbolo di forza e determinazione. Il rapporto speciale che la gente aveva con Thor si nota ancora oggi in Scandinavia, dove a Natale è tradizione mettere sotto l'albero un capro di paglia (tradizione non riscontrabile in nessun'altra parte del mondo) eco forse delle maschere di paglia a forma di caprone che i guerrieri nordici al servizio del basileus bizantino indossavano in occasione "della festa che loro chiamano Jól (Jól era il periodo del solstizio d'inverno; ancora oggi Jul nelle lingue scandinave indica il periodo di Natale, fino al 13 gennaio, che anticamente era il midvetr, la festa di mezzo inverno quando esso raggiungeva il suo apice)".

Peculiare del culto di Thor è l'offerta di birra e/o idromele, bevande sacre per eccellenza ma molto gradite al dio in quanto Thor è figlio della Madre Terra (Jórðr): la birra è prodotta con il più nobile frutto della Terra, il grano, e quindi si offre ciò che si è preso a chi lo ha dato. Secondo alcuni mitologi, Thor è anche fecondante della terra, sua stessa madre; la pioggia infatti rende fertile la terra che produce cibo: dunque l'offerta di birra è centrale nel suo culto in quanto va sia a lui che alla Terra dal quale nasce e con la quale fa nascere. Thor ha infatti anche il ruolo di dispensatore di vita, ruolo che si intravede anche nella cerimonia nuziale: gli sposi erano benedetti dal sacerdote che ufficializzava l'unione toccandoli con un martello.



Celebrazione

Si può onorare esaltando nel suo giorno con rituali i quattro elementi della natura in particolar modo acqua e fuoco.

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ALMANACCO AGRICOLO LUGLIO2013


lavori-orto


Con Luna calante (da 1 a 7 – da 23 a 31)
Orto
I primi del mese seminare in pieno campo cavolo cappuccio, radicchio e per tutto il mese bietola da coste, cocoria, lattura, prezzemolo e scarola. Trapiantare il porro.
Alberi da frutto
Eliminare i rami a legno, i succhioni e cimare melo e pero, per limitare il vigore della piante e favorire la formazione di gemme a fiore per la produzione dell’anno successivo.
Giardino
Annaffiare nelle ore serali le specie annuali in fiore e distribuire uno strato di pacciamatura per limitare l’evaporazione. Eliminare i fiori appassiti per stimolare la crescita di altri.
Cantina
Travasare i vini che non saranno imbottigliati e procedere alla colmatura delle botti.

Con la Luna Crescente (da 9 a 21)
Orto
Trapiantare invidia riccia, finocchio, sedano. Seminare in pieno campo agretto e fagiolino. Raccogliere le erbe aromatiche o le officinali come dragoncello, salvia, rosmarino, santoreggia. Mantenere sempre il terreno umido per non causare stress idrici.
Alberi da frutto
Raccogliere i frutti di bosco come mirtillo, mora, ribes, uva spina, che sono nel pieno della maturazione. Continuare, soprattutto in fase calante, la difesa dei parassiti.
Giardino
Seminare in semenzaio alisso, garofano, margheritina di campo, viola e violacciocca e le perenni come achillea e aubrezia. Dopo tre settimane trapiantare in vasetti le piantine germogliate e metterle a dimora alla fine dell’estate.

ALMANACCO DI SALUTE E BELLEZZA LUGLIO2013


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Con la Luna Calante concedetevi un po’ di coccole, preparando in casa rimedi naturali da utilizzare in questo periodo del mese.
Potete preparare un gel doposole mettendo a mollo per una notte due cucchiaini di semi di lino in 200 ml di acqua. Poi bolliteli per 5 minuti, frullateli e, una volta freddi, unite 1 cucchiaio di oleolito di iperico, 1 oleolito di calendula e rifrullate. Filtrate con una garza e versate in un sacchettino per il ghiaccio creando così dei cubetti di gel doposole rinfrescanti da tenere per circa 10 minuti passandolo sul corpo. Si conserverà per mesi.

Quando siete in spiaggia, potete concedervi un massaggio rilassante che promuove la circolazione ed il rilassamento, utilizzando dei rami di bambù. Dovranno essere lunghi circa 70cm e spessi circa dai 5cm agli 8cm.
Passateli come un matterello sulle parti morbide del corpo.

Durante tutto il mese, invece, occupatevi della salute tramite il cibo.
Potete usare abbondantemente la curcuma, in cucina, una pianta che protegge la pelle dagli effetti dell’età e dai raggi del sole.

Fonte: Almanacco di Barbanera

Ricette di Salute e Bellezza
Luglio.. il Melone


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Il melone ha poche calorie e pertanto è indicato sia nelle diete dimagranti sia per soggetti diabetici. Le fibre gli conferiscono una proprietà leggermente lassativa, che lo rende adattissimo a contrastare la vita sedentaria e ad aiutare la pigrizia degli intestini. E' inoltre leggermente diuretico e rinfrescante; risulta indicato a chi soffre di anemia per il contenuto in ferro. Apportatore di sali, il melone si caratterizza per una grande ricchezza di provitamina A dovuta al colore arancione della polpa che è legato alla presenza di pigmenti carotenoidi molto importanti per la salute degli occhi: tra questi dal punto di vista nutrizionale il più importante è il beta-carotene. Il melone offre anche un apporto apprezzabile di vitamina C.

Il melone è anche un ottimo alleato di bellezza. In cosmesi si utilizza la polpa per preparare maschere che tonificano la pelle, rendendola vellutata.

Crema per pelli secche
Mescolate 1 dl di succo di melone ottenuto con la centrifuga, 1 dl di acqua oligominerale naturale e 1 dl di latte intero. Conservatela in frigo (al massimo per una settimana) e agitatela prima di usarla

Lozione rinfrescante al melone e argilla
Sbucciate un melone maturo, frullate la polpa e filtratela attraverso un fitto colino. Raccogliete il succo in una terrina, aggiungete un cucchiaino di argilla verde e mescolate per un minuto. Lasciate riposare per 5 minuti. Se dopo una giornata al sole la pelle "scotta", immergete un batuffolo di cotone nel liquido e tamponate delicatamente le parti arrossate, ripetendo l'azione fino ad ottenere il sollievo desiderato. Lasciate agire per qualche minuto, quindi risciacquate con acqua tiepida. Il succo del melone ha un effetto rinfrescante ed astringente e allevia gli effetti negativi dell'eccessiva esposizione al sole. L'argilla ha effetto antiinfiammatorio, lenitivo e cicatrizzante.

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Le Rune di Luglio sono Fehu, Uruz e Thurisaz.
Fehu nel ciclo solare corrisponde al periodo dal 29 giugno al 14 luglio
Uruz nel ciclo solare corrisponde al periodo dal 15 al 28 luglio
Thurisaz nel ciclo solare corrisponde al periodo dal 29 luglio al 12 agosto


Fehu


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Fehu ha il significato di "bestiame", inteso però come ricchezza, poichè per i popoli antichi questa era la ricchezza, la mandria.
Spiritualmente Fehu rappresenta l'energia primordiale, iniziale, di movimento e di estensione nel multiverso.
E' quindi la runa dell'etero divenire, di un multiverso in perpetuo cambiamento.

Fehu è intimamente associato al Dio Freyr, Dio della fertilità.
Per questo motivo, questa è una runa dalla forte connotazione sessuale, implica infatti il potere fallico, chiaramente espresso sia dalla simbologia del bestiame - come segno di abbondanza - sia per il collegamento con Freyr.
Fehu indica anche l'idea di "dare per avere".
A livello più spirituale, Fehu insegna che la ricchezza dello spirito, deve essere condivisa che il sapere non deve essere di esclusiva di pochi ma deve essere messo a disposizione di tutti.
Fehu spinge anche a interrogarsi su se stessi, sui mezzi da utilizzare per raggiungere lo scopo prefissato.
Questa runa è utile per accrescere una situazione positiva già esistente, serve anche per le situazioni amorose o sessuali.

Uruz


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Uruz è la Runa fondatrice, esprime la forza originaria bruta, l’energia nella sua potenza e forma primordiale.
Questa Runa è legata alla vacca Sacra Adumhla, esistente fin dall’inizio del mondo e ancora prima, è grazie ad essa se i primi esseri viventi sono stati creati; per questo motivo, Uruz, è anche una Runa legata all’energia fecondante, quell’energia buona che crea la vita.
Il potere magico di Uruz è legato alla guarigione, sia fisica che spirituale, sia umana che dell’intero pianeta.
La parola Uruz richiama il termine “uro”, che indica un animale simile al bue o al toro.
La Runa già associata alla Vacca Sacra della mitologia nordica, si associa anche a questo animale dalla duplice valenza: da un lato la calma, la forza buona, la protezione; dall’altro la potenza bruta, la pericolosità.
Uruz ha anche un lato oscuro, perché la Madre Terra (legata a questa runa e rappresentata dalla figura della Vacca) è buona, feconda e protettrice, ma sa anche essere distruttiva e pericolosa.

Uruz è anche collegata all’inconscio, ci mette a contatto con i nostri stessi problemi, ci invita a soffermarci a pensare ai problemi che dobbiamo affrontare, è importante per non rischiare di lasciarci sopraffare dalle paure a dai nostri lati oscuri.

Thurisaz


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Thurisaz è la Runa di Thor, l’irriducibile avversario dei giganti.
Per questo motivo, la runa contribuisce ad abbattere le grandi forze brute neutralizzanti ed avverse, a rimuovere gli ostacoli e corrisponde al tuono, alla folgore, provocando anche bruschi cambiamenti di situazione.
L’etimologia del suo nome indica il rumore del tuono, quindi richiama qualcosa di grande, immenso e allo stesso tempo, qualcosa che lascia attoniti.

E’ una runa fortemente protettrice, di polarità maschile, è simbolo fallico di rettitudine e vita.
Protegge principalmente dai nemici esterni, la sua estrazione può esserci da monito, può farci capire che qualcosa o qualcuno minaccia la nostra sicurezza.
Il pericolo però può anche provenire da noi stessi, questa runa può anche aiutarci a sconfiggere ed allontanare i nostri lati oscuri, quindi, le minacce che ci colpiscono dall’ interno.
Protegge non solo noi, ma anche le persone a noi vicine, come uno scudo potente.

Thurisaz è una potenza buona, Thurisaz è Thor che con il suo potente martello Mjollnir protegge dai nemici.

[Fonti: L'oracolo delle Rune - N.Pennick
La magia delle Rune - Ronecker
Sito internet Runelore ]


CALENDARIO TOTEMICO DEI PELLEROSSA

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Picchio - 22 Giugno 21 Luglio

Il mese della vostra nascita coincide con l'inizio della stagione estiva, quando la primavera ha raggiunto il massimo sviluppo. Le persone nate in questo periodo, il periodo del solstizio estivo e delle giornate più lunghe dell'anno, sono fonte di nutrimento e protezione, proprio come la Natura in questo periodo dell'anno. L'espressione energetica più caratteristica è la dimostrazione d'affetto, attraverso la disponibilità ad affrontare sacrifici a beneficio delle persone care. Questa virtù può degenerare tuttavia in sofferenza autoinflitta.
Chi è associato a tale totem animale è, solitamente, riluttante a lasciare ciò che considera sia di "sua" proprietà e tale inclinazione investe anche i rapporti personali. Emotivi e sensibili, possessivi e vulnerabili, i Picchio sono calorosi e comprensivi nei confronti di chi sta loro vicino, ma tendono ad essere freddi e distaccati con gli estranei. Si offendono facilmente; qualsiasi dispiacere o insuccesso può far sorgere in loro atteggiamenti autocommiseratori, se non, addirittura, recriminatori e acidi.
Benchè di carattere affettuoso, i Picchio faticano a perdonare chiunque renda un loro difetto di pubblico dominio o minacci in qualche modo la loro sicurezza, ma non solo, anche coloro i quali tendono a minacciare la sicurezza dei loro cari. La fervida immaginazione che li caratterizza può dare luogo ad esagerazione e indurre le persone nate in questo periodo a "fare di una mosca un elefante", a preoccuparsi, cioè, per problemi inesistenti.

Salmone - 22 luglio 21 agosto

Il vostro compleanno viene a cadere in un momento in cui, nell'emisfero boreale, il Sole è all'apice della propria potenza e in cui la Natura offre generosamente i propri frutti. Si tratta di un periodo di apertura e di generosa attività. La vostra espressione energetica è connessa pertanto con la cura degli interessi e degli impegni piacevoli, che favoriscono lo sviluppo dei rapporti personali e l'impressione di essere desiderati.
L'energia, l'entusiasmo e la cordialità sono qualità notevoli; dovrete fare però attenzione a che la vostra sicurezza non si trasformi in presunzione, arroganza e intransigenza. La capacità di gestione e di governo sono doti che possono provocare difficoltà, se estese alla vita e agli spazi altrui. Ispiratevi al vostro totem animale, scivolando nelle acque della vita ed evitando spiacevoli ostacoli.
La minima delusione o avversità può trasformare con rapidità il vostro usuale ottimismo in depressione. L'amore e l'affetto sono elementi indispensabili al vostro benessere; tale è l'intensità con cui vivete la sfera affettiva, da rendervi particolarmente vulnerabili ai turbamenti emotivi. Nel corso della vita dovrete imparare a dominare le emozioni.
Vi troverete spesso ad affrontare situazione che mettono a dura prova la vostra resistenza al cambiamento, sentirete spesso la necessità di essere più flessibili e di sapervi adattare meglio anche ai bisogno emotivi altrui. Imparerete anche che la soddisfazione deriva non tanto dal saper sforzare il corso degli eventi, ma dal permettere che tutto proceda secondo i propri ritmi.

[Fonte: La via degli sciamani - Kenneth Meadows

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view post Posted: 30/5/2013, 20:31 Almanacco di giugno - Almanacco

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Giugno 2013


Luna di Giugno


fasi-lunari


Luna nuova 8 giugno 2013 17:59:01
Primo quarto 16 giugno 2013 19:25:25
Luna piena 23 giugno 2013 13:33:38
Ultimo quarto 30 giugno 2013 06:55:21



Luna di Giugno


Luna di Miele, anche detta Luna Rosa, Luna dei Cavalli, Luna del Sole, Luna di Litha, Luna Fragola

litha_enhanced
La luna di Giugno è una luna allegra, espansiva, aperta ai cambiamenti, come vuole il simbolismo del segno dei Gemelli, il più giovanile e spontaneo di tutto lo zodiaco.
Hermes-Mercurio, il fanciullo dio alato governatore del segno, ci invita a muoverci, a fare nuove conoscenze, a stare all’aperto il più possibile, a viaggiare e a dare più spazio a quella spensieratezza e spontanea giocosità che possono rendere la vita tanto più piacevole e leggera.
Il tutto in sintonia con la stagione e con i ritmi della natura, che in questa fase dell’anno è all’apice della sua fase espansiva: le ore di luce continuano a crescere, regalandoci giornate lunghissime in cui godere del dolce tepore della tarda primavera.
L’aria è corposa, calda e profuma di fiori, mentre le farfalle dalle ali variopinte volteggiano tra i petali…. e così anche i nostri pensieri si fanno leggeri, a tratti mutevoli e fantasiosi, e già volano ai luoghi delle nostre vacanze.
In campagna l'erba nei prati è già alta, i cereali sono vicini alla maturazione, mentre i giardini ancora in fiore danno già frutti pronti per essere raccolti.
E' una fase di cambiamento che precede il cambio di stagione, per questo gemelli è un segno mobile, riflesso di un tempo in cui tutto è in evoluzione, nella natura come dentro di noi.
Infatti il 21 giugno, solstizio d’estate, ci lasciamo alle spalle la primavera per accogliere una nuova, calda Estate.
Celebriamo Litha, festa di mezz'estate (per il calendario celtico che fa iniziare la stagione con Beltane), festa del Sole per tutte le tradizioni, che hanno da sempre attribuito a questo giorno una particolare valenza, anche magica.
Questo è il momento in cui la luce solare, all'apice delle sua fase crescente, dà luogo al giorno più lungo dell'anno, e la notte più breve.. prima di invertire la tendenza.
Un ruolo particolare giocano le erbe. Sin dai tempi antichi si usava infatti nella notte di san Giovanni raccogliere piante aromatiche da bruciare sui falò solstiziali.
E' credenza che moltissime piante raccolte in quest'epoca abbiano poteri quasi miracolosi, e le nove erbe solstiziali che si usava bruciare sui falò solstiziali sono: Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine, Artemisia e l’erba di San Giovanni per eccellenza, cioè l’Iperico.
Quest'erba del buonumore di color giallo-sole, cui si attribuisce il potere di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione.
Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d'estate, fosse capace di guarire molte malattie, mentre le sue radici raccolte a mezzanotte avevano una valenza protettiva. Hypericon dal greco significa infatti proteggere e per questa ragione è bene appenderne un ramo alla porta di ingresso.
Litha in quanto trionfo della luce è una festa solare, ma poichè coincide con il passaggio dell'astro dorato nel segno del Cancro, è anche una festa lunare.
Fuoco ed acqua si utilizzano per onorare il Dio e la Dea in questo magico momento in cui si passano lo scettro, poichè dal solstizio d'estate in avanti la luce inizia a decrescere mentre la notte diventa impercettibilmente già più lunga.
L'acqua solstiziale per eccellenza è la rugiada, o "guazza di San Giovanni", cui si attribuiscono doni miracolosi, come far ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o propiziare la fertilità. Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni.
E’ questo un buon tempo anche per le divinazioni e le magie domestiche, i piccoli e grandi riti protettivi legati all'elemento fuoco e all’energia del sole.
Corrispondenze della luna di giugno

Spiriti di Natura: silfidi, zeffiretti
Piante: scutellaria, olmaria, verbena, tanaceto, gramigna officinale, prezzemolo, muschio
Colori: arancione, verde dorato
Fiori: lavanda, orchidea, millefoglie
Profumi: mughetto, lavanda
Pietre: topazio, agata, alessandrite, fluorite
Alberi: quercia
Animali: scimmia, farfalla, rana, rospo, pavone
Divinità: Aine of Knockaine, Iside, Neith, Uomo della Foresta, Cerridwen, Bendis, Ishtar

Festività di giugno


Giugno era anticamente definito Duir, infatti il periodo di Duir (la quercia) va dal 10 giugno al 7 luglio.

09 Giugno festa di Vesta

il 09 Giugno di festeggia la Festa di Vesta, una figura mitologica che ha preso molta importanza, soprattutto a Roma dove il culto delle Vestli e del fuoco sacro è stato uno dei piu famosi.
Vesta è conosciuta anche con il nome di Hestia (per i greci).

Etimologia e storia:

Vesta, figlia di Saturno e di Opi, sorella di Giove, è una figura della mitologia romana, che corrisponde alla divinità greca Estia, con la differenza che il suo culto a Roma assunse una maggiore rilevanza.

Per i Romani la dea Vesta veniva celebrata nella settimana che va dal 7 giugno al 15 giugno. Il primo giorno delle celebrazioni era dedicato all'apertura annuale del tempio per i riti sacrificali.

Era la dea del focolare domestico, venerata in ogni casa e il cui culto consisteva principalmente nel mantenere acceso il fuoco sacro: le sacerdotesse legate al suo ordine, quello delle famose vestali, avevano proprio il compito di custodire il fuoco sacro alla dea, acceso all’interno del tempio a lei dedicato, facendo sì che non si spegnesse mai.
In una delle sue raffigurazioni più tipiche la dea indossava una lunga stola e teneva in mano un bastone.
Il culto del fuoco viene fatto risalire ad un'antica concezione religiosa naturalista degli Indoeuropei, della quale sarebbero un'ulteriore attestazione il dio vedico Agnis[1] ed il culto del fuoco di Estia in Grecia.

Il fuoco sacro, custodito nel tempio di Vesta, venne spento nel 391 per ordine dell'imperatore Teodosio.

Il culto di Vesta e le Vestalia

Vesta è una dea romana di carattere assai arcaico.Corrisponde alla greca Hestia, prima figlia di Crono e di Rea, sorella di Zeus e di Era, vera incarnazione dell'idea di focolare. Anche Vesta presiede al fuoco del focolare domestico. Il suo culto dipende direttamente dal Pontifex Maximus, assistito dalle Vestali. Il suo tempio è rotondo, su modello delle prime capanne del Lazio. Il carattere di arcaicità di questa dea è confermato anche dal suo animale sacro, che è l'asino, animale mediterraneo in opposizione al cavallo, che appartiene al mondo indoeuropeo.
Questi giorni sono sacri alle Vestali, le più celebri sacerdotesse di Roma antica. In questo periodo cadono anche, l'undici giugno, le feste Matralia.
In questo periodo le messi sono mature e pronte per il raccolto: le Vestali offrono per questo alla dea Vesta un ringraziamento per la compiuta maturazione delle messi.
Dal 9 al 15 giugno il Penus Vestae, all'interno della casa delle sacerdotesse, rimane aperto e le matrone vi si recano a piedi nudi. Tuttavia esse non sono ammesse nel penetrale, dove si conservano le cose sacre e dove possono entrare solo i sacerdoti; possono accedere solo nella zona esterna, dove si trovano il mortaio, il forno e quanto occorre per fare la mola salsa, focaccia di tritello salato e farro abbrustolito, indispensabile per i sacrifici a Vesta e ad altre divinità. La focaccia rituale dev'essere confezionata secondo un rigido cerimoniale: il farro dev'essere quello raccolto appositamente dalle None alle Idi di Maggio a giorni alterni; le Vestali ne sgranano le spighe, lo pestano e lo macinano; ne fanno quindi una schiacciata, salandola con una salamoia detta Muries, che secondo Festo è fatta con sale pestato e sciolto in acqua, poi prosciugato in forno. La mola salsa si fa anche per i Lupercalia e alle Idi di settembre (Epulum Jovis).
In due calendari antichi, vicino alle date del 9 e del 15 giugno, si leggono le lettere Q. S. D. F., che Varrone e Festo spiegano così: "quando stercus delatus fas", alludendo al rito consistente nel trasportare fuori dal tempio di Vesta lo sterco che si è accumulato nel corso dell'anno. Lo sterco viene portato in un luogo apposito sul Campidoglio, forse nei pressi del tempio di Saturno,l visto che uno degli epiteti del dio è Stercolius. La cerimonia rappresenta un momento di purificazione del tempio, ma si riferisce anche evidentemente alla concimazione dei campi. Invece secondo Ovidio lo sterco viene gettato nel Tevere. In ogni caso la purificazione del tempio segna il compimento dell'opera produttiva della terra e la preparazione di una stagione nuova. Col tempo questo particolare rito sembra perdere d'importanza all'interno delle feste di Vesta.
Le Vestali, solo due all'inizio secondo Plutarco, sono sei all'epoca di Servio Tullio, e tante rimangono definitivamente. A capo del gruppo è la Vestale Massima. Il loro prestigiosissimo sacerdozio, cui possono accedere solo fanciulle di ottima famiglia, dura trent'anni, durante i quali esse hanno l'obbligo assoluto della castità. Tuttavia sono molti ed eccezionali i privilegi della vestale: essa è sottratta alla patria potestà (cosa impossibile per qualsiasi altra donna romana) e può, per esempio, fare testamento. La Vestale è sempre vestita di bianco, in testa porta una fascia (infula) e, quando sacrifica, copre la testa con un largo velo quadrato (suffibulum): la vestale così bardata è detta Armata virgo.

Primo dovere delle Vestali è la conservazione del fuoco sacro, durante tutto il corso dell'anno. La cerimonia dell'accensione è in marzo. Secondo Plutarco è ammesso un sistema per questo rito: accendere catturando i raggi del sole mediante un vaso pieno d'acqua; secondo Festo, invece, bisogna confricare un legno di albero fruttifero fino a produrne fuoco, che viene poi portato nel tempio in un vaglio di bronzo.

Rituali e Culto

Nell’antica Roma, Estia fu venerata come la dea Vesta.
Qui il suo fuoco sacro univa tutti i cittadini in un'unica famiglia. Veniva custodito dalle Vestali, che dovevano incarnare la verginità e l’anonimato della Dea. In un certo senso, ne erano la rappresentazione umana, sue immagini viventi, al di là di ogni raffigurazione scolpita o pittorica.
Le fanciulle scelte come vestali venivano portate al tempio in età molto giovane, per lo più quando non avevano ancora sei anni. Tutte vestite allo stesso modo, con i capelli rasati come neo iniziate, qualunque cosa le rendesse distinguibili e riconoscibili veniva eliminata. Vivevano isolate dagli altri, erano onorate e tenute a vivere come Estia: se venivano meno alla verginità le conseguenze erano atroci. I rapporti sessuali della vestale con un uomo profanavano la dea, e come punizione la vestale veniva sepolta viva in una piccola stanza sotterranea, priva di aria, con una lucerna, olio, cibo e un posto per dormire. La terra soprastante veniva poi livellata come se sotto non ci fosse niente. In tal modo la vita della vestale (personificazione della fiamma sacra di Estia) che cessava di impersonare la dea veniva spenta, gettandovi sopra la terra, come si fa per spegnere la brace ancora ardente nel focolare.


A differenza delle altre divinità, Estia (Vesta) non era nota per i miti e le rappresentazioni che la riguardavano: la sua importanza stava nei rituali simbolizzati dal fuoco.
Perché una casa diventasse un focolare, era necessaria la sua presenza. Quando una coppia si sposava, la madre della sposa accendeva una torcia sul proprio focolare domestico e la portava agli sposi, nella nuova casa, perché accendessero il loro primo focolare. Questo atto consacrava la nuova dimora.
Dopo la nascita di un figlio, aveva luogo un secondo rituale estiano. Quando il neonato aveva cinque giorni, veniva fatto girare intorno al focolare, come simbolo della sua ammissione nella famiglia.
Allo stesso modo, ogni città-stato greca, nell' edificio principale, aveva un focolare comune dove ardeva un fuoco sacro. E in Ogni nuova comunità che veniva fondata si portava il fuoco sacro dalla città di origine per accenderlo nella nuova.
Così, ogni volta che una coppia o una comunità si accingevano a fondare una nuova sede, Estia li seguiva come fuoco sacro, collegando la vecchia residenza con la nuova, forse come simbolo di continuità e di interdipendenza, di coscienza condivisa e d'identità comune.
Rituale nel fuoco del Crogiuolo

Il fuoco nel crogiolo sta a significare il fuoco di libertà che arde dentro al cuore degli uomini, di ogni singolo uomo che si è contrapposto all’orrore cristiano nel corso di tutti i secoli. C’è sempre stato qualcuno che ha tenuto accesa la fiamma anche nei momenti più bui dell’esistenza. Tutti gli Esseri Umani che si sono opposti all’orrore cristiano erano dei Prometeo che alimentavano la fiamma della conoscenza dentro loro stessi. Con questa fiamma accendevano la libertà nelle condizioni culturali che trovavano. Questo è il significato del piccolo fuoco.

Ogni popolo saccheggiato, ogni eretico incarcerato o bruciato; ogni strega incarcerata o bruciata; ogni filosofo o amante della vita incarcerato o bruciato era un Prometeo.

Qualche volta succedeva che le fiamme dei Prometeo diventavano fiamme di molti Prometeo e allora le piccole fiamme diventavano grandi fiamme.

Quando vennero spenti i fuochi di Vesta e di Perkunas le persone cessarono di guardare verso il cielo e guardarono nei sentimenti delle persone, là dove il fuoco si era nascosto.

Quando, con gli Inni, le persone ricordano, allora i fuochi si riaccendono e le persone possono guardare il tempo che viene loro incontro consapevoli del tempo che è passato.

E allora si può fare festa e dividere i fuochi per il passaggio
Esecuzione rituale nel fuoco del Crogiuolo


L’officiante accende il piccolo fuoco nel crogiolo dando il via al rito.

Gli astanti:

Sono collocati attorno al fuoco centrale.

I lettori degli Inni:

Sono collocati attorno al fuoco centrale dentro al cerchio degli astanti, vicino alla catasta di legna.

L’accensione del fuoco nel Crogiolo da il via agli Inni che vengono letti in sequenza.

Quando tutti hanno letto le persone in fila dietro al primo lettore degli Inni accendono un ramo e le torce nel fuoco piccolo, si predispongono attorno al fuoco grande e lo accendono contemporaneamente.

Il cerchio per chiamare le forze del mondo viene fatto fintanto che le fiamme si alzano nel fuoco centrale. La chiamata viene fatta con tamburi e suoni.

Quando le fiamme sono al massimo ci si allontana in quanto il rito collettivo è finito.


Inno alla dea Vesta



Vesta è come la Terra: al di sotto di entrambe v’è il fuoco perenne:

La Terra e il fuoco simboleggiano infatti la propria dimora.

Tu per Vesta non intendere altro che la viva fiamma

Vedi che dalla fiamma non è mai nato alcun corpo.

Ma è il fuoco ad animare il corpo,

Passione e volontà che dal corpo nascono;

Ma è il fuoco che riscalda

quel crogiolo di vita che la terra diviene

quando Giunone, sorella di Vesta, Natura imponente

su di essa si stende e ne fa la sua sede.

Vesta come la Terra: il mio corpo sia questa terra

Vesta è il fuoco: il mio cuore arda di questo fuoco.

Che io possa essere il mio focolare, la mia casa, il mio rifugio

Riaccendendo giorno dopo giorno
E mantenendola viva e scoppiettante
La Vesta che nel mio cuore risiede.
Il fuoco di Vesta ardeva a Roma eternamente
Adesso bruci nel mio cuore ininterrottamente,
là dove nessun Teodosio assassino
arrivi mai a spegnerlo
finché la mia volontà ne sarà la legna
e come Vesta si conservi per i sentieri della vita.


quercia
Il 10 Giugno si celebra la Festa della Quercia, albero sacro soprattutto per i celti che gli hanno dedicato un periodo dell'anno, presentel nel Calendario Celtico degli Alberi.
Nel calendario arboreo Ogham la quercia è chiamata duir, contraddistingue il periodo che va dal 10 giugno al 7 luglio, il dio che lo governa è il Dagda, l’animale druidico lo scricciolo, gli aggettivi chiave di chi è nato sotto questo segno: entusiasta, ottimista, determinato, regale.
Il ramo di quercia era per i romani simbolo di virtù, forza, coraggio, dignità e perseveranza. Esso è sempre stato il simbolo della forza, della virilità e del valore in campo militare, come il ramo d'ulivo è simbolo della pace.
La Quercia, Duir
La quercia è un albero solare associato alla festa di Lughnasadh, la festa della luce, la festa regale che corrisponde al nostro primo Agosto. Ad essa è attribuito il simbolo della forza , della protezione e dell’energia cosmica.
Il suo legno è il combustibile scelto per i fuochi sacri.
La quercia è il segno visibile agli uomini della presenza degli spiriti della vita e della crescita.
La longevità e l’imponenza della quercia, insieme ai suoi tanti doni offerti all’uomo e agli animali, non poteva che ispirare agli Antichi grande rispetto, tanto da considerarla la presenza del divino in terra. Per i Celti era l’albero degli alberi, poiché le sue alte fronde toccavano il cielo e le sue radici penetravano nella profondità del terreno. Alcuni studiosi affermano che la quercia era, per questo popolo, un albero cosmico, come lo era Yggdrasill, il frassino dei popoli del Nord Europa . Tuttavia molte Genti indoeuropee associarono la quercia al dio creatore, il Padre celeste che risiede in terra.
I Celti ritenevano che il mondo fosse sostenuto e alimentato da una quercia, ma credevano anche che un giorno sarebbe finito se il suo tronco, che sorreggeva il cielo, si fosse spezzato.
Stradone è certo che il culto di questi alberi fosse molto antico presso i Celti e riteneva che lo avessero portato con loro durante la lunga migrazione. Ci riferisce infatti che, nel III secolo a.C., alcune tribù che si stabilirono in Asia Minore ( i Galati ), costituirono una confederazione governata da un “senato” e da “un’assemblea popolare” che si riuniva in un santuario comune detto Dunemeton, cioè boschetto sacro di querce. Questa testimonianza ci dice anche che per le decisioni importanti si sceglievano luoghi sacri, dove il “padre celeste” consigliava i sacerdoti e i re, guidava le scelte e quello che era approvato era una promessa davanti agli dei e agli uomini. Per la stessa ragione, ai piedi di una quercia, i druidi amministravano la giustizia, i riti religiosi e divinatori. Questi ultimi, in particolare, erano considerati ancor più sacri, se l’officiante aveva mangiato alcune ghiande prima del rito perché attraverso il frutto dell’albero, provenivano le emanazioni divine utili per interrogare il futuro e comprenderlo attraverso i segni.
Il culto della quercia comunque era diffuso in gran parte d’Europa e si protrasse fino all’avvento del Medio Evo. Ne abbiamo documentazione attraverso gli autori antichi come Plauto che in un brano dell’Aulularia, parla di querce sacre in Gallia e Claudiano ( IV sec. d.C. ) che riferisce di un bosco sacro nella Selva Ercinia, nel quale era reso un antico culto ad una quercia molto vecchia. Anche i Romani furono sensibili alla maestosità de questi alberi ai quali attribuivano un valore quasi eroico per la loro grande resistenza e “impavidità” difronte alle tempeste. Con le foglie infatti preparavano corone commemorative o celebrative per coloro che si erano distinti in senso civico o avevano dimostrato particolare coraggio in battaglia.

