Posts written by Skayler • Nattfödd Ulver

view post Posted: 27/5/2013, 13:13 Comunicare la propria Assenza - News & Avvisi

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:ali:

view post Posted: 27/5/2013, 13:10 Nuove sezioni - News & Avvisi
SPIRITISMO

Ho deciso di aprire una nuova sezione dando spazio a questo argomento.
In questa sezione potete trattare tutti gli argomenti inerenti allo spiritismo, per spiritismo intendo non solo spiriti come "fantasmi" ma anche spiriti Guida, maestri spirituali, spiriti elementari, alleati, totem e chi piu ne ha piu ne metta. Anzi spero vivamente di non trovare domande su i molteplici fantasmi che qualcuno ha in casa.
Vorrei che questa sezione facesse chiarezza sulle entità con cui una strega può lavorare, che spieghi gli strumenti, le tecniche, che consigli letture ecc.
Fatene buon Uso!
view post Posted: 27/5/2013, 12:57 Cos'è uno Spirito Guida? - Spiritismo
Guide benevole:

Molte persone credono di avere degli spiriti guida. Alcuni si riferiscono ai propri chiamandoli Angeli o Guardiani. Ad ogni modo, se voi ritenete di averne uno, uno spirito guida è lì semplicemente =per guidarvi=, non è un'entità a cui avete bisogno di votarvi completamente. Se uno spirito guida ha un'influenza negativa sul vostro comportamento, ci sono buone possibilità che non sia affatto una guida, ma qualcosa di completamente differente. Questi sono alcuni dei generi di guida più comuni che si possono incontrare:

Maestri ascesi:
Spesso trovano queste guide le persone che lavorano con le energie, come chi pratica il Reiki. Un maestro asceso che appare nei panni di uno spirito guida è spesso un'entità che ha condotto una vita fisica e si è elevato ad un piano spirituale superiore -- per esempio Buddha, Krishna, anche Gesù. I maestri ascesi di solito lavorano con gruppi collettivi di anime -- in altre parole, se avete un maestro asceso che vi bazzica intorno, non siete l'unico che lui o lei sta aiutando. Il loro obiettivo primario è aiutare tutta l'umanità. Non è raro per un maestro asceso avere accesso ai registri akashici.ù

Guide Ancestrali (Spirito Guida comunemente inteso):
Una guida ancestrale è una che rivendica un qualche tipo di parentela con voi, come la vostra cara zia Tillie che è scomparsa quando avevate dieci anni. Può apparire anche con le sembianze di un antenato scomparso da molto. Secondo alcune scuole di pensiero, queste entità sono viste come guide reincarnate, perché sono gli spiriti di qualcuno che ci ha amato durante la sua vita fisica, o che ha avuto un qualche genere di legame di sangue con la nostra famiglia. Alcune persone, a seconda della loro istruzione religiosa, possono vedere queste guide come Angeli Custodi.

Maestri spirituali (archetipi):
Un maestro spirituale è archetipico, simbolico o rappresentativo di qualcos'altro. Per esempio, potreste vedervi apparire la vostra guida in forma di un guerriero, di un cantastorie, o una donna saggia, e vi sono apparsi per un preciso motivo. Di solito, la ragione è di insegnarvi e guidarvi lungo un determinato percorso. Possono anche presentarvi ad altri archetipi lungo il cammino, ed aiutarvi a risolvere i vostri problemi basandosi sulle vostre necessità. Sono rinomati per portare visioni attraverso i sogni o la meditazione, e capita che si manifestino solo fintanto che ne avete bisogno, per poi andarsene.

Animali:
Anche se molte persone sostengono di avere animali come spiriti guida, spesso queste entità sono dei compagni, piuttosto che altro. Non è raro per un animale domestico trapassato trattenersi a tenervi compagnia durante il periodo del lutto. In alcune tradizioni spirituali, come vari percorsi sciamanici e dei nativi americani, uno può avere un animale totem, che porta insegnamenti e/o protezione.
In questo ambito vi è una distinzione tra un Totem e un Alleato/Famigliare.

fonte: http://paganwiccan.about.com/od/divination...irit_Guides.htm
view post Posted: 27/5/2013, 12:47 Quando non è uno spirito Guida - Spiritismo
Ogni tanto qualcuno riesce a mettersi in contatto con quello che ritiene essere uno Spirito Guida -- magari tramite una tavola Ouija o un altro metodo di divinazione -- e la prossima cosa che sapete, è che le cose si stanno mettendo male. Se qualcuna delle seguenti situazioni vi sembra famigliare, allora ci sono possibilità che quello che avete contattato non sia affatto uno Spirito Guida.

Come capire che la vostra guida spirituale non è lì veramente per aiutarvi:

* Siete la prima persona che lo spirito abbia MAI contattato, e siete davvero super speciali, è per questo che condividono con voi il loro messaggio e non con duecento altre persone.

* La vostra guida parla di accessi magici, portali segreti per altri mondi, cancelli che siete in qualche modo riusciti ad aprire, e nessun altro ha mai avuto successo prima.

* Al vostro spirito non dispiace se ve ne vantate con gli amici, ma comincia a brontolare nonappena qualcuno mette in dubbio la sua esistenza o il suo scopo. Non solo, vi incoraggia ad isolarvi da quegli amici che pensano che il vostro spirito guida sia semplicemente un sacco di stupidaggini.

* Lo spirito sostiene di essere in circolazione per proteggervi da altri spiriti che non avete mai incontrato. Succedono cose spiacevoli, e il vostro spirito guida è lì a portata di mano proprio al momento giusto per aiutarvi.

* Il vostro spirito guida sostiene di provenire da un altro pianeta o mondo non ancora scoperto dagli scienziati.

* Lo spirito sostiene di aver bisogno del vostro aiuto -- e solo del vostro -- perché lo aiutiate a fare cose come scrivere, parlare, ecc., praticamente vuole che diventiate il suo strumento operativo. In cambio di questa vostra forma volontaria di possessione, lo spirito vi istruirà con ogni genere di nuova conoscenza, di cui solo voi siete degni.

* Lo spirito sembra non avere nessuno scopo reale se non quello di condividere informazioni con voi, ma quelle che ricevete non hanno applicazioni concrete, se non quella di farvi sentire più illuminati di tutti gli altri.

* Lo spirito vi informa che le persone a voi care stanno tramando contro di voi, e che l'unico che vi può capire è lo spirito medesimo.

* Tutte le informazioni che vi vengono passate dallo spirito vanno contro il buonsenso, la logica, le leggi della scienza e della fisica, nonché l'umana decenza... ma ancora vi sembra che abbiano senso perché siete l'unico abbastanza speciale perché lo spirito possa parlare.


fonte: http://paganwiccan.about.com/od/samhainmag...ere-To-Help.htm
view post Posted: 21/5/2013, 15:14 Paganesimo: tra relativismo, oggettivismo e soggettivismo - Studi e Ricerche
Letto: che dire.. sono d'accordo con la tua conclusione
CITAZIONE
Il "vero pagano" però si pone delle domande, si chiede per quale ragione il sole sorge ad est, per quale ragione la nonna di Marzio gira in ferrari, per quale ragione il mattone è così, e cos'è il karma.
E la risposta non è realmente importante, la cosa davvero importante e fondamentale è trovare una risposta, e saperla spiegare con parole proprie. Continuamente domandarsi il perché delle cose.
Finisce per essere anche un gioco divertente: perché credo in questo? E perché? E perché? E perché non così? O cosà? Cosa mi impedisce di credere in questa cosa che oggi mi sembra assurda? E perché?

Ribadisco, l'importante non è la risposta, è la domanda!