Nel calendario Arbolicolo dei Celti

Il culto degli alberi è stato una parte importante della cultura dei Celti e, nonostante non esistano testi ufficiali che documentino questo aspetto, molti testi riportano o accennano questo calendario. Esso è il prodotto di studi di uno scrittore Robert Graves (1895 – 1986 ), il quale negli ani ’50 ha condotto le prime indagini circa antiche tradizioni. Egli è pervenuto alla conclusione che i Celti avessero un calendario di 13 mesi, basato sulle fasi lunari e che ogni mese avesse 28 giorni; i mesi erano associati a 13 alberi, le cui lettere iniziali del nome coincidevano con quelli delle piante. Gli alberi erano abbinati a quel tal periodo secondo le funzioni vitali che si manifestano in una correlazione stretta fra stagione e vegetazione. Graves riteneva anche, che la lettera iniziale dell’albero, fosse un ogam, una segno magico dell’alfabeto di cui esistono vari frammenti epigrafici datati fra in IV e il VII secolo d.C. ritrovati in Irlanda, Scozia, Galles e Inghilterra.
Tuttavia quest’ultima considerazione sembra non avere corrispondenza con il calendario di Coligny, datato II secolo d.C. e ritrovato in Francia.

La Quercia in natura
Pochi boschi sono ricchi di vita come un querceto ad alto fusto. L’aperta cupola delle querce consente che molta luce raggiunga il suolo della foresta: le sue foglie marciscono in fretta dopo la caduta concimando il terreno e consentendo la crescita di altri alberi o arbusti, specie frassini, noccioli, cornioli, e una grande varietà di piante erbacee. La quercia non è mai sola, il suo tronco ricco di pieghe e le sue radici a forma di archi offrono generosamente rifugio agli animaletti suoi amici anche nei mesi invernali, mentre le ghiande offrono ad essi cibo. Ospita anche insetti, fra cui le cicale, che i Greci chiamavano dryokóitai, “quelle che dormono nelle querce”.
Il suo legno è molto pregiato e viene usato nelle costruzioni e per la concia, è ottimo da ardere perché essendo compatto brucia molto lentamente, mantenendo la fiamma; viene usato tradizionalmente a Yule, per celebrare la rinascita del Sole sulla Terra, quando si fa ardere un grosso ceppo di quercia.
Nelle lingue celtiche il termine che designava la quercia significava porta e probabilmente anche il verbo milanese dervir, aprire, ha origini celtiche e deriva dal gallico dervo, così come i nomi dei paesi di Dervio in provincia di Como e Dergano, Derganino, in provincia di Milano.
La quercia è dunque una Porta per la Conoscenza, un passaggio tra i mondi; con travi di quercia si costruivano le soglie e i montanti delle porte, e si credeva che in questo modo il suo spirito continuasse a svolgere il ruolo di Guardiano della Porta, inoltre nel calendario celtico degli alberi il mese della quercia era quello in cui cadeva il solstizio d'estate, la Porta, appunto, per la seconda metà dell'anno e per le fate, in cui cade il giorno di San Giovanni.
Dal gallico dervo, “quercia”, sono attestati in epoca romana alcuni derivati utilizzati come nomi propri: fatis dervonibus, “fate delle querce”, a cui è dedicata un’iscrizione di Brescia e Matronis Dervonnis in un’iscrizione di Milano, apparentemente riferita alle medesime fate. Esistevano anche i nomi propri di donna Dervonia e Derva.
La farnia o quercus robur potrebbe raggiungere i duemila anni di vita, con un diametro di 10 metri, se non la si abbattesse per sfruttarne il legno durissimo usato, un tempo, per la costruzione delle navi. Per questo motivo i Romani chiamavano robur sia la quercia sia il vigore fisico e quello morale: da cui l’aggettivo robustus.
Nella creazione di Blodeuwedd “Viso di fiori” nei Mabinogion ad opera dei due dei-druidi Math e Gwydion, venne usato il fiore di quercia per dar vigore a Lleu nel fare l'amore e per dar loro molti bambini.
Vedo la quercia come l'albero "che genera", l’albero dell'unione del principio femminile con quello maschile.
Del resto la stessa pianta porta sia i fiori maschili che quelli femminili. I fiori maschili sono riuniti in amenti di colore giallo, quelli femminili sono di colore verde.

La Ghianda il Frutto.
Il suo frutto, la ghianda, è considerato seme della scienza divina e per questo tenuto in grande considerazione dai druidi, rappresenta la potenzialità del divenire. Poiché è l'albero del solstizio estivo, il suo legno viene bruciato come ceppo natalizio insieme a carbone dell'anno precedente, in sosituzione della fiamma solare. Da una quercia zampilla la fonte dell'eterna giovinezza: questo perché la quercia restituisce più energia di quanta ne riceva dall'universo, riequilibrando così con le sue vibrazioni qualsiasi mancanza di energia.
La ghianda è anche vista come l'organo riproduttivo del dio Zeus, che affondando nel grembo della madre terra, fa nascere un nuovo albero.
Per questo motivo nell'antichità si pensava che la ghianda avesse poteri fecondatrivi, anzi afrosidiaci.

Divinazione con le Ghiande di Quercia
Questa tecnica divinatoria è in uso nei paesi britannici, una delle tante eredità lasciate dalla tradizione druidica e ancora praticata dai moderni druidi e dalle streghe. Tutto quel che vi occorre sono un calderone colmo d’ acqua e una manciata di ghiande. Mettete 1 ghianda per ogni domanda nel calderone e lasciatevele per una notte. Se l’ indomani sono affondate indicano che la risposta è affermativa. Mentre se restano a galleggiare è indice di un responso negativo.
La Luna di Duir è il punto intermedio dell'anno lunare, e ci conduce al punto più alto dell'anno solare. Come una grossa crisi a metà della vita, o il cedimento a metà di un film o un libro mal scritto, i punti intermedi ci inducono a riflettere sul cammino che abbiamo percorso e sulla direzione che intendiamo prendere.
Utilizzate il potere della Luna di Duir per rinnovare l'impegno verso le vostre divinità e il vostro percorso spirituale. Per questo rito, vi servono tre ghiande e sei candele. Alla luce della Luna, caricate le tre ghiande che rappresentano il vostro corpo, mente e spirito. Accendete le candele, che rappresentano le sei lune rimanenti dell'anno lunare. Invocate le vostre Dee e rinnovate la vostra consacrazione a esse e l'impegno a servirle. Chiedete la forza necessaria per continuare il cammino a cui esse presiedono, o per ritornare sulla strada giusta se avete commesso degli errori. Seppellite le ghiande per simboleggiare che state "piantando" il vostro rinnovato impegno.È uno degli alberi più maestosi della nostra flora. Il legno della farnia, pesante e durevole, è fra i più pregiati e viene utilizzato per ogni sorta di lavoro. Può vivere oltre 2.000 anni e raggiungere enormi dimensioni. La Major Oak, che vive nella famosa foresta di Sherwood ha una circonferenza di quasi 20 metri e supera i 40 metri di altezza. La corteccia delle querce era usata dai popoli celti come fonte di tannino, sostanza usata per la concia delle pelli. Dopo averle ammorbidite in una fossa di calce ed aver rimosso peli e residui di carne, le pelli venivano immerse in bagni di tannino ossia di corteccia di querce schiacciate ed acqua. Il cuoio che ne risultava veniva poi sciacquato e lasciato asciugare.
La corteccia di quercia veniva utilizzata anche in medicina come astringente e tonico ed anche come antiveleno in caso di morsi di serpi.
Parola chiave: potere
Resistente e protettiva, la quercia è la regina delle piante celtiche dove dimorano gli dei del cielo. Per questo le navi, le porte e gli scudi dovevano essere fatti di quercia. Anche la ghianda, considerata seme della scienza divina, aveva funzioni magiche come cibo rituale per i Druidi.

Personalità dei nati sotto il segno della Quercia


Tranquillo e determinato, il temperamento del nato sotto il segno della quercia non si scompone mai. Sarebbe un ottimo leader se soltanto attenuasse la sua rigidità. Teme il cambiamento, rendendo invece al meglio in condizioni stabili. Ama avventure erotiche brucianti, ben distinte dai legami familiari ritenuti sacri ed intoccabili.

Giorno di San Vito - 14 Giugno


Segnalatore del tempo. San Vito era probabilmente una versione cristiana del Dio Vidar, figlio di Odino
Se il Giorno di San Vito piovoso sarà
Trenta giorni di fila pioverà.


15 Giugno festa di Baldur

Il 15 Giugno di festeggia il dio Norreno Baldr (Baldur) dio di luce, e si ricorda la sua triste leggenda, secondo la quela Loki lo uccise con un ramo di Vischio.

Baldur Re della Quercia?


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In Scandinavia il falò del Solstizio era il "fuoco di Baldur". Baldur, figlio di Odino, era il giovane dio che veniva ucciso nel fiore degli anni e probabilmente nell'antichità si sacrificavano uomini per rappresentarne la morte. Forse Baldur era uno spirito della vegetazione, lo spirito della quercia celebrato da alcuni miti nordici e celtici. Infatti, le leggende narrano di una lotta eterna tra due opposte divinità, il Re della Quercia e il Re dell'Agrifoglio, dove il primo rappresenta il Dio dell'anno crescente (cioè della metà dell'anno in cui la luce solare prevale sulle tenebre notturne) e il secondo raffigura il Dio dell'anno calante (la metà dell'anno in cui la notte prevale sul giorno).
Se in inverno era il Re dell'Agrifoglio a soccombere, a Litha-Casmaran era il Re della Quercia a dover cedere di fronte all'avversario. E questo spiega perche i fuochi solstiziali erano alimentati con legno di quercia... la quercia fiorisce intorno a Casmaran e segna il passaggio tra anno crescente e anno calante.
La morte estiva del Re della Quercia aveva varie forme: bruciato vivo, accecato con un ramo di vischio o crocifisso su una croce a T.
Non a caso la Festa di Baldur cade il giorno dopo della Festa della Quercia nel Calendario Pagano delle Festività.

La Leggenda di Baldur (Baldr)

Balder, dio della luce, era tormentato dagli incubi. Pur sapendo di essere amato da tutti per la sua bontà e la sua bellezza, ogni notte sognava che qualcuno stesse per ucciderlo.
Il padre Odino, dio della guerra, era preoccupato. Così, in groppa al suo cavallo dalle otto zampe, si reco’ a Niflheim, la terra dei morti, dove c'era la tomba di Volva, la veggente che conosceva i segreti del futuro. Odino, con le sue arti magiche, la costrinse a uscire dalla tomba e la interrogò. «Presto per Balder si mescerà birra e idromele» rispose Volva, volendo significare che il dio sarebbe morto. Odino domandò come sarebbe avvenuto e Volva disse: «Sarà Hoder, il dio cieco, a ucciderlo».
Ritornato tra gli dei, Odino informò la moglie Frigg (1) del destino che attendeva il figlio. Frigg partì subito per un lungo viaggio, attraversando tutti i paesi del mondo. A ogni cosa che incontrava faceva giurare di non fare mai del male a Balder.
Giurarono tutti: l'aria e l'acqua, la terra e il fuoco, le piante, gli animali e le pietre. Solo la pianticella del vischio non giurò. Frigg, infatti, l'aveva ritenuta troppo debole e innocua per costituire un pericolo.
In questo modo Balder divenne invulnerabile e ciò fu per gli déi un'occasione di divertimento. Gli tiravano sassi e frecce, lo trafiggevano con le lance, lo colpivano con le spade... Ma nulla poteva ferire il giovane Balder. Solo Loki, dio della distruzione, non partecipava. Egli amava gli scherzi crudeli e quel gioco innocuo non lo divertiva affatto. Così, mutate le sue sembianze in quelle di una vecchia, si recò da Frigg e con l'inganno venne a sapere dalla dea che il vischio non aveva giurato. Allora andò nel bosco e ne prese un ramo che cresceva sul fusto di un melo. Con esso costruì un bastoncino dalla punta affilata, quindi si recò all'assemblea degli dei. Come al solito gli dei erano impegnati nel gioco di colpire Balder. Loki si avvicinò al cieco Holder e gli porse il bastoncino di vischio. «Prova a colpire Balder con questo» gli disse. Hoder replicò: «Come posso colpirlo se neppure lo vedo?» Ma Loki lo rassicurò: «Non temere, guiderò io la tua mano». Hoder lanciò il bastoncino e colpi Balder.
Il vischio penetrò nelle sue carni e lo uccise.

Tratto da "Miti e leggende di tutti i tempi" editore HAPPY BOOKS

Narra la leggenda che Balder, morendo, cadde su un cespuglio di agrifoglio, spruzzandolo di sangue, mentre le lacrime di Frigg si trasformarono in perle che rimasero per sempre ad ornare la pianta del vischio.

(1) Frija, Freya, chiamata anche Frigg nella mitologia scandinava.
È la moglie di Wotan - Odino. Protettrice dell’amore, dell’unione sessuale e della fertilità.
Il suo nome sopravvive in inglese nel termine Friday (Frigg’s-day).

Interpretazione del mito di Baldr

Il mito di Baldr è stato variamente interpretato. C'è chi lo ha visto come un mito legato al ciclo annuale del tempo, che si tratti dell'accorciarsi delle giornate o del ritorno della fertilità. In tal senso la morte di Baldr troverebbe analoghi in area mediterranea e mesopotamica, nelle figure di Attis, Tammuz, Adone, Osiride, Orfeo. È da notare tuttavia che Baldr in quanto tale non presenta i tratti precisi di un dio della fertilità e, inoltre, non è previsto per lui un ritorno stagionale dal regno dei morti se non successivamente al Ragnarök, cioè alla fine di questo mondo. Delle analogie piuttosto precise sono state invece trovate nel dio finlandese Lemminkäinen, ucciso da un mandriano cieco armato di una semplice canna, arma all'apparenza inoffensiva come il vischio di Höðr.
C'è chi ha visto la morte di Baldr come un tipico sacrificio odinico. Non era insolito che Odino facesse uccidere tramite sacrificio rituale i guerrieri che desiderava avere con sé, o sottrarre al mondo in vista di suoi scopi futuri. Baldr sarebbe quindi simile a una figura come Víkarr, mentre Höðr non sarebbe altro se non una manifestazione di Odino stesso (il quale è cieco da un occhio o, in alcuni casi, da entrambi).
Il figlio di Odino, Baldr, dio della luce, condivide con figura cristiana l'essere un dio morto e risorto, e ci sono alcune somiglianze tra i miti della loro resurrezione:
Mentre per il dio norreno interviene Hermóðr per riportarlo fra i vivi, il quale scende nell'Hel e prega l'omonima dea di lasciare libero il fratello, dopo il rifiuto di questa di aprirgli il cancello Helgrind, lo scavalca con un balzo, in modo che possa uscirne ancora vivo[1], in maniera simile, anche Gesù, nei tre giorni durante i quali il suo corpo era nel Sepolcro, andò nell'Inferno a liberare le anime dei giusti, che erano confinate lì poiché seguivano la vecchia alleanza, le porte del regno dove dimora Lucifero sono chiuse, e lui le sfonda e le calpesta, oltrepassandole[2].
Il giovane Hermóðr non riesce nel suo intento e Baldr ritornerà dopo il Ragnarök per ricreare la stirpe divina. Similmente anche Gesù tornerà dopo la fine del mondo per governare su un mondo rinnovato.
Per quanto riguarda queste somiglianze non è ovviamente possibile verificare se siano semplici coincidenze o se effettivamente la figura di Baldr sia stata avvicinata (e di quanto) all'immaginario cristiano in un'epoca, quella attorno al X secolo, in cui, in area scandinava, convivevano fianco a fianco l'antico politeismo e il nuovo monoteismo.

20 Giugno- festività di Atena
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Il 20 Giugno e il 4 Agosto si celebra una festa dedicata ad una delle piu importanti dee greche, Atena.
La Dea, identificata con la romana Minerva, è figlia di Zeus e di Meti. Zeus divorò la povera Meti quando questa era incinta di Atena, consigliato da Urano e Gaia i quali gli rivelarono che se Meti avesse messo al mondo una figlia, da questa sarebbe poi nato un figlio che gli avrebbe tolto il comando del cielo. Zeus si accollò il compito di portare lui stesso a termine la gestazione. Quando giunse l'ora del parto, si fece aiutare da Efesto, che effettuò quello che si potrebbe chiamare un taglio cesareo del tutto particolare: infatti, con un colpo di ascia ben assestato, fece uscire Atena dalla testa di Zeus. La dea, che era già adulta e ben armata, appena nata lanciò un urlo di guerra che risuonò su tutta la terra. Atena è considerata la dea della guerra ma, a differenza di Ares, violento e sanguinario, essa pretende dai suoi protetti (tra cui Ulisse, Ercole, Achille e Giasone) non la bruta forza fisica ma azioni, frutto di riflessioni e di ragionamenti tattici. Non a caso è considerata nel mondo greco anche la dea della ragione. Il nome della madre, Meti, infatti, è traducibile con la parola "senno". Il fatto che sia proprio Atena ad affrontare e a battere Ares, sottolinea che, spesso, la riflessione e la ragione hanno il sopravvento sulla forza bruta.
Atena è anche la protettrice dei tessitori e delle ricamatrici, ma il suo ruolo di dea guerriera è quello prevalente. E’ rappresentata con l’elmo in testa, armata di lancia e scudo e vestita con l'egida (una specie di corazza di pelle di capra). Sul suo scudo la dea mise la testa di Medusa, la gorgona che aveva il potere di tramutare in pietra chiunque osasse guardarla negli occhi e che fu uccisa da Perseo.
Gli epiteti di Atena erano innumerevoli, ma il più diffuso era quello di Pallade (colei che lancia l'asta). Con questo epiteto, la dea assumeva caratteristiche simili a quelle di Demetra, essendo considerata anche protettrice dei campi e dell'agricoltura. Ad Atene il suo culto fu secondo solo a quello di Zeus, e a lei fu dedicato il Partenone.
Ad Atena è attribuita l'invenzione dell'olio di oliva ed anche l'introduzione dell'ulivo in Grecia. Il suo animale preferito è la civetta. Non a caso, ciò che caratterizza la civetta, rispetto agli altri animali, è proprio l'occhio grande e splendente; ed è, infatti, negli occhi azzurri della civetta che si riflette una delle caratteristiche di Atena considerata la dea della chiarezza e chiamata “dea dagli occhi glauchi” cioè “dea dagli occhi azzurri”. Nella lingua greca, le parole civetta e azzurro hanno un suono simile (glaux = civetta, glaucos = azzurro).
Atena rimase vergine e, tuttavia, le viene attribuito un figlio, che avrebbe avuto da Efesto nel seguente modo: era andata a procurarsi delle armi da Efesto, esperto fabbro che utilizzava i vulcani come officine. Questi, abbandonato da Afrodite dopo aver scoperto la tresca con Ares, s’innamorò di Atena; la dea, però, non ne voleva sapere del brutto Efesto che, deciso ormai a possederla, nonostante fosse zoppo, incominciò ad inseguirla, la raggiunse e la prese tra le braccia. Ma era tanto il suo desiderio che, soffrendo, forse, di eiaculazione precoce, bagnò con il suo seme una gamba della dea. Atena, un pochettino disgustata, si asciugò con della lana che poi lanciò per terra inzuppata dal seme di Efesto. Dalla terra, fecondata in modo così poco romantico, nacque Erittonio che la dea considerò proprio figlio, lo rinchiuse in un cofano, sotto la custodia di un serpente, e lo affidò ad Aglauro, la figlia del re d'Atene.
Le feste in Onore della dea erano molte. Particolarmente interessanti erano le Panatenèe che si svolgevano ad Atene ogni anno, sostituite, ogni quattro anni, dalle grandi Panatenèe. Si narra che queste feste fossero state istituite da Erittonio, il figlio di Atena. Durante i festeggiamenti si svolgevano varie attività sportive. Un esercizio del tutto particolare consisteva nello scendere e risalire velocemente su un carro in corsa indossando un’armatura. Alla fine della festa si svolgeva una cerimonia notturna in cui, con una solenne processione verso l'Acropoli, veniva offerta ad Atena una veste femminile molto preziosa. Un'altra festa, celebrata ad Atene era chiamata Arreforie, dedicata ad Atena Pallade. Durante il suo svolgimento, la sacerdotessa di Atena consegnava degli oggetti sacri e misteriosi a delle ragazzine di nobili famiglie chiamate “Arrefore” (“portatrici di oggetti dei quali non si può parlare”), che avevano il compito di portarli, a notte fonda, nel sotterraneo di Afrodite degli orti.
Forse gli oggetti sacri erano dei simboli di fecondità a forma di genitali. Ciò si potrebbe dedurre dal fatto che una delle cerimonie che si svolgevano durante le Tesmoforie dedicate a Demetra e Persefone e a cui partecipavano solo donne maritate, consisteva proprio nel portare in corteo alle dee degli oggetti di pasta a forma di genitali, come auspicio per la fertilità dei campi.
Sempre ad Atene si celebravano le Plintèrie, feste di purificazione in cui veniva lavato in mare il simulacro della dea.

Panatenee


Le Panatenee erano la festa religiosa più importante dell'antica Atene, in onore della divinità protettrice della città, Atena (con l'appellativo di Poliàs, Poliade). Si tenevano il giorno della nascita della dea (il 28 del mese di Ecatombeone, corrispondente alla fine di luglio) e vi partecipavano tutti i cittadini liberi, comprese le donne.
Secondo la tradizione erano state istituite da Erittonio mitico re di Atene, o da Teseo, per celebrare il sinecismo dell'Attica sotto Atene.
Nel 556 a.C. Pisistrato riorganizzò la festa ed istituì ogni quattro anni, nel terzo anno dell'Olimpiade, le "Grandi Panatenee", di durata maggiore, che compresero anche i giochi panatenaici, con competizioni artistiche e sportive.
La processione panatenaica, che avveniva solo in onore delle Grandi Panatenee, portava il dono di un peplo tessuto dalle ateniesi nobili (Ergastìne) e ricamato con episodi della Gigantomachia.
La processione si radunava prima dell'alba nei pressi della porta del Dipylon, attraversava l'agorà e giungeva all'Acropoli, dove potevano entrare solo i cittadini ateniesi. La processione passava quindi davanti al Partenone e si fermava al grande altare di Atena.
Il rito comprendeva sacrifici, tra cui un'ecatombe.
La processione è raffigurata nel fregio disposto sui muri esterni della cella del Partenone, scolpito da Fidia e dai suoi aiuti. Vi sono rappresentati alla partenza gli ipparchi e il keryx o araldo, gruppi di cavalieri che si stanno preparando o sono colti in corsa per la gara che si svolgeva durante la processione. A questi seguono le quadrighe, tra le quali si svolgeva pure una gara, nell'ultimo tratto della quale un oplita con armatura doveva scendere e correre a fianco del carro in accordo con l'andatura dei cavalli. Segue quindi la processione vera e propria (pompé) con gli animali per i sacrifici, portatori di offerte, suonatori e le canefore che portavano il peplo e vasi per libagioni.

Inno ad Atena


Comincerò a cantare Pallade Atena, la gloriosa dea
dagli occhi splendenti, ingegnosa, dal cuore inflessibile,
vergine casta, intrepida signora dell'acropoli,
Tritogenia; il saggio Zeus la generò da solo,
dal suo capo venerabile, rivestita già delle armi di guerra
dorate e lucenti. Tutti gli immortali si stupirono
a questa vista: essa balzò fuori rapidamente
dal capo immortale, agitando un giavellotto acuto
davanti a Zeus Egioco. Il vasto Olimpo sussultò
cupamente sotto l'urto della dea dagli occhi splendenti,
la terra emise un grido terribile, il mare si sconvolse,
gonfiandosi con flutti spumanti. Poi d'improvviso le onde
si fermarono, il luminoso figlio di Iperione arrestò
lungamente i veloci cavalli, fino a quando la vergine
Pallade Atena ebbe tolto dalle spalle immortali
le armi divine: né gioì il saggio Zeus.
Così ti saluto, figlia di Zeus Egioco:
io canterò te e anche un'altra canzone: la canzone della mia vita!




Nell'Uscita dell'Anima verso la Luce del Giorno viene ribadito il principio, in forma Egiziana, dell'Inno Omerico ad Atena. Solo che qui si tratta di un individuo che pretende di essere riconosciuto come DIO e continuare nella propria sequenza dei mutamenti e rivendica, davanti all'infinito, quanto egli ha manifestato, quanto egli ha rappresentato, quanto egli ha meritato nel corso della sua esistenza. Si tratta della qualità del giavellotto di Atena. Il giavellotto con cui Atena minaccia Zeus altro non è che la somma di tutti gli sforzi strategici che gli Esseri, figli di Hera, hanno fatto nella loro esistenza. Ed è con quel patrimonio di Potere che un Essere Umano ha costruito nel corso della sua esistenza il giavellotto con cui minacciare gli DEI. O la determinazione con cui si presenta l'Essere Umano il cui corpo fisico muore e il corpo luminoso pretende di essere accolto nel nuovo mondo: non sono forse un insieme di principi che dovremmo SEMPRE tenere presente come Pagani Politeisti?

21 – 23 Giugno, Litha, Solstizio d’estate, Grande Sabba della Terra, Festa della Natura, Giorno dell’Erica, Festa di Giano.

Litha+from+Wiccan+Wonders
Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che è il giorno più lungo dell'anno, ma che allo stesso tempo, rappresenta l'inizio del suo declino.
Infatti, dopo il Solstizio d'Estate, le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio d'inverno, in quella che è la fase "calante" dell'anno.
Solstizio deriva dal latino solstat, "il sole si ferma", e, infatti, pare quasi che il sole indugi un po' in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente. Il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso: inizia l'estate astronomica.

E' tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare: la mistica forza che unisce cielo e terra è ora più forte.
Questa verità era conosciuta dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le "ley lines", le misteriose linee energetiche che solcano la superficie terrestre aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare. Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori artificiali del sistema energetico terrestre.
I cristalli possono essere potentemente caricati al solstizio e siccome il granito dei megaliti di Stonehenge contiene una grande quantità di quarzo, questo cerchio si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico. Non a caso la cerimonia del Solstizio d'Estate è la festa più elaborata e più famosa compiuta dai moderni ordini druidici, che la celebrano ogni anno appunto a Stonehenge (nel 1999 sono ripresi i rituali dopo una sospensione di dieci anni decretata nel 1988 dalle autorità britanniche per motivi di ordine pubblico).

Il Neo-Druidismo chiama il Solstizio d'Estate Alban Heruin, "Luce della riva". Infatti, la festa è al centro dell'anno, al suo volgere, così come la spiaggia è il luogo d'incontro di mare e di terra dove i due confini si uniscono. Nelle tradizioni antiche la "terra" era la zona astronomica al di sopra dell'equatore celeste e l' "acqua" quella inferiore. Il sole trovandosi nel loro punto d'incontro è come sulla riva del mare.

Mazzetti di erbe collocati sotto il cuscino favoriscono i sogni divinatori: le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle tradizioni solstiziali e di San Giovanni. Si raccolgono piante aromatiche da bruciare sui falò solstiziali, piante che danno poco fumo e hanno un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana. È comune credenza che moltissime piante raccolte in quest'epoca abbiano poteri quasi miracolosi.
Il vischio è una pianta solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore romano Plinio pare che gli antichi Druidi raccogliessero questa pianta con un falcetto d'oro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare. I rami di vischio al Solstizio d'Estate assumono un aspetto dorato, il famoso Ramo d'Oro dei miti.
Il sambuco tagliato la vigilia del Solstizio, sanguina nelle leggende britanniche.
Il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, in quanto la felce è una pianta pteridofita, cioè che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori.
In tutti i paesi europei si raccolgono erbe ritenendole impregnate di miracolose virtù: la verbena porta prosperità, mentre l'artemisia sacra ad Artemide sorella di Apollo, protegge dal malocchio.
Si riteneva in particolare che l'energia solare si raccogliesse in fiori come la calendula o l'iperico, la miracolosa "erba di San Giovanni".

Proprio tutte queste virtù magiche che terapeutiche attribuite alle piante, spiegano l'abbondare di leggende riguardanti coloro che più di ogni altra persona conoscevano le erbe magiche: le streghe.
L'usanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso danzando. Forse dietro le storie dei raduni di incantatrici e di fattucchiere nella notte di mezza estate, si cela anche il ricordo dei riti solstiziali celtico-germanici intorno ad un albero (il noce di Benevento!) o delle feste licenziose in onore della dea Fortuna nell'antica Roma che si tenevano appunto il 24 giugno: ricchi e poveri, liberi e schiavi, accorreva ai templi, banchettava e danzava.
Fortuna è la Dea della casualità assoluta, del caos benefico e rigeneratore. La somiglianza di queste feste con i Saturnali del Solstizio d'Inverno fanno del Solstizio Estivo una sorta di capodanno o di carnevale, un periodo "caotico" in cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con conseguente rimescolamento dei ruoli sociali e capovolgimento delle norme morali. In questo benefico caos assumono rilievo i due elementi primordiali del fuoco e dell'acqua, contrapposti ma pur sempre complementari, dove il primo simboleggia i poteri della divinità maschile e la seconda quelli della divinità femminile (o, se si preferisce il Sole e la Luna).

L'acqua del Solstizio è direttamente collegata alla luna e al segno del Cancro: significativamente il glifo di questo segno zodiacale è composto da due segni spiraliformi che si oppongono in un simbolo simile allo Yin-Yang orientale, forse indicanti le due metà dell'anno che ora si incontrano.
Nelle celebrazioni solstiziali l'acqua è rappresentata dalla rugiada o "guazza di San Giovanni", cui sono attribuiti poteri miracolosi: fare ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o addirittura propiziare la fertilità. Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni.

Il fuoco viene simboleggiato dai falò accesi un po' ovunque in Europa nella notte solstiziale. Sono simboli solari e accenderli significa rafforzare l'energia dell'astro che d'ora in avanti va declinando. Un'altra interpretazione esalta il loro valore purificatorio, con cui vengono scacciati gli spiriti maligni e le malattie. Non bisogna dimenticare infatti che in questo periodo caotico, di "passaggio", così come gli esseri umani hanno libero accesso a regni e poteri soprannaturali, così anche le entità malefiche possono vagare indisturbate per il nostro mondo.
Nel folklore nord-europeo la vigilia di San Giovanni è una delle tre "notti degli spiriti" insieme alle vigilie di Calendimaggio e di Hallowee'en/Samhain. Ad ogni modo tutte le tradizioni popolari europee vedono l'accensione di fuochi sulle colline, processioni notturne con fiaccole e ruote infuocate gettate lungo i pendii.
Si danza intorno ai falò e si salta sulle fiamme quando queste si abbassano.

In Scandinavia il falò del Solstizio era il "fuoco di Baldur". Baldur, figlio di Odino, era il giovane dio che veniva ucciso nel fiore degli anni e probabilmente nell'antichità si sacrificavano uomini per rappresentarne la morte. Forse Baldur era uno spirito della vegetazione, lo spirito della quercia celebrato da alcuni miti nordici e celtici. Infatti, le leggende narrano di una lotta eterna tra due opposte divinità, il Re della Quercia e il Re dell'Agrifoglio, dove il primo rappresenta il Dio dell'anno crescente (cioè della metà dell'anno in cui la luce solare prevale sulle tenebre notturne) e il secondo raffigura il Dio dell'anno calante (la metà dell'anno in cui la notte prevale sul giorno).
Se in inverno era il Re dell'Agrifoglio a soccombere, a Litha-Casmaran era il Re della Quercia a dover cedere di fronte all'avversario. E questo spiega perche i fuochi solstiziali erano alimentati con legno di quercia... la quercia fiorisce intorno a Casmaran e segna il passaggio tra anno crescente e anno calante.
La morte estiva del Re della Quercia aveva varie forme: bruciato vivo, accecato con un ramo di vischio o crocifisso su una croce a T.

L'idea di due divinità o di due re che combattono eternamente tra loro appare in molte culture. Ma se nelle mitologie più antiche il signore abbattuto risorgeva ogni anno, in modo che la luce e l'oscurità regnassero in equilibrio tra loro, in tutti questi miti più tardi, probabilmente per influenza dei culti solari legati alla regalità, la vittoria dei personaggi "luminosi" è sempre definitiva e la morte di quelli “oscuri” senza appello.
Nelle leggende riguardanti il duello eterno dei due re appare spesso una figura femminile che rappresenta la Dea, la quale non combatte, non si schiera e non soccombe ma costituisce un perno immobile tra le due figure, simbolo della Morte in Vita.
Infatti, anche se ora la terra è esuberante nella sua fertilità, è pur sempre uno zenith transitorio in cui la Natura presiede alla morte del Re della Quercia e all'insediamento del suo oscuro ma necessario gemello.
Litha (dal nome della dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere ) rappresenta anche il ciclo agricolo incentrato sui cereali. Nelle Isole Britanniche questo ciclo venne narrato nella storia di John Barleycorn (lo spirito dell'orzo) che vive dalla semina fino al momento della sua morte ad opera della falce, ma che poi rinasce dal suo stesso seme, in un ciclo senza fine ma con momenti ben definiti, caratterizzati da celebrazioni rituali. In questo ciclo il Dio muore e discende agli inferi dove la Dea della Terra lo soccorre e lo fa rinascere.
Litha non è una festa di carattere esclusivamente maschile: nella celebrazione del Solstizio d'Estate è uso onorare sia il Dio che la Dea.
Pare che in questo periodo i culti relativi alla Dea Diana, divinità strettamente legata alla luna, entrassero in grande fermento. Ad essa ed alle altre dee lunari era associata infatti la famosa rugiada che si raccoglieva all'alba del Solstizio d'Estate, liquido dalle grandi proprietà magiche.

Celebrare Casmaran - Litha

Possiamo raccogliere le erbe del solstizio e conservarle come portafortuna. La pianta sacra del solstizio d'estate è l'iperico. L'iperico raccolto a mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni. L'iperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome greco hyperikon significa appunto "proteggere" o "sconfiggere un'apparizione".
Com'è nella tradizione bruciare nove ceppi nei fuochi di Beltane, è anche costume tirare 9 tipi di erbe nel fuoco di Litha. E sono: Iperico, Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine e Artemisia.

In tutta Europa si traevano (e forse ancora si traggono) presagi ad opera delle ragazze nubili per sapere se si sarebbero sposate ed eventualmente acquisire indizi sull'identità del futuro sposo. Ad esempio col piombo liquefatto nelle padelle s'individuava, tramite le forme assunte dal metallo, il mestiere del futuro sposo. Altri metodi utilizzavano la chiara d'uovo versata nell'acqua o le fave sbucciate.
In Galles per trovare la propria anima gemella si camminava intorno ad una chiesa nove volte e si metteva alla fine di ogni giro un coltello nella serratura del portone, dicendo: "Qui c'è il coltello, dove è il fodero?" Il simbolismo è evidente...
Usanze logiche se si pensa che la Natura, al massimo del suo rigoglio, favorisce tutto ciò che riguarda l'amore e la fertilità.

E' il giorno delle divinazioni e delle magie domestiche, dei piccoli e grandi riti protettivi legati all'elemento fuoco.
Per celebrare Casmaran possiamo fare cose molto semplici. Ad esempio alzarci all'alba e osservare il sole che spunta, meditando sulle sue qualità e sul suo destino: la massima forza coincide con l'inizio del suo declino.
Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale oppure accendere un piccolo falò nel nostro giardino la vigilia del solstizio e organizzare un piccolo festino con i nostri amici.
Ma possiamo anche celebrare ritualmente questo momento con una veglia che cominci a mezzanotte, in fondo è la notte più breve dell'anno!
All'aperto si può tenere acceso un piccolo fuoco oppure si possono accendere candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa, ascoltare o suonare musica, leggere poesie, magari in compagnia dei nostri amici.
Al momento dell'alba possiamo salutare il sole dicendo:

"Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!"

Sentiamo l'energia solare che pervade il mondo.
Possiamo fare offerte di vino e di dolci.
La Dea che, nel suo aspetto di Fanciulla, ha incontrato il giovane Dio a Beltane, adesso è Madre, incinta, come la Terra gravida del prossimo raccolto. Lei è la Terra fertile, Lui è l'energia e il calore che la nutrono; da loro nascerà la Nuova Vita.

Il 21 di giugno è conosciuto come Solstizio d’Estate. Solstizio deriva dal latino solstat, "il sole si ferma", e, infatti, pare quasi che il sole indugi in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente.

Il Solstizio è la massima apoteosi della Luce sulla terra, l’attimo carico di energie che provengono da secoli di tradizione, è un passaggio che ci porta dal predominio Lunare a quello Solare che sarà celebrato con la festa del Raccolto.
Nell'antica Grecia i due solstizi erano chiamati "porte": "Porta degli Uomini" il Solstizio d’Estate e "Porta degli Dei" il Solstizio invernale. Attraversando queste porte il Sole dava inizio alle due metà, ascendente e discendente, del percorso annuale.


Con la fase ascendente si entrava nel mondo materiale della creazione, mentre attraverso la seconda fase, discendente, si entrava nel regno divino e soprannaturale.
I solstizi sono, quindi,un confine tra il mondo spazio-tempo degli umani e l'atemporalità degli Dei. Nella tradizione romana, il Custode delle porte solstiziali era il dio Giano Bifronte (mentre oggi troviamo al suo posto i due San Giovanni).

Giano era festeggiato ai due Solstizi rappresentato con due volti, uno barbuto e l'altro giovanile o femminile a seconda delle interpretazioni. Giano rappresenta l'iniziatore, colui che ruotando sulla sua terza faccia invisibile, cioè l'asse del mondo, conduce alle due Porte Solstiziali, quindi suo è il compito di accompagnare il passaggio da uno stato all'altro.

Il Solstizio d’Estate o Porta degli Uomini è un tempo di passaggio, che si colloca come confine che separa la crescita dal declino… Midsummer, mezza-estate, lo chiamano nei paesi anglosassoni, e Shakespeare nel suo "Sogno di una notte di Mezza Estate" ne ha raffigurato l'aspetto magico, dove sogno e realtà si fondono.

Questa atmosfera di tempo fuori dal tempo, di sospensione e attesa, rende il Solstizio un momento propizio per i presagi e le pratiche divinatorie.
La magia d'amore e guarigione è specialmente adatta a questo momento dell'anno.
La notte di Litha (dal nome della dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere) è quando i Druidi raccolgono e uniscono le loro piante magiche e le seccano per utilizzarle in inverno. Da noi corrisponde alla magica notte di San Giovanni, in cui tradizionalmente si raccolgono l’erba di San Giovanni (Iperico), il Vischio, il Sambuco, la Verbena e l’Artemisia e si accendono i falò per celebrare e rinforzare i raggi del sole estivo.

Anche se i giorni più caldi devono ancora venire, l'estate è ormai con noi. Si ha voglia di trascorrere quanto più tempo possibile al sole e all'aria aperta.
Litha è il momento concreto della prosperità e del raccolto di ciò che è stato seminato nella nostra vita. Che si tratti di benessere materiale o di raccolto spirituale è la festa dell’abbondanza.

E' un momento adatto per concludere e portare a compimento quello che stiamo realizzando. Ed è anche tempo di gioia e di divertimento. Come celebriamo la crescita delle messi, così festeggiamo la nostra crescita interiore.

Si gioisce nel pieno flusso dell'abbondanza, nell'apogeo di luce e calore.
Litha è il momento di ricelebrare la fiammata della vita e del Sole infuocato anche attraverso la danza.
La danza è uno dei più antichi modi di celebrare e di fare rituali nel mondo: un rito sacro. Solitamente, chi danza si connette con gli spiriti per ottenere chiaroveggenza e conoscenza, comunicare e ricevere informazioni, onorare gli antichi, curare e guidare il viaggio mistico della sua anima nella danza della vita.

24 Giugno- festa di Foris
La festa del 24 giugno, era solennizzata con fuochi, falò ed altri riti un tempo collegati agli antichi culti solari giacché la festa cade nel solstizio d’estate, tempo di mietitura e con chiaro riferimento alla simbologia del fuoco e alle sue funzioni purificatrici e propiziatrici.

Virgilio nelle "Bucoliche" rievoca, in tale giorno gli Ambarvalia, antichi sacrifici resi a Cerere, la dea delle messi, durante l’antica festa romana per purificare le messi e allontanare i cattivi influssi; gli Ambarvalia consistevano nel sacrificare un maiale, una pecora e un toro dopo averli condotti, in processione, tre volte, intorno alla città.

Come nella notte di Natale anche nella notte che precede il 24 giugno, che si passa vegliando, si crede che avvengano meraviglie e prodigi tanto è vero che la notte che precede il giorno di San Giovanni è detta "la notte delle streghe": il 23 giugno, periodo in cui la luna è in fase crescente, nell’antichità si credeva che le streghe, a cavallo delle loro scope, sorvolassero la Basilica di San Giovanni per radunarsi in un grande sabba annuale.

Tra le streghe, la leggenda vuole che ci siano anche Erodiade e sua figlia Salomè condannate a vagare per il mondo su una scopa per espiare la colpa di aver fatto decapitare San Giovanni.

Chi crede alla leggenda adotta accorgimenti tali da non far entrare nelle case le cattive maliarde mettendo davanti all’uscio di casa del rosmarino, ginepro, alloro e ulivo benedetto, oppure dell’aglio come antidoto contro i malefici e come erba portafortuna e porta ricchezza o, ancora, un mazzetto di "erbe magiche" formato da iperico, artemisia, ruta, menta e salvia.

L’iperico è detto anche "erba di San Giovanni", una piantina perenne e tappezzante dai bei fiori gialli che sfregati tra le dita emettono un umore che colora la mani di rosso e perciò viene detta anche "sangue di San Giovanni"; l’artemisia, invece, avrebbe proprietà contro il malocchio; la ruta chiamata anche "erba allegra"avrebbe proprietà curative; la menta, soprattutto se bagnata dalla rugiada della notte di San Giovanni, garantirebbe lunga vita come pure la salvia.

Una tradizione che va via via scomparendo è l’usanza del piatto di lumache mangiato per evitare litigi e tradimenti

Si riteneva che i quattro cornini delle lumache potessero essere fonte di discordia e quindi correva l’obbligo di nasconderli nello stomaco per bloccare tale rovinosa opportunità e poiché il piatto di lumache è piuttosto pesante accompagnarlo, per migliorarne la digeribilità, con un buon bicchiere di vino bianco, frizzantino e fresco è l’ideale.
La Festa nel Paganesimo

E' uno dei sabba minori chiamato anche Festa di S. Giovanni dalla tradizione cattolica. E' il periodo della raccolta delle piante e delle erbe da usare nelle operazioni magiche. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove oltre che mettere in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro perchè, come dice il detto, " San Giovanni non vuole inganni". Sin dai tempi più remoti il cambio di direzione che il sole compie, tra il 21 e il 22 giugno, è visto come un momento particolare e magico. Questo giorno, detto solstizio d'estate, è il primo giorno di una nuova stagione e in magia è associato alla festa di San Giovanni Battista, 24 giugno, giorno della sua nascita 6 mesi prima del Cristo ( da quanto affermato dalla chiesa ) perchè in questo breve ma intenso arco di tempo, tutte le piante e le erbe sulla terra vengono influenzate con particolare forza e potere. Bagnate dalla rugiada e intrise di una potenza nuova, è il momento giusto per le nuove raccolte in vista di future applicazioni sino a quando, il prossimo anno, verranno di nuovo bruciate nei falò e rinnovate. In età precristiana questo giorno era considerato sacro al pari di un capo d’anno e da cui l’usanza di trarre dei presagi.

Il Sole, simbolo del fuoco divino, entra nella costellazione del Cancro, simbolo delle acque e dominato dalla Luna dando origine all'unione delle due opposte polarità che si incontrano. Il Sole è la parte maschile e la Luna quella femminile e il sole, al solstizio d’estate, raggiunge la sua massima inclinazione positiva. Simbolicamente questo fenomeno è rappresentato dalla stella a sei punte dove il triangolo di Fuoco e il triangolo dell’Acqua si incrociano.
Nella tradizione occulta l’incontro del Sole nella casa della Luna conduce alle nozze tra i due astri. Tali nozze divine segnano il passaggio tra il mondo dell’uomo con il mondo divino eterno dando origine alla suddivisione in due poli: maschio e femmina, luce e tenebra, positivo e negativo ecc....
I due solstizi sono anche chiamati "porte": porta degli dei il solstizio invernale e porta degli uomini quello estivo.

La Chiesa Cristiana da sempre ha ostacolato queste pratiche sovrapponendovi i propri riti con solenni celebrazioni; ma senza riuscirci. Tali usanze sono così radicate nelle abitudini popolari che ancora oggi se ne perpetuano i festeggiamenti.

Le Pratiche

Si accendono i fuochi dei falò la vigilia del 24. Il fuoco è considerato purificatore come la rugiada. E' bene augurale saltare sul fuoco avendo ben chiare le cose che vorremmo veder cambiare nella nostra vita. Più intenso e puro sarà il desiderio espresso mentalmente al momento del salto e più esso avrà ottime possibilità di realizzarsi. Sotto il guanciale vengono messe le "erbe di San Giovanni", legate in mazzetto in numero di nove compreso l'iperico, per avere dei sogni premonitori. Il giorno di San Giovanni se si compera l'aglio si avrà un anno prospero.

A mezzanotte si deve cogliere un ramo di felce e tenerlo in casa per aumentare i propri guadagni. Si mangiano le cosiddette " lumache di San Giovanni " con tutte le corna che assumono il significato di discordie e preoccupazioni. Mangiarle significa distruggere le avversità. Si raccolgono le noci ancora immature per preparare il "nocino" un liquore corposo da bere gradualmente in futuro per riacquistare le forze nei momenti del bisogno.
Portare l'iperico all'occhiello nella notte della festa, protegge dalle persone malefiche.

Rituali durante la Festa di San Giovanni


Per la preparazione di questo tipo di divinazione del futuro, abbastanza semplice da mettere in pratica, occorre una bottiglia dal vetro bianco, attraverso la quale si possa vedere facilmente attraverso, un imbuto, un uovo e acqua di 7 fonti.

SI PROCEDE IN QUESTO MODO:

Per la ricerca della bottiglia iniziare alcuni giorni prima della notte di San Giovanni, ottimo se lo facciamo il giorno 21 inizio del solstizio d'estate. La bottiglia deve essere poi privata dell'etichetta ( lasciandola immersa in un catino di acqua per far si che si scolli dal vetro ) e lavata per bene, in modo che non restino residui ne di carta ne del liquido che originariamente essa conteneva. A questo punto se siamo in anticipo con i tempi mettiamo la bottiglia da parte. Procuriamoci un uovo. Meglio sarebbe se non fosse un uovo di supermercato ( lavato e trattato ). Se ci e' possibile prendiamolo direttamente dal pollaio dopo che e' stato depositato pulendolo con le mani ma senza fargli toccare acqua o fargli vedere troppo la luce. Oggi giorno avere un pollaio e' quasi impossibile, specie per chi abita in città, quindi possiamo sopperire a questo fatto comprando un uovo dal droghiere, di quelli sfusi che si vendono a coppie, e riservargli la stessa cura e lo stesso trattamento. Anche questo uovo lo metteremo da parte in un luogo d'ombra per la notte del 24.

Il 23 sera iniziamo il vero e proprio procedimento che segue questa preparazione.

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Si prende la bottiglia e si esce alla ricerca di 7 fonti per riempirla con acqua sgorgante da 7 punti diversi.
Essa non deve contenere molta acqua per di ogni fonte, il gesto è considerato simbolico, calcolate che alla fine del giro delle 7 fontane voi avrete la vostra bottiglia riempita solo fino a poco più che alla metà e questo perchè, altrimenti, quando vi farete scivolare dentro il bianco (albume) dell'uovo, se fosse piena sino all'orlo, l'uovo salirebbe sino al collo della bottiglia rendendo inutile il nostro lavoro.Considerate che la quantità di acqua e non dovrà superare la linea della bottiglia che vedete in foto qui a lato e fate i vostri calcoli quindi di quanta acqua potete prendere da ogni fonte. Per essere più sicuri della misura mettete poca acqua per le prime 6 fonti e raggiungete il livello ottimale solo con l'acqua della settima fonte. Fatto questo rientrate in casa e prendete il vostro uovo che mi raccomando non avrete messo in frigorifero ma in un luogo fresco, inserite l'imbuto nel collo della bottiglia e spaccate il vostro uovo facendo scivolare l'albume e solo l'albume nella bottiglia. Il tuorlo lo farete scivolare una o due volte da un guscio all'altro di modo che tutto il bianco vada a cadere nella bottiglia. Mettete gusci e tuorlo in un bicchiere che poi il giorno dopo getterete via.
A questo punto prendete la vostra bottiglia e molto lentamente appoggiatela sul balcone o su una finestra di casa vostra ed esponetela per tutta la notte alla luce della luna. Al mattino dopo andate a vedere le forme che l'uovo avrà generato nella bottiglia e traetene le vostre interpretazioni. Le forme si traducono in modo molto semplice. Date alla forma un significato e letteralmente lo traducete in predizione.
La forma che il bianco dell'uovo avrà assunto nella Bottiglia avrà vita breve e già nel primo pomeriggio la vedrete sciogliersi e raggrumarsi in modo informe verso il collo della bottiglia.


Credit:
http://iltempiodeitopi.wordpress.com/2012/...iugno-7-luglio/
www.streghemoderne.it/duir.htm
http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=60697398
http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=60698038
http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=60726504
www.ilcalderonemagico.it/ruotanno_Litha.html
www.ilcerchiodellaluna.it/central_Ruo_Litha02.htm
http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=60726061
http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=60695968

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Le rune di Giugno sono Dagaz, Othila e Fehu.
Dagaz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 29 Maggio al 13 Giugno.
Othila nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 14 al 28 Giugno
Fehunel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 29 Giugno al 14 Luglio


DAGAZ


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Dagaz significa "giorno" e simboleggia quindi la luce diurna, compresa quella del levare e del tramontare del sole.
Dagaz rappresenta anche la luce mistica e nell'esistenza umana, simboleggia la parte cosciente e quella incosciente della mente. E' la runa della luce, della sorgente della forza e del benessere.
E' una delle rune più favorevoli e la sua connotazione principale è il significato, che indica luce, salute, benessere e inizi di vario genere.
Viene anche chiamata la runa dell'alba e il suo nome evoca il Dio Dag (giorno).

Nell'antico paganesimo, alba e crepuscolo sono momenti in cui il velo tra i mondi è molto sottile: sono infatti i momenti magici privilegiati per l'illuminazione spirituale, che consente di vedere al di la delle apparenze. In questi momenti si possono vedere gli spiriti elementari, percepire le correnti di energia o sentire più vicini gli spiriti.
L'alba e il crepuscolo permettono di sperimentare il contatto con l'Altro Mondo.

La runa Dagaz insegna, inoltre, che, come la vita e ma morte rappresentano i due aspetti della stessa realtà, così la luce e l'oscurità, ovvero il giorno e la notte, sono complementari. Nonostante la luce venga associata ad una spiritualità positiva e benefica, non è possibile negare il suo aspetto oscuro poichè significherebbe anche negare il suo aspetto benefico ( secondo la teoria dei complementari, negare un aspetto significherebbe negare anche l'opposto).
Dagaz illustra la natura reale del multiverso, in cui materia e spirito, luce e tenebre, bene e male, maschile e femminile, attivo e passivo sono nello stesso tempo contrari e complementari, indissociabili, comprensibili solo l'uno in rapporto all'altro.

OTHALA


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La runa Othala costituisce la fine del viaggio attraverso i segni runici. Rappreseta lo scopo tanto atteso dal ricercatore, dopo la lunga serie di prove che ha dovuto superare. E' il risultato di tutti gli insegnamenti ricevuti fino ad ora.
Associata al passato e agli antenati, Othala ricorda che per progredire nella vita si deve far uso di tutte le esperienze vissute. Così come noi subiamo, oggi, i contraccolpi del passato, allo stesso modo le nostre azioni o inerzie attuali costituiranno i successi o i fallimenti del domani, perchè non esiste il futuro senza il passato. Othala insegna che ogni azione ha delle conseguenze, anche se non sono evidenti.

Sotto un altro punto di vista invece Othala simboleggia la propria dimora. Nella lingua germanica significa infatti "beni ereditati", in quella gotica "proprietà" oppure "patria". Nella società tradizionale indica i beni immobili ereditari da una famiglia. Otahal simboleggia il recinto che delimita la proprietà. La concezione simbolica della runa india l'appartenenza, la società, l'eredità - anche quelle non materiali. Othala indica anche le qualità innate, le eredità spirituali e materiali, poste sotto la protezione speciale di Odino. Può anche non riferirsi propriamente alla propria casa oppure ai propri beni fisici o concettuali, può anche indicare il proprio posto nella società oppure più in generale, nella vita.

FEHU


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Fehu ha il significato di "bestiame", inteso però come ricchezza, poichè per i popoli antichi questa era la ricchezza, la mandria.
Spiritualmente Fehu rappresenta l'energia primordiale, iniziale, di movimento e di estensione nel multiverso.
E' quindi la runa dell'etero divenire, di un multiverso in perpetuo cambiamento.

Fehu è intimamente associato al Dio Freyr, Dio della fertilità.
Per questo motivo, questa è una runa dalla forte connotazione sessuale, implica infatti il potere fallico, chiaramente espresso sia dalla simbologia del bestiame - come segno di abbondanza - sia per il collegamento con Freyr.
Fehu indica anche l'idea di "dare per avere".
A livello più spirituale, Fehu insegna che la ricchezza dello spirito, deve essere condivisa che il sapere non deve essere di esclusiva di pochi ma deve essere messo a disposizione di tutti.
Fehu spinge anche a interrogarsi su se stessi, sui mezzi da utilizzare per raggiungere lo scopo prefissato.
Questa runa è utile per accrescere una situazione positiva già esistente, serve anche per le situazioni amorose o sessuali.

[fonti: La magia delle rune - Ronecker;
L'oracolo delle rune - Pennick]


Calendario Totemico dei Pellerossa
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Cervo . 21 Maggio - 20 Giugno
Siete nati nel periodo terminale della primavera, quando gli alberi sono ricoperti di foglie, i fiori sono sbocciati e la Natura è in piena espanzione.
Per natura avete bisogno di stimoli e di varietà; la vostra modalità di espressione dell'energia è quella del cambiamento repentino: tentennate di fronte a determinati problemi, mostrate una vitalità straordinaria verso ciò che vi attrae all'istante e non reagite assolutamente di fronte ad altre questioni.
Come il vostro totem animale, siete sensibili, più solleciti a capire le esigenze e i sentimenti degli altri che i vostri e inclini agli sbalzi di umore. Avete risorse illimitate e siete in grado di ottenere il meglio anche con poco. Similmente al cervo, mostrate un estusiasmo sconfinato per ciò che sa attrarre la vostra attenzione, ma vi lasciate facilmente distrarre e siete fin troppo pronti a saltare da una seduzione all'altra. Per via della vostra irrequetezza e della vostra incapacità a concentrarvi, avete la tendenza alla distrazione. siete calorosi e possedete un carattere affettuoso, ma i cambiamenti di umore, se non dominati, possono minare persino i vostri rapporti più intimi. Benchè estremamente versatili, vi esprimete al meglio in un'atmosfera calda e vivace, tra persone amiche.
L'obiettivo di vita principale è il saper cogliere il valore e l'importanza dell'autodisciplina e della costanza. Molte delle vostre esperienze negative sono indice dell'incapacità a perseverare, per raccogliere i frutti dei vostri sforzi e a capire che il successo più duraturo è quello che nasce dalla tenacia.

Picchio . 21 Giugno - 21 Luglio
Il mese della vostra nascita coincide con l'inizio della stagione estiva, quando la primavera ha raggiunto il massimo sviluppo. Le persone nate in questo periodo, il periodo del solstizio estivo e delle giornate più lunghe dell'anno, sono fonte di nutrimento e protezione, proprio come la Natura in questo periodo dell'anno. L'espressione energetica più caratteristica è la dimostrazione d'affetto, attraverso la disponibilità ad affrontare sacrifici a beneficio delle persone care. Questa virtù può degenerare tuttavia in sofferenza autoinflitta.
Chi è associato a tale totem animale è, solitamente, riluttante a lasciare ciò che considera sia di "sua" proprietà e tale inclinazione investe anche i rapporti personali. Emotivi e sensibili, possessivi e vulnerabili, i Picchio sono calorosi e comprensivi nei confronti di chi sta loro vicino, ma tendono ad essere freddi e distaccati con gli estranei. Si offendono facilmente; qualsiasi dispiacere o insuccesso può far sorgere in loro atteggiamenti autocommiseratori, se non, addirittura, recriminatori e acidi.
Benchè di carattere affettuoso, i Picchio faticano a perdonare chiunque renda un loro difetto di pubblico dominio o minacci in qualche modo la loro sicurezza, ma non solo, anche coloro i quali tendono a minacciare la sicurezza dei loro cari. La fervida immaginazione che li caratterizza può dare luogo ad esagerazione e indurre le persone nate in questo periodo a "fare di una mosca un elefante", a preoccuparsi, cioè, per problemi inesistenti.

[Fonti: La via degli sciamani - Kennet Meadows]


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Lavori agricoli del mese di giugno



Luna Calante – dal 1° al 7 e dal 24 al 30 Giugno

ORTO
In semenzaio all’aperto seminare radicchio di Chioggia, porro e sedano; a dimora all’aperto bietola da coste e finocchio. Ombreggiare i semenzai. Cimare anguria e melone.

ALBERI DA FRUTTO
Effettuare il diradamento dei grappoli d’uva per avere una crescita equilibrata di quelli rimasti. Raccogliere la frutta ben matura da conservare.

GIARDINO
Annaffiare regolarmente il tappeto erboso e le siepi messe a dimora in primavera o autunno. Riprodurre il rosmarino per talea. Cimare il crisantemo. Potare arbusti sfioriti come forsizia e melocotogno giapponese. Estirpare e riporre i bulbi sfioriti.

CANTINA
Mantenere la cantina ben pulita e a temperatura costante.

Luna Crescente – dal 11 al 24 Giugno

ORTO
Raccogliere dragoncello, melissa e menta procedendo poi ad essiccare le foglie per poterle conservare a lungo. Seminare all’aperto cardo, fagiolino e fagiolo rampicante.

ALBERI DA FRUTTO
Riprodurre la fragola attraverso gli stoloni. Trapiantare l’actinidia cresciuta in vaso ed eliminare i fermogli lungo il fusto e al livello del ceppo radicale.

GIARDINO
Seminare all’aperto le piante annuali: campanula, digitale, garofano, primula, violacciocca. Posizionare all’aperto le piante di agrumi in vaso disponendole in posizione molto luminosa ma non ai raggi diretti del sole. Mettere a dimora bulbose e tuberose a fioritura estiva come gladiolo, dalia, canna indica.


[Fonte: Almanacco di Barbanera]

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Per la Salute
Durante la luna crescente (dal 1° al 7 e dal 24 al 30) potete occuparvi della vostra salute grazie ad una alimentazione corretta. Pesce, frutta secca, cioccolato e avocado favoriscono il buonumore, mentre gli infusi di melissa possono aiutare a rasserenarvi.

Prima di partire per le lunghe passeggiate che in questo periodo primaverile possiamo fare, ricordate di massaggiare i piedi con olio di arnica: in questo modo li renderete più resistenti alla fatica. Al rientro immergeteli in acqua tiepida con abbondante sale marino e foglie di olmo. Servirà a distenderli e rilassarli. La cura ai piedi è da preferirsi in luna calante (dal 9 al 22).

Con la luna Nuova, l’8 Giugno, potete impegnarvi per smettere di fumare, nel caso avesse questo brutto vizio.

Per la Bellezza
Potete confezionare il latte detergente allo yogurt, perfetto per l’estate. Sbattete in ½ bicchiere d’acqua 3 cucchiai di yogurt bianco intero fresco, 2 cucchiai di olio di mandorle, 2 cucchiai di miei, 4 gocce di olio essenziale di lavanda e 4 gocce di olio essenziale di rosa. Conservare una settimana in frigorifero. Da fare preferibilmente con la luna calante.

Concedetevi una manicure, con la luna calante.

Con la luna Piena, il 25 Giugno, dedicatevi alla depurazione del vostro corpo con infusi e decotti a vostro piacere.

[Fonte: Almanacco di Barbanera]

Una verdura al mese
Giugno – I Cetrioli


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Per il mese di giugno prendiamo in considerazione questa verdura che matura proprio in questo mese e troviamo poi per tutta l’estate.
Il cetriolo è il frutto della pianta che porta lo stesso nome, formata da fusti piuttosto alti e foglie che si alternano lungo tutto il tronco: il frutto si presenta quindi con una forma allungata, ricoperto di piccole protuberanze, con la buccia verde scuro e la polpa verde chiaro, semi bianchi, piuttosto acquosa e di sapore amaro.
Le prime coltivazioni di questo ortaggio risalgono a 5000 anni fa ed erano situate ai piedi dell’’Himalaya. La pianta fu poi probabilmente introdotta nel bacino mediterraneo degli Egiziani.

Il cetriolo non è un semplice ortaggio ma può essere considerato un ottimo alleato per la salute generale dell’organismo. Contiene infatti una importantissima sostanza: l’acido tartarico. Questo acido è tanto importante perché impedisce ai carboidrati dei prodotti alimentari di trasformarsi in grassi.
E’ inoltre un buon diuretico ed un valido disintossicante.

Il cetriolo si può consumare crudo, tagliato a fette sottili, ma anche cotto. Può essere conservato sottolio, sottaceto o sottosale.
Se avete problemi a digerirlo, potete provare a tagliarlo a fette sottili il giorno prima del consumo e cospargerlo con un po’ di sale e lasciarlo quindi a riposo fino al giorno successivo.

*Proprietà*
I cetrioli sono ricchi di acqua, per questo vengono ritenuti particolarmente rinfrescanti e depurativi. Questa caratteristica è molto importante per l’attività dei reni. Inoltre, considerato che ha pochissime calorie, è molto indicato nelle diete dimagranti.
I cetrioli contengono provitamina A, le vitamine del complesso B, la vitamina C e sono ricchi di potassio, ferro, calcio, iodio e manganese. Aiutano i reni ad eliminare i liquidi e le tossine, migliorano l’attività del fegato e del pancreas.
La polpa del cetriolo viene utilizzata come diuretico e disintossicante e l’acqua, con i sali minerali conteuti, sono molto utili per controbilanciare i cibi acidi.
I popoli antichi lo utilizzavano per debellare i vermi intestinali e per abbassare la febbre.
Gli enzimi contenuti nel cetriolo aiutano l’organismo ad assimilare le proteine, purificano l’intestino, aiutano a prevenire la formazione di calcoli ai reni e alla vescica.
Mangiando regolarmente i cetrioli si combatte la costipazione, si purifica l’organismo e si lubrificano le articolazioni.

*Cetrioli per la Bellezza*
Il cetriolo è ricco di zolfo, pertanto è molto indicato per curare la pelle: infatti è in grado di schiarire le macchie dell’età, grazie alle sue proprietà decongestionanti.
E’ anche consigliato per lenire le scottature solari e se usato con continuità è anche un ottimo alleato contro le rughe.
I cetrioli sugli occhi riavvivano lo sguardo ringiovaniscono la pelle del contorno occhi, alleviano eventuali gonfiori, riducono borse e occhiaie.
In cosmesi, viene utilizzata la pola del cetriolo per ottenere maschere tonificanti e rassodanti, il succo per impacchi lenitivi su pelli irritabili.

.Ricetta per una maschera lenitiva a base di cetriolo.

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~ Tagliate un cetriolo in fettine spesse mezzo centimetro e mettetele a raffreddare in frigorifero per circa un’ora.

~ Frullate 3 cucchiai di avena e 1 cucchiaio di yogurt bianco. L’avena ha proprietà antinfiammatorie. Lo yogurt contiene acido lattico che ammorbidisce la pelle ruvida, secca e previene l’invecchiamento prematuro.

~ Dopo aver frullato l’avena e lo yogurt, aggiungete le fette di cetriolo nel frullatore e frullate per un minuto.

~ Applicate la mistura sul viso evitando la zona di occhi e bocca. Lasciate agire la maschera per 30 minuti e poi risciacquate il viso con acqua tiepida e tamponate con un asciugamano per asciugare.


Lavandula L. è un genere di piante appartenenti alla famiglia della Lamiaceae che comprende circa 40 specie, tra cui la comune lavanda.
Le specie del genere Lavandula sono diffuse nei luoghi rupestri del bacino del Mediterraneo.
Lavandula angustifolia Mill.
Lavandula antineae Maire
Lavandula aristibracteata A.G.Mill.
Lavandula atriplicifolia Benth.
Lavandula bipinnata (Roth) Kuntze
Lavandula bramwellii Upson & S.Andrews
Lavandula buchii Webb & Berthel.
Lavandula canariensis (L.) Mill.
Lavandula citriodora A.G.Mill.
Lavandula coronopifolia Poir.
Lavandula dentata L.
Lavandula dhofarensis A.G.Mill.
Lavandula erythraeae (Chiov.) Cufod.
Lavandula galgalloensis A.G.Mill.
Lavandula gibsonii J.Graham
Lavandula hasikensis A.G.Mill.
Lavandula lanata Boiss.
Lavandula latifolia Medik.
Lavandula macra Baker
Lavandula mairei Humbert
Lavandula maroccana Murb.
Lavandula minutolii Bolle
Lavandula multifida L.
Lavandula nimmoi Benth.
Lavandula pedunculata (Mill.) Cav.
Lavandula pinnata Lundmark
Lavandula pubescens Decne.
Lavandula qishnensis Upson & S.Andrews
Lavandula rejdalii Upson & Jury
Lavandula rotundifolia Benth.
Lavandula saharica Upson & Jury
Lavandula samhanensis Upson & S.Andrews
Lavandula setifera T.Anderson
Lavandula somaliensis Chaytor
Lavandula stoechas L.
Lavandula sublepidota Rech.f.
Lavandula subnuda Benth.
Lavandula tenuisecta Coss. ex Ball
Lavandula viridis L'Hér.

La Lavanda è conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue proprietà antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie, antinevralgiche, per i dolori muscolari ed è considerata un blando sedativo. L'olio essenziale di lavanda è l'olio eterico più utilizzato in profumeria.

In aromaterapia, viene utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante, equilibrante del sistema nervoso, come decongestionante contro i raffreddori e l'influenza. Inoltre viene ritenuta efficace per abbassare la pressione arteriosa, per ridurre i problemi digestivi ed è miscelata con altre sostanza omeopatiche per curare il mal di schiena e il mal d'orecchie.[2]

Qualche goccia di olio essenziale, aggiunta nell'acqua del bagno, aiuta a rilassare.

Per uso cosmetico, se utilizzata nell'ultimo risciacquo, quando si lavano i capelli, oltre che dare un profumo delizioso, aiuta a combattere i capelli grassi.

I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi. È infatti consuetudine mettere dei sacchetti di tela nei cassetti per profumare la biancheria. La pianta, che era già nota agli antichi, veniva usata anche per la preparazione di talismani e portafortuna, legati a pratiche magiche ed esoteriche.


Lavandula stoechas


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La lavanda selvatica o stecade (Lavandula stoechas, L. 1753) è una pianta suffruticosa sempreverde della famiglia delle Lamiaceae. Secondo Dioscoride, il nome stecade deriva da Stoichades, nome con cui anticamente erano indicate le Isole di Hyères[1], isole nelle quali la specie è diffusa.
La pianta è un frutice alto 40-60 cm, eccezionalmente fino a 120 cm, di colore grigiastro per la fitta tomentosità, con ramificazione non fitta ma densamente fogliosa e portamento eretto. I rami giovani sono tomentosi e tetragoni. La pianta è aromatica.