Credo anche che un vero pagano nn possa essere purista di una sola di queste filosofie perche vivere esperienze e studiare ti mette necessariamente a doverti porre domande e darti risposte che non rientrano in una sola categoria.
view post Posted: 15/5/2013, 11:55 Divinità e Numen, si è scelti o si sceglie? - Libro delle Ombre
Questa riflessione nasce da un confronto costruttivo avvenuto all’interno di un gruppo di Facebook, e per l’occasione ringrazio vivamente Skayler di avermi dato l’opportunità di scrivere al riguardo.
Devo inoltre annotarvi che io personalmente non seguo la Wicca, ma la tradizione di Paganesimo legata al mio territorio, pertanto qui vi parlerò dalla mia formazione storica con la passione grande dell’onorare gli Antichi Dei sempre Beati . (il testo è mio vi prego di non copia-incollarlo)
Vorrei partire da una differenziazione importante che un neopagano in quanto “nuovo pagano” ovvero “dei nostri giorni” dovrebbe conoscere , ovvero la differenza fra il concetto religioso e storico-mitologico di Divinità, Numen, Deità e dualismo archetipico.
Solitamente la Wicca è la corrente spirituale maggiormente diffusa e molti neofiti si lamentano della mancanza di libri adeguati che possano spiegare loro alcuni concetti, anche teologici se vogliamo, riguardo l’entità degli Dei, pertanto si ritrovano con un buco nero informativo che tentano di riempire come meglio possono e con buona volontà. Il problema sorge dal momento in cui questo buco viene riempito con accozzaglia di informazioni non sempre corrette ed il più delle volte errate. Non voglio ergermi nella cattedra dell’insegnamento “pagano” (sebbene ci siano diversi personaggi di dubbia reputazione che continuano a farlo) ma voglio unicamente dare qualche buon consiglio valido alle persone che avranno la pazienza di leggere le mie parole. Ritornando alla Wicca, essa in generale concepisce le divinità in modo dualistico, ovvero racchiude tutte le divinità di tutte le culture mondiali in due unici archetipi di “maschile” e “femminile” , la complementarietà fra i due principi cosmici rappresentati dal Dio e dalla Dea in modo generico e senza una caratterizzazione specifica. Questa concezione è stata illustrata dal padre della Wicca moderna, Gerald Gardner e dalla correnti seguenti come l’Alexandriana, mentre un’altra concezione è ben espressa dal concetto di Dryghten, come definito da Patricia Crowther, ovvero il Monismo che vede i due principi cosmici del Dio e della Dea come le due forze di un unico principio universale. Pertanto il Dio e la Dea sono forze cosmiche ed armoniche che permettono la costruzione e l’equilibrio del Mondo, ovvero « Tutti gli dèi sono un Dio; tutte le dee sono una Dea. » Il Dualismo monistico invece si applica alla dualità polare del Dio-Deae la sua concezione, ovvero che nelle grandi categorie Dio-Dea si ritrovano all’interno tutti i nomi di tutte le divinità di tutte le mitologie mondiali e pertanto le varie divinità sono dunque forze archetipali, attraverso cui si manifestano il Dio e la Dea. Questo può creare qualche problema sincretistico, in quanto sarebbe ridicolo associare ad una divinità greca il suo “corrispettivo” per affinità di attributi, di altre culture. Non mi cimenterò nell’analisi critica della teologia Wicca perché non mi compete, ne tantomeno penderò in esame le varie correnti Wicca e le loro differenze. Gli Dei Antichi erano unici, sui generis. Erano concepiti a livello immanente nel mondo e nella Natura delle cose, degli uomini, della Vita stessa. La concezione del divino era solitamente panteistica, ovvero tendeva ad identificare la Divinità come quell’ ente che permea e costituisce la natura del cosmo, degli uomini, del mondo al quale si associa l’enoteismo ovvero la capacità del Divino di manifestarsi nel mondo fisico nei vari suoi aspetti, le divinità sebbene gli dèi non venissero concepiti come una pluralità di principi, ma piuttosto come pluralità di esseri divini, mai assoluti. Gli Dei sono allegorie dell’Essere e dell’Esistenza, e sono particolari, non generali o generici, ovvero ogni territorio, ogni società, ogni cultura aveva sviluppato una Cultus alle Forze della Natura che erano proprie di quei territori. Un esempio esplicativo valido è il concetto di Numen nel mondo latino. Il Numen esprime la Potenza Divina , ovvero la Forza Vivificatrice e portentosa che è alla base di ogni manifestazione naturale ed anche della natura umana. Non era associata ad un dio o dea precisi, ma era legata ai fenomeni naturali nei quali si vedeva la Potenza in se. Il Numen era nei laghi, nelle grotte oscure, nei Luci Sacri (Boschi), nel mare tormentoso ma anche fonte di vita , nei lampi, dei tuoni, nella neve gelida e nel sole cocente. Il Numen era, ed è, lo Spirito che anima il Mondo vivente, la natura, che anima il territorio, ovvero QUEL territorio specifico.
A questo punto molti si chiedono se sia possibile avere una divinità “patrona”. Ma cosa vuol dire avere una Divinità Patrona? Per gli antichi popoli , soprattutto dell’area mediterranea, le divinità patrone erano specifiche di alcuni aspetti della vita quotidiana ovvero di arti e mestieri, della politica, di un evento naturale o una caratteristica umana. L’uomo antico non aveva una divinità unica che vegliasse unicamente su di lui, questo è un concetto monoteistico, ma aveva più entità, più Numen ai quali poteva rivolgersi attraverso rituali ben specifici e sacrifici che fossero graditi. Un esempio sono i Lares ed i Penates (gli spiriti protettori della casa, gli spiriti degli Antenati), il Genius Loci (ovvero il Numen che presiedeva la protezione di quello specifico territorio o zona) per citare solo alcune entità del culto romano, oppure l’Agathòsdaimon, il “Buon serpente” che propiziava la casa greca. Altri “Numen” possono essere identificati con il kami shintoist, il maban degli australiani aborigeni, il mana dei Polinesiani, il silap inua degli Inuit, il maban degli aborigeni, il seid nella mitologia della cultura nordica…
I Sacerdoti e le Sacerdotesse invece votavano la loro intera esistenza al Culto di tutti gli Dei ed in special modo di un’unica divinità, della quale dovevano quotidianamente occuparsi eseguendo la ritualistica e l’offertoria specifica, ed era un Voto alla Divinità che legava in modo indissolubile, pertanto non tutti i pagani antichi erano sacerdoti, ma solamente alcuni, mentre tutti i pagani antichi potevano rivolgersi direttamente alle Divinità, in quanto esse erano manifeste nella Vita quotidiana e nella Terra dove essi vivevano.
Quando ci si chiede se si ha o meno una divinità patrona, si dovrebbe riflettere sul significato di questo termine in un culto pagano politeista (Wiccan o meno). Gli antichi associarono ad ogni singolo aspetto della natura e della loro vita ad una Divinità specifica preposta a regolarlo, esistevano dunque numerosi Dei e numerose Dee, tuttavia se si ritiene opportuno avere una divinità patrona alla quale consacrarsi si deve aver ben chiaro in mente che un Voto non è un gioco. Molte persone chiedono come fare per trovare la divinità patrona, e l’unico consiglio che posso dare, in modo esterno e senza condizionamento ideologico personale, è di studiare molto ed ampliare le proprie conoscenze in modo continuo ed evitando la macchina del pregiudizio ma soprattutto della moda e dell’autoconvincimento che possono trarre in inganno le persone anche in modo grave. E’ mia personale opinione maturata in anni di studio, ricerca e pratica religiosa, che spesso siano le Divinità, o meglio le Deità (in quanto principi divini) a manifestarsi nei nostri riguardi, a manifestare il loro desiderio di essere onorate , e per farlo, è necessario FARLO IN MODO CORRETTO, ovvero eseguire quelle pratiche e quei sistemi di ritualistica che siano adatti a quella precisa divinità. È necessario fare le giuste offerte gradite, non inventarsele di sana pianta, perché ciò che molte persone purtroppo non hanno ancora capito è che gli Dei sono Potenze antiche quanto il mondo, codificate da quando l’uomo ha avuto coscienza di se e del Mondo, pertanto basarsi solamente sull’istinto o sul “faccio da me” può essere corretto se viene associato ad una conoscenza (anche frammentaria per mancanza di fonti storiche) della ritualistica corretta, ma è profondamente controproducente se il “fai da te” viene applicato in modo pedissequo e continuo per volontaria pigrizia nel RICERCARE e nello studiare. Il percorso spirituale pagano, wiccan, tradizionalista, neopagano che sia è molto difficile e soprattutto lungo. Non si è mai “arrivati” poiché ogni giorno è una nuova scoperta e nuova consapevolezza di noi stessi e del Mondo. Infine, per citare Dragon Rouge “La differenza sostanziale con il monoteismo è che nonostante si scelga di rendere il Culto interamente o principalmente ad UNA Divinità Patrono, ciò non implica disconoscere e denigrare o demonizzare le Divinità Patrono venerate da altri.”
Con questo concludo, e spero di essere stata d’aiuto a qualcuno, in caso contrario rimedio subito elencandovi qualche libro interessante sul paganesimo greco-romano in quanto ricade negli studi della mia specializzazione anche a livello universitario.

Vi ringrazio

Elena
Paganesimo Romano
G. Dumezil, La religione romana arcaica, Rizzoli
R. Bloch, La religione romana, in Le religioni del mondo classico, Laterza
J. Champeaux, La religione dei romani, Il Mulino
R. Del Ponte, La religione dei romani, Rusconi
R. Del Ponte, Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica, ECIG
Paganesimo Greco
Mircea Eliade Storia delle credenze e delle idee religiose
Robert Graves, I Miti greci
Le Garzantine
Ugo Bianchi. Religione greca ed ellenistica in Storia delle religioni (a cura di Giuseppe Castellani) vol.III. Ileana Chirassi-Colombo. La religione in Grecia. Laterza
Walter Burkert. La religione greca. Milano, Jaca Book
Mircea Eliade. Zeus e la religione greca in Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. 1., Rizzoli
Paolo Scarpi. La religione greca in Storia delle religioni. 1. Le religioni antiche (a cura di Giovanni Filoramo). Laterza

(tutti i diritti sono riservati e protetti da Copyright ©)


CITAZIONE
Ringrazio Elena Liz per aver scritto questo articolo per noi https://www.facebook.com/groups/sacerdotes...51392882529471/
view post Posted: 15/5/2013, 11:53 Concetto di divinità - Primo Cerchio
Lancio una discussione in merito al concetto di divinità e la visione di questa, prendendo spunto da questo trafiletto di INNER MYSTERIES- mi piacerebbe sapere la vostra opinione, e mi piacerebbe che contestualizzasse il vostro pensiero e in base a cosa l'avete maturato, affinché possa anche essere d'aiuto ad altri.



magari per esprimervi potrebbe esservi d'aiuto leggere, se non l'avete fatto questo articolo #entry380088091 gentilmente offerto da Elena Liz per il gruppo FB che ho finalmente pubblicato anche sul forum a suo nome.
view post Posted: 10/5/2013, 11:10 Cucire e Ricamare - Un arte Magica. - Libro Specchio



Cucire, tessere filare, ricamare è qualcosa che mi piace fare, fin da quando ero piccola. Cucire è una cosa normale per me e mi stupisce sempre quando la gente mi chiede come faccio o dove ho imparato. Mia nonna era anche sarta, credo di aver preso un ago in mano prima delle scuole elementari, per questo mi sembra una cosa innata che chiunque possa fare. Notate bene, io non sono una sarta, non credo sarei in grado di cucire da me dei vestiti, tanto meno senza un modello e senza studi.
Oggi giorno questo genere di mestiere si è un po perso, ma personalmente trovo che il cucito e il ricamo sia uno splendido atto devozionale, per dedicare qualcosa fatto con le nostre mani alle divinità, e quindi possa far parte della nostra paratia.

Cercando informazioni su quest'arte che abbraccia una buona fetta di tradizione stregonica antica sono incappata su molti titoli di libri in inglese che non ho trovato reperibili sul web. Ho trovato qualche riflessione carina sul solito blog tanto amato.
Il libro The Knitting Sutra: Craft as a Spiritual Practice by Susan Gordon Lydon, (Sutra del lavoro a maglia: Cucire come una pratica spirituale) ha a alcuni pensieri che possono racchiudere la sensazione di qualsiasi artigiano "spirituale" sia che questo cucia, ricami, tessa o plasmi, intagli, forgi ecc...
Cucire è una forma di meditazione e pertanto da essa si riceve ispirazione e idee per nuovi lavori, io spesso mi ritrovo a dirigermi su un tipo di lavoro diverso rispetto a quello iniziale. Lascio che sia l'istinto o forse qualche forza superiore, a guidarmi già nella progettazione di un qualsiasi lavoro (cucito o non) e se il lavoro cambia in corso d'opera è perché cosi doveva essere.

Dal libro sopracitato:

"[...] E 'possibile che la spiritualità femminile attraverso i secoli sia stata nascosta nelle minuzie della vita domestica, piuttosto che espressa nella grandiosità e nella pomposità di chiese e sermoni?"

"Se siamo davvero fatti ad immagine del nostro Creatore, è ovvio che noi siamo più simili al nostro Creatore, quando stiamo creando qualcosa per noi stessi. Quindi l'atto stesso è sacro, dalla più umile toppa di tessuto per una trapunta patchwork alla pietra innalzata delle grandi cattedrali gotiche ".

"[...] laborare est orare , il lavoro è preghiera ".

"La tessitura è tra le più antiche e quasi mitologiche forme di artigianato. Chi può dimenticare l'immagine delle Parche che tessono il loro elaborato arazzo, e decidono il destino o la durata della vita di questa o quella persona. Una vita può essere messa a fine con il semplice atto di catturare un filo?"

[...] Una donna che tesse può creare l'universo. Nancy Rosoff presso il Museo Nazionale degli Indiani Americani scrive: 'Attraverso il processo di tessitura, una donna raggiunge una più profonda comprensione del suo mondo fisico, sociale e spirituale. Il tessere, quindi, è una simbolica ri-creazione di questa conoscenza. '"

"Ogni artigiano, quando inizia a fare qualcosa, si collega a un patrimonio così antico e esteso che la sua mente diviene una bobina. L'artigianato si collega al mondo fisico e al mondo spirituale. Come le 'lovely hula hands' della sacra danzatrice hawaiana, le mani di magliaie e artigiani riempiono i racconti della creazione, della vita, della morte, della genealogia e della storia, si collegano al cielo, all'età, e alla terra stessa in una sola volta. [...] L'umile magliaia si trova al centro tra cielo e terra. Mentre gira il filo per fare il sacro telo, fili invisibili collegano lei a Dio e Madre Terra. "


Tessere e ricamare, cosi come filare sono attività antiche che concedevano visioni a coloro che possedevano la vista, proprio per questo gioco di trance meditativa che questo tipo di lavoro concede.
Ma non solo, tessere e cucire era un modo per legare incantesimi e preghiere cosi come avine per la magia dei nodi. I nodi come le impunture, sono un modo semplice per contenere e allentare l'energia ed è evidente che entrambi, usati in magia, indichino l'intenzione di legare qualcosa o qualcuno.
La magia dei nodi con ogni probabilità trae origine proprio dall'arte di tessere e cucire e perfino dalla pesca. Dove il filo "si annoda" in una direzione o in un altra, in ogni fibra tessuta e in ogni punto cucito si imprime la magia, per esempio un maglione può proteggere, cosi come un pescatore potrebbe annodare il proprio filo da pesca per aggiudicarsi il pesce migliore, come fosse una scala della strega.
È possibile utilizzare questo tipo di arte per attrarre o bandire in particolare persone, spiriti, malattie o più generalmente energie negative. Incanalare energia in una posizione specifica, (persino gli stendardi potrebbero sfruttare lo stesso tipo di principio di magia), un lavoro può essere creato per incanalare l'energia e può essere disfatto (cosi come un nodo) per rilasciarla.
Anticamente anche i nastri da matrimonio potevano essere ricamati con simboli iniziali e promesse, in questo caso il ricamo ha a che fare con il 'consolidare' il rapporto, l'unione. (nel caso i suddetti nastri legavano le mani in un ' nodo ' ulteriore durante la cerimonia).
Si può ricamare un intenzione, semplicemente anche un atto devozionale come il ricamare /tessere/ una tovaglia d'altare, un arazzo ecc..
Si può essere ' posseduti' durante il lavoro, quindi può essere come ho già detto, un mezzo per accedere a uno stato di trance e ricevere visioni o contatti con le divinità e altri spiriti.

Devo ammettere che questo genere di lavoro ha un alto grado di 'influenza' persino su una persona come me, poco incline al 'partire e perdersi', personalmente addirittura più influente del suono di un tamburo. E' facile sentirsi scivolare almeno un po', quando la mano fa passare avanti e indietro l'ago e il filo in modo automatico.
Infine, forse parlerò così perché amo questo genere di cose, che probabilmente molte mie coetanea non condivideranno affatto, ma vorrei portarvi in evidenza il valore inestimabile che può avere un lavoro che si tramanda da generazioni, come una semplice coperta, una tovaglia., ecc..
Non ho la fortuna di possedere certi cimeli di famiglia, sebbene le mie nonne e chi prima di loro e persino mia mamma a suo modo sono state "lavoratrici del filo", questo denota anche l'importanza di questo mestiere come devozione e collegamento per e con gli antenati.
Spero nel tempo di recuperare diversi modi per eseguire quest'arte (tessere, filare, ricamare, cucire, lavorare a maglia, all'uncinetto, punto croce, ricamo ecc..) tutti appartenuti a qualcuno della mia famiglia e lasciare qualcosa, un idea che coltivo da anni (e non vi dirò) in eredità.
Per ora mi tolgo le mie piccole soddisfazioni come le mie tovaglie d'altare, la mia nata, i miei diari e agendine varie.

CITAZIONE
http://skayler-ulver.blogspot.it/
Ho raccolto diverse informazioni con varie ricerche e ho cercato di trascrivere quanto più correttamente mi fosse possibile (visto che alcune fonti erano straniere), una scheda esauriente su questa divinità.Non è una traduzione da un un unico testo e nello scrivere ho aggiunto espressioni personali, e parti che son frutto di vecchi post.
In oltre si prega di non copiare, ma nel caso in cui lo facciate riportate almeno il link - Grazie
view post Posted: 10/5/2013, 11:07 Filare Un arte Stregonica antica - Libro Specchio


Kemba, spinna, tæja, tvinna
trogið þæfa í.
Mala, skakam mín er vinna,
mykrið veldur því.

Comb, spin, tease, twine
stamp wool in a trough.
Mill, churn, that's my work
Darkness is the reason.

Filere, cardare, intrecciare
il gomitolo in un solco.
Tessere, agitare, questo è il mio lavoro.
L'oscurità è la ragione




Questo è un canto islandese (tradotto in canadese e italiano), una poesia popolare antica, da recitare mentre si fila la la lana. Molto utile per scopi magici- Le parole sono tradizionali.
La filatura della lana, nei tempi antichi non era semplicemente un modo per procurarsi il filo necessario per confezionare abiti e coperte, era una vera attività magica di cui praticamente se ne è persa ogni traccia.
Non immaginate quanto sia stato difficile scrivere queste poche righe che vi proporrò al riguardo.
La canocchia innanzitutto è lo strumento utilizzato in filatura. È stata progettata per raccogliere le fibre e i fili di lana arrotolandoli su se stessa, in modo da mantenerle ben districate e pronte all'uso. Oltre che per la lana questo strumento raccoglie anche fibre di lino, canapa, cotone ecc..
In tedesco la canocchia è conosciuta come d ɪ s t ɑ ː f / distaff, ed è detta anche pietra - e rocca, in quest'ultimo senso viene intesa come un vero aggettivo che descrive la discendenza femminile della famiglia. Questo termine in lingua inglese è stato utilizzato per simboleggiare la vita domestica e ovviamente a tutti gli elementi collegati alla filatura, essendo un arte femminile che le donne svolgevano in casa.
In Europa Occidentale, ci sono due forme comuni di rocche, a seconda del metodo di filatura. La forma tradizionale è quella di un'asta, che si tiene sotto il proprio braccio durante la filatura. Una rocca può essere montata anche come allegato a una ruota che gira, come fù evidente durante la rivoluzione industriale in Europa nel 13° secolo, ma se si guarda ancor più nell'antichità le canocchie erano bastoni biforcuti o con più estensioni, che svolgevano la medesima funzione delle rocche d'oggi.

In età romana, come già nel mondo greco ed etrusco, la filatura della lana, effettuata con rocche di varia tipologia, era una delle attività per eccellenza della domina tanto da essere citata nelle epigrafi funerarie oppure da essere raffigurata sulle tombe, spesso nelle mani della defunta, a indicarne le virtù domestiche. In alcuni casi rocche e fusi erano anche inseriti nei corredi funerari.
Sulla base dei rinvenimenti archeologici le rocche antiche possono essere divise in tre grandi categorie: quelle da dito, di dimensioni ridotte e dotate di un anello in cui veniva inserito un dito per impugnarle; quelle da mano, più lunghe, che venivano tenute nella mano sinistra; quelle da braccio, di grandi dimensioni, che potevano essere tenute in mano o sotto il braccio o infilate nella cintura. Se è presumibile che la maggior parte di questi strumenti fosse in legno, difficilmente conservabile, sono note rocche in ambra, osso, giaietto, avorio.
Pure i fusi, oltre che in osso, erano spesso realizzati in legno, in ambra, osso, vetro, pietra e ceramica.
L'accoppiata rocca e fuso era compresa nella dote di una sposa, da attrezzo utile diventava, con decorazioni e intagli, opera d'arte.
Venne usata nelle campagne fino all'inizio del XX secolo, anche se preesistevano, fin dal medioevo, macchinari (arcolaio) per filare in maniera più veloce, soprattutto dalle donne che pascolavano le greggi o si spostavano (e intanto filavano), questa conocchia da viaggio era di formato ridotto, più corta e leggera, si infilava in tasca e si attaccava al vestito per reggerla diritta.
In Russia la conocchia era spesso riccamente intagliata e dipinta, poiché era un elemento importante di arte popolare.
Se la connotazione magica e stregonica del filare la lana e degli strumenti impiegati per farlo non è ancora evidente, probabilmente la colpa è da imputare a trascrizioni sbrigative e sbagliate, che non hanno mai annoverato tra gli strumenti magici le canocchie. Avremmo dovuto trovarlo scritto tra i bastoni, le bacchette e gli Stang, ma Robert Cochrane l'unico che ha accennato all'utilizzo in stregoneria, ha lasciato scritti incompleti al riguardo di questo strumento. La cosa non è certo migliorta grazie alla mancanza di ricerche da parte delle moderne tradizioni e dei loro esponenti, o da parte di autori impegnati nello scrivere testi sulla stregoneria, che non ne hanno mai fatto menzione. Il bastone, lo Stang in un temine vecchio inglese indica che nella sua forma più antica era semplicemente un ramo di albero biforcuto con due o più denti, quindi uguale alla rocca. Essa era uno strumento per la filatura a mano, utilizzato ogni giorno dalle donne, il suo utilizzo risale almeno a 2000 anni prima delle industrie di tessitura -dal neolitico alla rivoluzione industriale-.

"La cosiddetta 'rocca’ è un oggetto sacro' tenuto in venerazione da alcune streghe, ed era in realtà una conocchia tessitrice, e potrebbe facilmente essere scambiato per un simbolo fallico. La conocchia tessitrice legata con canne o paglia, appare spesso in sculture rurali e altrove. Con essa ci si riferisce a attività artigianali ma anche a divinità supreme. Sembrerebbe che le streghe non erano affatto influenzate da concetti freudiani ".
-– Robert Cochrane, On Cords

Nella mitologia, la rocca rappresenta l'albero universale del mondo e il mandrino (il tondino in basso) è l'axis mundi della Terra. La rocca è stata anche vista da alcune culture pagane, come l'incarnazione del potere creativo dell'universo, per una donna o un uomo rappresentava il "creare qualcosa dal nulla, proprio come l'Universo stesso è stato creato". In alcuni miti antichi della creazione, la dea della terra ha usato solo la sua conocchia e le fibre prima del caos, per creare l’universo. Nella mitologia greca era Cloto, una delle tre Parche che teneva la conocchia e girava il filo della vita.
In molte raffigurazioni medievali di streghe che volano al sabba, sono in volo sulle loro rocche, le fibre filate alle estremità, vennero spesso confuse con i manici di scopa pur avendo un uso totalmente diverso. Così la strega volava al sabba, questa è in realtà una metafora, ma non solo perche oggi giorno sappiamo che questo non era vero, ma essa rivela che per la strega, la sua rocca era lo strumento che le permetteva di viaggiare tra i mondi, come gli sciamani delle culture animistiche volavano verso l'alto o verso il basso sull'albero, del mondo utilizzando il loro personale bastone scolpito come un cavallo o cervo .
Gli stregoni sono di solito associati a un bastone piuttosto che una conocchia essendo questa prettamente femminile, e anche perché per esempio, una punizione nel Medioevo britannico fu chiamata "in sella allo Stang"; era ustata per un uomo che aveva abusato di sua moglie o della madre. egli veniva seduto al contrario su un asino, mentre era costretto a tenere la conocchia della donna e veniva fatto sfilare attraverso il villaggio. Per l'uomo, questo era considerata umiliazione pubblica.

Nella mitologia norrena, la dea Frigg fila nubi con la rocca ingioiellata dalla costellazione nota in norreno come Spinning Wheel Frigg ( Friggerock , la cintura di Orione). Tra le molte similitudini che la mettono a confronto e la confondono con Freyja c'è in particolare la dote del "divinare" si dice che Frigg conosca ogni cosa ma tuttavia ella non profeteggia, mentre Freyja è una dea la cui profezia è espressa attraverso la pratica del seidhr, quindi attraverso la trance e la comunicazione con lo spirito, proprio come un oracolo Greco. Tale pratica è riconducibile anche al lavoro di Filare la lana, infatti oltre alla simbologia della rocca, filare la lana, a coloro dotati di "vista" permetteva e permette con facilità di entrare in uno stato di trance.
Tra i racconti ricordiamo Morgana nelle Nebbie di Avalon che nel filare la lana "vede" la morte del padre e la salita al trono di Uther Pendragon.
Tornando alle tradizioni nordiche non dimentichiamo le Norne, simili alla Parche Greche, che vivono tra le radici di Yggdrasil, dove tessono l'arazzo del destino. La vita di ogni persona è una corda nel loro telaio e la lunghezza della corda è la lunghezza della vita dell'individuo. Poiché tutto è preordinato nel complesso universo norreno, anche le divinità hanno i loro fili nel telaio, benché le Norne non permettano loro di vederli. Il Wyrd, la trama del destino è configurato come Pozzo o Albero del Mondo e quindi continua l'inesorabile legame con la filatura.

Nelle leggende Alpine, ma anche in molte parti d'Europa con nomi diversi, troviamo Frau Berta - Holda nel folklore germanico, patrona di tutti i lavori domestici delle donne, ma nessuno tanto come la filatura, un'attività con forti connotazioni magiche e l'accesso ad un altro mondo. Filare, tradizionalmente era compito di una donna, e uno dei pochi da cui avrebbero potuto guadagnare denaro. Holda prima di tutto insegnò l'arte di fare biancheria dal lino. Lei governa la coltivazione e la filatura del lino, e per molti aspetti è simile a alla dea Frigg, che governava la filatura della lana.
Holda insegna, ispira e premia le lavoratrici infaticabili, a volte finisce bobine di una lavoratrice operosa per conto di essa durante la notte, ma punisce le pigre, disfando il loro lavoro. Molte festività sono osservate per Holda in alcune parti della Germania, in generale intorno alla vigilia di Natale o dodicesima notte, o per tutti e dodici giorni di Natale, in questo periodo ci sono spesso divieti in materia di filatura. In Svevia tutti i filati devono essere ultimati entro la vigilia di Natale, e nessun nuovo lavoro deve essere iniziato fino al termine della dodicesima notte. Vicino alla Hörselberg è l'opposto: il lino viene caricato sul mandrini la vigilia di Natale, quando inizia il suo giro Holda promettente molti fili, come molti anni buoni, e tutti devono essere terminati entro il tempo in cui ritornerà all'Epifania.