Le foglie sono persistenti, opposte, lineari o lineari-lanceolate, lunghe 1-3 cm, larghe pochi millimetri, con margine ripiegato e nervatura principale pronunciata, bianco-tomentose su entrambe le pagine. All'ascella delle foglie sono inseriti ciuffi di foglie più piccole.

I fiori sono riuniti in una vistosa e compatta infiorescenza a spiga, ovato-cilindrica e leggermente angolosa, lunga 2-3 cm e sormontata da un gruppo di 2-3 brattee ben sviluppate, di colore viola, blu o purpureo. I fiori hanno un calice tomentoso, lungo circa mezzo millimetro o poco più. La corolla è di colore blu-violaceo lunga circa mezzo centimetro, gamopetala, leggermente bilabiata ma apparentemente regolare, con tubo terminante in 5 lobi quasi uguali e arrotondati. Gli stami sono 4 e sessili.
Il frutto è un achenio trigonale.
La lavanda selvatica è una pianta strettamente mediterranea, non presente in tutte le regioni del bacino. Si trova in tutte le regioni costiere del Mediterraneo con l'eccezione della Libia, dell'Egitto e del versante adriatico della Penisola italiana.
In Italia è presente in Liguria, in tutte le regioni tirreniche e ioniche e nelle isole.
Pur essendo potenzialmente utile, la lavanda selvatica non ha alcun interesse agrario. Gli ambiti d'interesse sono il giardinaggio, l'apicoltura e l'erboristeria. L'olio essenziale può trovare impiego in profumeria, tuttavia l'interesse è marginale.
el giardinaggio la lavanda selvatica può essere impiegata per la realizzazione di giardini mediterranei in composizioni miste ai quali può conferire una certa spettacolarità per l'abbondante fioritura e l'intensità dei colori delle sue infiorescenze.
el settore apistico la lavanda selvatica è un'interessante pianta mellifera. Il miele monoflora ottenuto da questa pianta differisce nettamente dal miele di lavanda propriamente detta: ha un gusto più fine ed è poco aromatico. Il miele di lavanda prodotto in Italia è in realtà ottenuto dalla Lavandula stoechas data la scarsa diffusione delle coltivazioni di lavanda officinale. In ogni modo il miele monoflora è poco presente sul mercato ed è prodotto soprattutto in Sardegna e nell'isola d'Elba.
La lavanda selvatica produce un olio essenziale contenente linalolo, linalil acetato e cineolo. Al pari di altre lamiacee ha proprietà antisettiche, blandamente espettoranti e antispasmodiche.


Lavandula angustifolia


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La lavanda officinale o lavanda vera o spico (Lavandula angustifolia Miller) è una pianta suffruticosa sempreverde della famiglia delle Lamiaceae.
Le foglie sono persistenti, opposte, lineari o lineari-lanceolate, lunghe 1–3 cm, larghe pochi millimetri anzi si differenzia da altre specie proprio per la particolare strettezza delle foglie. All'ascella delle foglie sono inseriti ciuffi di foglie più piccole.
I fiori sono riuniti in una vistosa e compatta infiorescenza a spiga.
Il frutto è un achenio trigonale.
È diffusa in tutta l'area mediterranea.
Cresce fino agli 800 m s.l.m. in terreni aridi e sassosi, esposti al sole.
Tra tutte le numerose varietà di lavanda usate a fini curativi, quella augustofolia viene ritenuta fondamentale per una serie di ragioni: innanzitutto l'olio essenziale prodotto dai suoi fiori risulta estremamente versatile in quanto si miscela bene con altri oli e inoltre gli vengono attribuite azioni terapeutiche molteplici.

In aromaterapia, viene utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante, equilibrante del sistema nervoso, come decongestionante contro i raffreddori e l'influenza. Inoltre viene ritenuta efficace per abbassare la pressione arteriosa, per ridurre i problemi digestivi ed è miscelata con altre sostanza omeopatiche per curare il mal di schiena e il mal d'orecchie.

:)O(: Usi magici :)O(:
Caratteristiche: La lavanda ha caratteristici fiori di colore che varia dal blu al viola a forma di spiga, con fogliame aghiformi di colore argentato. E' una delle piante più conosciute e coltivate.

Fioritura: Estate

Parti Utilizzate: fiori

Raccolta: in estate e inizio autunno.

Curiosità: Nel 1700 veniva considerata portentosa nella cura delle malattie nervose.
Una leggenda dice che le vipere amino nascondersi sotto le foglie della lavanda e per questo motivo bisogna essere molto prudenti nell'avvicinarsi alla pianta.
Il suo nome deriva dal latino e significa lavare, e questo dipende dal fatto che i romani la usassero per profumare i bagni delle terme.
Nell' Antica Roma era sacra alla dea Vesta e le vestali se ne cingevano il capo durante i riti.
Nella tradizione popolare, mettere un rametto di lavanda nel vestito delle spose, porterà loro una vita rilassata e felice.
Nel Medioevo, i profumi a base di lavanda, erano molto pregiati, e soprattuto in inghilterra esistenvano camere di distillazione nelle dimore dei nobili. Si dice che la regina Elisabetta amasse molto la lavanda, e ne caldeggiò la coltivazione.
Nelle Alpi si usa strofinarsi i fiori di lavanda sui morsi di vipera, in modo da neutralizzare il veleno.

Usi Magici: La lavanda è una pianta molto potente, usata nei rituali per allontanare le negatività, sfortuna e malumore.
Inoltre favorisce la felicità, l'amore, e il raggiungimento della pace interiore.
E' consigliato usare un profumo alla lavanda per migliorare il proprio umore e vivere in modo più realistico e sereno.
Insieme ad altre erbe ne aumenta l'efficacia, se portata addosso favorisce la forza fisica e diminuisce la stanchezza.
Un rametto appeso sull'uscio della porta portegge gli abitanti della casa.
Unita all'artemisia ed alla salvia, la lavanda ha un forte potere pirificante, sia per gli ambienti che per le persone.
Ottimo l'uso in incantesimi d'amore. La lavanda è stata a lungo conosciuta per il suo profumo, una forte attrattiva per gli uomini. I fiori possono essere sparsi attorno alla casa per portare pace, e possono essere bruciati come incenso per favorire il sonno. La lavanda è spesso usata anche per protezione, castità, longevità, purificazione e gioia.
Quest’erba è legata a Venere e a riti d’amore, all’elemento dell’Aria e del Fuoco, al Pianeta Venere, alla Divinità di Venere e ai Segni Zodiacali dell’ Acquario, Gemelli, Bilancia.

Nel periodo di Luglio-Agosto l’aroma è maggiormente intenso e duraturo, i principi attivi della pianta sono molti come: Acetato di Linalile, Olio essenziale con Linalolo, Limonene, Cineolo, Canfora, Beta Ocimeni, Alfa Terpineolo, Acido Ursolico, Tannini, Sostanze amare e Flavonoidi.

Il livello di tossicità dell’erba è molto basso e l’unica controindicazione sta che nell’uso di dosi elevate possa provocare agitazione.

Se la pianta viene usata assieme a la Calendula, la Ginestra, Borragine, Vuola, salvia, menta Piperita, Timo volgare, Pino Marittimo, Ginseng, Eucaliptolo e Niaouli l’effetto sarà migliore

Uso Terapeutico: Acne, asma, bagni, bronchite, capelli, insetti, leucorrea, nervosismo, pediculosi, piaghe, polmoni, reumatismi, tarme, tosse, vertigini.

Nella magia, la pianta, grazie alle virtù purificatrici e difensive, è perfetta nelle preparazioni di incensi e di miscele simili. Si dice che sia funzionante negl’incantesimi di attrazione come Successo e Fortuna, e nel combattere i legamenti d’amore. Il suo uso magico è purificante, si possono raccogliere gli steli per farne mazzetti da bruciare stile incenso: si raccolgono e vengono serranti in modo deciso con del filo, si otterrà una sorta di torcia; una volta accesa a fiamma viva, andrà spenta dopo poco, per circa 1-2min.farà un fumo denso ed azzurrastro aromatico, ed è indicata nei locali ampi e nelle pratiche all’aperto. Le foglie, essiccate, possono essere utilizzate come letto dove appoggiare braci o carboni brucia-incensi. La lavanda è di buon auspico, è indicata come erba decorativa dell’Altare durante il Litha (il solstizio di mezza estate, 21 Giugno) e per Lunghnassadh (1 Agosto).

Fonte:
Wikipedia
www.stregadellemele.it/main1.asp?pag=erbolario1
http://imbasforosnaigorsedd.forumcommunity.net/?t=44640884
http://erbe-magiche.esoterya.com/la-lavand...ella-magia/622/

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Lavori agricoli del mese di giugno
Almanacco di salute e bellezza giugno 2013
Una verdura al mese- Giugno-I cetrioli
Le rune
Calendario Totemico dei Pellirossa
A Chiccaherbana per:
Lavandula spp.
Luna di giugno 2013
Festività di giugno
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Novizie e novizi
view post Posted: 30/5/2013, 10:25 Sogno fantasy - Il mondo di Morpheus
Questa notte ho fatto un sogno particolare.
Ero una specie di eroina che usava la magia per liberare il popolo contro uno strano ragazzino biondo malvagio.
Durante il sogno in pratica è come se stessi apprendendo le mie abilità magiche ed ad un certo punto dopo vari scontri arriva uno scontro finale.
Per la preparazione dello scontro so che sono andata a prepararmi nel bosco, e lì vedo una maschera marrone (non mi ricordo se era pelle legno o terra), e so che me la metto sul viso e la modello sul mio viso (so che modellandola scricchiolava). Con questa maschera che si è come fusa sul mio viso, sono cambiati i miei lineamenti ed anche il colore dei capelli (passato da biondo a castano scuro ed anche il viso è diventato più olivastro e gli occhi sono diventati castani.
In pratica la maschera mi aveva donato nel sogni i poteri del lupo, rendendomi molto più forte ed aggressiva.
Durante lo scontro finale ho sconfitto con qualche magia il bambino che si è trasformato in una specie di piovra rosa con tanti tentacoli terminanti tutti con un occhio.
Sapendo che il suo colpo "speciale" era quello di incenerirmi con gli occhi ho creato una barriera magica riflettente invisibile ai suoi occhi e così il mostro si è autoincenerito ed è morto.
Dopo di che è finito il sogno.
Nel sogno una cosa che sentivo era la responsabilità di salvare le altre persone del popolo, indifese e prive di poteri magici...
Giuro che non ho mangiato pesante, e che non ho visto nessun film fantasy in questo ultimo periodo...Secondo voi potrebbe significare qualche cosa??
view post Posted: 28/5/2013, 20:58 Almanacco di maggio - Almanacco
CITAZIONE (Aria di Strega @ 4/5/2013, 17:57) 
E' sempre una gioia per me, il nuovo almanacco, per cui...bravissime sempre e comunque!! ^_^

PS-OT: ....Chiccaherbana, che carino il nuovo avatar :wub:

ma intendi quello che ho ora? è il viso di una barbie che trovo bellissima (si chiama P.J. Dream date ed è del 1982:) ) Grazie a tutte ragazze per i complimenti ^_^ vi adoro!!! :love: :love: :hop:
view post Posted: 14/5/2013, 21:33 Pendoli - Novizi & Novizie
CITAZIONE (Veradi @ 14/5/2013, 20:44) 
Seeeera :ciao:

Volevo chiedere informazioni riguardo ai pendoli... prima di tutto, secondo voi, sono strumenti utili al fine della divinazione e dell'individuazione delle "energie sottili", oppure dipende come tutto da persona a persona? Cioè, alcuni potrebbero preferire il pendolo, altri invece trovarsi male?

Secondo, più o meno quanto costa un pendolo? Si potrebbe anche farsene uno in casa, o meglio comprarne uno di quelli già in commercio?

Chiedo perché ultimamente ho fatto delle prove con un pendolo improvvisato, diciamo... una collanina d'oro che avevo a cui era attaccato un ciondolo con pietra trasparente. Le ho chiesto di "mostrarmi" il sì e il no (o comunque il suo movimento positivo e negativo), solo che gira positivamente in rarissime occasioni... nel senso, appena lo prendo in mano, già inizia a oscillare e fare "no" senza che io pensi a niente! Forse mi vuole dire che sono stressata per il lavoro? :wacko:

Grazie mille in anticipo :)O(:

un pendolo potrebbe arrivare anche a costare intorno ai 20-25 euro dipende dalla qualità e dal materiale. Puoi benissimo improvvisarne uno tu. ricordati che devi essere ferma su un tavolo o una scrivania e che non devi fare affidamento a quando oscilla a vuoto prima che tu gli faccia una domanda.
Io ti consiglio di leggerti il libro i mondi del pendolo che è molto utile e ci sono molte tabelle utili per la divinazione.
view post Posted: 1/5/2013, 12:05 Almanacco di maggio - Almanacco

~ Almanacco di Avalon ~

Maggio 2013


Luna di Maggio


fasi-lunari


Ultimo quarto 2 maggio 2013 13:16:36
Luna nuova 10 maggio 2013 02:31:40
Primo quarto 18 maggio 2013 06:36:25
Luna piena 25 maggio 2013 06:27:03


La luna della coppia, luna dei fiori



Beltein
Maggio si apre con Beltane, il festival dell'abbondanza che segna il ritorno della stagione calda e della fertilità.
Cade il 30 aprile ed era la festa della primavera, si celebrava solitamente su alture e colline, in luoghi più "vicini al cielo".
Beltane era anche chiamata talvolta Cetsamhain che significa "opposta a Samhain".
La parola "Beltaine" letteralmente significa "splendente" o "fuoco brillante".
A Beltane il dio cornuto, impersonato talvolta da un "re d'estate" moriva, per poi rinascere, recuperando così il suo ruolo di consorte della dea e la fecondava (la Dea solitamente era rappresentata da una sacerdotessa), dando inizio alla propria rinascita.
Beltane preannunciava l'arrivo dell' Estate vera e propria.
Si credeva che la rugiada del mattino di Beltane facesse fiorire la bellezza di una donna per tutto l'anno.
Alla Vigilia di Beltane i druidi preparavano due grandi falò con i nove legni sacri. Le greggi venivano ritualmente spinte fra i due fuochi, per purificarle e proteggerle per il resto dell'anno. I fuochi ovviamente simboleggiavano il ritorno della terra alla vita e alla fecondità .
I festeggiamenti includevano scherzi e divertimenti in giro per le campagne, balli intorno all'Albero di Maggio (tipo albero della cuccagna al quale venivano appesi cibi e altre chicche), ed era consuetudine, per gli innamorati, trascorrere la notte insieme nelle foreste. Moltissimi sono i cosiddetti figli di Beltane, nati proprio dai rapporti avuti in questa magica notte.
I giovani saltavano sopra il fuoco per propiziarsi la fortuna nella ricerca della sposa o dello sposo, i viaggiatori saltavano il fuoco per assicurarsi un viaggio sicuro e le donne incinte per assicurarsi un parto facile.
Si usava anche tagliare rami da un albero di Biancospino per decorare l'esterno delle case. Il Biancospino è l'albero della speranza, del piacere e della protezione. Il forte tabù che proibiva di tagliare rami di biancospino e di portarli in casa era annullato tradizionalmente alla Vigilia di maggio.
Beltane, e la sua controparte Samhain, dividevano l'anno nelle sue due stagioni primarie, Inverno ed Estate.
Questo è il mese dei sapori, del piacere e degli amori.
Il ciclo vegetale è nel pieno della fioritura e già si prepara a dare i frutti, tutta la natura è in fase espansiva e per analogia con gli astri questo è il tempo del Toro, la prima terra dello Zodiaco.
Dopo l'esplosione iniziale dell'Ariete, che è coincisa con il risveglio della Terra, la fase Toro è un tempo di consolidazione, di beatitudine e di godimento dei sensi.
Toro è un segno profondamente femminile e matriarcale, il più sensuale di tutto lo zodiaco, sede di Venere ( Dea di bellezza, amore e piacere), esaltazione di Giove, pianeta che tutto espande, arricchisce e fa crescere.
E così la natura, in questo tripudio di fiori, profumi e colori, ci seduce con la sua abbondanza mentre il sole già caldo ma non ancora soffocante ci accarezza la pelle con raggi morbidi e avvolgenti.
Su un piano spirituale si celebra la più sacra tra tutte le nozze, quella tra il Dio Sole e la Dea Terra, da cui scaturisce il sostentamento - materiale e spirituale - per tutti gli esseri viventi.

Così anche per noi è un tempo particolarmente adatto per abbandonarci all'amore e al piacere, ma anche per esprimere la nostra creatività e fertilità interiori.
Toro/seconda casa infatti agisce su un piano che è soprattutto materiale, in quanto mira alla costruzione delle nostre sicurezze. Ciò significa che le nuove vie che abbiamo sperimentato a partire dall’equinozio di primavera possono ora trasformarsi in vere e proprie risorse e dare i loro primi concreti frutti.
L' invito per chi è single è a dare inizio a nuove unioni, come nell’antica tradizione dei fuochi di Beltane.

Per tutti gli altri ad aprirsi, a saper riconoscere e godere delle gioie e soddisfazioni della vita, connettendosi con il senso di abbondanza e pienezza di cui la natura è il più evidente riflesso.

Spiriti di Natura: fate , elfi
Piante: sambuco,rosa, artemisia, timo, millefoglie.
Colori: verde, marrone, rosa
Fiori: mughetto, digitale, rosa, ginestra
Profumi: rosa, sandalo
Pietre: smeraldo, malachite, ambra, cornalina
Alberi: biancospino
Animali: gatti, lince, leopardo
Divinità: Bast, Afrodite, Maia, Diana, Pan.
fonte: Il cerchio della luna

Festività pagane di maggio:


Si tratta dell'antico mese di Hat, che significa in celtico Biancospino, che inziava il 13 maggio e terminava il 9 giugno.

13 maggio giorno del biancospino:

biancospino
Parola chiave: imprevedibilità

Il biancospino è l'albero sovrano contro l'inferno; le sue spine hanno funzioni protettive contro la negatività. Secondo una leggenda celtica, addormentandosi sotto un biancospino nel primo giorno di maggio si corre il rischio di essere rapiti dalle fate.

Personalità dei nati sotto il segno del Biancospino

Temperamento creativo, mobile, un po' infantile. Più che del compagno si innamora dell'amore ma, troppo volubile per fermarsi a lungo, si lascia sedurre per poi fuggire in cerca di un altro fiore.

Storia, miti e leggende sul Biancospino (usi magici)


“Tu sei il cespuglio di biancospino:
in primavera ti vesti di bianco,
al tempo della raccolta sei vestito di rosso sangue.
Tu raccogli la lana della pecora che passa sotto di te,
allo stesso modo, porta via da questo iniziato,
che cammina attraverso il cancello [della tua siepe],
ogni male, impurità e collera degli dèi.”
Preghiera ittita risalente al 1500 a.C. (la prova più antica della venerazione del biancospino).



Il biancospino è il messaggero della stagione calda, dell’estate, dei mesi in cui si iniziano a raccogliere i primi frutti di ciò che è stato seminato.
Viene associato alla crescita della vegetazione, ai riti di primavera, come quelli che si svolgevano durante la festa di Beltane (1 maggio), alla fertilità, al matrimonio, o più semplicemente all’Amore puro che sboccia nell’unione degli opposti. Questa unione è compresa nell’albero stesso, nel quale si intrecciano armoniosamente sia il fuoco che l’acqua, sia la mascolinità che la femminilità, rappresentate dalle spine e dalla delicatezza inebriante dei fiori.
Secondo gli antichi, il biancospino era sacro alla Grande Madre nel suo aspetto di Vergine Cacciatrice, libera, sensuale eppure spietata guerriera; una Dea che mantiene e difende l’equilibrio superiore delle cose naturali, l’Armonia non solamente fatta di luce ed ordine, ma anche di oscurità e mutamento. L’essenza che il biancospino incarnava era quella più femminile, istintiva, intuitiva, puramente selvatica, e quindi apparentemente caotica, contrapposta a quella più razionalmente ordinata e maschile. Ma considerare l’essenza femminile come una rappresentazione del Caos forse significava semplicemente che questa, diversa da ciò che è umanamente conosciuto e conoscibile, pensabile e ordinato, fosse legata alle sfere sottili dell’Anima, a ciò che sta oltre la mente umana e che quindi non è da essa raggiungibile, comprensibile e “catalogabile”.
Il Caos, in questo senso, appare quindi come qualcosa che è semplicemente sconosciuto, apparentemente lontano, non conoscibile con mezzi puramente umani, ma non per questo disarmonico e “caotico”; al contrario, potrebbe essere infinitamente armonico, estremamente equilibrato, perfetto.

Presso i Celti il biancospino veniva chiamato Huath, che significa “terribile”. Questo nome richiamava lo spavento, il timore reverenziale verso ciò che è sconosciuto e che possiede un’energia magica molto potente. Non a caso l’albero era considerato la dimora segreta delle fate, degli spiriti del bosco e delle entità che abitano i mondi incantati, le quali potevano mostrarsi giocose e benevole verso coloro che le trattavano con rispetto, ma anche terribilmente ostili e dispettose verso coloro che non si curavano di loro, o peggio, le offendevano. Per questo il biancospino era molto onorato ed era assolutamente vietato abbatterlo. Coloro che volevano coglierne i rami avrebbero potuto farlo solamente la mattina di Beltane, perché solo in quel momento le fate avrebbero concesso di prenderne la quantità desiderata senza arrabbiarsi.
La presenza del biancospino sulla cima di una collina, inoltre, indicava che quel sacro luogo era popolato dalle creature magiche, e che forse poteva essere un accesso segreto all’Altromondo, alle dimensioni sovrasensibili ove è possibile ottenere la Conoscenza trascendente.
Ancora oggi si fa molta attenzione nel passare accanto a tre alberi di biancospino disposti a formare un angolo acuto, perché si pensa che essi sprigionino un potere magico molto forte, e probabilmente anche molto pericoloso.

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Una delle proprietà magiche del biancospino è quella di proteggere dai fulmini. Si dice, infatti, che questo albero non venga mai colpito da essi e che quindi ci si possa riparare sotto ai suoi rami durante i temporali.
Sempre per proteggere dai lampi, ma anche dagli spiriti cattivi, si usava appendere i suoi rametti alle porte delle case, delle stalle e dei fienili. Così facendo ci si assicurava la presenza di armonia, gioia e amore, i doni delle fate.
Ma il compito forse più importante del biancospino era quello di proteggere le sorgenti e le polle di acque sacre, posto a difesa di esse come un inquietante e imprevedibile Guardiano.
In Irlanda, ancora oggi, le fonti sono attorniate e protette da alberi di biancospino e molte sono adorne di offerte, lumini e statuette votive donate al magico arbusto, in cambio della sua sottile e potente benedizione e della benevolenza degli spiriti naturali che in esso dimorano.

A Roma il biancospino era consacrato a diverse divinità femminili, come Flora, Dea della primavera e della vegetazione rigogliosa e lussureggiante, Cardea, Dea del parto e protettrice dei neonati, e Maia, che regnava nel mese di maggio, considerato il mese delle purificazioni, e quindi, della castità. In questo caso l’albero rappresentava la purezza.
La ninfa Carna, inoltre, veniva raffigurata con in mano un ramo di biancospino, ed era la protettrice dei cardini delle porte. Con il ramo spinoso ella scacciava gli spiriti maligni e le influenze negative che volevano penetrare nelle case attraverso gli usci.

e proprietà curative e le leggende che ruotano intorno al biancospino svelano, inoltre, la sua intima connessione col sonno, non quello comune che coglie ogni vivente, ma quello magico e consapevole, durante il quale si può giungere nell’Altromondo.
Il suo nome in islandese significa “spina dormiente” e secondo i miti nordici Odino usò una spina di biancospino per far cadere Brunilde in un sonno incantato. Ma non solo; anche nelle leggende celtiche legate ad Avalon si dice che Viviana, con una malìa, fece addormentare Merlino sotto ad un albero di biancospino, dove forse egli sta ancora dormendo, in attesa di risvegliarsi in tempi propizi al suo ritorno.
Nella fiaba della Bella Addormentata nel Bosco, la principessa Rosaspina cade in un sonno incantato che dura cento anni, dopo essersi punta con un fuso, che nei tempi antichi veniva costruito proprio con il legno del biancospino.
Infine, in un’altra storia, questa volta proveniente dalla Scozia, il giovane Thomas the Rhymer viene colto da un sonno irresistibile dopo essersi seduto sotto a un biancospino. Allora giunge ad incontrarlo la radiosa Regina delle Fate, che dopo essersi amorosamente unita a lui più e più volte, lo guida verso l’Altromondo, dove egli apprenderà molte cose di cui non è dato sapere.

Da questi racconti e antiche tradizioni traspare il potere sottile del biancospino di indurre ad un sonno magico che porta a distaccarsi dalla realtà quotidiana ed a ritrovarsi nelle dimensioni ultraterrene, sconosciute alla mente umana che, vigile e affollata di pensieri, è ben lontana dalla pace e dal silenzio. Questo splendido albero rappresenta uno degli accessi misteriosi che, se varcati da coloro che si affidano al sonno e lasciano senza rimpianti l’ordine razionale conosciuto, offrono le meravigliose visioni dell’Altromondo.
Ma il biancospino non è solamente l’albero del Sonno fatato, ma anche Colui che protegge i Dormienti, perché nulla di male accade loro mentre dormono serenamente sotto le sue fronde, ed essi sono liberi di lasciarsi trasportare dall’estasi, di viaggiare nell’Incanto senza temere pericoli.
Esso è il Guardiano dei luoghi e dei riti sacri e può mostrarsi meravigliosamente benevolo, donando benedizioni, doni magici e protezione, oppure offrire le sue spine acuminate, con tutte le loro spiacevoli conseguenze.
Come le fate che lo abitano, è un albero ambivalente, imprevedibile, indecifrabile.
È l’Inconoscibile che si rivela nell’intreccio complesso delle sue ramificazioni.
L’intrico “caotico”, che nel suo essere incomprensibile spalanca le porte della percezione profonda.
I suoi rami ritorti, i suoi numerosi fusti avviluppati, sembrano nascondere una sapienza preziosa.
Sapienza che potrebbe svelarsi soltanto a coloro che con fiducia si offriranno allo spirito del bianco arbusto e si lasceranno guidare da esso… abbandonati al suo sonno incantato, protetti dal suo sereno abbraccio.

Ricette con il Biancospino


Tonico per il cuore e per equilibrare la pressione del sangue: in una tazza d’acqua bollente versare due cucchiaini di foglie, fiori essiccati o bacche (le bacche vanno prima bollite) e lasciare in infusione per 10 minuti. Zuccherare con un po’ di miele e bere l’infuso per due volte al giorno. La cura dovrebbe durare almeno tre mesi.

Infuso per curare l’ipertensione: lasciare in infusione per 10 minuti 50 grammi di fiori in un litro di acqua bollente. Bere tre tazze al giorno per tre giorni al mese.

Infuso per sonni tranquilli: prima di coricarsi preparare un infuso lasciando 30 grammi di fiori in un litro d’acqua bollente. Zuccherare con un pochino di miele e bere caldo.

Infuso per calmare l’angoscia: lasciare in infusione per 15 minuti, in un litro d’acqua bollente, 50 grammi di fiori e foglie, aggiungendo una prugna secca. Bere l’infuso per tre volte al giorno, due durante la giornata e una prima di dormire. Proseguire la cura per un mese.

Vino per calmare i nervi: lasciar macerare 20 grammi di foglie e fiori in un litro di vino bianco per una settimana. In seguito filtrare spremendo bene e conservare in bottiglia. Assumere due bicchierini al giorno come sedativo del sistema nervoso.

scheda tecnica del biancospino:

Il biancospino comune (Crataegus monogyna Jacq., 1775) è un arbusto o un piccolo albero molto ramificato e dotato di spine, appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
La pianta dalle proprietà curative di Biancospino Crataegus oxyacantha, utilizzata in omeopatia, è un arbusto dal legno duro chiamato in gergo con il termine kràtos, è una pianta perenne, con rami spinosi chiamati akantha e dalle foglie caduche a 3 lobi finemente dentati, in aprile-maggio produce fiori bianchi o rosacei raccolti in corimbi ed in settembre drupe rosse carnose con 2-3 semi ciascuno. Il genere Crataegus del biancospino comprende circa 280 specie. Tra le varie specie ne troviamo alcune che possono vivere anche fino a 500 anni e raggiungere un’altezza di oltre 6 metri.
Come erba medicinale il biancospino è usato come ricostituente, antidiarroico, ipotensivo e cardiotonico.
I principi attivi contenuti nella pianta sono:

:bluu: flavonoidi tra cui l'iperoside e la vitexina;
:bluu: composti triterpenici tra i quali l'acido ursolico;
:bluu: ammine e steroli;
:bluu: tannino e derivati purinici.

Ha un'azione coronariadilatatrice, vasodilatatrice dei vasi sanguigni addominali e coronarici, azione inotropa positiva, risparmio del consumo di ossigeno da parte del muscolo cardiaco, modulazione della concentrazione intracellulare di calcio, sedativa sul sistema nervoso centrale, diminuzione della frequenza cardiaca.
È indicato nei casi di angina pectoris, nelle nevrosi cardiache, negli stati di ipereccitabilità con aritmie e nell'ipertensione arteriosa[2].
È utilizzato anche come ansiolitico e nel trattamento dei casi di insonnia

credit: http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=60558358
https://it.wikipedia.org/wiki/Crataegus_monogyna
www.inerboristeria.com/biancospino-crataegus-oxyacantha.html

18 Maggio, Festa di Aradia
Aradia è la figlia di Diana,Regina della Notte, Regina delle Streghe, Signora della Luna e di Splendor, il portatore di Luce. E' stata mandata sulla Terra ad insegnare la stregoneria a chiunque avesse voluto imparare dalla sua scuola. Completata la sua missione è tornata da sua Madre Diana. Lei è la prima tra le Streghe, l'archetipo stesso delle Streghe...l'essere Strega. In lei vi è quindi tutta la sapienza Magica, la Conoscenza Arcana di tutte le cose.

Canto di Aradia



Canto per evocare Aradia, il suo spirito,
la sua presenza e le sue benedizioni
.

Io sono la volontà degli Dei,
io sono la vita.
Io sono la Signora del plenilunio,
colei che ritorna per ricordare
ai Figli del Cielo l'Antica Arte.
Io sono la Dea dell'amore
che stende un mantello di stelle sopra la notte.
Io annuncio l'alba e saluto il tramonto.
Io possiedo il segreto di ogni incantesimo.
Io sono colei che comanda la folgore.
Io sono la rugiada che scende sui prati fioriti,
la linfa che scorre nei boschi,
che anima i venti e le acque,
che sposa e feconda la terra,
che nasce nel fuoco
e alimenta la fiamma perenne
che grida giustizia agli Dei.
Io sono colei che sconfigge la morte
e spezza le catene della paura,
io sono lo Spirito puro della Natura,
lo Spirito libero dell'universo.
Io sono la Gloria immortale
della verità mai tradita.
Io sono l'amore,
io sono la vita.
Io sono la figlia
della Luce infinita.




Meditazione con Aradia

aug13aradia_jpg

Questa meditazione deve essere svolta in un luogo tranquillo,a casa o all'aperto,sicuri di
non essere disturbati.

OCCORRENTE:

una candela bianca,una campanella.(Oltre a questo può essere usata qualsiasi
altra cosa vi piaccia,un incenso particolare,fiori,offerte preparate precedentemente ecc.)

PROCEDIMENTO:
Dopo aver calmato la nostre mente consapevole,attraverso la respirazione(inspirare contando fino a tre,trattenere il respiro contando fino a tre,espirare contando sempre fino a tre.Ripetere cicli di respirazioni fino a quando ci si sente tranqulli),suoniamo la campanella per allontanare le energie negative accumulate intorno a noi,e visualizziamo un cerchio d'energia.Potremmo tracciarlo con il coltellino per le erbe,con uno usato appositamente per questo scopo,con il nostro dito.quindi seduti al centro del cerchio chiamiamo Aradia,La chiamiamo con la voce,con la mente ,col cuore.Dobbiamo sentire il forte desiderio di comunicare con Lei,fin quando non sentiamo la sua presenza.Alchè,non dobbiamo fare altro che ascoltare col cuore ciò che Lei ci vuole dire.Potremmo ricevere immagini,sentire una voce,ricordare qualcosa.Sono infiniti i modi con cui Aradia comunica con noi.
Al termine non dimentichiamo di ringraziarLa.

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20 Maggio festa di Gea:


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Il 20 maggio si celebra una festa dedicata ad una dea molto importante per il paganesimo, ovvero Gea madre di tutti i viventi.
Gea o Gaia, rapprensenta la Madre Terra, generatrice di vita e abbondanza.


Chi e cosa rappresenta Gea

La dea madre o Gea (Grande Madre) è una delle figure femminili archetipiche più note. Il suo culto risale al periodo primitivo in cui la donna - simbolo e figurazione della terra in quanto madre - sovrintendeva non solo i riti della nascita, ma anche quelli della morte.

La donna era infatti colei dalla quale si nasce e colei alla quale si torna: la terra, quindi attraverso la sepoltura.

La grande madre - come terra e come immagine del femminile - anch'essa muore e si rigenera tramite il passare delle diverse stagioni e come la luna calante, la luna crescente e la luna nuova.

Il mito della Dea madre è tuttavia presente anche nelle successive manifestazioni di culto: troviamo, ad esempio, la triplicità della terra nel mito delle tre Parche. Come troviamo le tracce del particolare influsso del culto della Dea Madre sul culto pagano greco nella rappresentazione della figura della Sibilla come in quella di Medea, la maga che decide di uccidere i propri figli quando scopre di essere stata tradita da Giasone.

Il valore del mito in questo caso è molto importante in quanto Medea - come maga - aveva potere di vita e di morte proprio come la grande madre. Al tempo stesso, nel momento in cui viene tradita non fa altro che affermare il proprio potere.

Scappando sul carro del Sole - al pari di Apollo - afferma il proprio potere.

Questo altro non è che uno dei tanti esempi di influsso del culto della grande madre che possiamo trovare trasposti nelle successive culture.

Il Mito di Gea
Gea (in greco attico: Γῆ) o Gaia (in greco ionico e quindi in omerico: Γαῖα) è, nella religione e nella mitologia greca, la dea primordiale, quindi la potenza divina, della Terra.
Gea (o Gaia), la Terra, come dispensatrice dei frutti, delle piante e degli animali necessari alla vita e al proprio sostentamento ha occupato fin dall'antichità preistorica un posto importante nella religione dell'uomo. Dal Caos indistinto e dalle Tenebre, in cui tutto era informe, confuso e indistinto, nacque la Terra e da essa derivarono Urano (cioè il Cielo) e il Mare.

Nella Teogonia di Esiodo si parla di Gea come moglie di Urano; dalla loro unione nacquero numerosissime altre divinità: i Titani - tra i quali Oceano e Crono (il Tempo), il più giovane - e le Titanidi, i Ciclopi, gli Ecatonchiri ed altri; e poi Gea, unendosi ad uno dei figli che aveva avuto un tempo, generò cinque divinità marine, tra le quali Nereo. Considerata madre di Zeus, ebbe grande importanza anche in Atene in quanto madre di Erittonio, progenitore della gente dell'Attica, e come protettrice della crescita dei bambini; in epoca storica poi fu considerata una divinità politica, protettrice della terra intesa come patria, luogo di nascita.

Anche i popoli italici veneravano la divinità della terra, che essi chiamavano Tellus, associandola ad un'altra divinità che veniva invocata per rendere sacrosanto un giuramento. La formula del giuramento portava a testimoni Tellus Mater e Juppiter Pater, cioè i divini progenitori della terra e del cielo. Onorata come regina anche di ciò che è sotterraneo, Gea era inoltre legata ai culti funebri e a quelli di morti, di ciò che non è più e che, sotto altro aspetto, di nuovo sarà.

La sacralità della terra, riconosciuta in tutta la Grecia, rese Gea assimilabile ad altre divinità che avevano caratteristiche simili e che provenivano dall'Asia Minore, come Rea e Cibele, o da Creta, come la Gran Madre, principio vitale e forza feconda di tutti gli esseri.

Per il suo aspetto legato alla fecondità, Gea / Tellus fu indicata anche come protettrice dei matrimoni e della famiglia, e a Roma le venne dedicato un tempio in comune con Cerere, dove si celebravano feste solenni per propiziare i raccolti.

Inno Omerico dedicato a Gaia la madre dei viventi


“Gaia io canterò, la madre universale, dalle salde fondamenta,
antichissima, che nutre tutti gli esseri, quanti vivono sulla terra;
quanti si muovono sulla terra divina o nel mare
e quanti volano, tutti si nutrono dell’abbondanza che tu concedi.

Grazie a te gli uomini sono fecondi di figli, e ricchi di messi,
signora; è in tuo potere dare o togliere la vita
agli uomini mortali. Felice colui che nel tuo cuore
tu benevola onori: a lui senza limite affluisce ogni bene.
Per lui sono gravati dal raccolto i solchi apportatori di vita,
e nei campi ha gran copia di bestiame; la sua casa è piana di ricchezze.
Tali uomini regnano con giustizia sulle città delle belle donne
e li accompagna grande benessere, e prosperità;
esultano i figli di letizia giovanile,
e, nei cori ornati da ghirlande, con animo lieto,
danzando si rallegrano, tra i fiori del prato, le figlie
di coloro che tu onori, o dea veneranda, forza generosa.

Salve, madre degli dei, consorte del cielo stellato;
concedimi benigna, in cambio del mio canto, la prosperità che conforta il cuore;
ed io mi ricorderò di te, e di un altro canto ancora.”


credit: http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=60615537

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Le rune di Maggio sono Lagaz, Inguz e Dagaz.
Laguz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 29 Aprile al 13 Maggio.
Inguz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 14 al 28 Maggio
Dagaz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 29 Maggio al 13 Giugno


LAGUZ


Laguz


Laguz è l'ultima Runa di Aprile. E' una Runa di intuizione, flusso, guarigione, mistero, emozione, incoscio e sogni.
Laguz è Runa dell'acqua, dello scorrimento fluido, dei flussi di energia ed emozioni. E' anche Runa di intuizione e immaginazione. L'immagine stessa della Runa richiama all'acqua, ricordando una fontana, una cascata.
Laguz è Runa dell'incosco, di ciò che noi non vorremmo ricordare o che non vorremmo riconoscere di noi stessi. L'incoscio è un luogo sia terrificante che nostalgico e sorprendente, dove puoi ritrovare risorse inaspettate, conoscenza e saggezza.
Allo stesso modo, diverse mitologie rappresentano i laghi come pozze di acqua profonda abitati da piccole creature sagge ma anche pestifere.
Laguz può aiutarci ad entrare in contatto con le nostre emozioni, i nostri sentimenti, la parte più profonda di noi stessi e questo rappresenta una fonte di emozioni e di vita. Occorre però prestare molta attenzione e cautela, poiché nel nostro incoscio potremmo trovare anche ricordi che volevamo accantonare, fatti oscuri o tristi, che non vorremmo riportare a galla.
Nel periodo di maggior influenza di Laguz, possiamo lavorare per conoscerci meglio, per guardarci dentro, per affrontare anche paure o questione che non avremmo mai voluto ricordare, affrontare le nostre paure è il modo migliore - e l'unico - per superarle, per andare oltre, migliorandoci ed imparando nuove lezioni.
Questa runa inoltre, può fare di più: non solo ci permette di accedere alla nostra personale conoscenza, ma può anche farci attingere all'ncoscio collettivo, proprio come Odino attinse la saggezza dal pozzo di Mimir. Dobbiamo imparare ad aver fiducia delle nostre percezioni, delle nostre sensazioni e visioni.

INGUZ


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Questa runa porta il nome del Dio ad essa collegato, Ing, probabilmente lo sposo di Madre Terra, oppure, altro nome del Dio Freyr. In ogni caso, questa runa è collegata anche a Freyr stesso.
Per questo motivo la runa è collegata alla fertilità e alla magia sessuale.
E' una runa di completamento e maturazione, ricorda che ogni cosa deve attendere il suo tempo per giungere al termine.

Per questi motivi questa runa rappresenta anche i nostri successori: i figli, i nipoti, ovvero coloro che giungeranno dopo di noi, per continuare ciò che noi abbiamo lasciato sulla terra.

Il periodo influenzato da questa runa è un periodo adatto al completamento di qualsiasi cosa, una maturazione interiore oppure il completamento di questioni materiali.
E' anche periodo di rinnovamento, di un nuovo inizio. Nuovi inizi oppure consolidamento di quello che già di buono abbiamo.
Ricordiamoci in particolare anche della famiglia, essendo particolarmente collegata alla runa Inguz, prendiamoci cura dei nostri cari, riallacciamo rapporti lontani.

DAGAZ


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Questa runa indica un nuovo inizio, il giorno dopo la notte.
E' collegata alla gioia dopo una bellissima scoperta, la soddisfazione dell'aver portato a termine qualcosa ed iniziare nuovi progetti ed una nuova vita.

E' un periodo, quello di Dagaz, adatto al cambiamento, a nuovi inizi, nuovi progetti ma anche abbandono di cattive abitudini.
Vivete con serenità e amore, gioia e soddisfazione.
Affrontate i problemi con tranquillità, senza ansie e stress.
Questo insegna Dagaz e questo è il momento più adatto per metterlo in pratica.

Calendario Totemico dei Pellerossa


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Castoro - 20 Aprile / 20 Maggio
Le persone nate in questo periodo dell'anno sono persone in cerca di uno sviluppo stabile, con un solido fondamento e di un senso di permanenza. Hanno dentro di se un energia costruttiva, che gli permette di sfruttare al meglio le capacità organizzative, fino a spingerli a voler costruire anche la vita degli altri.
Le persone castoro, proprio come il loro animale, sono grandi lavoratori, sempre indaffarati a modificare e a migliorare l'ambiente di vita e di lavoro, apprendono con facilità e rapidità, ma indugiano nel prendere descisioni.

Di natura affettuosa e calorosa, le persone castoro possono però anche essere vendicative nei confronti di chi vuole ostacolarli.
Le persone castoro possono però soffrire di possessività, sia nei confronti di cose, di situazioni che di persone. Devono perciò imparare a tenere a bada questo aspetto del loro carattere.
Coltivate la flessibilità, il senso di adattamento e la compassione. Lasciate spazio anche agli altri, lasciandoli essere quello che sono, poichè sapete che anche voi avete bisogno del vostro spazio e di poter essere semplicemente voi stessi.

Cervo - 21 Maggio / 20 Giugno

Le persone nate in questo periodo possono cogliere il periodo terminale della primavera, quando gli alberi sono ricoperti di foglie, i fiori sono sbocciati e la Natura è in piena espanzione.
Le persone Cervo sono di indole creativa, hanno bisogno di stimoli, di varietà, di cambiamenti che possano accrescere la loro naturale; la loro modalità di espressione dell'energia è quella del cambiamento repentino.
Proprio come il Cervo, sono persone estremamente sentibili, in grado di capire velocemente le esigenze e i sentimenti degli altri. Sono in grado di ottenere il meglio anche con poco. Mostrano inoltre entusiasmo per ciò che sa attrarre la loro attenzione, ma si lasciano anche facilmente distrarre da altre seduzioni.
I cervo sono irrequeti e per questo spesso faticano a concentrarsi e sono quindi tendenti alla distrazione.
Sono persone calorose, affettuose ma con facili combiamenti d'umore repentini.

L'obiettivo che le persone Cervo dovrebbero riuscire a raggiungere è il saper cogliere il valere e l'importanza dell'autodisciplina e della costanza.
Molti insuccessi nascono proprio per l'incapacità di perseverare, dovranno quindi capuire che per raccogliere i frutti dei loro sforzi occorre tenacia.

:new: New dal forum :new:


:bluu: Magia del fare
:bluu:ansia e stress
:bluu:Rivisitazione o ricostruzione?
:bluu:
Terzo chakra, Manipura

:bluu: I chakra
:bluu: Secondo chakra, Swadhisthana
:bluu: Primo chakra, Muladhara
:bluu: Ta-Mari wicca?
:bluu: Segni zodiacali, Descrizione dei segni
:bluu: Sodalite
:bluu: occhio di tigre
:bluu: Argento
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:bluu: Covellina
:bluu: Anello con labradorite bianca non ha riflessi
:bluu: consiglio, su sogno fresco fresco
:bluu: Runa Bianca, polemiche ed inesattezze
:bluu:
Tarocchi di Marsiglia

:bluu: rune..., pasta al sale
:bluu: Wicca? No, grazie, Articolo contro la Wicca
:bluu:
incantesimi

:bluu: Come farsi da sola una Borsetta con la Nocce di Cocco
:bluu: Incontro Sacerdotesse di Avalon alla Festa di Beltane


:wiz: Nuovi utenti approdati sull'isola di Avalon :wiz:



:rosa: phoebe'
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:rosa: Licht .
:rosa: farfalla89
:rosa: Nemesis of The Flesh
:rosa: Lady Lu
:rosa: Avalim
:rosa: Ayako
:rosa: Lady Heith )O(
:rosa: Siria.Moon
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:rosa: Shevlar



:bluu: Altagard
:bluu: Hamusuta
:bluu: Emris

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Ringraziamenti:

:clap:
Questo mese putroppo ci sono state delle defezioni da parte di due utenti per cui mi spiace ma l'almanacco purtroppo è rimasto in forma molto ridotta, riespetto ai mesi scorsi.
Si ringraziano comunque Faye e Chiccaherbana per la partecipazione ed in questo caso è d'obbligo anche in ringraziamento per ia costanza del lavoro svolto. Avvertiamo pubblicamente che chi da l'adesione alla stesura dell'almanacco e che prossimamente non posterà nei termini richiesti, gli sarà revocato l'accesso alla sezione almanacco staff.
view post Posted: 9/4/2013, 12:22 Almanacco di aprile - Almanacco

~ Almanacco di Avalon ~

Aprile 2013


Luna di Aprile


fasi-lunari


Ultimo quarto 3 aprile 2013 06:38:53
Luna nuova 10 aprile 2013 11:38:49
Primo quarto 18 aprile 2013 14:32:33
Luna piena 25 aprile 2013 21:59:57



La luna del nuovo inizio, o luna delle uova



harestonehenge
Aprile è il mese del nuovo inizio, che si manifesta con il ritorno della vegetazione a Primavera.
Con Oestara è stato deposto l'uovo della nuova vita, ed ora il suo guscio si incrina e rapidamente si schiude dando alla luce il suo prezioso contenuto.
Questo in natura è il tempo della germinazione, che racchiude in sè tutta la forza vitale, l'entusiasmo, la spinta verso la vita del seme che sta per nascere.
Per analogia questo tempo coincide con il segno dell'Ariete, il grande pioniere dello zodiaco, cui spetta il grande compito di iniziare le cose.
Il fuoco dell’Ariete è un fuoco esplosivo, la cui energia creatrice si espande in ogni direzione, riportando la scintilla della vita.
Marte è il suo pianeta governatore, il Dio guerriero che i popoli antichi consideravano grande protettore della primavera e delle energie fecondatrici maschili (e che solo in seguito divenne dio di guerra, a mano a mano che i romani presero a conquistare il mondo).
E' dunque tempo anche per noi di attivare il nostro fuoco interiore, dando inizio a nuovi progetti, concretizzando gli intenti che forse abbiamo espresso durante la stagione invernale.
Nelle energie di aprile tutto è in movimento, crescita, cambiamento, e poiché Ariete è un segno che lavora sul piano dell'identità, anche dentro di noi è il momento di risvegliare la fiducia nelle proprie possibilità, la capacità di riconoscere le occasioni, anche quando questo comporta un certo rischio.
La Luna di aprile è anche una luna dai frequenti cambiamenti di umore. Possono convivere, nell'arco di pochi giorni, calma e impeti emotivi.
Ci possono essere momenti dominati dall'egoismo, dove siamo molto centrate su noi stesse: è utile approfittarne per riappropriarci dei nostri spazi, per recuperare ciò che davvero ci appassiona, al di là di tutti i doveri che spesso ci sovrastano, e per occuparci delle nostre esigenze, che magari abbiamo troppo trascurato nei mesi passati.
Questo mese è ricco di simboli, tra cui l'uovo, che rappresenta il potere dell'inizio, del manifestarsi della creazione.
Esso è il principio da cui nascono tutte le cose, è il contenitore di nuova vita.
Nelle narrazioni mitiche vi è spesso un Uovo Cosmico all'origine della creazione.
Altro archetipo primaverile è la colomba, simbolo del ritorno della vita e dell'amore, associato alla dea Afrodite e in seguito adottato dal Cristianesimo come simbolo pasquale.
Infine il serpente, forse il più antico e potente simbolo del rinnovamento e della rigenerazione, presente in tutte le culture, che ci accompagna dal lontano neolitico, associato al volto della Dea della Trasformazione.
Nella forma dell'Uroboro, il serpente che si morde la coda, esso rappresenta il cerchio della vita e ci riporta ancora al simbolismo dell'uovo.


Spiriti di Natura: fate delle piante
Piante: basilico, aglio, sangue di drago, geranio, cardo.
Colori: cremisi, giallo oro
Fiori: margherita, pisello odoroso
Profumi: pino, lauro, bergamotto, patchouli
Pietre: rubino, granato
Alberi: pino, lauro, nocciolo
Animali: orso, lupo
Divinità: Kali, Hathor, Anahita, Cerere, Ishtar, Venere, Bast

Festività di Aprile



Giorno di tutte le beffe - 1 Aprile
Il patrono di questa festività è il Dio Loki, famoso per i suoi scherzi ed i suoi inganni. A differenza di molte altre feste, questa non inizia la vigilia, bensì la mattina del giorno stesso e dura solo fino a mezzogiorno.

Miura Anjin - 14 Aprile
E' una festa molto simile ad Ostara, celebra sempre la primavera e e la vita che rinasce, ma che viene celebrata nello specifico nella tradizione Asatru

Giorno del Salice- 15 aprile
Oggi è il Giorno del Salice, molto importante per i vari culti pagani soprattutto per i Celti di cui quest'albero rappresenta due momenti del loro calendario.
Il salice è simbolo di purificazione e rinascita. E' collegato alla strega, che in inglese si dice witch ed ha la stessa radice di wicker, vimini: le scope delle streghe sono realizzati con un bastone di frassino, rametti di betulla e legacci di salice.
I druidi usavano fare offerte durante la Luna Piena in ceste di vimini e le selci funerarie avevano forma di foglie di salice. Spesso è con il suo legno che si costruiscono le bacchette.
Le foglie del salice e la sua corteccia aggiunti all'incenso o agli oli servono molto bene per i rituali di guarigione. Il collegamento tra questo albero e le streghe è molto forte. Sacro ad Ecate, è utile riguardo a separazione, conclusione e nuove iniziative. Nell’immaginario popolare, i rami cadenti fino al suolo e le foglie pendule - evocando le lacrime - hanno fatto di quest’albero l’emblema del ricordo nostalgico e della malinconia.

Festa delle fate - 20 Aprile
Il 20 Aprile viene dedicato al Piccolo popolo, in questo giorno infatti cade la Festa delle Fate.

La fata è una creatura leggendaria presente nelle fiabe o nei miti di origine principalmente italiana e francese, ma che trova comunque figure affini nelle mitologie dell'Europa dell'Est.

Nell'originale accezione dell'Europa meridionale (senza influenze celtiche) è totalmente sovrannaturale, cioè non ha nulla di umano se non l'aspetto. Il nome fata deriva dall'altro nome latino delle Parche, che è Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino"). La fata è un essere etereo e magico, una sorta di spirito della Natura.

Fin dai tempi più remoti si è sempre ritenuto che gli esseri fatati, quelle creature che rappresentano l'infinità contenuta nel cuore e nell’anima di ciascuno di noi, avessero origini più antiche di quelle umane e perfino di quelle animali; quindi, essendo stato creato per ultimo, l’essere umano è considerato come una forma di vita che ha ancora molto da imparare dalle altre specie.
L'origine delle fate è da sempre stata varia a secondo delle culture e per questo motivo ci vengono fornite diverse teorie che spiegano la nascita di tali creature.

Aspetto:
Le fate sono tutte di sesso femminile ed hanno le sembianze di una donna non molto alta e molto gracile dalla pelle chiarissima, quasi perlacea. Il loro abbigliamento è quello tipico delle donne del XIV e XV secolo con il caratteristico Hennin (ovvero un lungo cappello conico o a tronco di cono) ed abiti variopinti. Ogni fata indossa un abito di un unico colore che rispecchia la sua personalità. Inoltre portano gonne lunghissime per coprire eventuali deformità (quasi ogni fata presenta infatti una parte del corpo bovina o caprina, come code, zoccoli ed alcune persino la testa) e cappelli lunghissimi per sembrare più alte.

Fairy e Fate differenze:
Fondamentalmente l'assonanza ha portato ad associare la fata alla fairy inglese e celtica (presenti in alcune commedie dello stesso William Shakespeare), ovvero ad alcuni esponenti del piccolo popolo piccoli e con le alucce, malgrado che - secondo molti - con questi ultimi non abbiano assolutamente a che fare; la differenza sostanziale consisterebbe nel fatto che le fate vogliono interagire con gli umani, mentre le fairies preferiscono rimanere invisibili all'occhio umano.

Giorno di San Giorgio - 23 Aprile
Questo giorno era un'antica festa della fertilità, che antiipava di una settimana le celebrazioni del primo maggio. San Giorgio è un'altra versione del'eroe nordico Sigurd, l'uccisore dei draghi, per questo motivo era tradizione svolgere cortei e parate di draghi, cavallucci di lego ed effigi giganti.

Giorno di San Marco - 25 Aprile
La vigilia di San Marco è una notte di profezie e di pronostici per il futuro. Una tradizione prevede che una fanciulla che volesse vedere il suo futuro innamorato dovrebbe fare e cuocere una orta con gusci d'uovo pieni di sale, farina di frano e d'orzo. Poi dovrebbe aprire la porta e allora l'innamorato dovrebbe entrare e girare la torta. La stessa usanza veniva attribuita anche alla vigilia di San Tommaso, dopo il tramonto del 20 dicembre

Festa di Flora - 28 Aprile
In mitologia molti fiori sono associati alle dee. Le dee avaloniane hanno sempre come simbolo una rosa, il fiordaliso appartiene a Iside, la viola ad Afrodite e la verbena a Venere, la rosa canina a Epona… e si potrebbe continuare all’infinito.
Flora viene anche definita come la Dea Clori.
Flora è la dea romana delle fioriture. Presiedeva al risveglio primaverile e, in senso più ampio, a tutto ciò che deve sbocciare, quae rebus florescendis praest: la gioventù, i sensi amorosi, le belle speranze. Aveva un carattere gioioso e ridente con un’inclinazione per la sensualità e il piacere.
Sicuramente era originata da una divinità campestre venerata dalle antiche popolazioni italiche (probabilmente sabine) prima della conquista romana anche se la versione di Ovidio la collega con la ninfa greca Chloris, prima rapita e poi sposata da Zefiro, che le attribuì la divinità e il governo dei Fiori.
(Perché nei miti classici gli Dei devono sempre rapire le donne per averle? In queste violenze si legge sempre la tendenza patriarcale ellenica e post-ellenica che cerca di limitare l'energia femminile creativa e indipendente della Grande Dea pre-ellenica).
Flora è dunque la protettrice di ciò che è “in fiore”, che è aperto e attende di dare frutto, che ha molto da produrre davanti a sé e... il cui futuro va tutelato.
Con Giunone Lucina, infatti, era considerata protettrice delle partorienti: la leggenda narra che Giunone (Hera) gelosa di Giove (Zeus) che aveva concepito da solo la figlia Minerva (Atena) avesse chiesto a Chlori (Flora) di aiutarla a concepire anch’ella un figlio senza essere fecondata dal suo sposo.Flora è stata raffigurata tutte le epoche come una donna giovane con una corona di fiori che le adornava la testa, avvolta in una lunga tunica ed un mantello pieno di fiori che dispensava tutto intorno: “Cloride bella che per l'aria vola, dietro all'Aurora, all'apparir del sole, e dal raccolto lembo de la stola, gigli spargendo va, rose e viole.”

Notte di Valpurga-30 aprile
Anticamente fra i Celti la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio segnava il passaggio alla bella stagione: una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti in un’atmosfera orgiastica aspettando il nuovo giorno che segnava l’inizio del trionfo della luce sulle tenebre e quando si sarebbe celebrata la festa di Beltane da cui sarebbe derivato il Calendimaggio medievale. Sulla notte, si diceva, vegliava la Grande Madre della fertilità che governava il destino dei viventi e dei morti. Con la cristianizzazione dell’Europa centrale la notte del 30 aprile subì una metamorfosi perché si raccontava che vi si dessero convegno spiriti inferi, streghe e stregoni che si dovevano espellere grazie all’intercessione di santa Valpurga: una monaca inglese (710-778), diventata badessa del monastero tedesco di Heidenheim presso Eichstatt, dove fu sepolta il 1° maggio 871 nella chiesa di Santa Croce, che ha ereditato le funzioni della Grande Madre e ha dato il nome alla notte, chiamata popolarmente «la notte di Valpurga».

La coincidenza calendariale l’ha trasformata dunque nella santa che protegge dalle streghe: dalle pietre dove le sue ossa furono sepolte, sgorgava il miracoloso «olio di santa Valpurga» che fra le tante virtù avrebbe avuto anche quella di proteggere dalle stregonerie. Il 1° maggio, cacciate le streghe, ovvero ricacciati i morti negli inferi, si portava e si porta ancora, dove la tradizione è sopravvissuta, un albero dal bosco collocandolo in mezzo al paese: è l’Albero di Maggio o semplicemente il Maggio.

Fonti:
www.ilcalderonemagico.it/dee_Flora.html
Forum antro della magia
www.centrostudilaruna.it/la-notte-di-valpurga.html

IL CALENDARIO CELTICO DEGLI ALBERI E LE PIETRE DEGLI DEI.




lettera F è Fearn (ONTANO, in latino Alnus glutinosa) - dal 18 marzo al 14 aprile.


Il 18 marzo è il Giorno dell'Ontano ed inizia il mese di Fearn.
Gli ontani appartengono alla famiglia delle Betulaceae (come la betulla e il nocciolo) e sono alberi, generalmente di piccola taglia, o cespugli. E' una pianta che predilige terreni umidi, come gli argini dei corsi d’acqua e le nebbiose paludi. Se cresce isolato da altre piante della sua famiglia, l'Ontano può assumere forme molto contorte, mentre se cresce accanto ad altri alberi simili si erge eretto.
Attraverso le sue radici (che possono anche fuoriuscire dal terreno e sviluppare ulteriori rami e nodosità), l'Ontano fissa l'azoto al terreno e, per questo, spesso viene utilizzato per bonificare i terreni poveri, umidi o malsani.
L’ontano è un albero monoico, che produce, cioè, sia fiori maschili che fiori femminili sulla stessa pianta: quelli maschili si presentano in amenti lunghi e pendenti di colore verde/rosso, mentre quelli femminili sono eretti e a forma di cono ovale. I frutti sono piccoli, appiattiti e di colore rosso/bruno.
I suoi rami si estendono molto e le sue foglie sono scure sulla pagina superiore e più chiare in quella inferiore (appiccicose quando sono giovani) arrotondate, seghettate e molto smussate in punta.
Il suo fogliame lascia filtrare la giusta luce per far sì che alla base del fusto nascano una gran moltitudine di piantine, come viole, menta, primule, edera, felce, aglio selvatico, balsamina, caprifoglio e altri tipi di erbe. Queste, a loro volta, attraggono gli insetti e altri piccoli animali, che trovano rifugio fra le radici, dando origine ad una grande vita attiva e movimentata alla base dell'albero.
L'Ontano presenta una corteccia che inizialmente è liscia e di colore marrone/verde, in seguito più rugosa e scura, e se tagliata o incisa diventa rosso/arancione.
Il legno è molto resistente all'acqua (Venezia è tutta costruita su fondazioni di pali di ontano prelevati da boschi croati delle Alpi Bebie, Velebit, in Croazia), infatti al contatto dell'acqua diventa durissimo.
Le specie più diffuse di ontano sono tre: l'ontano nero, l'ontano bianco e quello napoletano. L'ontano nero ha foglie lucide, verde scuro, quasi tondeggianti. L'ontano bianco ha foglie ovali, a margine seghettato e l'ontano napoletano foglie più grandi e più scure, a forma di cuore. Tutte e tre le specie hanno frutti in forma di piccole pignette, rotonde o cilindriche, disposte a mazzetti, dapprima morbide, che seccano a maturazione. I frutti dell'ontano napoletano sono molto più grossi di quelli delle altre specie.


Proprietà ed Usi
La corteccia e le foglie dell’ontano, per le loro caratteristiche disinfettanti e antinfiammatorie, possono essere usate per fare gargarismi e sciacqui in caso di infiammazione di bocca e gola. Abbassano la febbre e servono per curare raffreddori e malattie stagionali.
Le foglie schiacciate, applicate sui capezzoli, aiutano a far rimarginare la screpolatura dovuta all’allattamento e riducono la portata lattea; abbassano il gonfiore dovuto alle ustioni e, come anche la corteccia, se applicate sulle ferite, piaghe e ulcere, le aiutano a cicatrizzarsi.
L'elevato contenuto di tannini dell'ontano lo hanno reso famoso nella terapia popolare per combattere angine, tonsilliti e faringiti.
Veniva chiamato dai contadini l’"albero degli zoccoli" perché con il suo legno particolarmente leggero si costruivano comode calzature.
L'ontano è dotato di proprietà astringenti, diuretiche e febbrifughe, e viene chiamato infatti “china nostrana” (Cattabiani, 2010).
La corteccia, che contiene emetina, è emetica se fatta essiccare e masticata (induce il vomito).
La tradizione popolare attribuisce alle foglie proprietà vermifughe.
Non utilizzare in caso di insufficienza cardiaca o renale.

Ricette curative (in caso di allergie consultare sempre il medico)
Decotto per gargarismi in caso di infiammazioni del cavo orale: bollire per 15 minuti 40 g di corteccia di ontano in un litro d’acqua e lasciare in infusione per altri 5 minuti. Filtrare e dolcificare con del miele. Il decotto può anche essere utilizzato per sciacqui in caso di escoriazioni alla bocca.
Decotto per detergere ferite, bruciature o escoriazioni: bollire 30 g di corteccia di ontano in un litro d’acqua per 10 minuti. Lavare bene la parte interessata con un batuffolo di cotone imbevuto del decotto.
Vino di ontano contro la febbre: lasciar macerare per 10 giorni 15 g di corteccia essiccata e macinata in un litro di vino bianco. Consumare 2 cucchiai del composto ottenuto per tre volte al giorno.
Cataplasma per ridurre la portata lattea: applicare sui capezzoli, in una garza, foglie fresche triturate di ontano.


Mitologia
Il nome "Alnus" deriva dal celtico "al" e "han" che vuol dire "vicino alle acque". L'Ontano predilige vivere lungo i corsi d'acqua (e per questo rappresenta un naturale collegamento tra la dimensione della materia e quella dello spirito) e in luoghi spesso immersi nella nebbia. E la nebbia, così come il crepuscolo, favoriscono le capacità percettive.
L'Ontano è, quindi, simbolo di spiritualità e le sue gemme sono espressione del percorso di consapevolezza e crescita interiore, perchè a forma di spirale rivolta verso l'alto.
L'Ontano è detto Fearn-Uern-Verno, da cui il termine dialettale piemontese Verna. Anche una tribù celtica prese il nome da questo albero: gli Averni (a cui l'Ontano era sacro), che ebbero come capo il noto Vercingetorige.
Ciò che rende magicamente speciale il legno di Ontano è che, appena tagliato, "sanguina", la sua linfa diventa immediatamente rossa a contatto con l’aria.
Questa linfa vermiglia veniva utilizzata per tingere i tessuti di lana, insieme ai fiori, che invece producevano una bel verde, e i ramoscelli, che davano il marrone.
Accanto a questi colori, l’ontano mostrava anche il bianco del suo legno asciutto ed il nero, colorazione che lo stesso legno assumeva quando veniva bagnato, e che insieme al rosso del suo “sangue” rivelava i tre colori del processo alchemico di trasmutazione interiore, nonché quelli simbolici della Grande Madre nei suoi tre aspetti di Vergine selvaggia, Madre amorevole e potente Crone.
In una saga medievale tedesca, chiamata Wulfdietrich,si narra di un'affascinante e misteriosa Donna Ontano. Una fanciulla dall’aspetto incantevole che, dopo aver sedotto il protagonista, e trovandosi tra le loro braccia, si trasforma in un essere peloso e ripugnante, punendolo così della sua insaziabile sete di conquista. Lo maledice rendendolo folle per sei mesi. Dopodichè lo conduce su una nave verso un luogo misterioso, in cui lei è Regina. Qui, la Donna Ontano si bagna in una magica sorgente e si trasforma, dall’essere peloso e ripugnante che era, nuovamente in fanciulla meravigliosa, la più bella mai esistita sulla Terra. La pazzia nel bosco e il viaggio in nave rappresentano il passaggio ad altri stati di coscienza, il passaggio da una dimensione ad un'altra.
Nella mitologia gallese, l’Ontano è associato a Brân il Benedetto (Brân Fendigaidd, in gallese Bendigeidfrân, cioè "Corvo Benedetto"), il gigantesco Dio, Re di Britannia, che per aiutare la sua cara sorella Branwen, imprigionata e trattata come una serva dagli irlandesi, partì con i suoi compagni e li aiutò a guadare il fiume con il suo stesso corpo, stendendosi sull’acqua proprio come un ponte.
Vincono i bretoni ma solo sette uomini sopravvivono: Pryderi, Manawyddan, Gluneu Eil Taran, Taliesin, Ynawc, Grudyen ap Muryel e Heilyn ap Gwynn Hen. Brân viene ferito al piede da una freccia avvelenata e, per non morire, ordina che la sua testa venga tagliata e sepolta a Londra. Quando i sopravvissuti ritornano in Britannia, Brânwen muore di dolore credendo di essere la causa della guerra e viene sepolta vicino al fiume Alaw in Anglesey.
Per sette anni i sette sopravvissuti restano ad Harlech, dove sono intrattenuti dalla testa di Brân, che continua a parlare e dagli incantevoli cinguettii degli uccelli di Rhiannon. In seguito si spostano a Gwales (spesso identificata con Grassholm Island, al largo del Dyfed), dove vivono ottant'anni in un castello incantato senza percepire il trascorrere del tempo. Alla fine uno di loro apre la porta della sala che guarda la Cornovaglia e l'afflizione per quello che è accaduto si ripresenta. Come ordinato portano la testa, adesso muta, a Gwynfryn, la "Collina Bianca" (forse il luogo dove oggi sorge la Torre di Londra) e la seppelliscono in direzione della Francia, così da scongiurare future invasioni.
Secondo le Triadi gallesi la testa di Brân fu sepolta a Londra dove sorge la Torre di Londra. Fino a quando rimarrà lì, la Gran Bretagna sarà protetta dalle invasioni. Tuttavia re Artù dissotterò la testa, dichiarando che il paese sarebbe stato protetto solo dalla sua grande forza. In epoca moderna si sono fatti dei tentativi per collegare la pratica ancora attuale di tenere i corvi della Torre di Londra sotto la cura degli Yeomen Warder Ravenmaster con la storia di Brân, il cui nome significa "Corvo".
Per i Celti la testa era considerata la dimora dell'anima.