Nel "Le Gospelles di Dystaues" o Vangeli rocca, un manoscritto medievale scritto intorno al 1470 che sembra avere molti partecipanti, fù tradotto nel 1507 in inglese e pubblicato dall'editore Wynkyn de Worde. E 'pieno di superstizioni, pratiche, credenze e folklore che rasentano la stregoneria e sicuramente rientrano nel regno della magia. Un manoscritto prima dell'isterica caccia alle streghe, prima della persecuzione e della paura - in cui le donne apertamente praticavano la propria saggezza e la magia, mentre (la) filavano con le loro rocche, riunite insieme - "Condividono consigli su questioni così importanti come controllare mariti erranti, come prevedere il sesso della prole futura, come curare le malattie comuni, e il modo di affrontare gli spiriti maligni, queste pratiche forniscono uno sguardo raro nella vita intima delle donne contadine medievali"
Questo non sembra nulla di che, ma continua così: "Le donne la cui saggezza fornisce il contenuto di questi vangeli, affermano che la conoscenza che intendono trasmettere proviene dall'antichità antica, dal Hermofrodita, la moglie del grande mago Zoroastro. La presente scoperta, si basa sull'Ermafrodito bisessuale che per un certo periodo sembrava una donna, w una volta scoperti i segreti delle donne ha rivelato la conoscenza ginecologica che ha imparato da loro."
Ora Zoroastro può suonare familiare, il culto di Zoroastro è antico, pre-cristiano, si crede esso sia figlio o nipote di Noè, ma ovviamente questo non è il punto e nemmeno quante altre cose sul libro ci sarebbero da dire.
Il punto è che la filatura, era utilizzata dalle donne ordinariamente per scrutare il futuro, per indurre stati di trance e per procedere con pratiche stregoniche e magiche e questo accadeva dalla notte dei tempi, dal momento in cui le donne non hanno iniziato questo mestiere. Forse oramai visto che in pochissimi lo praticano ancora, e noi generazioni future lo stiamo lasciando cadere nel dimenticatoio definitivamente, quest'arte si porterà via un pezzo della nostra storia e del nostro potenziale-potere. In questo modo sicuramente qualcuno gioirà di questa dimenticanza che in tutti i modi non si è voluta far ricordare, bhè... nel frattempo forse possiamo trovare ancora in qualche cesto della nonna qualche canocchia, qualche gomitolo avvolto in una rocca e potremmo iniziare, riniziare a scoprire quest'arte.
Solo "vedendo" il nostro passato potremmo scorgere il futuro ;).

CITAZIONE
http://skayler-ulver.blogspot.it/ Lavoro realizzato per l'alafabeto di strega 2013 MWL
Ho raccolto diverse informazioni con varie ricerche e ho cercato di trascrivere quanto più correttamente mi fosse possibile (visto che alcune fonti erano straniere), una scheda esauriente su questa divinità.Non è una traduzione da un un unico testo e nello scrivere ho aggiunto espressioni personali, e parti che son frutto di vecchi post.
In oltre si prega di non copiare, ma nel caso in cui lo facciate riportate almeno il link - Grazie
view post Posted: 8/5/2013, 17:07 Piret e Madis Project. - News & Avvisi
avete notato che hanno gia deposto? io vedo un uovo solo
view post Posted: 7/5/2013, 00:13 Odino Come dio Cornuto - Divintà Phanteon e Mitologia

Odino Come dio Cornuto


Non è facile parlare di lui, Egli è tante cose, molte di queste probabilmente ancora non le conosco e non volevo assolutamente “buttar” via questo post con la solita pappardella che si può trovare ovunque in riferimento a Odino.
Così era mio desiderio scrivere qualcosa di leggermente diverso, che in primo luogo fosse una”offerta” a Woden, se pur misera e in secondo luogo, un utile nota ai posteri su una delle “maschere” che Odino può indossare. Una maschera tra le meno conosciute.
Scrivere di quest’aspetto nascosto, meno espresso non è per niente facile, a molti tradizionalisti nordici potrà sembrare forse pura invenzione, ma non mi importa, è cosi che Odino ha deciso di apparire nella mia vita perché perlomeno lo accettassi e solo questo per me conta, averlo potuto riconoscere, aver visto oltre una maschera.

Prima di poter parlarne un po’ e forse con il tempo ampliare questo post (poiché aspetto nozioni in più al riguardo), credo sia doveroso fare un piccolo preambolo: attraverso le informazioni raccolte
In questo lavoro, per parlare dell'aspetto “Selvaggio e cornuto” di questo dio non mi riferirò all’Odino Scandinavo tradizionale cosi come lo si conosce, ma più generalmente alWoden Anglosassone ed è proprio da lì che parte la ricerca:
Su un gesso, nel sud dell'Inghilterra troviamo una descrizione:

“una figura scura si trova nell'ombra, è avvolta in un mantello nero mortale, il volto nascosto da un cappello a tesa larga, il suo aspetto rivela saggezza, incute timore, forse anche a causa del suo unico occhio che osserva scintillante ogni cosa, la sua barba grigia incolta è degna di rispetto e lo pretende. In mano porta una lancia antica, intagliata con strani simboli angolari. In lontananza, due lupi e un paio di corvi gli guardano le spalle e volano davanti alla luna piena sopra di lui. Osserva con interesse il piccolo insediamento in lontananza, quindi passa davanti alla forca su quella collina e si fonde nel buio della notte.”


Per qualsiasi anglosassone di quel periodo questa descrizione poteva essere solo quella di Woden, non tanto diversa dalle altre conosciute.
Per i nostri predecessori era molte cose, Dio dei Morti e della forca, Signore della Caccia Selvaggia, Dio della Saggezza, della Magia e del Maestro delle Rune, sciamano e mutaforma, astuto, difficile e tortuoso, antenato di Theign e di molte delle Case Reali dei primi Angli, Sassoni e Juti. Ed è probabilmente il più enigmatico degli Dei conosciuti.
Tra i tanti aspetti vi anche quello di dio guerriero e forse il meno conosciuto, dio del vento, della tempesta, dell’aria e del respiro come ricorda la storia di Ask e Embla – Odino e i suoi fratelli Hǿnir e Lóðurr, hanno modellato i corpi dei progenitori del genere umano donando a loro l’anima (Hǿnir), il calore vitale e il colorito (Lóðurr) ed il respiro (Odino).
Quindi abbiamo un Dio del vento e del furore, aspetti che furono ben noti non solo nella guerra e nella creazione dell’umanità, ma anche ben espressi in una delle pratiche più comuni nei tempi passati- la caccia. Odino fu spesso visto come il capo della Caccia Selvaggia e di tutto ciò che essa rappresenta nei suoi altrettanti innumerevoli aspetti. La caccia combina entrambi gli aspetti di vento e furia, elementi imprescindibili nei racconti di quel periodo, fù quindi noto presso gli Anglo-Sassoni come 'Wodenream'. La sua associazione con la Caccia Selvaggia è anche la prova che la storia ci fornisce per collegare Woden alle antiche divinità indo-europee, anche molto più antiche di Odino stesso, come Herne, conosciuto in forma latinizzata come 'Cernunnos'; 'il Cornuto'.
Woden nei miti della Caccia Selvaggia di cui ho ampiamente parlato ( si vede che questo mito mi piace parecchio?) è spesso descritto come colui che vaga per tutta la notte con la sua spettrale muta cacciatrice, fatta di cani infernali, alla ricerca di anime perdute. Questo mito è vissuto nel folklore inglese per un lungo periodo, ed ancora sopravvive tutt’oggi. Tale mito ha subito moltissime variazioni nel tempo, i leader sono mutati e cambiati a seconda delle tradizioni e dei luoghi dove tale storia ha messo le sue radici.
E 'interessante notare che nessuna leggenda della Caccia Selvaggia esiste in contemporanea nella mitologia nordica del periodo. L’Odino vichingo - scandinavo, affonda le sue radici nel Woden germanico, guerriero e non vi è traccia di tale aspetto di “cacciatore selvaggio” nel mito scandinavo.
Nessun riferimento della Caccia Selvaggia può essere rintracciato nell’Edda Poetica di Snorri Sturlsons, allora perché nonostante sia difficile e quasi impossibile vi sono differenze di carattere tra il Woden Sassone e Odino norvegese? Cos’è che fa nascere l’aspetto di dio Selvaggio paragonato ad Herne?
La risposta la troviamo attraverso le tribù nomadi che si sono spostate dai luoghi d’origine portando con se i propri miti e dei. In Germania, Tacito cita diverse tribù, tra cui gli Svevi e gli Ingaevones che pare abbiano contribuito ad associare divinità preesistenti e inglobandole in Wodan- Odhinn. Gli Svevi, per esempio pare assimilarono Tiwaz (poi divenuto Tiuw) a Woden, poiché entrambi erano “Padri del Cielo”(divinità principale di questo popolo). Questo non sembra essere però accaduto anche per gli Ingaevones e ai loro dei; tuttavia è molto probabile che “adottarono” Wodan nel suo aspetto di 'All-Father', e Tyr ( il loro Tiwaz ), che fino ad allora era la loro divinità principale divenne una divinità di guerra secondaria. I discendenti degli Ingaevones e i loro parenti, tra cui i Sassoni, Angli e Juti, si avvicinarono alla costa occidentale, dove Woden a questo punto potrebbe aver assorbito da tribù native costiere, molti degli aspetti dell’ indo-europeo Dio Cornuto. Tiuw sembra aver continuato a mantenere la sua posizione di supremo 'Padre Celeste' in alcune di queste tribù e in altre assunse invece, una posizione di parità con Woden.
Esiste ancora, la possibilità che molti degli aspetti del Cacciatore Selvaggio furono assorbiti da Woden da tribù celtiche, dopo il periodo della migrazione in Gran Bretagna. Qui Woden certamente non sembra essere la figura dell’onnicomprensivo 'All-Father' norvegese vi sono alcune lettere del tempo senza riferimenti certi, che sembrano attestare questo.
E 'anche interessante notare a questo proposito anche, i continui paragoni che vedono Woden come Mercurio, anche alla fine della letteratura anglo-sassone (come ad esempio il riferimento Kemble,). Se Woden fosse stato visto come il principale 'Padre Celeste' sarebbe stato sicuramente messo a confronto con Giove, piuttosto che con Mercurio. Inoltre non esiste nessuna corrispondenza equivalente Valhalla, per l’Odino Anglosassone, quindi si deve presumere che Woden, in questi luoghi, ebbe un ruolo primario che non fù quello di dio della guerra. Brian Branston, nel suo libro 'Gli dei perduti di Inghilterra' riassume le differenze tra Woden e Odino così:

“Mai il Woden della vecchia Inghilterra divenne il re-guerriero dal casco d'oro,patrono dei principi e dei re, come Snorri lo ha rappresentato nella sua Edda, egli non si è mai preoccupato del problema di organizzare i battaglioni, o degli uccisi di un esercito condannato, o del ruolo di oppositore dei figli di Muspell e protagonista del Ragnarok. Invece, l'anglosassone Woden ha viaggiato in alto e in basso, con un occhio solo, ed saggio al di là di ogni sapere, con il mantello e il cappuccio, quando il tempo era bello, fermandosi ai crocevia, penzolante dalla forca, e quando infuriava la tempesta invece, attraversava il cielo a capo della sua muta selvaggia per raccogliere le anime perdute."


A consolidare ancora la tesi e i collegamenti che vedono Odino come Dio Cornuto o Dio Selvaggio, il testo che segue tratto dal libro 'Credo di ferro' (McVan, 1997) , ha un capitolo intitolato “Dei cornuti" (pagine 38-41) dice:

“ Odino, o Wotan, era il dio principale delle antiche tribù teutoniche, mentre Cernunnos era un dio, se non il dio principale del popolo gallico. Essi potrebbero provenire da una fonte comune? Certo, c'era un grande interscambio culturale tra Teutoni e Galli. Il simbolo Triquetra , per esempio, che è stato a lungo associato con le culture celtiche e galliche, è stato utilizzato da alcuni popoli antichi come simbolo di Odino attraverso il simbolo del “Horned triskele” “Triplo Crono di Odino”, ma non solo, la triplicità è anche espressa nel Vlaknut anche conosciuto come “Il Cuore di Hrungnir”.
Una delle più antiche raffigurazioni di Cernunnos si trova sull’Isola di Gotland in Scandinavia, benché la Scandinavia è la “Terra” di Odino, questo quindi ci suggerisce che le loro similitudini, il loro sovrapporsi, fondersi o il conseguente influenzarsi, può essere reale, vero e lecito e può essere imputato a un normale processo di migrazione avvenuta migliaia di anni fa.Di tutti gli dèi arii che si sono avvicendati, Wotan rimane coerente. Anche se a volte impercettibile, Wotan è sempre pronto a riemergere dalla psiche collettiva del popolo ariano. Egli è un dio dalle molteplici sfaccettature, che ha senza dubbio, si sono consolidate con l’apparizione dei suoi innumerevoli volti. Come il dio cornuto, come Herne il Cacciatore, attraverso l'uso delle corna di cervo, è il simbolo della forza Ur, la forza primordiale della foresta, come caratterizzato dalla runa Uruz. Wotan simile a Herne, ha altre caratteristiche simili a Cernunnos: Signore della Foresta e degli animali. Wotan è, anche, lo spirito dietro le foglie della maschera del "Green Man", che è ampiamente rappresentato nelle belle arti e l'architettura della cultura europea.”


Non solo Odino-Woden ha caratteri simili a Herne, ma Herne stesso viene rappresentato come Woden, nel suo aspetto di guida mistica e come un “Merlino”, che era veggente mistico, come un vagabondo che cammina tra i mondi.
Vi sono ancora diverse associazioni che collegano Odino a divinità cornute è molto interessante il fatto che a Newlyn, il Troll Tolcarne era conosciuto anche come 'Odin il Wonderer ', sempre per l’associazione possibile grazie alla figura di Odino come leader della 'Caccia Selvaggia’ egli è anche stato associato alla divinità Bucca Dhu e con il diavolo della tradizione popolare britannica, anch’essi visti a capo delle mute notturne a cavallo dei loro destrieri.

Un altro aspetto che accomuna queste divinità che vengono messe in relazione è il ruolo di ‘Witchfather’ ovvero il padre delle streghe, il mago primo, il primo vero mutaforma. Egli è la Luce del Signore della Morte. Egli è la conoscenza che le streghe cercano nel buio, la luce scaturita dall'Ombra la coscienza scaturita dal nulla. In tutte le culture vi è almeno un riferimento a lui. Sebbene molti pagani tradizionalisti storcano il naso ne vedere accomunati Giove e Zeus, Odino e Hermes, ecc. il ruolo di Witchfather è un titolo, un epiteto comune ad ognuno di essi.


CITAZIONE
Fonti:

http://camonica-club.blogspot.it
www.wicca.utvinternet.com
Appunti personali

http://skayler-ulver.blogspot.it/ Lavoro realizzato per l'alafabeto di strega 2013 MWL
Ho raccolto diverse informazioni con varie ricerche e ho cercato di trascrivere quanto più correttamente mi fosse possibile (visto che alcune fonti erano straniere), una scheda esauriente su questa divinità.Non è una traduzione da un un unico testo e nello scrivere ho aggiunto espressioni personali, e parti che son frutto di vecchi post.
In oltre si prega di non copiare, ma nel caso in cui lo facciate riportate almeno il link - Grazie
view post Posted: 7/5/2013, 00:09 The Pellar Current - Cornish Witchcraft - Hedgewitchcraft & Stregoneria Tradizionale

The Pellar Current - Cornish Witchcraft


pellar-charms



Mi sono ispirata prendendo alcune nozioni e traducendo alcune cose dall'unico sito straniero che offre un quadro su questa tradizione che mi affascina tantissimo. Come Hedgewitch (aspirante) e come strega che si occupa in prevalenza di folklore del nord d'europa e di magia tradizionale, non potevo rimanere incolume dal fascino che suscita una tradizione antica ma allo stesso tempo moderna come la Pellar.
Essa ha molte similitudini con il percorso che cerco di seguire, le pratiche che seguo e gli strumenti che utilizzo. Purtroppo sono limitata nel conoscerla in modo più approfondito, perché non conosco l'inglese, almeno non abbastanza da poter leggere un libro che tratti di questi argomenti.
Nonostante questo, questa tradizione è stata una di quelle che mi ha avvicinato maggiormente alla strada che ho intrapreso da qualche anno, quindi un post era doveroso, non fosse altro che per far conoscere una tradizione nuova.
Vorrei sicuramente visitare la Cornovaglia, ancor più mi piacerebbe conoscere le sue leggende, il suo spirito mistico e le sue tradizioni folcloristiche. Magari un giorno mi sarà permesso, o forse un tempo ho già vissuto in questi luoghi, ciò spiegherebbe la forte spinta di appartenenza che sento, ma.. bando alle sciocchezze iniziamo.

Il nome della moderna tradizione Pellar deriva da una particolare espressione di stregoneria tradizionale. E' una tradizione che si disegna sul folklore della Cornovaglia e deriva dalle zone del sud-ovest dell' Inghilterra, dove le tradizioni magiche miste all'artigianato locale hanno consolidato una corrente fatta di incantesimi, divinazioni e altre operazioni stregoniche tipiche di quei luoghi.
Nella sua moderna espressione quindi, essa mantiene quei tratti tradizionali che fanno parte dell''antica fede', tuttavia gli aderenti non sono molti, pochi noti e provenienti da percorsi iniziatici Cornici come il Ros an Bucca (Circolo del Bucca), la corrente Magistra o la Dyawles.


Prima di dare qualche informazione e giusto fare anche qualche premessa:
Possiamo dire che le credenze stregoniche in Cornovaglia raggiunsero il culmine nel 19THC. Al tempo vi erano molti praticanti, professionisti, incantatori, "streghe bianche", un certo numero dei quali ha raggiunto un livello considerevole di fama e notorietà.
In questa terra, praticare questa forma di stregoneria era considerato un vero e proprio mestiere, e come tale vantava numerosi clienti, essi potevano fare anche lunghi viaggi per raggiungere l'uomo o la donna in grado di aiutarli. Gli stessi sicuramente prevedevano prima il loro arrivo. =)
I grimori del tempo conservati, sono stati resi noti fornendo poi un gran numero di simboli e segni occulti che ancora oggi usiamo, tradotti poi su pergamena hanno fatto il giro del mondo così come i tradizionali sacchetti magici della Cornovaglia.
Questi grimori divenuti poi libri e manuali, hanno fornito molti dettagli e indicazioni sulla mitologia, sulle cerimonie che riguardavano le pratiche di questa tradizione, andati poi a fondersi con il folklore e la magia cerimoniale, influenzando le idee e tradizioni morderne.
Sebbene il calo di praticanti avvenuto in Cornovaglia non è mai stato drastico, anche queste tradizioni hanno incontrato difficoltà imbattendosi in persone non disposte a credervi, ne a credere nelle superstizioni che esse portavano, come il combattere il malocchio.
La salvezza forse deriva proprio dal paesaggio dove questa tradizione vive, dalla sua cultura, molto più radicata di quanto si possa aver pensato: un paesaggio ricco di luoghi misteriosi, pieno di spiriti, forze invisibili che possono agire nel bene e nel male, hanno fatto si che la Pellar potesse sempre sopravvivere.
Tutt'oggi i suoi praticanti sono sparsi sul territorio e i loro clienti si rivolgono a loro non solo per ciò che diremo tra poco cosi come originariamente era, ma anche per trovare l'amore, portare prosperità, e risolvere le difficoltà della vita.
Ovviamente però il tempo ha ' obbligato' dei cambiamenti, poiché i praticanti di oggi come in ogni altra tradizione, sono diversi da quelli di ieri e anche le influenze in cui operiamo sono differenti. Nonostante questo, una caratteristica di queste pratiche, che spesso creano un connubio con l'artigianato locale inteso anche come 'strumenti da lavoro', mantiene un forte legame con l'utilizzo di strumenti semplici, appunto 'tutto ciò che si trova per essere usato' ed è questo l'aspetto che mi affascina di questa corrente. Ciò avveniva nello stesso modo in cui lo facevano gli antenati, gli stessi abili anche ad adattarsi alle pratiche di cui si disponeva e alle credenze che si sentiva.
Questo ha fatto si che la stregoneria tradizione sia sempre stata modera, in qualsiasi momento essa sia stata praticata.
Ciò e sicuramente in forte contrasto con altre tradizioni che rifiutano in un modo quasi autistico la possibilità che le tradizioni mutino con il tempo, che cambino, adattandosi ed evolvendosi, perdendo ma anche conservando l'autenticità.
Questo è sbagliato proprio perché l'autenticità di una cosa non risiede nel suo non mutare mai, ciò farebbe di questa una rievocazione più che una realtà sentita. L'autenticità si deve ricercare nelle risultato delle pratiche, nel valore del folklore popolare, pur evolvendosi e raffinandosi per esigenze momentanee.


Il praticante Pellar- il cui termine sembra possa derivare dal termine 'repeller'* il male, è una persona che riceve 'la chiamata', una donna o un uomo saggio e astuto che si occupa di magia e cerimonie folcloristiche e talvolta pratiche magiche cristiano-pagane, abile nel saper proteggere dai malefici e dalle maledizioni, o da quelli che 'mal desiderano' e si occupa di guarigioni, di 'levare' i malefici da persone, luoghi o oggetti, è colui che lavora con gli spiriti, sa far divinazioni e incantesimi, insomma quando ci si immagina una strega di altri tempi stiamo immaginando proprio un praticante Pellar.
Queste pratiche tuttavia hanno una doppia faccia, non è facile, infatti, imparare attraverso la pratica, come sconfiggere il male senza conoscerlo davvero.

Trattandosi di una tradizione di origini antiche, si ha la fortuna di poter ammirare ancora ciondoli e manufatti, che non solo sono sopravvissuti a roghi, ma si sono evoluti all'interno del lavoro delle persone che ancora oggi praticano questa tradizione e che hanno mantenuto costanza e impegno perché non venisse dimenticata, restando attivi in particolare nelle zone che ho già citato.
Ciò che è rimasto infatti è un corpus ricco di tradizione, rito, credo e pratiche magiche per poter continuare a ottenere guarigione, l'inversione della sfortuna, pratiche di esorcismo di spiriti fastidiosi, evocazione degli spiriti utili, divinazioni e oggetti che ancora sembrano essere gli stessi di un tempo. Alcune tracce di questi sono ammirabili nel Museo della Stregoneria di Cecil Williamson. Ella è una collezionista e una studiosa della pratiche magiche della Cornovaglia da cui ne conseguente sua collezione che contiene una vasta gamma di manufatti che riguardano direttamente l'artigianato tradizionale della Cornovaglia, di Devon e Somerset.

La corrente Pellar nei suoi luoghi di origine è considerata un vero e proprio patrimonio ineguagliabile da cui attingere. Le pratiche già ampiamente menzionate cosi come le tradizioni da cui la moderna Pellar attinge sono legate a luoghi specifici come per empio molti pozzi sacri, ciascuno con i propri riti concomitanti, e antichi monumenti di pietra attorno ai quali il folklore si manifesta ancora.

Come detto all'inizio i tempi cambiano e le tradizioni si modernizzano, e sebbene sia un bel pensiero quello espresso prima, la realtà ha anche un altra faccia, ovvero quella del perdere pratiche, leggende, tradizioni, sopratutto per negligenza dei praticanti che ritengono troppo spesso a proprio piacere cosa sia rilevante o no. Proprio per questo le pratiche del Pellar sono per pochi, tramandate da iniziato a iniziato, o da maestro ad apprendista. La trasmissione prevede esperienze, studio, ascolto,solo così essa sopravvive ed è unica per ogni praticante.