Molti studiosi hanno notato somiglianze tra Brân il Bendetto e il personaggio arturiano del Re Pescatore, il custode del Sacro Graal. Il Re Pescatore appare per la prima volta nell'opera del XII sec. Perceval o la storia del Graal del francese Chrétien de Troyes. Il Re Pescatore ha ricevuto una ferita mortale alla coscia (Brân al piede) ma rimane in vita nel suo castello mistico di Corbenic grazie al Graal, in attesa di essere guarito da Perceval. Successivamente nel suo Giuseppe d'Arimatea Robert de Boron descrive la storia del Graal nei tempi antichi e dice che il primo Re Pescatore era un uomo chiamato "Bron". Per altro la storia gallese Peredur figlio di Efrawg, una versione della storia di Perceval con notevoli differenze, rappresenta l'eroe in visita presso un misterioso castello, dove non trova il Graal ma piuttosto una testa umana trocanta dal corpo. Inoltre alcune opere attribuiscono al Graal il potere di far risuscitare i morti, rendendolo simile al calderone di Brân.

L’ontano è legato a Bran anche come simbolo dei combattenti valorosi: questo si può riscontrare nel Cad Goddeu, “La battaglia degli alberi”, dove il mago Gwyddion trasforma un guerriero in ontano che guida gli altri verso la battaglia, con ardore e temerarietà impareggiabili.
Il legno di Ontano è uno dei nove usati per accendere il grande falò di Beltane, e nonostante sia un cattivo combustibile, il carbone che produce è dei migliori ed era largamente preferito dai fabbri perché sprigiona molto più calore rispetto a quello prodotto da altri alberi.
La sua resistenza anche al fuoco, oltre che all’acqua, fa dell’ontano un simbolo della forza interiore e della volontà che, sottoposte a prove difficili, non solo vi resistono, ma ne escono potenziate e rinvigorite, intrise di nuova forza e ardimento.
In Irlanda tagliare un ontano era considerato un atto deplorevole, un vero delitto, e chi compiva questo gesto rischiava di vedere arsa la propria casa.
In Grecia veniva celebrato il culto dell’ontano, personificato dall’eroe semidivino Foroneo, figlio del dio fluviale Inaco e di Melìa, ninfa del frassino. Foraneo era l’eroe civilizzatore, quello che riunì in comunità gli uomini, che in precedenza vivevano dispersi, fondando la città di Fornico più tardi ribattezzata Argo.
Nell'odissea è il primo ad essere nominato dei tre alberi di risurrezione che formavano una fitta boscaglia intorno alla grotta della ninfa Calipso, nell'isola di Ortigia.
Durante il medioevo, forse per la crescente influenza del Cristianesimo che demonizzava la maggior parte dei simboli pagani, l'ontano cominciò ad evocare timore e paura: Gottfried Herder, nella sua raccolta di canti popolari danesi, riportò una canzone epico-lirica, La Figlia del Re degli Elfi, mutandone il nome in La Figlia del Re degli Ontani. Durante il medioevo gli elfi erano visti come creature di grande bellezza, ma anche di inaudita crudeltà in caso qualcuno avesse osato rifiutare un loro invito a danzare, da qui l'immagine sinistra dell'ontano. L'ontano è il quarto albero del aicme Beith, Faern (pronuncia: fair-n).
Se osservato nella sua totalità, l’ontano assume forme sia maschili (come Guerriero del mondo incantato, che si nasconde al di là delle acque, o Essere contorto ed inquietante posto in difesa del Passaggio che conduce al sacro) sia femminili (nel suo aspetto di Donna Ontano, creatura dolcemente femminile che si propone di liberare lo sguardo del cercatore dalle allucinazioni dell’illusione) conducendolo sulla via dell’Amore e dell’integrità interiore.


Usi Magici
L’ontano produceva tre tinture: il verde dai fiori, il bruno dai rami ed il rosso dalla corteccia, che simboleggiavano rispettivamente l’acqua, la terra ed il fuoco. Il quarto elemento, l’aria, era simboleggiato dalla costruzione dei fischietti ottenuti dai rami verdi svuotati.
La lettera oghamica che lo identifica si chiama Fearn, e lo stesso nome avevano gli scudi da battaglia dei guerrieri, oggetti di difesa e protezione, di forza e coraggio, resistenza e tenacia: qualità appartenenti all’albero e allo spirito magico che in esso vive.
Viene utilizzato come talismano per rafforzare e rendere stabile qualcosa che sta traballando, come un lavoro, un rapporto sentimentale o la propria volontà, per riemergere rinforzati e rinvigoriti da situazioni che hanno messo a durissima prova la propria resistenza o che hanno provocato crolli interiori.
Utile negli incensi per il cerchio e per le invocazioni agli elementi perché funge da “ponte spirituale” tra i mondi.
Il legno dell'ontano è anche usato per influire sul tempo atmosferico, soprattutto quando si vuole suscitare pioggia e temporali (non tagliare mai il ramo di un ontano, perché tutto il potere dell'albero rientrerebbe nella terra, ma cercare un ramo staccatosi da solo; quindi consacrarlo per usarlo nei riti per comandare il tempo atmosferico).
Rituale: in un pomeriggio di sole, durante la Luna di Fearn, recarsi in un luogo isolato e fare ruotare in aria il ramo di ontano facendolo fischiare. Imitandone il suono con la voce, chiamare il vento o la pioggia. Si può evocare il vento dalle quattro direzioni per specifici scopi magici, e la pioggia per procurarsi acqua magica o per nutrire la terra.
Quando non la si usa, tenete la bacchetta magica di legno d'ontano avvolta in una stoffa, nascosta agli sguardi. Ricaricarla ogni anno alla Luna piena di Fearn.


Fonti
Lo spirito degli alberi, Fred Hageneder, Ed. Crisalide
Il Vischio e la Quercia, Riccardo Taraglio, Ed. L’Età dell’Acquario
Le erbe officinali, antica medicina dei celti, Plinio il Vecchio, Diancecht, Ed. Keltia
Segreti e Virtù delle piante medicinali, Selezione dal Riders Digest
Florario, Alfredo Cattabiani, Ed. Oscar Saggi Mondadori
Il grande libro delle piante magiche, Laura Rangoni, Ed. Xenia
La farmacia di Gaia, Demetra Edizioni
Il libro completo delle Erbe, Dani Bown



Personalità dei nati sotto il segno dell'Ontano
I nati sotto l'Ontano sono testardi, dotati di grande forza di volontà, generosi, brillanti, coraggiosi, e sono per natura portati al comando (infatti, hanno innegabili doti di leader, carisma e abilità organizzativa).
Hanno un carattere irruento e ostinato, ai limiti della temerarietà. Sono nati per resiste fino allo stremo in situazioni disperate. Sono capaci di passioni estreme, dotati di forte sensualità, anche se insensibile alle esigenze del partner.



Pietre Magiche. - Opale

Il termine Opale trae origine dal latino òpalus, derivato dal greco opàllios, a sua volta modificazione del termine sanscrito ùpalah, pietra preziosa.
L'Opale comprende numerose meravigliose gemme, che emanano e riflettono un continuo gioco di colori.
Gli opali, come le ossidiane, sono pietre a struttura amorfa, non presentano cioè cristallinità (si dicono mineraloidi).
Sono chimicamente biossido di silicio idrato di durezza compresa tra i 5 e i 6,5.
Si classificano in comuni e preziosi e a seconda dei colori, che sono moltissimi, e provengono, ai nostri giorni, principalmente dall'Australia (90%), Messico, Perù (Ande), Oregon (USA) e Africa, mentre anticamente arrivavano principalmente dalla Slovenia (l'allora Cecoslovacchia) o dall'Ungheria.
Gli opali preziosi presentano una struttura interna, che si definisce microcristallina poiché a livello microscopico le molecole sono impaccate in sferette a loro volta ordinate in pacchetti esagonali o cubici a formare il lattice. La dimensione delle sfere determina i colori, l'opalescenza e la preziosità dell'Opale.
Gli opali comuni, generalmente non trasparenti, lattescenti bianchi, marroni, rosa, blu o verdi, sono invece spesso completamente amorfi.
Il contenuto interno di acqua può variare dal 3% al 20% e alcune pietre possono presentare fluorescenza e anche fosforescenza.
Inoltre si trova Opale comune all'interno di quasi ogni tipo di roccia, dalle rocce sedimentarie, alla limonite, alle rioliti e i basalti.
Il nome "opale", in riferimento al particolare colore variabile, dai sorprendenti "giochi", ha origine sia dal sanscrito (significato probabile di "pietra preziosa") che dal greco e dal latino.
Gli opali sono soggetti, per riscaldamento, alla perdita dell'acqua che ne determina il deterioramento. E' possibile reintegrare parzialmente l'acqua perduta immergendo in acqua le pietre anche per giorni, ed è questa la ragione per cui alcuni venditori li conservano e li mostrano in acqua.

Vengono denominati Opale di fuoco (a volte anche detto "messicano") quegli opali che pur non mostrando opalescenza, cioè non essendo preziosi a struttura microcristallina, hanno una certa trasparenza (i più trasparenti vengono anche sfaccettati) e mostrano un gioco di colori particolarmente vivace. Generalmente sono rosso o arancio e gialli.
Il termine "di fuoco" viene però spesso male interpretato, poiché il gioco opalescente degli opali preziosi viene pure chiamato "fuoco" dell'opale.
Da Robert Simmons (The Book of Stones) apprendiamo, tra le altre informazioni, che l'Opale di fuoco risveglia la passione che può poi venire diretta in molte direzioni, dal desiderio corporale alla sublimazione spirituale. Aiuta a vincere le inibizioni in situazioni in cui timidezza, paura o vergogna ci trattengono.
In campo spirituale può aggiungere passione al desiderio di illuminazione, e usare questa pietra durante le meditazioni o le preghiere aumenterà l'intensità emozionale dell'esperienza.
L'affermazione canalizzata per questa pietra da Naisha Ahsian è:
Espando la mia passione e i miei poteri creativi e li dirigo per soddisfare i miei desideri

Opale nero viene denominato un opale raro, prezioso, che su fondo scuro (dal nero al grigio) presenta una vivacità multicolore unica.
Seguendo quel che riferisce Robert Simmons, questo opale è una pietra di magia e di mistero, che stimola e collega il chakra della base e quello della corona assistendo chi lo usa nel connettere le aspirazioni spirituali più elevate alla propria vita materiale.
In termini di magia, l'Opale nero è un magnifico strumento per potenziare le proprie intenzioni, specialmente quando queste portano una carica emozionale poiché amplifica l'intensità delle proprie emozioni focalizzando nel contempo l'intento affinché la manifestazione abbia luogo.
Per questo motivo si avverte di fare attenzione, quando si lavora con l'Opale nero di essere ben consapevoli delle proprie intenzioni per non manifestare in direzioni errate.
E' importante rammentare con quest'opale il vecchio detto " Sta attento a quel che desideri poiché lo potresti ottenere".
L'Opale nero amplifica tutti gli stati emozionali, perciò il buon umore può venire convertito in esaltazione, ma la tristezza si può trasformare in un nero stato rancoroso e malvolente.
Usato in meditazione, esso può far giungere alle radici della propria psiche permettendo il rilascio di memorie traumatiche di esperienze passate, anche in vite precedenti, che possono influenzare parte della propria vita presente. Si consiglia di usare in tal senso la pietra solo con l'aiuto di un terapeuta esperto per evitare di cadere in stati depressivi.
La Moldavite e l'Ametista possono venire usate in combinazione all'Opale nero per provvedere a una protezione spirituale nel lavoro interiore profondo, mentre la Strombolite, la Fucsite e il Diaspro oceanico aiuteranno a mantenere lo stato mentale ed emozionale in territorio positivo.
La Fenacite, la Danburite e l'Azeztulite aiutano a potenziare la stimolazione del chakra della corona per assicurare la manifestazione migliore del proprio potenziale spirituale.
L'affermazione dell'Opale nero, canalizzata da Naisha Ahsian é:
Io Scelgo consciamente il mio stato emozionale e il mio intento, per manifestare il mio bene supremo nel mondo fisico

Stessa vivacità cromatica possiede l'opale denominato Opale bianco che appartiene sempre agli opali preziosi ma ha un fondo bianco o comunque chiaro.
Robert Simmons sostiene che esso porta il "sacro fuco", quell'intensa energia spirituale che consuma gli aspetti impuri del proprio sé, senza necessariamente bruciarci (causando angoscia e irrequietezza).
Quanto più saremo determinati a volere rilasciare i nostri attaccamenti, la rabbia, le paure, i risentimenti e ogni tipo di schema negativo, tanto meglio esso lavorerà.
Se noi lo indossiamo ostinatamente, con leggerezza, il rilascio di energie insalutari parimenti ostinate può essere piuttosto doloroso.
L'Opale bianco prezioso è un amplificatore emozionale che può intensificare sia gli stati positivi che quelli negativi. In ogni caso questo è benefico. Per le emozioni positive il vantaggio è ovvio, per quelle negative consiste nel raggiungere la consapevolezza del grado di distruzione nell'indulgere in tali stati e quindi aiutare ad essere d'accordo a rilasciarli.
L'Opale bianco può essere un maestro tenero e amichevole oppure un maestro severo, tutto dipende dal tipo di esperienze che si portano dentro.
Quest'opale lavora bene con tutti i tipi di opale aumentandone i loro effetti. Si può usare anche con i quarzi per aumentarne l'efficacia.
Con la Zincite porta una stupefacente intensità sessuale e creativa.
L'affermazione che Naisha Ahsian assegna all'Opale bianco è:
Io divento consapevole delle mie emozioni e della loro fonte, e le rilascio alla Luce

L'Opale comune ha un effetto calmante sul corpo emozionale e quindi può sempre venire usato per alleviare depressioni, preoccupazioni e tutti i tipi di stress senza apportare energie troppo intense.
Qui di seguito le proprietà specifiche per alcuni tipi di Opale comune.
OPALE BLU
L' Opale andino (qui di fianco le foto di andini grezzi e sotto le foto di andini burattati) noto anche, genericamente come Opale blu (alcuni sono nei toni del verde) e Opale rosa ha provenienza peruviana.
Può essere anche trasparente ma non presenta l'opalescenza (o "fuoco") degli opali preziosi.
L'Opale blu, nell'esperienza di Robert Simmons, è un antidoto ai pensieri ossessivi. Se si ha la tendenza a svegliarsi di notte con la mente in fermento, riesumando il passato o anticipando il futuro, collocare un Opale blu nella federa del cuscino può aiutare ad avere sonni più tranquilli e, a volte, sogni piacevoli che vengono ricordati al mattino.
Secondo Naisha Ashian, può aiutare anche a ritenere tutti i tipi di nozione, per cui, grazie anche al fatto che promuove stati di calma e tranquillità e a restare concentrati, è un'ottima pietra da usare per gli studenti.
La sua affermazione è:
Calmo la mente inquieta sedendomi come un testimone silente.

L'Opale rosa, è associato alle vite passate e al mondo dei sogni. Questi sono i luoghi dove è possibile fare affiorare le vecchie ferite.
Dormire con l'Opale rosa oppure usarlo durante le sedute regressive permette di superare più facilmente e con meno dolore i ricordi.
L'affermazione di questa pietra è:
Io curo il mio corpo emozionale attraverso la compassione gentile

L'Opale Oweyhee (si pronuncia oh-ueh-hii) è un nuova varietà di opale comune blu, rinvenuta nei pressi delle sorgenti Oweyhee, sacre ai Nativi Americani, nell'Oregon nel 2003.
Esso è caratterizzato da un colore azzurro intenso simile a quello del Calcedonio blu.
Esso è spesso translucido appena rimosso dal terreno, ma poi graduatamente diventa opaco, esposto all'aria, a causa della perdita d'acqua.
Dalla canalizzazione di Naisha Ashian, riportata nel libro The Book Of Stones, si apprende che quest'opale ha una energia simile all'Opale blu andino, ma con frequenze vibrazionali più sottili. Esso può essere usato per comunicare con il mondo angelico e per canalizzare le guide evolute.
Stimola generalmente sia il terzo occhio che il chakra della gola e quindi può essere d'aiuto, per ottenere le guide più elevate, ai medium, canalizzatori e insegnanti, attraverso la parola e il suono.
L'Opale Oweyhee aiuta a purificare ed equilibrare il chakra della gola, ed è un ottima pietra per gli oratori e i cantanti. La sua energia aiuta a trovare le giuste parole e i suoni per comunicare le proprie effettive opinioni.
La sua affermazione è:
Io vedo in profondità, parlo sinceramente, sento con chiarezza, e agisco con calma certezza

L'Opale verde della Macedonia ha un colore simile a quello del Crisoprasio.
Può aiutare a prevenire stati emotivi negativi, e a ricevere Gioia. Si dice che apra il cuore afflitto per alleviare le cicatrici psichiche di vecchie ferite emotive, e perfino quelle di vite precedenti. Si dice inoltre che aiuti ad affrancarsi da vecchi schemi karmici e ad amplificare l'energia dell'amore e che assista nell'attrarre amore. L'Opale verde della Macedonia ha un colore simile a quello del Crisoprasio.
Può aiutare a prevenire stati emotivi negativi, e a ricevere Gioia. Si dice che apra il cuore afflitto per alleviare le cicatrici psichiche di vecchie ferite emotive, e perfino quelle di vite precedenti. Si dice inoltre che aiuti ad affrancarsi da vecchi schemi karmici e ad amplificare l'energia dell'amore e che assista nell'attrarre amore.


Fasi della Luna

Primo quarto 19 marzo 2013 18:27:32
Luna piena 27 marzo 2013 10:30:20
Ultimo quarto 3 aprile 2013 06:38:53
Luna nuova 10 aprile 2013 11:38:49

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Le rune di Apirle sono Ehwaz, Mannaz e Lagaz.
Ehwaz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 30 Marzo al 13 Aprile
Mannaz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 14 al 28 Aprile
Laguz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 29 Aprile al 13 Maggio


Ehwaz


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Ehwaz è la prima runa di Aprile
Simboleggia la crescita, la stabilità, la fiducia.
Ehwaz rappresenta il viaggio della nostra Anima per raggiungere la conoscenza, per ottenere una crescita interiore, lo stesso viaggio che Odino dovette compiere per ottenere la conoscenza del mistero delle rune, appendendosi all’albero Yggrasil e visitando tutti i e i nove mondi.
Ehwaz rappresenta un cavallo magico, che conosce il cammino, che è in grado di guidarci nel nostro viaggio, Sleipnir, il destriero a otto zampe di Odino. La runa però indica anche il rapporto che si instaura fra il cavallo ed il suo cavaliere, un rapporto di fiducia e stabilità.
Questa runa è, di fatti, utile se si vogliono concretizzare i rapporti, soprattutto quelli di coppia, rendendoli più stabili, più saldi.

Utilizziamo questo periodo per concretizzare i rapporti con gli altri, ma anche per compiere il nostro viaggio verso la conoscenza.

Mannaz


Mannaz


La seconda Runa di Aprile è Mannaz, simbolo della razza umana e quindi di coscienza, conoscenza, intelligenza, consapevolezza e tutte quelle caratteristiche peculiari della razza umana e della mente razionale.
Mannaz è l'individuo inserito nella società, con una mente razionale, ragione, intelligenza, evoluzione, coscienza planetaria.
Mannaz rappresenta l'uomo cosmico, ovvero l'uomo consapevole del collegamento tra esso e il divino. Mannaz ci può aiutare a riconoscere la natura di essere umano come una parte integrante del cosmo, collegato al divino e parte integrante del mondo stesso che ci circonda.
La forza della runa Mannaz rappresenta due uomini che si guardano faccia a faccia, rappresentando quindi l'essere umano consapevole dell'esistenza di altre creature a lui uguali.
Per questi motivi Mannaz è la Runa dell'umanità, del senso di appartenenza a qualcosa di comune.
Il periodo dell'anno influenzato da questa Runa può essere sfruttato per riconoscerci come esseri uguali, parte integrante di una stessa cosa, abbattendo le barriere di diversità che le società molto spesso costruiscono, come il pregiudizio, le diversità di sesso, razza, religione.. Lo scopo principale di questo periodo è lo star bene con gli altri, condividere, essere disponibili all'incontro, socializzare, credere nell'amicizia, condividere, insomma capire come tutti noi esseri umani siamo parte di qualcosa di comune che ci rende uguali tra di noi.

Laguz


Laguz


Laguz è l'ultima Runa di Aprile. E' una Runa di intuizione, flusso, guarigione, mistero, emozione, incoscio e sogni.
Laguz è Runa dell'acqua, dello scorrimento fluido, dei flussi di energia ed emozioni. E' anche Runa di intuizione e immaginazione. L'immagine stessa della Runa richiama all'acqua, ricordando una fontana, una cascata.
Laguz è Runa dell'incosco, di ciò che noi non vorremmo ricordare o che non vorremmo riconoscere di noi stessi. L'incoscio è un luogo sia terrificante che nostalgico e sorprendente, dove puoi ritrovare risorse inaspettate, conoscenza e saggezza.
Allo stesso modo, diverse mitologie rappresentano i laghi come pozze di acqua profonda abitati da piccole creature sagge ma anche pestifere.
Laguz può aiutarci ad entrare in contatto con le nostre emozioni, i nostri sentimenti, la parte più profonda di noi stessi e questo rappresenta una fonte di emozioni e di vita. Occorre però prestare molta attenzione e cautela, poiché nel nostro incoscio potremmo trovare anche ricordi che volevamo accantonare, fatti oscuri o tristi, che non vorremmo riportare a galla.
Nel periodo di maggior influenza di Laguz, possiamo lavorare per conoscerci meglio, per guardarci dentro, per affrontare anche paure o questione che non avremmo mai voluto ricordare, affrontare le nostre paure è il modo migliore - e l'unico - per superarle, per andare oltre, migliorandoci ed imparando nuove lezioni.
Questa runa inoltre, può fare di più: non solo ci permette di accedere alla nostra personale conoscenza, ma può anche farci attingere all'ncoscio collettivo, proprio come Odino attinse la saggezza dal pozzo di Mimir. Dobbiamo imparare ad aver fiducia delle nostre percezioni, delle nostre sensazioni e visioni.

Calendario Totemico dei Pellerossa


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Falco - 21 Marzo / 19 Aprile
Le persone falco sono nate nel periodo dell'anno in cui le forze sopite della Natura esplodono a nuova vita; anche voi quindi vi sentite colmi di entusiasmo e di esuberanza e siete pronti a godere di ciò che questo periodo vi riserva, dimentichi del passato e incuranti del futuro.
Così come il totem Falco, le persone che sono influenzate da questo animale, amano esplorare luoghi sconosciuti, vivere nuove esperienze, accarezzare idee originali.
Le persone falco amano volare ad altitudini elevate, compiacendosi di avere "la testa fra le nuvole".
Fra gli obiettivi di vita dei nati Falco, rientra l'acquisizione della perseveranza e della capacità d non abbandonare un'attività prima di averla portata a termine.
Le persone Falco sono entusiaste, sempre pronte a spronare il prossimo e ad appoggiarne i progetti, ma possono anche essere pronte a perdere qualsiasi interesse nei loro confronti quando vengono attratte da attività diverse.

Le persone falco devono però imparare che la felicità sta nel condividere con le persone che gli stanno attorno, non essere quindi egoisti ma esprimersi al meglio in armonia con gli altri.

Castoro - 20 Aprile / 20 Maggio
Le persone nate in questo periodo dell'anno sono persone in cerca di uno sviluppo stabile, con un solido fondamento e di un senso di permanenza. Hanno dentro di se un energia costruttiva, che gli permette di sfruttare al meglio le capacità organizzative, fino a spingerli a voler costruire anche la vita degli altri.
Le persone castoro, proprio come il loro animale, sono grandi lavoratori, sempre indaffarati a modificare e a migliorare l'ambiente di vita e di lavoro, apprendono con facilità e rapidità, ma indugiano nel prendere descisioni.

Di natura affettuosa e calorosa, le persone castoro possono però anche essere vendicative nei confronti di chi vuole ostacolarli.
Le persone castoro possono però soffrire di possessività, sia nei confronti di cose, di situazioni che di persone. Devono perciò imparare a tenere a bada questo aspetto del loro carattere.
Coltivate la flessibilità, il senso di adattamento e la compassione. Lasciate spazio anche agli altri, lasciandoli essere quello che sono, poichè sapete che anche voi avete bisogno del vostro spazio e di poter essere semplicemente voi stessi.

Gli Olii Cosmetici

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OLIO DI ROSA MOSQUETA
L'Olio di Rosa Mosqueta (Rosa affinis rubiginosa) che cresce spontanea nella regione Andina, ha un alto contenuto di acidi grassi essenziali polinsaturi (linoleico 41%, linolenico 39%), sostanze queste responsabili dei suoi effetti cosmetico-dermatologici, poiché sono indispensabili per i processi di rigenerazione delle membrane cellulari e quindi per il rinnovamento dei tessuti cutanei. Agli acidi grassi essenziali si aggiunge la presenza di acido Transretinoico, un isomero della Vitamina A, di cui è provato l'effetto ringiovanente sull'epidermide. Pertanto l'Olio di Rosa Mosqueta è efficace nel trattamento delle cicatrici (spesso le elimina del tutto, e comunque le leviga), delle smagliature (che attenua se ancora recenti, di colore rosato), delle scottature solari, delle macchie di vecchiaia, attenua le rughe di espressione, agisce sull'invecchiamento prematuro dei tessuti cutanei, sulla pelle secca e sciupata, e anche nella rigenerazione dei capelli. L'Olio di Rosa Mosqueta è molto sensibile all'aria, alla luce e agli sbalzi di temperatura, e va incontro quindi a un rischio elevato di alterazione, per cui è assolutamente necessario che sia di buona qualità e certificato, perché mantenga intatto tutto il suo contenuto di sostanze preziose per la pelle.

OLIO DI JOJOBA
L'Olio di Jojoba (Simmondsia chinensis) è stato impiegato per centinaia di anni dagli Indiani come rimedio universale nel trattamento della pelle. Si chiama olio, ma in realtà è una "cera liquida". Mentre tutti gli altri olii di semi contengono nella loro molecola anche glicerina (trigliceridi), l'olio di Jojoba non contiene glicerina e la sua è una molecola lineare, non ramificata, e questo può spiegare la sua facilità di assorbimento da parte della pelle e la sua grande capacità di penetrare attraverso i piccoli pori dell'epidermide e gli interstizi del derma. Le proprietà di quest'olio sono apprezzabili per l'alta purezza, per l'assenza di odore, per la stabilità al calore e per l'alta resistenza all'irrancidimento, oltre che per la presenza di antiossidanti naturali: i tocoferoli. Il suo utilizzo è raccomandato in tutti i casi di precoce invecchiamento della pelle, in caso di pelle secca, che è la più esposta alla formazione di rughe per via della sua sottigliezza. L'olio di Jojoba va applicato ogni giorno sulla pelle pulita con leggero massaggio. Si può aggiungere qualche goccia di olio di Jojoba all'abituale crema da giorno. E' consigliabile alternare quest'olio a quello di Avocado, per la sua azione tonica ed elasticizzante.

OLIO DI AVOCADO

L'inevitabile fenomeno dell'invecchiamento cutaneo porta alla formazione di rughe, alla perdita di freschezza, morbidezza ed elasticità; questo processo è molto più rapido per le pelli secche e sensibili, che dovranno più delle altre essere nutrite. L'olio di Avocado (Persea gratissima) possibilmente alternato all'olio di Jojoba antirughe, serve per dare alla pelle il giusto nutrimento e a farle riacquistare tono ed elasticità. L'olio di Avocado, dotato di grande penetrabilità, trova indicazione quindi specialmente nel trattamento delle pelli rilassate, atone e spente; la sua specificità di azione ne fa una panacea cosmetica di eccezionale efficacia. La sua applicazione viene raccomandata sulla pelle pulita del viso, del collo e del decolleté in piccole quantità, meglio se la pelle è ancora umida e calda all'uscita da un bagno o di una doccia; infatti in questo momento i pori della pelle sono più aperti e massimamente recettivi verso i trattamenti cosmetici. Dopo un costante utilizzo a cicli di uno-due mesi, in alternanza con l'olio di Jojoba, con applicazioni giornaliere, si potranno osservare sicuramente evidenti risultati in tutte le pelli secche, asfittiche e un miglioramento dell'incarnato.

OLIO DI LIMONE

L'olio cosmetico di Limone (Citrus limonum) delicato ed astringente, è consigliato per trattare e migliorare la pelle del contorno-occhi. Questa zona infatti ha delle caratteristiche estremamente diverse da quella del resto del volto: è molto più sottile, più delicata, il derma è povero di collagene, l'ipoderma è privo di grasso. E' per questo che facilmente lascia trasparire i segni del tempo, della stanchezza, dei dispiaceri, della carenza di sonno. Il contorno degli occhi è una zona fortemente vascolarizzata e dunque ogni disordine, sanguigno o linfatico, influisce inevitabilmente sull'aspetto della sua epidermide che può presentare piccole rughe, le cosiddette "zampe di gallina", occhiaie o addirittura "borse". L'olio cosmetico di Limone ci aiuta a migliorare la situazione contorno-occhi, utilizzandolo con costanza per almeno 20 giorni consecutivi, per tre o quattro volte l'anno. In caso di borse palpebrali i migliori risultati si ottengono se l'applicazione viene preceduta da un impacco tiepido di fiori di Camomilla o di Tiglio, o di un Tonico a base di uno di questi fiori. Esso va applicato ad occhi chiusi, perfettamente struccati, alla sera o in un attimo di relax della giornata, operando un leggero massaggio circolare. Dopo 20 minuti si può togliere l'eccesso con una salvietta.

OLIO DI GERME DI GRANO
Quest'olio è un concentrato di Vitamina E, ed è raccomandato per compensare l'inaridimento della pelle secca e molto secca, per la sua azione idratante e nutriente. L'olio di Germe di Grano va a rinforzare il film idrolipidico insufficiente, o addirittura mancante; dunque risolve il problema della pelle opaca e che "tira". Si consiglia di applicarlo sulla pelle pulita del viso in strato sottile ogni sera, in strato più generoso una volta alla settimana, in modo da creare un effetto-maschera; si toglierà l'eccesso con una salvietta dopo circa 15-20 minuti. E' indicata l'applicazione in strato abbondante per circa 15 minuti su tutto il corpo, anche come emolliente e restitutivo alla sera e dopo un bagno di sole. Si suggerisce di aggiungerne qualche goccia all'abituale crema doposole per il corpo, e alla crema da notte per il viso. E' sempre molto importante controllare che l'olio sia di provenienza garantita, puro, senza additivi, spremuto a freddo senza utilizzo di solventi, da agricoltura biologica, perché la sua efficacia sia assicurata.

OLIO DI MANDORLE DOLCI
E' l'olio più tradizionalmente conosciuto e utilizzato in cosmesi per le sue proprietà emollienti, addolcenti, nutrienti e lenitive per l'epidermide degli adulti, ma anche per quelle delicate dei bambini e dei neonati. Se è di buona qualità viene ottenuto per pressione a freddo della mandorla dolce, senza uso di solventi chimici, e viene estratto e utilizzato così come si ottiene, puro. E' raccomandato in tutti i casi in cui la pelle sia secca e disidratata, e va applicato con leggero massaggio su pelle pulita e possibilmente preparata con un impacco caldo-umido con una salvietta calda, o dopo un suffumigio. L'azione emolliente dell'Olio di Mandorle Dolci (Prunus communis) è in grado di attenuare il prurito in caso di morbillo, varicella ed eczema. Efficacissima poi è la sua proprietà antismagliature: fin dal 3° mese di gravidanza si consiglia la sua applicazione sull'addome, sul seno, su fianchi e cosce; inoltre, quando si segue un regime dimagrante, va applicato anche sull'interno delle braccia per prevenire efficacemente la comparsa delle antiestetiche smagliature che, una volta formate, difficilmente si possono eliminare! Quando la smagliatura è già comparsa infatti è dimostrato che, purtroppo, non c'è più niente da fare, trattandosi di una vera e propria lacerazione del derma. Quando le smagliature sono ancora recenti, di colore rosa o rossastro, si può tentare di attenuarle con applicazioni ripetute e costanti di Olio di Mandorle Dolci. Esso è un ottimo emolliente per tutto il corpo dopo il bagno o la doccia. La sua poliedricità di utilizzo lo vede protagonista anche nel trattamento dei capelli molto secchi, crespi, sfibrati dal sole e dalla salsedine: un impacco di 20-30 minuti sui capelli sciacquati con acqua dolce, prima dello shampoo, restituirà morbidezza alla chioma. Si può usare anche in spiaggia al posto del gel, per avere il cosiddetto "effetto bagnato"; in questo modo si proteggono i capelli dall'azione inaridente del sole e della salsedine, e i capelli sono così pronti per essere lucenti e morbidi per la sera, dopo un leggero shampoo. L'Olio di Mandorle dolci può essere anche miscelato con alcune gocce di olii essenziali, per ottenere un olio da massaggio personalizzato molto gradevole e nutriente per la pelle del corpo, e in questo modo acquista anche le proprietà trattanti dell'olio essenziale che si utilizza (ad esempio per dolori articolari, per massaggi ai muscoli degli sportivi, ecc).

OLIO DI CAROTA
Quando la pelle tende a diventare secca invecchia più precocemente, specialmente se la esponiamo per molto tempo al sole. Nel tentativo di raggiungere l'abbronzatura sono in tanti quelli che mettono a rischio la bellezza della propria pelle: le raccomandazioni di una giusta protezione solare non sono mai troppe. Chi vuole nutrire e proteggere la pelle e insieme ricevere i benefici del sole, può ricorrere all'olio cosmetico di Carote. La Carota, sia consumata fresca, sia assunta concentrata in perle di gelatina, sia utilizzata per via esterna, ha la capacità, grazie ai suoi pigmenti, di favorire l'abbronzatura e contemporaneamente di apportare benefiche vitamine liposolubili (vit. A in particolare), le più adatte a proteggere da eventuali danni tissutali; favorisce così l'aspetto levigato, tipico della pelle secca, ma apporta benefici a tutti i tipi di pelle.