Le Festività:
In alcune zone della Cornovaglia specie nella regione del Penwith, i riti hanno osservanze pubbliche e non solo private e si sviluppano a seguito di un calendario di eventi locali. La natura stessa offre loro una sorta di scadenza tangibile per festeggiare, le trasformazioni che il mutare delle stagioni propone e il ciclo di di nascita, crescita, declino, morte e rinascita sono visibili a tutti. Il ciclo di preparazione del terreno, semina, la graduale crescita del raccolto di grano, la sua lenta rotazione da verde a oro e il suo raccolto, così come il dramma della vita e della morte animale e vegetale non può sfuggire all'attenzione di nessuno.


Guldize è una delle feste tradizionali, "la festa di ricks" è la festa rituale Cornica che si tiene in occasione del completamento e della raccolta in del raccolto.
Dove si celebrano anche le prosperità delle famiglie nate e future.
E' tradizione il 'pianto del collo' ovvero il piantare un parte del raccolto a terra e lasciarlo come segno di gratitudine per il Dio Bucca.
Il rituale è solitamente svolto con un inglese dialettale.

The Cutter: “I have’n! I have’n! I have’n!”
The Others: “What have’ee? What have’ee? What have’ee?”
The Cutter: “A Neck! A Neck! A Neck!”
The Others: “Hurrah! Hurrah! Hurrah!”

gildize1




Divinità:

Per le streghe tradizionali della Cornovaglia, il dio che viene chiamato a propiziare il ciclo stagionale è un dio Cornuto e prende il nome di Bucca.
Egli è soggetto a molte credenze errate, che lo vedono paragonato al diavolo, o come espresso nella leggenda del “Troll di Tolcarne”, o meno comune come una divinità marina poiché i pescatori devoti offrivano ad esso, offerte di ringraziamento.
Un altro errore è quello che lo considera oggi più o meno alla stregua di uno spiritello di quei luoghi. Nella tradizione Cornica, Bucca è il dio principale, esso si esprime in una dualità: Bucca Gwydder e Bucca Dhu.
Uno è il Dio Bianco e l'altro il Dio Nero. Il primo in effetti ha qualche somiglianza con il diavolo, e governa la parte fredda dell' anno e le tempeste. Bucca Gwydder è associato al bel tempo, ed è questo l'aspetto che si prega nella cerimonia del Guldize, poiché è collegato alla semina alle messi al bel tempo e alla parte calda dell' anno.
Egli è anche uno dei Leader della Caccia Selvaggia, infatti è tradizione dire che quando la tempesta scende Bucca Dhu sta arrivando a cavallo del suo destriero dagli occhi infuocati.
La sua dualità permette di mantenere tutto in equilibrio ed è risolutore degli opposti.
Bucca è la divinità che inizia una strega alla Via Pellar, è spesso raffigurato con amore o rappresentato nei riti con una candela posta tra le corna, che rappresenta la luce della saggezza che si pone per mantenere il punto di equilibrio vero tra i due opposti (le corna) - 'tutto è uno '.
Come le tradizioni anche le divinità antiche cambiano e si evolvono, Bucca è particolarmente misterioso e difficile da definire come divinità, può manifestarsi in modi diversi, a popoli diversi in momenti diversi, questo fa parte della magia del Bucca. Cosi come compete ad altre divinità a lui simili.
I devoti di Bucca preferiscono praticare all'aperto in luoghi di potere, magari all'interno del paesaggio occidentale della Cornovaglia, in tale circostanza il sito scelto dipende dalla natura del lavoro da effettuare. Tuttavia, per la maggior parte di loro, il lavoro si svolge in un luogo molto più privato, sconosciuto agli altri, offrendo la privacy totale e adempiendo alla necessaria 'tacere', occultare e mantenere la segretezza del lavoro.


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Strumenti:


-Il Focolare era l'antico centro della casa e la posizione tradizionale per il santuario di lavoro e la creazione dell' incantesimo.
-Coltelli di lavoro: Dalla lama doppia o singola riposti in custodie di pelle, dai manici fatti con corni o con piedi di cervo. Sono usati per la magia a distanza, la magia del tempo, l'esorcismo e la consacrazione del rituale e fuochi magici.
-Ciotola e Corni: tutte di origine 'naturale, a volte le ciotole riportano una lepre poiché è uno spirito familiare del sud. Utilizzate all'interno del rito della Hood Troyl o 'festa rituale stregato'.
-Stang, forconi e forcelle: sono forse uno degli strumenti più importanti, nel rituale magico sono strumenti dai molti usi tra cui lo scongiuro, la posa o direzione delle energie, e la magia del territorio. Essi rappresentano non solo il vecchio cornuto, ma anche l'albero del mondo.
-Pietre di lavoro: per la trance, per la guarigione, per amplificare il potere.
-Candelabri di corno: rappresentano la divinità Bucca, gli si fissa una candela in mezzo alle corna e questa operazione rappresenta anche il 'fissaggio' della volontà della strega. Ella inciderà la candela inviando il suo intento.
-Ossa, corni e teschi: alcuni sono simboli del dio Cornuto e hanno forze e virtù opposte giorno-notte, vita-morte, maschio-femmina ecc Per molti artigiani della Cornovaglia, le corna sono state rappresentative di entrambe le forze maschili e femminili - essendo sia falliche e spesso a forma di mezzaluna. I teschi di capre e montoni possono essere sorprendentemente ricordare il sistema riproduttivo femminile. È interessante notare che non è poi così raro che le capre di nascere ermafroditi o interregionale sessuato.
-Fruste della strega : ramoscelli di rovo legati insieme, servono a mettere al bando influenze negative.
-Sfumini: ventagli di piume utilizzati per spostare le energie.
-Le Streghe Corniche impiegano accarezzando oggetti per la magia di guarigione. Speciale pietre vengono spesso conservata e rappresentano le parti del corpo su cui agire.
-Collane: una tradizionale collana è quella fatta con vertebre di serpente, utile per canalizzare l'energia serpentina che risiere della terra
-Candelieri e Incensiere
-Ciotola di rame utilizzata nella stregoneria Cornica per i rituali di guarigione e nei riti lunari
-Corde: per la magia dei nodi.
-Specchi, globi e pietre sono stati a lungo utilizzati per consultare gli spiriti, guardare nel cuore delle questioni e trarre i risultati probabili. In Cornovaglia i galleggianti di vetro sono uno strumento tradizionale usato in modo simile.
-Pietre vipera: Una pietra naturale forata legata su una corda. Questo è usato per evocare vento o farlo cessare.
-Il Cronnekdhu: Il 'rospo nero' made in riti segreti della Cornovaglia. Chi lo possiede è chiamato 'strega Toad', ed ha la possibilità di influenzare le menti di uomini e bestie.
-La Mandragola usate come alraun, ovvero case spiro.
Una scatola con un rospo secco: è il corpo fisico per lo spirito familiare della congrega.
-Calderoni
-Scope
-Bamboline che forniscono protezione contro i danni spirituali, e che funge da genio per la famiglia.
-Chiavi pietre bacche di sorbo: Una chiave di ferro vecchia legato ad una pietra forata e bacche di sorbo infilate con un nodo fra ogni bacca sono tradizionali fascino di protezione della casa.
-Gusci di lumaca infilati come perline: sono fascino tradizionale della Cornovaglia per garantire la presenza di amore, fortuna e la benedizione all'interno della casa.
-Sacchetti: contenti scritte e sostanze magiche
-Palle di strega.






* il termine reppeller può riferirsi a molte cose, nella religione si riferisce a un dio, a un oggetto magico, a un dispositivo tecnico, con il potere di proteggere contro i trasgressori.
Fonte da cui mi sono ispirata per il post. http://cornishwitchcraft.co.uk
view post Posted: 7/5/2013, 00:06 Ratatoskr - Tradizioni Nordiche


Ratatoskr lo scoiattolo che vive sull'albero del mondo. Non si sanno molte cose su di esso, e meno ne sapevo prima di svolgere qualche ricerca in seguito al sogno. Quello che ho scoperto non è tanto ma vale la pena di essere letto.
Nella mitologia norvegese, Ratatoskr "dente di topo"- "dente che trivella"- "il dente dell'esercitazione" è uno scoiattolo che corre su e giù dal tronco di Yggdrasil per portare i messaggi e le minacce che si lanciano l'aquila che siede sulla sommità dell' albero e ha in un occhio un falco di nome Veðrfölnir, e uno sullo scoiattolo e il serpente-dragone Níðhöggr che mastica le radici dell' albero e tormenta nell'aldilà le anime dei morti delle quali si nutre.
Ratatoskr è menzionato nell'Edda Poetica, di lui si dice « Lo scoiattolo che si chiama Ratatoskr corre su e giù per il frassino e riporta le calunnie fra l'aquila e Níðhöggr » perciò vi sono state nei secoli alcune teorie che riguardavano l'intero compito di questo animale.

Il suo nome contiene due elementi : rata e toskr, generalmente toskr vuol dire "zanna", ma Guðbrandur Vigfússon ha teorizzato che rata possa significare "il viaggiatore", ciò è sostenuto proprio dal fatto che egli viaggia sul tronco dell' albero cosmico continuamente. e che quindi il suo nome voglia dire "zanna del viaggiatore" o addirittura "zanna dello scalatore".

Sophus Bugge ha teorizzato invece che il nome Ratatoskr prende in prestito il significato dall' inglese antico e voglia dire come più generalmente sappiamo "dente di ratto" Questa tesi si basa sull elemento toskr del nome, formatosi dalla parona inglese tucs ( la zanna) e, a sua volta, che l'elemento Rata-rappresenta il ræt inglese antico ("il ratto").

Secondo Albert Sturtevant, ancora crede che la teoria di Bugge sia un po superficiale e forzata visto che la parola Rata in norreno (rati) viene anche usata nell'Hàvamal per menzionare lo strumento che Odino per scoprire dove è conservato l'idromele della poesia «Dopo aver forato la roccia con un trapano chiamato Rati, trasformatosi in serpente, Óðinn passò attraverso il buco e giunse presso Gunnlǫð.»
Questo quindi secondo Sturtevant significa che "Rati* deve allora essere considerata una parola norrena nativa che significa appunto "La Trivella, Gnawer".
Sturtevant dice che la teoria di Bugge riguardo all'elemento-toskr può esser sostenuta dal fatto che la parola non appare altrove in norreno Sturtevant, comunque, è in disaccordo con Bugge, dice che il nome norreno che Toskr derivi da Tunne (derivato da *Tunþe:Proto-norvegese) e che questo termine si riferisce a "una persona che è caratterizzata dall'avere un particolare dente o dentatura". Teorizza anche che la parola porto in tedesco antico fosse-toskr.
Sturtevant conclude dicendo che vi sono comunque un sacco di parole norrene native e molti dialetti scandinavi che sono andati perduti, pertanto la sua supposizione può essere giusta.
Gli studiosi moderni hanno accettato quest'etimologia, elencando il nome Ratatoskr con diversi significati: "dente dell'esercitazione" (Jesse Byock, Andy Orchard, Rudolf Simek) o "dente che trivella" (John Lindow).

Nella poesia eddica Grímnismál, il dio Odin (mascherato come Grímnir) dice che Ratatoskr corre su e giù per Yggdrasil che porta messaggi tra l'aquila poggiata in cima e Níðhöggr :
Ratatoskr è descritto nella Prosa nel capitolo 16 dell'Edda - Gylfaginnin: « Disse Hár: ― C'è molto da dire. Un'aquila siede sui rami del frassino; essa conosce molte cose e in mezzo ai suoi occhi sta quel falco che si chiama Veðrfǫlnir. Lo scoiattolo che si chiama Ratatoskr corre su e giù per il frassino e riporta le calunnie fra l'aquila e Níðhǫggr, mentre quattro cervi corrono per i rami del frassino e brucano le foglie. Essi si chiamano Dáinn, Dvalinn, Duneyrr, Duraþrór. Ci sono poi così tanti serpenti dentro a Hvergelmir insieme a Níðhǫggr, che nessuna lingua può contarli.»