OLIO DI CALENDULA
L'olio di Calendula è un olio eudermico, riepitelizzante, cicatrizzante, particolarmente adatto per pelli stanche e rilassate. La pelle cambia con il passare degli anni, con il mutare delle stagioni, a seconda dello stato di salute fisica, peggiora con la tensione emotiva, migliora con il relax. In particolare dopo periodi di superlavoro, di stress eccessivo, di preoccupazioni, di sregolatezze alimentari può succedere che la pelle perda "tono", si rilassi, diventi asfittica e opaca. Ha bisogno allora della sferzata di vitalità che l'olio di Calendula può dare. Esso può essere utilizzato puro, preferibilmente, oppure mescolato all'abituale crema da notte in tutti quei casi in cui si voglia rivitalizzare il tono e il colorito della pelle. Nell'applicazione non vanno dimenticati il collo e il decolleté. L'olio di Calendula è anche un grande alleato delle mamme: infatti lenisce e protegge delicatamente le pelli secche ed arrossate del neonato e del bambino; inoltre se usato precocemente evita le ragadi al seno della mamma che allatta, ed è anche capace di cicatrizzare velocemente quelle eventualmente già presenti. Si raccomanda il suo utilizzo anche in seguito a trattamenti cosmetici sbagliati o troppo aggressivi.

OLIO DI IPERICO
E' un olio dalle proprietà cosmetiche eccezionalmente lenitive, emollienti e restitutive, per pelli screpolate e per le scottature. E' conosciuto anche come "olio della casalinga", infatti è l'olio cosmetico di elezione per il trattamento-urto della pelle delle mani. Le screpolature, gli arrossamenti e i tagli da freddo, o causati dalla trascuratezza o dalla fretta che impediscono, talvolta, di asciugarsi bene le mani dopo il lavaggio o dopo le normali faccende domestiche, il giardinaggio, la polvere, i detersivi, vengono ben trattati da questo olio veramente singolare. L'olio di Iperico esplica la sua benefica azione cosmetica in tutti i casi di scottature, sia quelle lievi accidentali che quelle solari. Nei casi più difficili si consiglia di ungersi bene le mani, prima di coricarsi, e di infilarsi un paio di vecchi guanti di cotone. Ripetere il trattamento per due notti di seguito: il piccolo sacrificio sicuramente ripagherà lo sforzo fatto e completerà l'azione dell'applicazione giornaliera della crema per le mani. Come per tutti gli olii cosmetici si raccomanda di scegliere, nell'acquisto, un olio puro, estratto senza solventi chimici, dal colore rosso rubino.

OLIO DI RICINO
L'Olio di Ricino (Ricinus communis) trova indicazione in cosmetologia soprattutto per migliorare i capelli e le ciglia. Un antico, ma sempre attuale ed efficace rimedio per infoltire e scurire le ciglia, è quello di stendervi con uno spazzolino un velo di Olio di Ricino prima di coricarsi, per diverse settimane. E' inoltre un ottimo ristrutturante e rinforzante cosmetico dei capelli: si consigliano impacchi tiepidi sui capelli secchi, fragili, deboli, sfibrati per 3-4 volte al mese e sui capelli normali, se sfibrati e con doppie punte, per 1-2 volte al mese. Anche i capelli grassi troveranno beneficio da un impacco periodico di Olio di Ricino, se sfibrati e deboli. Naturalmente l'olio dovrà essere di ottima qualità, di prima spremitura a freddo, di colore paglierino chiaro, con un'acidità che non superi l'1%, in modo da contenere tutte le sostanze benefiche, indispensabili alla sua integralità come acido palmitico, stearico, linoleico, linolenico, ricinoleico, eccetera.

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News dal forum

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:green: Viaggio astrale
:green: Baphomet
:green: Divinazione come primo passo verso la magia
:green: Mimosa
:green: Feste tradizionali, ma di quale tradizione?
:green: Sondaggio sull’incontro in Chat per l’Esbat di Marzo

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Nuovi utenti approdati sull'isola di Avalon

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:rosa: Siria.Moon
:rosa: Ineve R. ©
:rosa: Amélie )O(
:rosa: noesis
:rosa: Shevlar
:rosa: Lady Heith )O(
:rosa: °Eledhwen°
:rosa: Alétheia
:rosa: Demonietta84
:rosa: morrigan_daughter
:rosa: titanide
:rosa: sheyla_rose
:rosa: sam1996
:rosa: Sidonia


:bluu: GenoLord
:bluu: Emris

Ringraziamenti:
:clap: Si ringraziano per la stesura del presente almanacco: Faye, hard46, Eledhwen. , chiccaherbana :clap:
:bluu: Wakimizu
view post Posted: 6/4/2013, 15:10 Anello con labradorite bianca non ha riflessi - Cristalli
CITAZIONE (Aria di Strega @ 6/4/2013, 14:54) 
E' molto bello, sai?
Quindi ora ha l'aspetto....diciamo di un cristallo di rocca?

Grazie per i complimenti :hop:
si ora sembra un cristallo normale non ha le caratteristiche sfumature colorate della pietra di luna (precisamente è una labradorite e non un adularia)...
però è normale oppure il cristallo è giunto alla sua fine? Questo anello l'avevo preso una decina di anni fa in una bancarella di indiani al mercato è di argento indiano. Trovo che i loro gioielli siano bellissimi ed abbiano dei prezzi anche molto bassi. questo anello è di argento 925 e lo avevo pagato penso 10 euro...
view post Posted: 6/4/2013, 13:24 Anello con labradorite bianca non ha riflessi - Cristalli
Anni fa ho comprato un anello su una bancarella di indiani. Si tratta di un anello con una labradorite bianca (comunemente definita come pietra di luna). Quest'anello ha sempre avuto un riflesso blu-violetto. Poi un giorno mi si è sfilata la pietra dalla montatura ed è caduta. La pietra non si è rotta ne scheggiata ma ha comunque perso la sua carattristica sfumatura colorata. è diventata praticamente trasparente come se fosse un cristallo trasparente... nella zona trasparente prima c'erano dei riflessi violetti-blu ora non si vede nulla di nulla... :(
secondo voi la pietra ha ancora energia oppure ha finito la sua vita con me? mi spiace tanto perchè l'ho portato per tanto tempo e molto volentieri...
view post Posted: 14/3/2013, 14:34 Si può essere gay nella religione wicca?? - Novizi & Novizie
Penso che essere gay sia un fatto di scelte sessuali e non di scelte religiose e che le due cose sia ben diverse.
view post Posted: 4/3/2013, 11:21 Nuovo almanacco grafico in Home-page - News & Avvisi
Bellissimo stella!!! mi piace un sacco!!! <3
view post Posted: 28/2/2013, 19:26 Salve, è qui che ci si presenta? - Ingresso
Ciao e benvenuto!!Grazie per i complimenti!!! ^_^ come scritto ho modificato il messaggio perchè si possono scrivere brevi pezzi colorati e non tutto il messaggio. Solo gli admin/mod per ovvi motivi (moderazione e ammonimenti etc) possono scrivere tutto il messaggio colorato. Ho modificato anche la dimensione lasciando quella standard, altrimenti risultava difficile da leggere specie per chi come me è un po' talpa >_> Ciao e ancora benvenuto :)
view post Posted: 28/2/2013, 18:52 Almanacco di marzo - Almanacco

~ Almanacco di Avalon ~

Marzo 2013


Luna di Marzo


fasi-lunari


Ultimo quarto 4 marzo 2013 22:54:39
Luna nuova 11 marzo 2013 20:54:19
Primo quarto 19 marzo 2013 18:27:32
Luna piena 27 marzo 2013 10:30:20



La luna della spiritualità, o luna del seme



DofGT___Ostara__s_Maiden_by_artoftheempath
La Ruota dell'Anno gira attraverso le stagioni, e finalmente giunge la luna della semina, o del Rinnovamento.

Già con Imbolc abbiamo accolto l'apparire dei primi segni di risveglio della natura, che ora si fanno ancor più forti:
questo è il momento del rigonfiamento del seme nella terra, ormai pronta a dare nuove gemme.

La giovane Dea Terra si prepara a dismettere il suo sobrio abito invernale, per ricoprirsi di fiori e colori, facendoci dono della Primavera.

Pesci è il segno che accompagna questo delicato passaggio, dove un ciclo astrologico, vitale ed umano si chiude, per lasciar spazio ad uno nuovo che si aprirà in Ariete, in un'alternanza che non ha mai fine.
Infatti Pesci è l'ultimo segno dello zodiaco, quello che ci deve riportare alle origini, alla fonte spirituale da cui proviene tutto ciò che esiste.
E' qui, in questo sensibile segno, che avviene la frantumazione del dominio della razionalità e dell'individualismo, poichè l'acqua dei pesci è il regno dell’infinito, dell’imprecisato, dell’irrazionale e dello spirituale.
I due pesci del simbolo sono legati da un filo d'oro ... dove finisce l'uno comincia l'altro, e rappresentano l'eterno senso di movimento e trasformazione, in cui individualità e collettività si fondono, nel comune intento di "ritornare a casa".

Così anche la natura è tutta in subbuglio, e rispecchia la mutevolezza ed imprevedibilità di questo segno, il più inafferrabile, irrequieto ed emotivo di tutto lo zodiaco.
Marzo pazzerello, cita un antico detto, facendo riferimento alla mutevolezza di questo mese, tutto all’insegna del cambiamento e del rinnovamento.

Anche la luce del sole continua a crescere, fino a raggiungere il punto di parità perfetta con il buio, che dà luogo all'equinozio di Primavera, Oestara, il 20 del mese.
In questa fase di equilibrio equinoziale le due polarità, lo Yin e lo Yang fuori e dentro di noi, si attraggono e si cercano l’un l’altra …. e possiamo vedere come la natura tutta risponda al dolce richiamo: gli uccelli nidificano, gli animali di terra si accoppiano, le prime farfalle fecondano i fiori ed anche i primi uccelli migratori fanno ritorno.
In un attimo spuntano germogli ovunque, fioriscono il narciso, la primula, la tussilaggine, ed i fiori primaverili color del sole, primo fra tutti la mimosa, simbolo della giornata della donna, che si celebra come ogni anno l'8 di marzo.
Si dice anche che questo sia un tempo in cui abbondano le fate e dove tutto è possibile!

Un'antica consuetudine domestica con cui salutare la nuova stagione è quella delle “pulizie di primavera”, con cui si usa liberare la propria casa da tutto ciò che rappresenta il vecchio e l’inutile.
Le pulizie di primavera sono molto di più di un semplice lavoro fisico, e rappresentano per noi un'ulteriore possibilità per sgomberare la casa, ma soprattutto la nostra mente, dai problemi e dalla pesantezza dei mesi passati, in modo da accogliere nel modo migliore la parte luminosa dell'anno.
Una regola comune è che tutti i movimenti, inclusi il lavare per terra o lo spolverare, debbano essere fatti in movimento orario, per riempire l’abitazione di energie costruttive.

Spiriti di Natura:folletti dei laghi, gli esseri dell'aria e dell'acqua che arrivano con le piogge primaverili e i temporali
Piante: ginestra, gialappa, lapazio giallo, betonica, muschio irlandese.
Colori: verdino, rosso-viola
Fiori: giunchiglia, narciso selvatico, violetta
Profumi: caprifoglio, fiore di melo
Pietre: acquamarina, eliotropia
Alberi: ontano, corniolo
Animali: puma, porcospino
Divinità: Iside nera, la Morrigan, Ecate, Cibele, Astarte, Athena, Minerva, Artemide
(fonte: www.ilcerchiodellaluna.it/central_Luna_Mar06.htm)

Festività di Marzo


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La parola "Marzo" deriva dal Dio romano Marte, che personifica la passione, la forza, l'energia maschile e la sessualità.
Secondo Proclo (Repub. p. 388), il ruolo essenziale dell'energia di Marte è quello di contribuire, ad eccitare costantemente le contrarietà dell'universo, e discernere perennemente il suano dal malato, e di completare il mondo. Ma richiede l'assistenza di Venere, che si può inserire l'ordine e l'armonia nelle cose contrarie e discordanti.
Marte è più comunemente identificato oggi come il Dio della guerra (Marte Gradivus), ma il Marte romano è stato più complesso del greco Ares. Era anche MarsPater, padre Marte, e il protettore del Popolo Romano, Quirino.
Ancor prima, Marte Silvano (Mavors) era un dio della fertilità, la personificazione della lancia, come germogli di grano che emergono dal terreno dopo la piantagione. Gli agricoltori pregavano Marte così:

"per prevenire, scongiurare le malattie, visibile e invisibile, sterilità e dei rifiuti, incidenti e acqua non buona, che si permettono il raccolto e frutto della terra, le vigne e gli arbusti di cera grande e prosperare, che avrebbe preservato i pastori e le loro greggi in materia di sicurezza e dare prosperità e salute per me e la mia famiglia. "
(Catone, De Agricultura, l. 142, trad. Frances Bernstein.)


Nel calendario romano, marzo era il primo mese dell'anno. Le porte del tempio di Marte venivano aperte per la cerimonia d'inaugurazione del nuovo anno e per iniziare il periodo in cui la guerra sia avviava.
L'identificazione con il lupo corse ha radici antiche, i gemelli fondatori di Roma, Romolo e Remo, furono salvati da una lupa che li allattò. L'animale sacro di Marte è il lupo, astuto e forte, ma un animale il cui vero potere viene dalla cooperazione con i suoi simili. All'inizio dell'evoluzione del popolo romano i sacerdoti erano vestiti con pelli di lupo, per evitare che i lupi facessere incursioni negli allevamenti di bovini.
Nell'antica Roma, marzo era anche sacra a Minerva (da mens, mente L.). Minerva era uno della Trinità romana (con Giunone e Giove) e identificato come la Dea intelligente e astuto delle Arti e dei Mestieri. Solo nella seconda metà della storia romana Minerva è stato identificata con il guerriero greco della Vergine Atena.

1 Marzo:
Tradizione egiziana: festa di Ranuit, Signora del raccolto, che nel terzo mese apre la stagione del lungo raccolto.
Tradizione persiana: Festa di Spenta Armaiti (Spenta Armaiti è uno dei Amesha Spentas, le sette "Immortali generose" della tradizione zoroastriana.)
Tradizione greca: festa di Artemide, dea della caccia. In questa data in suo onore si consumavano dolci dalla forma di cervo.
Tradizione romana: Oggi iniziava l'antico anno romano che era segnato dalla decorazione del tempio di Vesta con alloro fresco e con la riaccensione del fuoco del tempio di Vesta. Le vestali acceso il fuoco nuovo utilizzando un vetro incandescente o la perforazione di un pezzo di legno ricavato da alberi da frutto.
Primo ballo del Salii ("I saltatori" 24 giovani sacerdoti di cui i genitori erano ancora in vita danzavano). Le danze onoravano il potere fertilizzante di Marte Gravidus con lo scontro di personale contro la figura 8 con degli "scudi" per spaventare gli spiriti maligni.
Tradizione norreana: Festa di Iduna, dea della primavera.
Tradizione gallese: David, patrono del Galles, veniva onorato. Le sue piante emblematiche, il porro e il narciso, rappresentavano la crescita vigorosa della primavera e richiamavano i colori reali, il verde e bianco, dell'antica Gran Bretagna.

2 marzo:

Tradizione celtica: Ceadda, Dio della guarigione sorgenti e pozzi sacri, identificato con il Bethadh Crann, albero della vita.
Tradizione celtica:Madre marzo. Secondo la tradizione, se le donne lavoravano in questo giorno, la Dea inviava tempeste a distruzione anziché nutrire le colture.

3 marzo
Tradizione greca e romana: Matronalia, il festività delle donne che detengono le candele della Candelora, che in origine era la Luna Nuova in marzo.Questa data è particolarmente sacro ad Hera / Giunone Lucina, protettrici di donne, bambini e della famiglia. Le donne mettevano del fiori nei capelli.
Le donne schiave aspettano gli schiavi della casa.
Statue della Dea mostrava il suo velo, con un bambino in fasce e nella mano sinistra e un fiore diritto. La statua era decorata con fiori,e incendi speciali venivano accesi. Ragazze offerivano i fiori a Giunone Lucina in questo periodo dell'anno per ottenere matrimoni felici e prosperi.Le Vestali appendevano le offerte dei loro capelli su l'albero più vecchio del bosco sacro.I Mariti romani davano i loro doni alle mogli e pregavano per la salute delle loro mogli, e tutti regalavano doni a tutte le donne della loro vita. Un banchetto pubblica si è svolgeva presso il tempio di Giunone Lucina.
Tradizione tenutonica: festa di Aegir, dio del mare.
Tradizione giapponese: oggi era la Festività delle Bambole.
Giorno di San Winnal - 3 Marzo
San Winnal era un santo Bretone il cui nome è stato scritto in almeno 50 modi diversi, fra cui Gunwal, Guenole e Winwaloe. La sua leggenda, comunque, riguarda il dominio del corso del mare e del tempo, e il suo giorno è associato alle tempeste. E' chiaro che Winnal è una versione di Aegir, divinità pagana nordica del vento, dele correnti e del tempo.

4 marzo
Tradizione celtica: Festa di Rhiannon si celebra in questo giorno da molti Wiccan in onore di Rhiannon, la celtica / Gallese Dea Madre che era originariamente conosciuta come Rigantona (la grande regina) ed è associato con la cavalla-Dea Epona.
Tradizione greca: Da oggi si festeggiava per un anno e tre giorni un lungo rituale chiamato Antesterie si è tenuta in questa data per onorarele dee Flora ed Ecate, così come le anime dei morti (i Keres).

5 marzo
Tradzione egiziana e romana: Navigum Isidis (Benedizione della nave di Iside). Questa festività annuale di musica, danza in onore della dea egizia Iside, Signora della Luna e Signore del Mare, governatrice della sicurezza di navigazione, delle barche, ldella pesca, e del viaggio finale della vita. Una barca carica di offerte di Iside è lanciata per iniziare la stagione di navigazione. I Fiori sono stati galleggiavano sui fiumi e sulle barche benedette con l'incenso in questo giorno in una cerimonia annuale che significava l'apertura di Iside verso i mari della navigazione.

6 marzo
Tradizione romana: Compitalia, festa di Mania e Lari (spiriti ancestrali).

7 marzo
Inizio al tramonto, il Junoalia,in onore di Giunone, una festività che presenta una cerimonia della Pace, celebrata da donne e ragazze.

8 marzo
Giornata internazionale della donna - Festa dove si ricordano le vittime dell'oppressione e della misoginia (nel passato e nel presente aggiungerei purtroppo!!). Questo giorno serve per avere maggiore pace, e per celebrare l'emancipazione femminile.

Tradizione cinese Compleanno della Terra come una Dea Madre che viene onorata con il festival annuale della Giornata della Terra Madre. Il festival è composto da parate in strada, illuminazione con petardi, con il mangiare ed il divertimento. Monete, fiori, incenso, bambole di carta, ecc, vengono inseriti in piccoli fori nel terreno, vengonobenedetti e poi ricoperti di terra come regalo di compleanno.

9 marzo
Roman: Liberalia, che si tiene 2 giorni dopo la luna piena, è sacro al vino-Dio-Liber Pater (Bacco), ed è la data per iniziare i ragazzi verso l'età adulta.

10 marzo
Tradizione greca: Festa di Adone e Afrodite. Sebbene Afrodite è una dea greca, questo mito è probabilmente del Vicino Oriente originariamente, e ritrae il dolore della dea ad amare un mortale che viene incornato da una scrofa selvatica.
Tradizione persiana: Primo giorno e notte della Farvardigan (10 giorni dei Morti), speso in opere di beneficenza, banchetti e cerimonie religiose, in onore dei morti.
Tradizione babilonese: Ishtar e Tammuz: la dea dell'amore e del suo amante tragicamente morto.
In Siria si festeggia Astarte e Adonis: la dea dell'amore e del suo amante tragicamente morto. (Astarte fu poi identificata con la greca Afrodite.)

11 marzo
Tradizione grecae romana:Festa del semi-divino Eracle (Ercole chiamato dai Romani)

12 marzo
Il martirio di Ipazia, noto come il Divino Pagano. Era preside della scuola neoplatonica di Alessandria. Un filosofo e matematico famoso, fu assassinato da uno squadrone della morte cristiana. Una pagano, umanista e femminista.
Tradizione persiana:Giornata di Marduk - Marduk (chiamato IHVH "Geova" dagli antichi ebrei) era il dio del sole che ha sconfitto Tiamat dea del mare e si avvale della creazione del mondo dalle sue spoglie. Tiamat è stata la causa del Diluvio Universale secondo i Babilonesi, liberando Marduk dal stigma di essere un assassino di uomini innocenti, donne e bambini. Altre religioni ritengono che Geova ha causato l'alluvione. Marduk era considerata la consorte di Bell / Belili. Alcuni identificano Marduk con il pianeta Giove.

13 marzo
Anniversario della morte di Susan B. Anthony (1906), donna non violenta per la difesa dei diritti delle donne e degli afroamericani. [Nata il 15/02/1820]
A Lussemburgo,è una festa del fuoco chiamato Burgsonndeg dove si celebra ogni anno in questo giorno l'accensione di grandi falò per accogliere la rinascita del Sole e arrivo della primavera.
Tradizione balinese: festa di purificazione per superare Yami, Dio della Morte.

14 marzo
Tradizione egiziana: Festa dei Rettili e della Dea Madre Uazit, chiamata anche Signora della Notte.
Tradizione greca: annuale festa Diasia, che si tiene per scongiurare la povertà.
Tradizione romana: festa di Mamurio, il vecchio Marte. Un capro espiatorio veniva guidato dalla città in questo giorno, simbolo d'espulsione il vecchio e portatore del nuovo.

15 marzo
Tradizione frigia: Festa di Attis e Cibele, celebrata nel Vicino Oriente e, infine, a Roma.
Tradizione grecaNoumenia - festa in onore della Dea Luna Selene e tutti gli Dei e le Dee.
Fresta di Rea (o Rhea) madre di Zeus

16 marzo
Tradizione romana: Bacchanalia - una festa romana in onore del dio del vinoBacco - bandita nel 186 aC. Le celebrazioni tendevano a diventare delle incontrollabili risse.
Tradizione indiana:Holi, una festa del fuoco di primavera.

17 marzo
Tradizione greca:Festa della Dea Atena dea protettrice e difensore dei deboli
Tradizione cananea:Festività annuale di Astarte onore della Dea conosciuta come Regina del Cielo.
Tradizione romana: Liberalia, una festa di Liber e dei suoi Libera consorti. Considerata la festa delle donne di libertà. (Liber era un titolo di Dioniso / Bacco, vedi 16 marzo). Gli schiavi avevano il permesso di parlare con libertà.
Tradizione irlandese: Giorno di San Patrizio antica festività successivamente cristianizzata. Onorava la rinascita dell'Uomo Verde (Dio rappresentato come vegetazione decidua).

18 marzo
Tradizione romana: festività di Anna Perenna Anna Perenna era un'antica dea romana che presiedeva al corso dell'anno o, più propriamente, al perpetuo rinnovarsi dell'anno.
Tradizione irlandese: giorno di Sheelah - antica festa per onorare la dea della fertilità conosciuto come Sheela-na-gig.
Tradizione greca: Festa di Afrodite e suo figlio Eros (Cupido) - un giorno per onorare l'amore e la passione.

19 marzo
Tradizione Yoruba / Santeria: Festa di Osanyin, Orisha dea della vegetazione decidua.
Tradizione babilonese: Il Akitu, una Festività annuale che celebra l'Anno Nuovo babilonese celebrare il matrimonio del Cielo e della Terra, inizia in questa data e si protrae per dieci giorni consecutivi.
India: oggi inizia l'anno nuovo

20 marzo
Primavera o equinozio di primavera - segna l'inizio della primavera, il periodo di luce è uguale a quello delle tenebre, celebra la creazione annuale, e perpetua la caccia all'uovo e gli scambi. Il sole ha un angolo di 45 gradi. Festa di Nox e matrici (divinità della Notte e del Giorno). L'Equinozio di Primavera è anche chiamata la Festa degli Alberi, Alban Eilir (Celtic), Ostara, (germanico) ed i Riti di Eostre (Norse e Northumberland). Questo rito di fertilità celebra la nascita della primavera e il risveglio della vita dalla Terra. E 'l'origine di molte delle tradizioni secolari che circondano la festa cristiana della Pasqua.
Tradizione greca: Festa della dea Artemide (Diana romana / slava Diwitsa) - come protettore degli animali selvatici e vegetazione.

20-21 marzo
Tradizione cananea-ebraica e sumera: Antica festa sumera e cananea-ebraica che celebra il ritorno di Dumuzi / Baal (Dio della vita e della morte) dagli Inferi per stare con Inanna / Astarte (Dea della Vita) per la parte verde dell'anno.
Tradizione anglo-teutonica: Festività della Dea Eostre / Ostara, che celebra la rinascita annuale. La sua Hare ha dato dei doni di uova - che significa rinascita.
Tradizione norreana: festività di Iduna o Idun, dea che personifica la metà luminosa dell'anno, lei appare nella forma del passero e tende il melo che porta il frutto dell'immortalità.

21 marzo
Tradizione egiziana: L'annuale festa del raccolto di primavera è stata celebrata in questa data, lungo le rive del Nilo, in onore della Dea Madre Iside.
Tradizione Voudon Legba Zaou - una cerimonia per onorare Legba, loa del sole e custode della porta tra i mondi, con un sacrificio di una capra nera.
Tradizione greca: festa minore di Kore e Demetra
Tradizione iraniana: No-Ruz, Capodanno iraniano originariamente dedicato ad Astarte e Adone / Ishtar-Damuzi.

22 marzo
Tradizione greca: Asklepieia - Asklepios festa in onore di Dio, della guarigione, e Igea, dea della salute.

In Asia Minore, e in seguito a Roma, alberi di pino sono stati realizzati per le strade in tale data dai devoti del culto di Attis, e portati nel suo tempio come parte del rito annuale della Processione dei Tree-Portatori, per elaborare il lutto della morte di Dio.

23 marzo
Tradizione norreana:Festa del Ritrovamento estate, l'ascesa della luce sulle tenebre
Tradizione romana:Danza della Salii - Gli dei di Marte e Saturno sono invocati ogni anno in questa data nell'antica Roma, dai sacerdoti danzanti, brandendo lance e scudi rituali contrastanti. Gli spiriti maligni dell'inverno vengono espulsi dalla città, e la crescita delle colture stimolata attraverso la magia.
Tradizione polacca: Il Marzenna era un festival vecchia primavera polacca celebrate con il canto, la danza, e il sacrificio di effigi di paglia

23-27 marzo
Tradizione greca: Nella Città Dionisie - Festa antica in onore Dioniso Dio come patrono del dramma, la poesia, la musica, e l'ispirazione.

24 marzo
Tradizione norreana: Festività di Heimdal, Aesirian Guardiano del Ponte Arcobaleno tra Asgaard e la Terra
Tradizione britannica:Il giorno di Albion (o Prytania, o Britannia), è stata celebrata in tale data in Gran Bretagna. La sua immagine apparve su antiche monete britanniche.
Tradizione romana:Giorno di Bellona, dea delle battaglie.

25 marzo
Tradizione romana:Giorno della Signora, in onore Domina (Madonna) Cibele. Festa annuale del Hilaria si è tenuta per celebrare il potere della Dea Cibele nel superare la morte. (Vedi 22 marzo morte di Attis.) Anche la risurrezione di Adone, Tammuz, e Dioniso.
Festa di Marte e la sua consorte, Neria (il cui nome significa ". Forte").
Tradizione babilonese: Adorazione della Dea Beltis
Tradizione Yoruba / Santeria:festa di Oshun, Orisha di amore e compassione, la passione e la fertilità.

26 marzo
Tradizione slava:Mata Syra Zemlja, "Madre terra umida". Perché lei è in stato di gravidanza, è considerato un peccato di colpire la Terra con il ferro (aratro) prima di tale data.

27 marzo
Tradizione indiana: La Dea del matrimonio e l'abbondanza, Gauri / Isani, è onorato con una festa annuale delle donne.
Tradizione romana:Ultimo giorno della festa di Cibele, la Vergine Celeste, prevede una processione e il lavaggio cerimoniale della statua antica in un fiume. Quando viene restituito al santuario, è stato decorata con fiori.

28 marzo
Taiwan: Compleanno di Kwan Yin, Boddhisatva della Compassione.

29 marzo
Tradizione greca: ll compleanno della dea Artemide Soteria, onorato con un giro "torta di luna piena", decorata con candele. Inoltre, la Delphinia - una celebrazione a Delfi in Focide, dove Apollo ha dato i suoi oracoli. Questo potrebbe essere stato il concorso musicale che si tiene ogni anno Focide e durò parecchi giorni, che coinvolge diversi concorsi, probabilmente suddivisi in stili musicali come canti e poesia lirica, che erano i favoriti di Apollo.

30 marzo
Tradizione romana: Concordia, Salus, e Pax: queste Dee sono stati premiati insieme a Janus, compagno di Concordia gentile. Fai la pace con qualcuno con cui siete stati in conflitto.

31 marzo
Tradizione romana:La Festa annuale della Luna, dea del mese, è stata celebrata ogni anno al sorgere della luna in tale data nell'antica Roma.
Fine del Hilaria.

Il calendario celtico degli alberi e le pietre degli Dei




lettera N è Nion (Fraxinus Excelsior) - dal 18 febbraio al 17 marzo.

Il 18 febbraio è il giorno dedicato al Frassino.
Il Frassino appartiene alla Famiglia delle Oleacee/Frassinee e prende il suo nome dalla fitta chioma allungata e a forma di cupola. Infatti, il termine Frassino deriva dal
greco "frasso" che significa appunto chiudo, assiepo.
E' un albero presente in tutta Italia, soprattutto al centro e nel settentrione in prossimità delle zone umide, e può raggiungere i 40 metri di altezza, ma non è longevo.
Il frassino raggiunge l’età riproduttiva a circa 25 anni, cresce abbastanza rapidamente, ad eccezione dei primi anni e può arrivare ai 300 anni di vita.
Il tronco è dritto e slanciato spesso fino alla cima. La corteccia che è grigio-verdastra, liscia con qualche solco sottile nelle piante giovani, diventa sempre più rugosa e fessurata con l’età. I rami sono rivolti alcuni verso l’alto, altri ricadenti, sono piuttosto radi e conferiscono alla chioma una forma arrotondata.
Nei rami giovani, lisci e privi di peluria, vi sono grosse gemme nere e opache. Il periodo di fioritura è Aprile-Maggio, mentre i frutti si raccolgono alla fine di settembre a maturazione avvenuta.
Il frassino assorbe molte sostanze dal terreno ed è, quindi, sconsigliabile piantarlo vicino a fiori o a altre piante.


Proprietà ed usi
Il Frassino non è tossico e può essere usato con Pilosella, Centella Asiatica, Betulla, Sambuco, Fragola, Fumaria, Lespedeza, Ononide, Verga d’Oro, Vite Rossa e mais.
Le sue foglie si raccolgono in giugno-luglio. Sono prive di odore e hanno sapore amaro-astringente, quasi piccante. Contengono fiavonoidi, cumarina, mannitolo, acidi organici (acido malico) e sali minerali. Svolgono azione diuretica e diaforetica, coadiuvano la cura della gotta, del reumatismo articolare, dell'artrosi, dei calcoli renali e della congestione epatica, giovano nell'adiposità, nella cellulite, nella nevralgia e svolgono una leggera azione lassativa.
Plinio consigliava il succo delle foglie contro il veleno delle serpi.
I suoi frutti contengono olio di frassino, acido malico, glucosidi, terpeni che svolgono un'azione analoga a quella delle foglie, ma generalmente vengono impiegati per regolare l'intestino e per il sollievo che recano nell'artrosi. Secondo Leclerc diminuiscono (azione svolta anche dalle foglie) il tasso di acido urico, eliminandolo con le urine.
Vi è anche chi usa la radice, il cui decotto sembra utile nella ritenzione idrica, nella stipsi, nelle febbri e nelle congestioni epatiche.
Nella corteccia oltre al tannino sono contenuti anche glucosidi (frassina), acidi organici edinorganicisali minerali, terpeni, resina e pigmenti. Manifesta azione astringente e moderatamente vermifuga ed è stata usata talvolta come sostituto della china.
Dalla corteccia si otteneva un decotto per curare le affezioni epatiche e dalla cenere un estratto contro la scabbia.
Gli "estratti" per uso esterno si ricavano dalle foglie, mentre per uso interno vengono ricavati dalla corteccia e dai frutti.
Dalle punture di insetti (le Cicada Orni) o dalle incisioni praticate dall'uomo sulla corteccia del Frassino fuoriesce una linfa biancastra che si rapprende costituendo la
manna che si può spezzare, succhiare, disciogliere nelle bevande o impiegare per fare sciroppi e dolci.
Il legno di Frassino è resistente e duttile, di un bianco quasi puro, a grana grossa ed eccezionalmente duro. E' utilizzato per produrre remi, alberi di imbarcazioni, manici di utensili, bastoni per il gioco dell’hockey, racchette da tennis, sci.
I Romani e i Greci utilizzavano il legno di Frassino per costruire le loro lance da guerra. Tradizionalmente era impiegato per costruire carri agricoli, stanghe, raggi di ruote e aratri.