Oltre all'etimologia del suo nome gli studiosi si sino pronunciati anche sul suo ruolo:
Secondo Rudolf Simek, "lo scoiattolo probabilmente rappresenta solo un dettaglio abbellente al quadro mitologico proposto nel Grímnismál."
Hilda Ellis Davidson, descrivendo l'albero cosmico, sostiene che lo scoiattolo dichiara che lo scoiattolo roda il tronco con i suoi denti, in questo modo si spiegherebbe la tesi etimologica di Sturtevant dove come ho detto la parola Rati significa Trivella, ma anche spiegherebbe che con questo atto Ratatoskr abbia un ruolo attivavo in un ciclo di rinascita e distruzione continuo, e sebbene Yggdrasil mai muti, assolve anche il motivo per cui sia stato "scelto" un roditore- uno scoiattolo come abitante stabile del tronco dell' albero cosmico.
John Lindow fa notare che Yggdrasil nella sua descrizione riporta anche l'inesorabile lavoro che compiono altri animali: i quattro cervi Dáinn, Dvalinn, Duneyrr, Duraþrór masticano le sue foglie ciò può apparire come un comportamento ostile verso la fauna dell'albero. Non solo il capitolo 16 del Grímnismál prosegue così: «Il frassino di Yggdrasill deve patire più di quanto si sappia; un cervo morde in alto marcisce nei fianchi, da sotto rode Níðhǫggr.»
«Più serpenti sotto a Yggdrasill sono di quanto creda qualunque stolto. Góinn e Móinn, figli di Grafvitnir, Grábakr e Grafvǫlluðr, Ófnir e Sváfnir, io credo che per sempre le fronde recideranno.»
Lindow aggiunge che "nelle saghe, una persona che aiuta ad alimentare o mantiene le faide in vita traghettando parole maliziose tra i partecipanti è di rado uno di rango alto, ciò può spiegare il ruolo di questo animale relativamente insignificante nella mitologia norrena."

Richard W. Thorrington figlio e Katie Ferrell teorizzano che "il ruolo di Ratatoskr probabilmente deriva dall'abitudine di alcune razze di scoiattoli europei (Sciurus vulgaris) di avvisare gli abitanti del bosco in situazioni di pericolo e con un po' di immaginazione si può credere che cosi facendo e con il "tono" usato da questi animali, in realtà essi sgridino gli altri.

Quindi anche per quanto riguarda l'azione prodotta da Ratatoskr si hanno più tesi e spunti di riflessione, chissà se Snorri ha pensato a tutte queste congetture o solo ad una di esse quando ha scritto l' Edda, io credo che tutte siano molto valide, e per quanto riguarda il mio sogno? Bhe forse mi si voleva solo far sapere di fare attenzione a qualcosa di importante.

Fonti:
Bifrost.it
it.knowledgr.com
Wikipedia
I miti nordici - Isnardi
view post Posted: 7/5/2013, 00:03 Reliquiario, esprimere un mondo interiore - L'armadio stregato

Reliquiario, esprimere un mondo interiore



Per reliquia solitamente si indica, in senso stretto, la salma, o una parte di essa, di una persona venerata come santo o beato e più in generale di una persona famosa, anche laica. In senso lato, una reliquia è un qualsiasi oggetto che abbia avuto con i santi una più o meno diretta connessione, come vesti, strumenti del martirio o qualsiasi cosa essi usarono.
Nel nostro specifico caso, non parliamo di nulla del genere, intendiamo invece importanti oggetti dal valore simbolico-magico conservati dal praticante poiché esso ritiene che rappresentino ed emanino un energia particolare, o abbaiano un valore intrinseco spirituale di importante rilevanza per il proprio percorso spirituale. Tra le reliquie vi possono esser oggetti, strumenti e gioielli appartenuti a qualcuno, come per esempio una punta di freccia di qualche tribù indigena, una statuetta divina ecc.. o essere oggetti semplici che si trovano in natura o su bancarelle e nei negozi a cui attribuiamo un valore, che sia rappresentativo di.. come per empio un pezzetto di ramo di un albero particolarmente caro a voi o che rappresenta l'axis mundi, o come una pietra forata, una chiave arrugginita ecc, considerati dei veri e propri amuleti o talismani.

Esistono molti oggetti che andrebbero considerati in una pratica stregonico-sciamanica, alcuni di questi sono ben noti, come la borsa di medicina, i sonagli, il tamburo ecc.
Una specie di variante della prima è il Reliquiario: esso a seconda della circostanza potrà essere costituito da oggetti diversi e sarà allestito come un altare o in concomitanza con questo, o avrà un altro spazio adatto in casa.
E' buona norma se convivete con qualcuno stabilire come ogni altra cosa, se vi è possibile allestirne uno, o se questo possa turbare altre persone o addirittura infastidirle, in modo che non si creino disarmonie.
Una volta stabilito che vi è possibile crearne uno, decidete il luogo e come allestire questo altare. E' importante che teniate conto che è un punto centrale del vostro lavoro spirituale e che pertanto merita non solo una posizione adeguata, ma anche un "senso" quindi, che non venga allestito semplicemente perché quest'idea vi stuzzica. D'altro canto la posizione adeguata prevede che questo non sia ne' ostentato, ne' troppo grande.
A volte per chi possiede un tamburo, questo è un ottimo punto d'appoggio che permette anche una certa fusione di energie e di potere tra i vari oggetti e il tamburo stesso, che come sappiamo rappresenta comunque la cosmologia della persona che lo possiede. In alternativa potrà essere una mensola, un piccolo tavolino, una scatola, un piattino o come dicevo prima un angolo del vostro altare.
Esso può tenere oggetti che avete trovato nella vostra pratica: pietre, piante, gioielli, ossa, piume, rappresentazioni di vario genere. Un reliquiario potrà vedere disposti tutti questi oggetti (o in alternativa la borsa di medicina che li porta), un porta incenso, uno strumento come la bacchetta, il ramo d'argento, uno stang, un tamburo un sonaglio ecc..
L'importante e che voi sentiate l'altare che state creando, cosi come sentite una borsa di medicina quando la create..
Un reliquiario è un altare dedicato agli dei talvolta e rispecchia la vostra devozione personale verso di essi, in questo caso gli oggetti che vi saranno dipenderanno molto dalla divinità a cui l'altare è dedicato.

Esso proprio come voi non deve essere mai statico, può cambiare assumer forme diverse, alcuni oggetti possono essere disposti per un certo periodo e poi tolti, alcuni nuovi verranno inseriti ed altri cambieranno di significato. Un reliquiario può cambiare anche attraverso il cambiar delle stagioni, o a seconda del vostro "tempo" (il momento che state vivendo sul vostro percorso).
Comporre un reliquiario è un esperienza interessante, non bisogna ovviamente avere fretta, potete partire da una pietra e negli anni raccogliere elementi che vi richiamino in modo particolare.
Potrebbe anche succedere che voi abbiate già un reliquiario e non vi abbiate mai fatto caso:
Il mio per esempio è un po "sparso sull'altare" ha due "centri" uno si trova su un piattino per le offerte, al momento in esso vi sono pietre, un pezzo di alveare dei chiodi arrugginiti, delle conchiglie, delle piume e un pezzo di fungo secco, vicino ad esso si trova un mazzo di rametti che ho annodato il primo anno della mia pratica e sul lato posto dell'altare invece troviamo un altro piattino con un anello, una bacca di un albero particolare per me, una radice e una castagna matta in prossimità del quale vi è una parte dedicata al mio totem. Ho costituito questi due fulcri in volontariamente già molto prima di dar loro la definizione che sto dando con questo post, ma di fatto essi sono un reliquiario che mi rappresenta molto più della mia piccolissima prima borsa di medicina e si sono composti nel tempo cambiando in funzione del mio istinto.

In oltre la funzione di un Reliquiario è quella di darvi anche traccia di dove vi trovate in questo momento esatto del vostro percorso, su cosa state lavorando, quali risultati e di cosa avete bisogno.
Senza alcuna fretta quindi provate a raccogliere oggetti che per voi abbiano un significato spirituale , lo devono avere per voi non per chi li osserva, provate e riprovate cercate e ricercate finché non sarete soddisfatti.
Questi oggetti potranno essere collocati nel cerchio rituale quando praticherete, vi sanno di aiuto e di sostegno e in oltre, caricandosi di potere.
Potete realizzare Reliquiari anche dedicati a una specifica stagione dell'anno, a un tema, piuttosto che ad un elemento sia per onorare un elemento al quale siete più legati, sia eventualmente per un elemento che sentire carente dentro di voi (ottimo quindi per riequilibrare gli elementi).

Buon Lavoro.

Tratto e ispirato da Sciamnesimo celtico -Matthewas
view post Posted: 6/5/2013, 23:59 Skaði - Tradizioni Nordiche


Skaði (il cui nome viene erroneamente anglicizzato in Skadi) è una figura della mitologia norrena. Inizialmente viene descritta come una gigantessa accolta poi nella stirpe dei Vanir dopo aver sposato il dio Njörðr.
Nonostante la sua ambigua natura è di fatto per metà divina, ad ella è imputato un culto attestato da diverse fonti. E’ una divinità puramente invernale, che vive sulle montagne ed è dedita alla caccia: Snorri dice che Skaði usa gli sci per spostarsi sulle montagne dove si reca a cacciare insieme al suo fido arco, in questo appare simile al dio Ullr e per questo viene chiamata Öndurgoð o Öndurdís "dea degli sci".
Invece, l’etimologia del nome Skaði è incerta: vi è chi lo lega al termine omofono - al sostantivo norreno skaði che vuol dire ingiuria - danno, chi invece pensa che Skaði insieme a Sca (n) dinavia e Skáney, e in gotico skadus, in sassone, in tedesco antico scatole e in antico inglese scaedu, indichi il termine "Ombra", ciò potrebbe anche stare a significate che la regione geografica della Scandinavia era considerata associata con il mondo di sotto.
Georges Dumézil non fu però d’accordo con il presumere che Skaði e la Scandinavia siano strettamente collegate, il fatto che il nome di quest’ultima derivi dalla divinità e sia quindi “isola della dea Skaði” non è per forza vero, perché, intanto, questa associazione con la parte oscura, con i regni oscuri non è certa e piuttosto è più probabile che sia il nome della dea a derivare dall’isola, cosi come la dea Ériu prende il suo nome da un altra isola, l’Irlanda.

Skaði venne accolta ad Ásgarðr in seguito alla morte di suo padre, il gigante Þjazi, ucciso dagli Æsir. Ella armata di tutto punto si reca nel regno degli dei per vendicarlo. Gli dei tuttavia, tentano una riconciliazione e lei accetta la proposta a due condizioni: uno di loro avrebbe dovuto sposarla e in oltre dovevano riuscire a farla ridere. Per quest’ultima parte, reputata impossibile da realizzare, si propose il dio Loki, il quale prese una corda la legò alla barba di una capra da una parte e l’altra la legò al proprio scroto. Di fronte alla scena della capra che tirava da una parte della corda e Loki dall’altra la dea gigantessa non poté fare a meno di ridere.
Mentre per soddisfare la sua prima richiesta gli Æsir misero la condizione di poter scegliere il proprio futuro sposo guardando solo e esclusivamente i piedi dei candidati. Fù cosi che scelse il dio dai piedi più belli, pensando che si trattasse di Baldr; e trovandosi cosi invece, il dio Njörðr.
Il rapporto tra Skaði, gigantessa delle montagne e Njörðr, dio del mare, non fu dei migliori, inizialmente non riuscirono a mettersi d'accordo sul luogo in cui avrebbero vissuto. Provarono quindi ad alternare la residenza, trascorrendo nove notti a Nóatún, la dimora sul mare di Njörðr, e poi altre nove a Þrymheimr, la dimora tra le montagne di Skaði. Ma nessuno dei due fu soddisfatto dell'accordo: Njörðr si lamentava dell'ululato dei lupi, lei delle strida dei gabbiani. Alla fine pare che Skaði se ne sia tornata, sola, tra le montagne. Quest'ultimo episodio ha un parallelo praticamente identico nella storia dell'eroe Hadingus. L'unione tra Skaði e Njörðr in quanto lei gigantessa e lui dio richiama invece quella tra Gerðr e Freyr.
Alcuni studiosi, ipotizzarono che il suo sposo Njörðr, fosse in origine una divinità femminile, giudicando perciò probabile che Skaði, nei tempi più antichi, fosse una divinità maschile. Quest'ultima congettura sarebbe confortata dal fatto che Skaði è un nome tipicamente maschile, così come l’attività di caccia.

Ambiguo pare il rapporto che lega Skaði a Loki invece: questi, nella Lokasenna, la accusa di avergli offerto il proprio corpo (e questo nonostante sia stato proprio Loki ad uccider suo padre). Più avanti, però, quando Loki verrà incatenato perché non possa più nuocere sino al Ragnarök, è Skaði stessa a legargli sopra il capo il serpe velenoso che stilla costantemente veleno sul volto del dio ma vedremo i dettagli dopo.
Di Skaði si dice anche che ebbe anche diversi figli con Odino, tra cui Sæmingr.

In Grímnismál dell’Edda Poetica, il dio Odino (travestito da Grimnir ) rivela al giovane Agnarr l'esistenza di dodici dimore. Odino cita della sesta dimora Þrymheimr. Nella strofa, Odino recita: ‹‹Þrymheimr si chiama la sesta dove Þjazi viveva, quel detestabile gigante.Ora Skaði risiede, pura sposa degli dèi, nell'antica dimora del padre››. Odino descrive Þrymheimr come composta da "antiche corti" e si riferisce a Skaði come "la sposa splendente degli dei".

Nell'introduzione in prosa alla poesia Skírnismál, il dio Freyr è affranto per una ragazza fiera (la jötunn Gerór) avvistata in Jötunheimr. Il dio Njörðr chiede al servitore Skirnir di parlare con Freyr e nella prima strofa della poesia, Skaði dice sempre a Skirnir, perché Freyr è così sconvolto. Skirnir risponde che si aspetta parole dure del loro figlio Freyr.
Nell'introduzione in prosa della poesia Lokesenna, Skaði viene indicata come la moglie di Njörðr ed è citata come una delle dee che frequentano le feste degli Ægir. Durante una conversazione tra Loki e i presenti in sala, Skaði parlò come tutti gli altri nel tentativo di placare la terribile escalation di ingiurie e maldicenze che il dio stava proferendo verso ogni invitato. Skaði disse: ‹‹Sei di buonumore, Loki; ma non così a lungo, scherzerai in liberà, perché alle rocce gli dèi ti legheranno con le budella del tuo gelido figlio. ››
Loki rispose: ‹‹Considera, se alle rocce gli dèi mi legheranno con le budella del mio gelido figlio, sono stato il primo e l’ultimo a combattere contro Þjazi nello scontro che lo uccise.››
Allora Skaði aggiunse: ‹‹Considera, se tu fosti il primo e l’ultimo a combattere, dando la morte a Þjazi che dalle mie sale e dal mio terreno verranno sempre venti gelidi verso di te››.
Ed ancora Loki la accusò: ‹‹Più gentile fosti col figlio di Laufeyjar, quando mi hai invitato a letto; dovremmo dirle certe cose, se ora noi dobbiamo, dire tutti i nostri peccatucci››. Dopodiche si intromise Sif.
Infine una piccola porzione di prosa si racconta Loki viene inseguito dagli dei e catturato dopo un fallimentare tentativo di travestirsi da salmone. Suo figlio Váli viene ucciso mentre il suo altro figlio Narfi diventa un lupo. Le viscere di Váli vengono usate per legare Loki a tre rocce sopra le quali Skaði pone un serpente che avrebbe dovuto avvelenarlo.
La moglie di Loki, Sigyn, gli resta al fianco con una boccia per raccogliere il veleno, ma quando la boccia è piena il veleno cade su Loki, obbligandolo a contorcersi per il dolore. Si dice che furono questi spasmi la causa dei terremoti.
Scholar John Lindow ipotizzò che da come Skaði e Loki si parlano tra i due potrebbe esserci stato qualche rapporto, non solo per le accuse lanciate da Loki ma soprattutto per la simbologia del serpente, usato poi dalla dea per punire Loki.
Skaði viene ancora citata nella poesia Hyndluljóð, dove la jötunn Hyndla dice alla dea Freyja che Þjazi "amava sparare" e che Skaði era sua figlia.

Nel capitolo 23 dell’Edda, nel libro Gylfaginning, viene descritta Skaði proprio come gigantessa jötunn, figlia di Þjazi e si racconta della storia che ha avuto con il dio Njörðr e delle vicissitudine nei del loro matrimonio gia annunciate, la prosa recita:
“Il terzo áss è chiamato Njǫrðr. Egli abita in cielo, nel luogo chiamato Nóatún. Governa il corso dei venti e placa il mare e il fuoco. È lui che si deve invocare per navigare e per cacciare. Egli è così opulento e prosperoso che può ampiamente donare a loro terre e armenti ed è lui che si deve invocare per queste cose. Njǫrðr non è della stirpe degli Æsir. È stato allevato nel Vanaheimr, ma i Vanir lo diedero in ostaggio agli dèi e presero in cambio in ostaggio colui che si chiama Hǿnir. Egli divenne il segno di riconciliazione fra gli dèi e i Vanir. Njǫrðr ha in moglie quella donna chiamata Skaði, figlia del gigante Þjazi. Skaði vuole avere la dimora che ricevette da suo padre, che si trova fra certe montagne nel posto chiamato Þrymheimr, ma Njǫrðr vuole stare vicino al mare. Essi stabilirono che sarebbero stati per nove notti a Þrymheimr e altre nove in Nóatún. Ma quando Njǫrðr tornò a Nóatún dai monti, allora cantò queste strofe: ‹‹Sgraditi mi sono i monti non vi rimasi a lungo: nove sole notti. L'ululato dei lupi soave non mi parve come il canto dei cigni››.
Quindi Skaði cantò questo: ‹‹Dormire non posso su guanciali di mare per lo stridor d'uccelli; sveglia mi tiene chi da lungi vola il gabbiano ogni mattino››.
In seguito Skaði tornò sui monti, abitò in Þrymheimr e per la maggior parte del tempo va sugli sci e abbatte le fiere. Ella si chiama Ǫndurgoð o Ǫndurdís. Così è detto: ‹‹Þrymheimr si chiama ove Þjazi abitava,il gigante spaventoso, ma ora Skaði vi dimora degna sposa degli dèi nell'antica dimora del padre››.

Alla fine del capitolo 50 del Gylfaginning, viene ancora raccontata la fine del Lokesenna : “Loki era dunque imprigionato senza scampo e fu portato dentro una caverna. Qui gli Æsir presero tre lastre di pietra, le appoggiarono su un lato e fecero un foro su ciascuna. Furono quindi presi i figli di Loki, Váli e Nari o Narfi. Gli Æsir tramutarono in lupo Váli, il quale straziò immediatamente Narfi, suo fratello. Ne presero dunque le budella e le usarono per legare Loki sulle tre lastre: una gli sta sotto le sue spalle, la seconda sotto i reni e la terza sotto le caviglie e quelle corde divennero di ferro. Skaði, poi, prese un serpente velenoso e lo fissò sopra di lui, in modo che il veleno uscisse dal serpente e cadesse sul suo volto, ma Sigyn, moglie di Loki, gli sta vicino e tiene una conca sotto la pioggia velenosa. Quando la conca è piena, ella si alza per vuotarla, ma nel frattempo il veleno cade sulla faccia di Loki, il quale si agita così violentemente che la terra tutta trema. Voi chiamate questi terremoti. Laggiù Loki resterà legato fino al ragnarøkr”.

Nel libro Skáldskaparmál, si racconta di come Loki per salvare Iðunn uccise Þjazi. Egli stesso aveva fatto allontanare la dea Iðunn da Ásgarðr per via di un patto fatto con il gigante Þjazi. Quando gli dei lo scoprirono egli fu così spaventato che giurò che avrebbe cercato Iðunn in Jǫtunheimr. Con il mantello di Frejya si trasformò da falco, volò a nord verso Jǫtunheimr e giunse presso il gigante Þjazi. Questi navigava in mare, mentre Iðunn era a casa. Loki la trasformò in noce, la afferrò con i suoi artigli e volò via più veloce che poté. Quando Þjazi giunse a casa e non trovò Iðunn, si mise il suo travestimento da aquila e inseguì Loki. Quando gli Æsir videro che il falco volava con la noce e l’aquila che li seguiva radunarono dei trucioli di legno e una volta che Loki fu salvo appiccarono il fuoco contro l’aquila che non poté più frenare. Gli Æsir erano vicini e uccisero il gigante Þjazi dentro ai cancelli di Ásgarðr e quest'impresa è risaputa. Skaði, la figlia di Þjazi, prese elmo, armatura e tutte le armi e si recò ad Ásgarðr per vendicare suo padre. Ma gli Æsir le chiesero di riconciliarsi con lei attraverso l’offerta già descritta. Infine, a titolo di risarcimento per Skaði, Odino prese gli occhi di Þjazi, li lanciò verso il cielo, e dagli occhi creò due stelle.
Ancora molti sono i rifermenti ad essa in Skáldskaparmál.

Nel capitolo 8 della Heimskringla – La saga degli Ynglinga, si parla di Skaði quando un tempo era sposata con Njörðr, e dice che ella non ebbe rapporti sessuali con lui, in seguito Odino la sposò(?). Skaði e Odino ebbero "molti figli". Solo uno dei nomi di questi figli è rivelato: Sæmingr, un re di Norvegia.
‹‹Di mare-ossa, e molti figli la dea degli sci, ha avuto con Odino››. [*mare -ossa sono le rocce gli scogli*].

Un'altra figura con il nome di Skaði appare nel primo capitolo della saga Volsunga. Nel capitolo, questo Skaði è maschio è il proprietario di uno schiavo di nome Bredi . Un altro uomo, Sigi, un figlio di Odino, andava a caccia un inverno con lo schiavo. Sigi e lo schiavo Bredi cacciarono per tutta la giornata fino a sera, quando confrontarono le loro uccisioni, Sigi vide che Bredi aveva superato le sue prede e cosi decise di ucciderlo e seppellirlo in un cumulo di neve.
Quella notte, Sigi tornò a casa e sostenne di essersi separato dallo schiavo e di averlo perso nel bosco. Skaði dubitava della spiegazione di Sigi, ed ebbe il sospetto che Sigi mentiva e che avesse ucciso Bredi. Skaði riunì degli uomini per cercare il suo schiavo ed in fine trovarono il cadavere del povero malcapitato, il cui nome venne dato ai cumuli di neve e la gente ancora si riferisce ad essi in questo modo “Bredi’s Drift” – “Cumolo di Bradi”. Sigi scappa sotto la protezione di Odino e Skaði non è menzionato di nuovo nella saga.
Scholar Jesse Byock rileva che l'Skaði è una dea associata con l'inverno e la caccia, nell'episodio sopra descritto.

Scholar Hilda Ellis Davidson suppone che il culto di Skaði potrebbe aver prosperato in Hålogaland , una provincia nel nord della Norvegia, poiché "lei mostra caratteristiche simili a quelle dei Sami, che erano famosi per lo sci, il tiro con l'arco e la caccia, la separazione da Njord potrebbe costituire una scissione tra il suo culto e quello del Vanir in questa regione, dove scandinavi e il Sami erano in stretto contatto".
In Svezia vi sono molti toponimi con cui ci si riferisce sia a Skaði che a Ullr, per via delle loro similitudini, ciò fa diventar nuovamente plausibile che Skaði un tempo, o per alcuni, fosse in origine una divinità maschile.


CITAZIONE
http://skayler-ulver.blogspot.it/ Lavoro realizzato per l'alafabeto di strega 2013 MWL
Ho raccolto diverse informazioni con varie ricerche e ho cercato di trascrivere quanto più correttamente mi fosse possibile (visto che alcune fonti erano straniere), una scheda esauriente su questa divinità.Non è una traduzione da un un unico testo e nello scrivere ho aggiunto espressioni personali, e parti che son frutto di vecchi post.
In oltre si prega di non copiare, ma nel caso in cui lo facciate riportate almeno il link - Grazie
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