Mitologia
Il Frassino è presente in molte saghe nordiche, in particolare quelle vichinghe.
Secondo Völuspá, Yggdrasillygˌdrasilː], nella mitologia norrena, è un frassino (norreno askr) ed è l'albero cosmico, l'albero del mondo.
Yggdrasil significa con ogni probabilità "destriero di Ygg" cioè destriero di Odino.
Il frassino Yggdrasill sorregge i nove mondi che costituiscono l'intero universo e che sono nati dal sacrificio di Ymir. Questi mondi sono raggruppati per funzione, tre a tre, e sono:
- i mondi celesti: Múspellsheimr (mondo del fuoco), Álfheimr (mondo degli elfi), Ásaheimr (mondo degli Æsir)
- i mondi terrestri: Vanaheimr (mondo dei Vanir), Miðgarðr (mondo degli uomini), Jötunheimr (mondo dei giganti (Jötunn))
- i mondi sotterranei: Svartálfaheimr (mondo degli elfi oscuri e dei nani), Niflheimr (mondo del gelo (o della nebbia secondo altre versioni)), Hel (mondo dei morti).
E' un albero particolare che poggia su tre radici:
- una và verso Ásaheimr, nei pressi della fonte Urðr (Urðrbrunnr o Fonte del Destino) dove vivono le tre Norne (o Nornir, tre dísir chiamate Urðr, Verðandi e Skuld) che tessono l'arazzo del destino; la vita di ogni persona e ogni divinità (le norne non permettano neanche agli Dèi di conoscere le trame del destino) è una corda nel loro telaio e la lunghezza della corda è la lunghezza della vita dell'individuo;
- l'altra và verso Jötunheimr, nei pressi della fonte di Mímir (Mímirbrunnr, Fonte di Mímir), che cela la sapienza e custodisce l'occhio ceduto da Odino;
- la terza raggiunge il mondo di Hel (in alcuni testi coincidente al Niflheimr ("terra delle nebbie"), il regno del ghiaccio e del freddo, e prende il nome di Niflhel, l'inferno nebbioso) e da questa radice nasce la fonte detta Hvergelmir (Pozzo risonante), da cui si dipartono tutti i fiumi del mondo.
Yggdrasill tiene, quindi, insieme i mondi ed è custode dei misteri della natura e, primo fra tutti, del segreto della vita; è l'albero della conoscenza.
Il frassino Yggdrasill è attorniato da diversi animali. Sulla sommità si trova un'aquila e tra i suoi occhi vi è un falco. Quattro cervi ( di nome Dáinn, Dvalinn, Duneyrr, Duraþrór) balzano tra i rami, mangiandone le foglie. Le radici di Yggdrasill sono tormentate da diverse serpi, tra cui Níðhöggr, che costantemente ha diverbi con l'aquila, a mezzo di un velocissimo scoiattolo, di nome Ratatoskr. In cima a Yggdrasill vi è anche Víðópnir, un gallo dorato il cui canto annuncerà il Ragnarök, la fine del mondo.
Forse Yggdrasill è identificabile con Léraðr, l'albero che sorge di fronte alla Valhalla.

Odino (Odhinnm, equivalente al sassone Wodan, antico-alto-tedesco Wuotan, la cui etimologia lo collega al concetto di «furore» (ted. Wut)) è il Dio Supremo nel pantheon germanico, ma non è corrispondente alle divinità supreme di altri popoli di lingua indoeuropea, come il greco Zeus o il romano Iuppiter (che etimologicamente corrispondono al Dìo germanico Tyr, Ziu).
I Romani, infatti, identificavano Odino (per i nessi con i morti e le invenzioni culturali), con Mercurio, da cui la parola inglese Wednesday (ossia mercoledì, Mercurii dies), giorno di Wodan; in norvegese, svedese e danese il mercoledì è detto "Onsdag", che significa appunto il giorno (dag) di Odino (Ons, forma al genitivo e abbrievata di Odino). Ad Odino è stata intitolata la regione pianeggiante di Odin Planitia, situata sulla superficie del pianeta Mercurio.
Per attingere alla conoscenza ed alla saggezza, Odino ha dovuto:
- donare un occhio alla fonte Mimir (la fonte della Saggezza che nasceva dalle radici stesse di Yggdrasil) per abbeverarsi e poter così accedere all'Albero della Vita,
- rimanere impiccato nove giorni e nove notti ad Yggdrasil, ferito da una lancia (da quel giorno diventata sacra ad Odino) in modo da poter germogliare ed acquisire così la conoscenza della magia, delle Rune, dei segreti della natura e della vita.
Ricorda il XII arcano maggiore dei Tarocchi, che rappresenta un uomo appeso a testa in giù ad un albero per un piede, simbolo del mutamento o dell'iniziazione.
Acquisita la Conoscenza, Odino creò l'uomo da un pezzo di legno di frassino, donandogli parte di quanto appreso. Ma l'uomo è privo di Saggezza ed utilizza male le proprie conoscenze.
Odino è accompagnato da due corvi messaggeri, Huggin e Munnin (cioè Pensiero e Memoria) che gli sussurrano all'orecchio ciò che succede nel mondo, e da due lupi, Geri e Freki (cioè Affamato e Divoratore) che rappresentano l'aspetto iniziatico della forza e della potenza animale connesso all'elemento Fuoco.
Odino ha anche un cavallo ad otto zampe Sleipnir (che ha incisi sui denti i simboli delle Rune), il doppio più veloce e più potente di un cavallo normale poiché ha otto zampe anziché quattro. Sleipnir simboleggia il mezzo per accedere ai vari livelli dell'esistenza.
Con in pugno Gungnir (l'infallibile lancia che gli è stata donata dai nani "figli di lvaldi"), Odino dà inizio alla prima guerra nel mondo, il conflitto tra Æsir e Vanir.
Odino è anche il Dio dei morti in battaglia perchè regna sulle tenebre a causa del suo occhio mancante. Ed era identificato, da guerrieri e poeti scandinavi, con le Aurore Boreali, che segnano il passo delle anime dei valorosi morti in battaglia verso il Walhalla, la dimora degli Dèi.
La forza di Odino non si basa sulla prestanza fisica, ma sulle conoscenze magiche ed i misteri della natura, come il segreto della vita. La bellicosità della guerra è invece
relegata al figlio Thor (o Tyr, o Donner), dio del tuono e della saetta.
La sposa di Odino è Frigg, signora delle Valchirie.
Ad Odino vengono attribuiti più di duecento nomi, che si riferiscono a tutti i suoi vari ruoli. E' conosciuto, ad esempio, come Yggr “terrore”, Sigfodr “padre della
vittoria”, Alföðr “Padre di tutto”, Aldaföðr “padre degli uomini (o degli anni)”, Herjaföðr “padre degli eserciti" (rivolge la sua lancia verso la schiera che sarà
sconfitta), Þróttr "forte", Fráríðr "colui che avanza cavalcando", Sigföðr “padre della vittoria” e Valföðr “padre degli uccisi”.
Un importante tempio di Odino sorgeva ad Uppsala, in Svezia.
Il furore spirituale, di cui Odino è il dio, non si manifesta solo nella battaglia, ma anche nelle composizioni letterarie. Per questo Odino è anche il dio dei poeti.
Si narra che parlasse sempre in versi e anche che fu lui a dare inizio nel nord dell'Europa all'arte della poesia, che è potere soprannaturale non lontano dalla stessa magia, perché tra le qualità di poeta, vate, profeta e mago non vi è sostanziale differenza.
Odino rubò ai giganti il sacro idromele che oltre a donargli la conoscenza delle rune, gli donò anche l'arte poetica. Si dice che versò parte di quell'idromele sulla Terra,
elargendo agli esseri umani il dono inestimabile del canto.
Odino pratica spesso il seiðr, una pratica estatica e di divinazione, ed il fratellastro Loki, nella Lokasenna, lo accusa per questo di avere "modi effeminati".
Con un cappellaccio in testa e un mantello sulle spalle, a volte reggendosi alla sua lancia come ad un bastone, Odino viene dipinto come un dio viandante, che cammina per le vie del mondo. Onde per cui egli è detto anche Vegtamr ("viandante"), Gagnráðr ("colui che conosce la via"), Kjalarr ("colui che va in slitta").
Egli si muove lungo le strade come un pellegrino, dissimulando il suo aspetto e la sua reale natura. Perciò egli è detto Grímnir ("mascherato"). Ma anche Höttr e Síðhöttr ("lungo cappuccio"), Lóðungr ("[colui che porta] il mantello"), Hrani ("trasandato"). Appare in genere come un uomo maturo, o anziano, con una lunga barba, per cui è detto Hárbarðr ("barba grigia"), Langbarðr ("barba lunga"), Síðgrani e Síðskeggr ("barba cadente"), Hengikjöptr ("gota rugosa").
Odino pertanto è il dìo dei viaggiatori e di tutti coloro che si muovono lungo le strade del mondo. Nel corso dei suoi viaggi capita che egli chieda ospitalità per la notte
tanto nelle regge dei sovrani quanto nelle case delle persone umili. Odino è anche detto Gestr ("ospite") e infatti in passato ogni straniero veniva accolto in casa in quanto poteva celarsi lo stesso dio sotto mentite spoglie.
Sotto il nome di Grímnir, Odino giunge come ospite presso il re Geirrøðr, il quale, sospettoso, lo tortura crudelmente tenendolo incatenato tra due fuochi divampanti. Dopo avergli rivelato i segreti del mondo divino e parte dei suoi numerosi epiteti, Odino gli rivela infine la sua vera identità: re Geirrøðr corre a liberarlo ma inciampa sulla sua spada e cade trafitto.
Odino assume il nome di Jálkr quando è ospite presso le genti di Ásmundr; Sviðurr e Sviðrir presso il gigante Søkkmímir; Bölverkr presso il gigante Suttungr; Göndlir e Hárbarðr quando si presenta in incognito al cospetto degli stessi dèi.
Nel corso della cristianizzazione, la venerazione nei confronti delle divinità norrene e, con esse, di Odino non fu completamente estinta. Continuarono ad esistere come
icone diaboliche o maligne e le divinità pagane sono state progressivamente sostituite con figure cristiane. Parecchie le somiglianze tra Odino e la figura cardine del
Cristianesimo. Come ad esempio, il passo nel quale Odino è appeso al frassino Yggdrasill possa essere comparato con la crocifissione di Cristo, un altro elemento che ha reso
possibile questo confronto è la lancia che il dio ha conficcata nel ventre, da identificarsi con la lancia di Longino; tuttavia prove archeologiche hanno dimostrato che questa era una pratica in uso prima del tempo di Gesù e che pertanto questo aspetto si sia sviluppato indipendentemente.
Il racconto del sacrificio di Odino riportato nell'Hávamál lo avvicina a quel "Dio Padre" dei cristiani, che soffre e sconfigge la morte, descritto dai Vangeli e da Paolo di Tarso e che presenterebbe, secondo la cosiddetta teoria mitica di Gesù, parallelismi anche con i miti legati al dio Osiride e quindi legami con la religione egizia e il moderno Kemetismo.

L'albero Yggdrasill è il luogo dell'assemblea (Thing) quotidiana degli Dèi che vi giungono cavalcando il ponte di Bifröst (l'Arcobaleno), vigilato dal dio Heimdallr.
In Inghilterra ogni volta che si vuole abbattere un frassino già adulto è tradizione che gli si chieda il permesso. I nati dal 25 maggio al 3 giugno e dal 23 novembre al 1° dicembre sono protetti dal frassino. E' l'albero che unisce il Cielo e la Terra e perciò offre l'integrazione dello Spirito con la materia, equilibrando le forze dell'anima con quelle del corpo.


Usi Magici
Il Frassino è posto sotto il dominio del Sole e non deve mai essere abbattuto senza un valido motivo, perché arrecherebbe un grande sfortuna. E' utilissimo per rompere sortilegi e malefici, per scacciare presenze maligne e larve astrali.
E' per eccellenza l’albero della donna, che vi appendono amuleti per far batter il cuore dell’uomo desiderato.
Attrae i fulimini ed è conduttore di forza magica, specie se viene tagliato al solstizio d'estate.
Il suo legno è il migliore per realizzare bacchette e talismani di salute e guarigione, che si possono costruire lavorando il legno preferibilmente durante le due notti dei solstizi, ed i suoi effetti sono simili a quelli della quercia.
Essendo un legno ricco di liquidi, ha la tendenza a deformarsi durante la fase di essiccamento e, per mitigare questo rischio, è necessario ungere frequentemente il legno con olio di semi, olio di lino cotto.
Intagliare il legno di frassino intagliato a forma di croce solare (con i bracci uguali) e portarlo sempre con sè per proteggersi dall’annegamento in mare.
Un bastone di frassino posto sulla porta di casa scongiura le influenze maligne.
Si possono intagliare delle bambole con le sue radici.
Indossare la sua verde corteccia protegge contro i poteri degli stregoni.
La cenere del legno di frassino bruciato nei giorni del solstizio sparsa all'ingresso di casa assicura fortuna e benessere. Se bruciato verde, il fumo non brucerà gli occhi e anzi è aromatico.
Le foglie vengono sparse alle 4 direzioni per proteggere la casa o l’ambiente, e vengono utilizzate per sacchetti e incantesimi protettivi. Poste sotto il cuscino
favoriscono i sogni profetici.
Portarne con sè le foglie per attira l’amore.
Fumigazioni di questa pianta proteggono dagli attacchi occulti e dalle influenze malefiche.
La sua linfa fresca è chiamata "manna celeste" o "saliva delle stelle": se si fa passare un neonato sempre attraverso una fenditura del tronco, egli sarà benedetto e benvenuto nel mondo.


Personalità dei nati sotto il segno del Frassino
I nati sotto il segno del Frassino sono rassicuranti e riescono ad essere piacevoli ed irritanti allo stesso tempo. Tendono a ritenersi indispensabili e temono il rischio, tanto da non saper canalizzare la volontà per i propri fini ed a finire con l'adagiarsi su un’esistenza comoda, ma piatta, pur di non mettersi in gioco.
Sono dotati di grandi capacità, intuizione e genialità. Hanno carattere fantasioso e sognatore, con la testa eternamente fra le nuvole.
Si comportano spesso in modo egoistico, ma questa loro caratteristica è ammorbidita dalla generosità e dalla presenza di un compagno/a (il miglior legame è con l'Ulivo o il Faggio), con cui tende a creare una vita feconda e serena.
Adoperano le buone maniere con naturalezza senza ritenersi in obbligo di farlo, dato che disdegnano le regole imposte e non si preoccupano delle convenzioni sociali.
La pianta del Frassino viene usata per aumentare la sensibilità e l’energia dei nativi del segno, creando (di giovedì in un ora di Giove) un talismano composto in parti uguali da fiori, foglie e corteccia, chiuse in un sacchettino di tela color porpora e deposte sotto il materasso.


Pietre Magiche. - Pietra Bucata
Se nei pressi di un lago, un fiume o un torrente e abbiamo la fortuna di trovare una pietra bucata prendiamola subito con noi!
Sono fortemente protettive. Se indossate o portate con sé, allontanano gli spiriti maligni e proteggono dai danni. Appese alle testiere dei letti, prevengono gli incubi. Se
si rompe, il suo potere è usato per proteggere una vita.
Le pietre forate sono conosciute con una varietà di nomi: men-an-tol, an-cloc consanta (pietre lavorate), crick stones (un nome moderno), pietre delle fate, pietre stregate e pietre di Odino, che deriva dal mito vichingo secondo cui il dio Odino si trasformò in un verme e strisciò attraverso il foro in una roccia per rubare il "l'erba della poesia".
Se si guarda attraverso il sasso sotto la luce della luna piena, è possibile vedere il reame fatato, così come i fantasmi, le visioni, e l'"altro mondo".
In America, le tradizioni dei nativi - anche se non è di una pietra forata che parlano - raccontano di speciali pietre chiamate watai, abitate dagli Inyan, il Popolo di Pietra. Questi sassi sono adoperati nelle cerimonie di guarigione e nelle ruote medicamentose per rimuovere la malattia e garantire la protezione.
Le cure appropriate per i sassi forati consistono nel purificarli allo stesso modo della maggior parte dei cristalli, cioè solitamente immergerli in acqua salata o ricaricarli con la luce del sole o della luna.
Le pietre bucate sono anche un simbolo della dea.

SCONGIURO DELLA PIETRA BUCATA
Pietra bucata,
Ti ho trovata;
Ringrazio il destino,
e lo Spirito che su questa via
mi ha portata...
Che possa essere il mio bene
e la mia buona fortuna.



Fasi della Luna
Luna piena 25 febbraio 2013 21:28:51
Ultimo quarto 4 marzo 2013 22:54:39
Luna nuova 11 marzo 2013 20:54:19
Primo quarto 19 marzo 2013 18:27:32


Curiosità
-18 Febbraio, Giorno del Frassino.
-27 Febbraio, Festa di Marte.
-05 Marzo, Festa di Iside ed Ecate.
-11 Marzo, Festa di Artemide.
-15 Marzo, Festa di Penitenza.
-17 Marzo. Festa di Ishtar


27 Febbraio - Festa di marte o Equirria
Gli Equirria erano una festività romana in onore di Marte che aveva luogo il 27 febbraio e il 14 marzo. In questi due giorni, si tenevano riti di purificazione dell'esercito e corse di cavalli nel Campo Marzio.


05 Marzo - Festa di Iside ed Ecate.
Ecate è la Dèa degli incantesimi e degli spettri ed Iside è la Dèa della maternità e della fertilità.
La venerazione per la Dèa Iside (in lingua egiziana Aset, ossia trono), originaria del Delta, dilagò in tutto l'Impero romano e, durante lo sviluppo nell'impero, Iside
venne assimilata con molte divinità femminili locali, quali Cibele, Demetra e Cerere, ad essa è anche affiancato il nome di Iside.
Le processioni e le feste in onore della Dèa Iside erano molto festose e ricche; le sue sacerdotesse vestivano solitamente in bianco e si adornavano di fiori; a Roma,
probabilmente a frutto dell' influenza del culto autoctono di Vesta, dedicavano talvolta la loro castita' alla dea Iside.
L'avvento del cristianesimo segnò la decadenza del culto di Iside, cui prese ispirazione la figura di Maria (la comunanza in vari dipinti si ritrova per esempio nei tratti delicati ed eterei, nel tenere entrambe in braccio un infante, che è Gesù Bambino nel caso della Madonna ed Horus per Iside).
Ecate è una Dèa greco-romana (Latino Hecata o Hecate, Greco Antico Ἑκάτη, Hekátē), ma di origine pre-indoeuropea, spesso raffigurata con delle torce in mano, perchè in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli Dei ed il regno dei Morti, ed è Lei ad accompagnare i vivi nel regno dei morti (la Sibilla Cumana, a lei consacrata, traeva da Ecate la capacità di dare responsi provenienti, appunto, dagli spiriti o dagli Dei).
Ecate è la Dèa triplice (giovane, adulta/madre e vecchia), infatti, il numero Tre la rappresenta e le sue statue venivano poste negli incroci (trivi), a protezione dei viandanti (Ecate Enodia o Ecate Trioditis).
Talvolta, nei cicli lunari, Ecate simboleggia la luna calante, mentre Diana o Artemide è la luna crescente e Selene/Luna rappresenta la luna piena.
La natura di Ecate è bi-sessuata, indi possiede in sé entrambi i principi della generazione, il maschile e il femminile. Per questo motivo viene definita la fonte della vita e le viene attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.
Sacri ad Ecate sono la colomba e il cane.


11 Marzo - Festa di Artemide
Artemide è la Dèa della caccia, della selvaggina, dei boschi, del tiro con l'arco, della verginità e anche una divinità lunare personificazione della "Luna crescente". E'
figlia di Zeus e Leto e sorella gemella di Apollo ed è adorata anche come dea del parto e della fertilità perchè ha aiutato la madre a partorire il fratello.
In epoca romana fu associata alla figura di Diana, mentre gli Etruschi la veneravano con il nome di Artume.
Il poeta Callimaco, nel suo Inno ad Artemide, ci racconta che la dea, a tre anni, sedutasi sulle ginocchia di Zeus, chiese al padre: di rimanere sempre vergine e di avere molti nomi, come suo fratello Apollo; di avere un arco ricurvo forgiato dai Ciclopi; di concederle sessanta Oceanine di nove anni come ancelle e venti ninfe figlie del fiume Amnìso perché si curino dei suoi calzari e dei suoi cani quando non caccia; di darle tutti i monti e quante città vorrà lui dedicarle, dal momento che la dea abiterà sui
monti e raramente andrà in città. Zeus accontentò la figlia e inoltre le donò tre città che avrebbero onorato soltanto lei e la nominò custode delle strade e dei porti.
Durante l'epoca classica ad Atene veniva erroneamente identificata con Ecate.
Il cervo e il cipresso sono i suoi simboli sacri.
A volte Artemide viene confusa con altre tre divinità che sono in realtà diverse: Selene (Dea della luna piena), Ecate (Dea della luna calante) e Siria (Dea della metamorfosi).


15 Marzo- festa di Penitenza.
Non sono chiare le origini di questa festa perchè ve ne sono poche tracce e, nell'ebraismo e in altre culture, viene associata a diversi eventi.
A Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, si svolgono Riti Settennali di Penitenza in onore della Vergine Assunta, dal XVII secolo. Antropologi e sociologi, le fanno
risalire ad antichi riti pagani per la fertilizzazione delle terre.


17 Marzo - Festa di Ishtar
Ishtar (o Ištar) è la Dèa babilonese dell'amore e della guerra, assimilata alla Dèa sumera Inanna, alla greca Afrodite e alla romana Venere.
In alcuni racconti è figlia di Sin, dio della luna, e sorella di Shamash, dio del sole mentre in altri è descritta come figlia di Anu, dio del cielo.
Ishtar è identificata con la costellazione della Vergine ed associata al pianeta Venere, comunemente conosciuto come Stella del mattino e Stella della sera, perché è visibile per due o tre ore prima del sorgere del Sole e per due o tre ore dopo il suo tramonto.
Ishtar è contemporaneamente:
- Dèa benefica come Stella della Sera e figlia della Luna, dispensatrice di amore e pietà, protettrice della vegetazione, Dèa della maternità, dei sogni e dei presagi;
- demone terrificante come Stella del mattino e figlia del Sole, Dèa guerriera fredda e crudele, Dèa delle tempeste, astro che annuncia la venuta del nuovo giorno portatore di nuove sfide.
Ma Ishtar è anche dispensatritre tra gli uomini di potere e di conoscenza.
Ishtar è la Grande Madre, raffigurata nuda, poiché la Verità non ha bisogno di coprirsi di veli, con l'emblema lunare sul capo e nella mano destra una coppa, simbolo di gioia e abbondanza, perché contiene il nettare della Vita. Nella mano sinistra, regge un fiore di loto, che nasce sott'acqua ma che diventa di inestimabile purezza quando sboccia alla superficie.
Ishtar è la personificazione della forza della natura, che dà e toglie la vita. E' la Madre di Tutti.
Porta gli appellativi di Argentea, Produttrice di Semi, e Gravida.
Ad Ishtar era dedicata una delle otto porte di Babilonia ed è associata alla stella ad otto punte (un simbolo che si ritrova anche nell'iconografia cristiana correlato alla Vergine Maria).
Il simbolo della stella ad otto punte rievoca il fatto che il pianeta Venere ripercorre le stesse fasi in corrispondenza di un ciclo di 8 anni terrestri, cosa già ampiamente conosciuta agli astronomi/astrologi sumeri.
I principali centri del suo culto erano Uruk, Assur, Babilonia, Ninive.
Nell'Epopea di Gilgamesh, Ishtar rappresenta l'amore sensuale e viene descritta come innamorata del pastore Tammuz, poi di un uccello, di un leone, di un cavallo, di un giardiniere ed in ultimo di Gilgamesh stesso, che la rifiuta a causa della crudeltà della Dèa che aveva condannato ad un triste destino tutti i suoi precedenti amanti.
La morte di Tammuz è anche descritta nell'opera Discesa di Ištar negli Inferi dove la dea, dopo essere discesa nell'oltretomba ed essere stata giudicata e giustiziata, rinasce scambiando il proprio corpo con quello dello sposo Tammuz. Dopo la morte di Tammuz tutte le donne, compresa la dea, assumono lo stato di lutto che dura un mese, detto appunto il mese di Tammuz. Alcune caratteristiche di questo rituale di lutto, quali ad esempio il fondamentale digiuno mensile, sono state trasmesse alle cerimonie religiose islamiche. Durante la sua discesa negli inferi la terra si arresta e nulla può essere creato.

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Le rune di Marzo sono Teiwaz, Berkana e Ehwaz
Teiwaz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 27 Febbraio al 13 Marzo
Berkana nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 14 al 29 Marzo
Ehwaz nel ciclo solare corrisponde al periodo che va dal 30 Marzo al 13 Aprile


Teiwaz


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Teiwaz è la prima Runa del mese di Marzo. E’ collegata al Dio Tyr, divinità che mantiene l’ordine, la giustizia e la legge cosmica e dunque Teiwaz rappresenta i concetti di onore, verità, giustizia, autorità, responsabilità.

Il periodo di Teiwaz è un periodo di grande potere, alimentata dall'energia solare di Sowelu, è una periodo di guerra e di vittoria, una guerra però che non può più essere combattuta per motivi individualistici e opportunistici, ma solo come mezzo per difendere il bene comune, una vittoria contro l'ingiustizia. Per questo la runa Teiwaz è come la spada della verità e della giustizia, come Excalibur è lo strumento del potere utilizzato per il bene comune.

Durante questo periodo cerchiamo di renderci coraggiosi, intrepidi, rafforzando il nostro potere personale e permettendo a noi stessi di conquistare tutto ciò che desideriamo.
Dal punto di vista fisico, il periodo influenzato da Teiwaz può essere utile per rinforzare le difese immunitarie, allontanare depressione, scoraggiamento e inerzia, promuovere l’ audacia, l’ intraprendenza e le capacità strategiche.
Dopo un periodo di lotta per ottenere ciò che volevamo, ora, finalmente, grazie a Teiwaz, abbiamo vinto e possiamo godere quindi di ciò per cui abbiamo combattuto. Possiamo esultare per la nostra vittoria!

Berkana


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Berkana è la seconda runa del mese di Marzo.
La sua forma ricorda una donna incinta, il pancione che accoglie la vita ed il seno gonfio, pieno di latte. Non a caso, questa runa è collegata al rinnovamento, alla rinascita, alla fertilità e alla festa di Ostara, l’inizio della Primavera.
Questa runa è legata al rinnovamento, alla sessualità, alla morte e alla relativa rinascita.
Con questa runa possiamo sviluppare la nostra parte femminile, la parte in grado di ricevere e dare amore, vita, nutrimento, la nostra parte fertile, quella capace di ricevere le energie cosmiche e l’ampliamento della percezione.
L’inverno è terminato e la luce ed il calore tornano a risplendere ed a scaldare la terra, la primavera riporta la speranza, la vita ed un nuovo ciclo naturale ricomincia.

E’ un buon momento per coltivare nuovi progetti, nuove idee, nuovi sogni e desideri.

Ehwaz


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Ehwaz è la terza ed ultima runa del mese di Marzo.
Simboleggia la crescita, la stabilità, la fiducia.
Ehwaz rappresenta il viaggio della nostra Anima per raggiungere la conoscenza, per ottenere una crescita interiore, lo stesso viaggio che Odino dovette compiere per ottenere la conoscenza del mistero delle rune, appendendosi all’albero Yggrasil e visitando tutti i e i nove mondi.
Ehwaz rappresenta un cavallo magico, che conosce il cammino, che è in grado di guidarci nel nostro viaggio, Sleipnir, il destriero a otto zampe di Odino. La runa però indica anche il rapporto che si instaura fra il cavallo ed il suo cavaliere, un rapporto di fiducia e stabilità.
Questa runa è, di fatti, utile se si vogliono concretizzare i rapporti, soprattutto quelli di coppia, rendendoli più stabili, più saldi.

Utilizziamo questo periodo per concretizzare i rapporti con gli altri, ma anche per compiere il nostro viaggio verso la conoscenza.

Calendario Totemico dei Pellerossa


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Lupo
Le persone Lupo sono nate in un periodo intermedio dell'anno, caratterizzato da rapidi cambiamenti, anticipatori del vigore della vita nascente in Natura.
Come il Lupo, queste persone sono estremamente sensibili e intuitivi, capaci di decifrare i comportamenti e le intenzioni altrui.
Talvolta, il senso di compassione e la sensibilità che li contraddistinguono, possono renderli ingenui e vulnerabili ai turbamenti emotivi.
Le persone nate in questo periodo adorano le occupazioni creative e amano impiegare il loro tempo in attività che permettono di esprimere la loro natura.

Le persone lupo devono imparare a scremare le richieste a cui sono costantemente sottoposti.
Liberatevi dei legami superficiali, limitati e restrittivi, per poter ampliare molto di più i vostri orizzonti.

Falco
Le persone falco sono nate nel periodo dell'anno in cui le forze sopite della Natura esplodono a nuova vita; anche voi quindi vi sentite colmi di entusiasmo e di esuberanza e siete pronti a godere di ciò che questo periodo vi riserva, dimentichi del passato e incuranti del futuro.
Così come il totem Falco, le persone che sono influenzate da questo animale, amano esplorare luoghi sconosciuti, vivere nuove esperienze, accarezzare idee originali.
Le persone falco amano volare ad altitudini elevate, compiacendosi di avere "la testa fra le nuvole".
Fra gli obiettivi di vita dei nati Falco, rientra l'acquisizione della perseveranza e della capacità d non abbandonare un'attività prima di averla portata a termine.
Le persone Falco sono entusiaste, sempre pronte a spronare il prossimo e ad appoggiarne i progetti, ma possono anche essere pronte a perdere qualsiasi interesse nei loro confronti quando vengono attratte da attività diverse.

Le persone falco devono però imparare che la felicità sta nel condividere con le persone che gli stanno attorno, non essere quindi egoisti ma esprimersi al meglio in armonia con gli altri.

Tea Tree Oil


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L’olio essenziale di tea tree, noto anche tea tree oil, viene estratto dalle foglie dell’albero di Melaleuca alternifolia, specie vegetale originaria dell’Australia. In diverse zone dell’Australia viene tuttora effettuata la raccolta spontanea delle foglie di questa pianta, che in seguito subiranno un delicato processo di distillazione mediante l’impiego di vapore acqueo.
Grazie alle sue proprietà curative e disinfettanti, esso viene impiegato sia nella cosmesi naturale che nella detergenza della casa.

Il tea tree oil ha proprietà antibatteriche, cicatrizzanti, antimicotiche e antiodoranti, che lo rendono una delle sostanze più miracolose che la natura sia in grado di offrirci. Bisogna ricordare però che per il suo impiego è necessario seguire alcune precauzioni. Perché il tea tree sia efficace ne sono infatti di solito sufficienti poche gocce. Nel caso sia necessari applicare l’olio sulla pelle, si raccomanda di diluirne una piccola quantità nell’olio vegetale preferito, in modo da evitare che la sua azione potente possa irritare l’epidermide, soprattutto se già sensibile.
Per lo stesso motivo, il tea tre oil, come tutti gli altri oli essenziali, non deve essere applicato direttamente sulle mucose e deve essere tenuto lontano dalla portata dei bambini. Applicarlo preferibilmente la sera, poiché essendo fotosensibilizzante tenderà a macchiare la pelle se esposta al sole.

In caso di raffreddore, bronchite, sinusite, laringite, catarro, influenza: 3 gocce su un poco di mollica di pane o in poco miele, tre volte al giorno.

Uso esterno:
●Per naso arrossato o screpolato, spalmare direttamente alcune gocce.
●In caso di catarro, bronchite etc. tre gocce diluite in olio ( di mandorle o anche di oliva) massaggiate sul petto.
●Mal di gola o gengive infiammate, afte: 4 gocce diluite in acqua per gargarismi.
●Per il naso chiuso 4/5 gocce nell’acqua del termosifone o negli appositi diffusori, alcune gocce su un fazzoletto da annusare.

Altri importanti utilizzi:
●Herpes Simplex: una goccia sulla parte interessata due volte al giorno.
●Micosi delle unghie: alcune gocce sulla parte interessata
●Infezioni e micosi vaginali: 5 gocce in 250 ml in acqua bollita o ancor meglio in 250 ml di tisana alla camomilla o calendula, da utilizzare come lavanda vaginale. Si può aggiungere alcune gocce di tea tree oil anche nel detergente intimo.
●Tagli e screpolature derivati da dermatiti ed eczemi si trattano con olio di tea tree diluito in altro olio (proporzione uno a cento: una goccia di tea tree e 100 gocce di olio). La stessa soluzione può essere utilizzata da chi ha problemi di acne.
●Forfora e prurito ai capelli : tre gocce di tea tree diluite in una dose di shampoo. Utile anche come prevenzione contro i pidocchi.
●Verruche porri, duroni, foruncoli, ascessi (anche dentari): due gocce sulla parte due volte al giorno, massaggiare bene.
●Puntura d’insetti : due gocce sulla parte.
Maschera all’argilla con tea tree: mescolare 4 gocce di olio a due cucchiai di argilla, mescolare aggiungendo acqua fino a ottenere un composto spalmabile, applicare su pelle grassa od acneica. Tenere per 15/20 minuti , poi lavare il viso con acqua tiepida.
●Dopobarba per pelli sensibili: mescolare due gocce di tea tree a gel di aloe. Usare al posto di un normale dopobarba.
●Diffuso nell’ambiente: calmante, molto adatto per l’affaticamento mentale. Purifica gli ambienti .
●Utilizzabile anche nell’acqua per disinfettare i pavimenti.

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se vi interessa potete scaricare la traccia audio del video che vi è stato segnalato sopra da Aredhel Elu
tramite questo sito www.youtube-mp3.org/it
basta solo incollare il link e dopo poco dovrebbe scaricarvi l'audio in formato mp3
1424 replies since 5/3/2009